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E' crollato il mito di Grillo

Luigi Grillo

Oggi in politica quando si dice Grillo, si intende Beppe. L'ex comico che ora vuole cambiare l'Italia (e l'Europa)

con il MoVimento 5 Stelle. Ma sino a poco tempo fa il cognome Grillo veniva abbinato a Luigi, Gigi per gli amici. Un ex bancario di La Spezia, che aveva fatto fortuna con la politica: Democrazia Cristiana, Popolari, Forza Italia e infine Nuovo Centro Destra, folgorato da Angelino Alfano, dopo che Silvio Berlusconi non l'aveva più ricandidato al Parlamento.

Con i guadagni della politica il senatore si era comprato una tenuta a Monterosso, dove produce uno Sciacchetrà che gli viene richiesto anche da alti magistrati.

Nella sua lunga carriera il Grillo che non viene dal cabaret era finito in tante inchieste, ma ne era sempre uscito fuori. Non era mai stata provata la sua presunta colpevolezza.

Sembrava che potesse finire così anche stavolta, nello scandalo dell'Expo di Milano, dove aveva cominciato ad operare quando sembrava che Alfano potesse farlo nominare sottosegretario. Stavolta l'avevano portato nel carcere di Opera, ma sua figlia era corsa ad aspettarlo davanti alla casa circondariale lombarda, sicura che il suo grande papà sarebbe uscito da un momento all'altro.

La tattica era stata quella di sempre: io non c'entro, io non ne so niente, io non ho preso un euro. Doveva essere l'accusa a dimostrare il contrario. E l'accusa in genere non ci riusciva. Anche stavolta  non c'era una prova contro di lui. O meglio, c'era la parola di un suo amico e collaboratore, il faccendiere Sergio Cattozzo, passato anche lui al Nuovo Centro Destra. Cattozzo aveva ammesso tutto perché non poteva far altro: c'erano anche le foto del suo incontro con l'imprenditore Enrico Maltauro, mentre gli consegnava le prime mazzette.

Cattozzo aveva spifferato tutto, le cifre del tesoretto che si era tenuto e quelle che aveva girato a Grillo. L'ex senatore continuava a negare. Ma gli inquirenti erano sicuri che Cattozzo aveva detto la verità. E tenevano Grillo in galera.

A questo punto Grillo ha capito che se avesse continuato a negare sarebbe rimasto in carcere. Ha chiesto di essere interrogato dai magistrati. E stavolta ha ammesso di aver preso 25 mila euro. Eppoi si è sfogato contro Cattozzo: ha dichiarato di aver sbagliato a fidarsi di lui. Gli aveva promesso 200 mila euro, ma gliene aveva portati solo 25 mila (Cattozzo ha ammesso di essersi tenuto la fetta più grossa).

A questo punto è crollato il mito Grillo. Perché il Grillo di un tempo non avrebbe mai ammesso di aver preso mazzette. C'era la parola di Cattozzo contro la sua.

Un Gigi Grillo che confessa non è più Gigi Grillo. E' crollato un mito.

Elio Domeniconi

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