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L'aut-aut di Marco Bisagno

Marco Bisagno

L'intervento di Marco Bisagno (Cantieri Mariotti) non ha ricevuto molti consensi nel mondo dello shipping.

Al suo fianco c'era anche il socio Fernando Garrè, ma lui almeno ha usato toni moderati, sembrava quasi che partecipasse di malavoglia all'intervento del vicepresidente di Confindustria.
Bisagno è sicuramente un imprenditore in gamba, per carità. Magari avrà anche ragione, dal suo punto di vista. Dice che i Cantieri Mariotti hanno bisogno di nuovi spazi, sia per sviluppare le riparazioni navali, sia per costruire (eventualmente) transatlantici. Credono nel Blue Print, che per il momento sono solo degli schizzi di Renzo Piano. Ci vuole altro, prima di passare alla fase della progettazione.
Bisagno ha individuato gli spazi, sono quelli sotto corso Aurelio Saffi.  Che possono essere utilizzando solo sfrattando le associazioni sportive (che danno lavoro a 300 persone, tra l'altro). E si sa che sono pronti ricorsi al Tar, perché chi abita in Corso Aurelio Saffi non è certo d'accordo con questa operazione.
I politici dicono chiaramente che il Blue Print resterà uno schizzo del sommo architetto. Ma Sua Maestà Bisagno è stato categorico: o entro l'anno iniziano i lavori (di riempimento) o i Cantieri Mariotti se ne vanno: Marsiglia li accoglierebbe a braccia aperte.
Bisagno a una giornalista ha detto che è troppo affezionato a Genova  per dire sino in fondo quello che pensa. Il commento di alcuni importanti operatori marittimi, interpellati da Genova3000, è stato: "Quelli pretendono di fare i padroni in casa d'altri".
E sicuramente il tono usato dall'amministratore dei Cantieri Mariotti è stato quello dei vecchi padroni delle ferriere. Non si usa più. Almeno in Liguria.

Elio Domeniconi

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