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I paradossi di Forza Italia

Sandro Biasotti - Lilli Lauro

Chi non condivide la leadership di Sandro Biasotti in Forza Italia ha fatto notare a Genova3000.it

i paradossi della sua conduzione.

IN COMUNE C'E' IL PDL
I giornalisti sono sconcertati perché da Palazzo Tursi continuano ad arrivare in redazione comunicati stampa firmati PDL ed è risaputo che da tempo il Popolo della Libertà non esiste più. E questo crea una grande confusione in chi non è addentro alle segrete cose.

Genova3000.it ha chiesto lumi alla capogruppo. E Lilli Lauro, gentilissima come sempre, ha spiegato che in Comune il gruppo Pdl non si è sciolto. Ne fa ancora parte l'avvocato Matteo Campora che pure è passato al Nuovo Centro Destra e in questa veste si è addirittura presentato alle Europee. Campora non ha traslocato nel Gruppo Misto. Essendoci solo lui, non avrebbe potuto aderire al gruppo NCD che a Tursi non esiste.

E' chiaro che c'è dietro un tornaconto. Nessuno ha voluto rinunciare a certi privilegi. Ma un altro al posto di Biasotti avrebbe detto: ragazzi, non facciamoci più ridere dietro. Il Pdl non deve più esistere. Chi è con noi, passi a Forza Italia. Chi non è con noi, se ne vada.

Invece la farsa continua. Col benestare di Biasotti.

IN REGIONE C'E' LA LISTA BIASOTTI
E' chiaro che i contestatori di Biasotti hanno buon gioco a dire: il coordinatore non può fare la voce grossa in Comune perché anche lui ha qualcosa da farsi perdonare. In Regione infatti continua ad esistere la Lista Biasotti, che è rappresentata da Aldo Siri e da Lorenzo Pellerano.

Lo sapete: quando Biasotti aveva rotto con Claudio Scajola (e quindi con Forza Italia) aveva creato i mitici Arancioni, che avevano eletto validi rappresentanti nelle varie istituzioni. Poi però Biasotti è diventato onorevole con il partito di Berlusconi. E Berlusconi l'ha anche nominato coordinatore regionale di Forza Italia. Quindi la Lista Biasotti non ha più ragione di esistere. Di conseguenza l'onorevole ragioniere avrebbe dovuto ordinare ai suoi fedelissimi di traslocare in Forza Italia.

Perché non l'ha fatto? Perché anche lui continua ad avere qualche vantaggio dall'esistenza della Lista in Regione. In questo gruppo lavorano il factotum Roberto Dotta e l'efficientissima Mirella Mirafiori. E non è un mistero che quando Biasotti è a Genova Dotta si mette al suo servizio, va anche a prenderlo all'aeroporto, così il deputato risparmia i soldi del taxi. E tanti raccontano di aver ricevuto telefonate dalla Mirafiori per conto di Biasotti e per questioni non certi istituzionali. E quando l'onorevole convoca i coordinatori in Regione, può farlo perché in Regione esiste la Lista Biasotti.

Ma i benpensanti obiettano: se Biasotti continua a conservare la Lista Biasotti, come può essere anche il coordinatore di Forza Italia? Come minimo avrebbe dovuto sciogliere la Lista Biasotti. Ma avrebbe perso troppi vantaggi. Primo fra tutti Roberto Dotta.

Elio Domeniconi

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