Fasce alludeva alla Oliaro
Palazzo della Borsa, assemblea della Spediporto. Si cerca di interpretare le parole
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Nessun riferimento religioso ma soltanto uno spunto, perché la “Via Crucis”, grande, sublime momento di Fede,
In Regione hanno sentito Pier Paolo Giampellegrini mentre telefonava per avere conferma delle partecipazione
A Genova3000 risulta che i revisori dei conti del Comitato Portuale non intendano lasciar passare sotto silenzio
Il barbaro assassinio di Luca Varani (per gioco?) ha scandalizzato il mondo intero. Un omicidio senza movente, assurdo. E ancor più sconcertata è rimasta l'opinione pubblica, dopo aver appreso che la pena per i due assassini confessi non potrà essere severa perché non si tratta di omicidio premeditato.
Eppure c'è anche chi invoca la pena di morte e sostiene che si dovrebbe ristabilire, almeno per certi delitti. Uno di questi è il dottor Remo Benzi, che sicuramente ha i titoli per dire la sua:
-può vantare due lauree, scienze politiche e giurisprudenza
-è stato a capo della polizia municipale di Genova (e prima ad Alessandria e a Bassano del Grappa)
-è da sempre impegnato in politica: prima il partito comunista, poi la Lega Nord e Liguria Nuova, il movimento creato da Sergio Castellaneta e che l'aveva portato in consiglio comunale.
Benzi ha tuonato: "Basta buonismo di leggi ipocrite e magistrati inetti". Ha ricordato che Varani era stato invitato a quel festino per "il gusto di torturarlo e poi ammazzarlo". Il leggendario Comandante ha concluso: "Questi due delinquenti, drogati a no, devono subire la stessa sorte".
Quindi, secondo il dottor Benzi, Marco Prato e Manuel Foffo non meritano nemmeno la Corte d'Assise. Dovrebbero essere torturati e poi sgozzati, come hanno fatto con il povero Luca Varani. E sicuramente Remo Benzi non è il solo a pensarla così. E' vero che l'Italia è la patria di Cesare Beccaria e che da noi la pena di morte è stata abolita. Ma secondo l'ex comandante della polizia metropolitana, dopo certi delitti, sarebbe il caso di ripristinarla.
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