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Spaccatura opposizione in Regione, il “giurassico” Rossetti a Sansa: “La cultura del sospetto ha fatto molti danni”

Pippo Rossetti (Azione) - Ferruccio Sansa (Lista Sansa)

La riunione del 20 dicembre scorso tra il presidente Giovanni Toti, l’assessore Marco Scajola e gli esponenti dell’opposizione ha mandato su tutte le furie il consigliere regionale Ferruccio Sansa, unico rappresentante di lista del cosiddetto campo largo ad essere stato escluso dall’incontro.

“Ridono, schiamazzano come vecchi amici; intorno decine, centinaia di fogli. Sono gli emendamenti al bilancio che l'opposizione dovrebbe presentare. L’allegra brigata discute da ore, sta decidendo quali far passare e quali no”. Così Sansa racconta il fatto sui social e al Secolo XIX. L’ex candidato alla presidenza della Liguria vorrebbe un’opposizione più combattiva, in questa non si riconosce: “Resto lì a guardarli, gelato, e penso: che cosa c'entro con tutto questo?”.

Le risposte secche dei leader dell’opposizione (Davide Natale, segretario regionale PD; Fabio Tosi, capogruppo M5S; Gianni pastorino, capogruppo Linea Condivisa), arrivano puntuali. Ma la replica più decisa è quella del consigliere regionale Pippo Rossetti, eletto nel PD ma ora in Azione, definito da Sansa "giurassico", che sui social scrive un lungo post.

“Leggo l’intervista e il post di Sansa e mi viene in mente mia nonna, mi diceva che origliando fuori dalla porta è molto facile fraintendere quel che si dice dentro la stanza. D'altra parte la cultura del sospetto ha fatto molti danni. Se devo fare 10 riunioni con la Giunta per introdurre gli psicologi di base nei distretti sanitari o per consolidare il budget di chi cura i bimbi disabili o evitare  che l’igienizzazione delle ambulanze sia considerata attività inquinante io le rifaccio di nuovo, con o senza Sansa, e se lui ritiene che questo sia mercanteggiare conferma il fatto che ritiene disdicevole che la minoranza faccia proposte e cerchi di migliorare le norme e la finanziaria regionale. Non abbiamo ottenuto che facessero il Piano regionale dei forni crematori, ma abbiamo ottenuto più soldi per la Fondazione Anti Usura e per i Centri antiviolenza. Si sono impegnati ad affrontare il problema dei morosi incolpevoli a fronte dell'azzeramento dei fondi nazionale. Di queste cose parlavamo negli incontri a cui non ha partecipato non invitato dai partiti della coalizione di centrosinistra.

Sul piano politico l’intervista sul Secolo di ieri non porta nuovi contenuti rispetto al 2020. Sansa è stato candidato per sancire l’alleanza giallo rossa e contro il parere di una buona parte del PD (quattro segreterie provinciali e due volte la segreteria regionale del PD votarono contro la sua candidatura). Per questa posizione ha poi sostenuto la Schlein nel congresso del Pd. Si è candidato anche contro un pezzo di storia del PD ligure con l’idea di doverlo moralizzare, ma non disprezzandone i voti.

Prodi vinse Berlusconi perché proponeva un’idea alternativa di Paese, non sul piano della moralità. Pensare di poter sconfiggere il centro destra perché è cattivo dicendo che noi siamo diversi e migliori è una posizione molto debole. Abbiamo già perso nel '20 con gli slogan del "cambiamento contro il potere". Suggerisco di confrontarsi sulle idee e sulle proposte del modello di sviluppo della Liguria. Questo è il terreno su cui si vincono le elezioni e su questo rimane aperta ogni disponibilità al dialogo.

PS: Sansa nel post strumentalmente scrive che una parte del PD lo ha escluso dalla coalizione. Ma non è vero. Lo ha deciso il Movimento 5 Stelle, tutto il PD, ero ancora lì, e Linea Condivisa.

Oggi su Il Secolo XIX la mia dichiarazione”.

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