Skin ADV

PD bello ciao e il rischio di autoannientarsi

Massimiliano Lussana

Lo dico subito, chiaramente e a scanso di ogni equivoco. Esattamente come facevo nelle assemblee

a scuola, dove ero rappresentante in consiglio di istituto, "Mi dichiaro democratico e antifascista".
E quindi ieri pomeriggio io la mozione del Pd contro la violenza fascista l'avrei tranquillamente votata, così come avrei votato quella della maggioranza contro ogni forma di violenza, anche quella dei centri sociali e anche quella verbale degli autocertificatisi "difensori della libertà".
Ma, allo stesso modo, esattamente come facevo nelle assemblee a scuola, cogliendo l'insegnamento di Voltaire o anche semplicemente di Marco Pannella, di Giovanni Negri, di Leonardo Sciascia, di Enzo Tortora e di quella grande scuola di democrazia che è stato il Partito radicale - scuola di liberali veri e non come certe odierne caricature del liberalismo, anche questi per autocertificazione - credo che chiunque sia legittimato dagli elettori e dal popolo abbia il diritto di esprimere la propria idea, anche quella più lontana da me.
Anche perché talvolta, come diceva Ennio Flaiano in uno dei suoi fulminanti aforismi, esistono in Italia due tipi di fascismo: il fascismo stesso e l'antifascismo.
Io non sono così apodittico e credo che non tutto l'antifascismo sia "fascismo", ci mancherebbe.
Anzi, tantissimo è sacrosanto, in buona fede e porta avanti i principi migliori della Resistenza, quelli di tanti ragazzi - cattolici, azionisti, comunisti, liberali - che lottarono per un Paese migliore.
Ma, proprio perché non ho nulla a vedere con il fascismo, rivendico fortemente la scelta del Comune di Genova, fin dai tempi di Marco Doria e di Marta Vincenzi, di portare un fiore il giorno della commemorazione dei defunti sulla tomba dei ragazzi che "Qui si fa l'Italia e si muore, dalla parte sbagliata si muore", i "Cuochi di Salò" di Francesco De Gregori, i repubblichini che lottarono anche loro in nome di un ideale. Sbagliato, ma ideale. E avevano vent'anni, come gli altri.
Qui non è questione di riscrivere la storia, qui è questione di pietas.
E credo che quella corona di fiori portata con la fascia tricolore da Antonino Sergio Gambino, per l'occasione non consigliere di Fratelli d'Italia, ma rappresentante del sindaco a tutti gli effetti con la fascia tricolore, sia stato uno dei punti più alti toccati in questi sei mesi di amministrazione, qualcosa che avrei rivendicato anche nella conferenza stampa di fine anno sui risultati dei primi sei mesi di amministrazione.

 

Ecco, ieri pomeriggio a Bucci è stata rimproverata anche quella corona, prova anch'essa della "fascistizzazione" del Comune di Genova.
Non scherziamo.
Se qualcuno accoltella qualcun altro, giustamente deve finire in galera.
Ma da qui a vedere Bucci e i suoi come gerarchi col fez, mi sembra francamente eccessivo per chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale.
Mario Baroni, consigliere delegato al Patrimonio Immobiliare, ha ricordato ad esempio i suoi nonni partigiani.
Lo stesso sindaco ha una storia da scout, non da giovane Balilla.
E ieri, ricordando Bruno Ravera e la sua Lega, il suo figlio più amato, Davide Rossi, rammentava di quando il fondatore del Carroccio, da ragazzino, partecipò alla liberazione del primo sindaco di Genova, Vannuccio Faralli, imprigionato dai nazisti nel lager della Casa dello Studente.
Così come era bellissimo vedere la commozione di Francesca Corso, che ha il cuore più bello fra tutti i consiglieri comunali, a cui ho rubato la foto qui sopra.
In tutto questo colpisce il fatto che il Pd sventoli un antifascismo di maniera come la linea del Piave.
"Bella ciao" è un capolavoro. Ma un conto è sentirla cantata nella versione combat folk dei Modena City Ramblers o anche nella rilettura di Francesco De Gregori e Giovanna Marini che si rifà al canto delle mondine, un conto è l'interpretazione di Raffaella Paita.
La sciagurata gestione delle ultime due settimane di campagna elettorale prima del ballottaggio, che ha mandato al massacro un galantuomo come Gianni Crivello in nome di una battaglia fra fascismo e antifascismo, pare non aver insegnato nulla ai vertici del Pd genovese.
Brandire Roberto Levaggi come nuovo paladino contro ogni fascismo, pare francamente eccessivo. L'ex sindaco di Chiavari non è propriamente Ferruccio Parri.
E ieri ha presieduto benissimo l'aula Alessio Piana, che ha passato con lode l'esame di maturità della seduta più difficile da presidente del consiglio comunale, dando la possibilità a tutti di dire la loro, anche permettendo qualche intemperanza verbale, canzoni, applausi, varie ed eventuali. Così come la gestione dell'ordine pubblico degli uomini del questore Sergio Bracco e dei vigili è stata ottima, discreta e non invasiva, con Marco Speciale e Luca Uguccioni che ieri erano una sorta di angeli custodi del sindaco a vigilare su Tursi.
Non era proprio il caso di gestire muscolarmente l'aula e il dialogo è sempre la migliore ricetta.
Dico persino che è normale e giusto che la sinistra radicale, da Gianni Pastorino ad Agostino Gianelli, ieri fosse in tribuna a protestare.
Quello che impressiona è la presenza in tribuna di tantissimi dirigenti del Pd: Mario Tullo, che pure è il miglior parlamentare ligure, di qualsiasi colore; Lorenzo Basso; Pippo Sergio Rossetti; Giovanni Lunardon...
Ma nessuno di questi ieri aveva altro da fare?
Nessuno aveva da fare le pulci a Bucci su altro che non fosse il fascismo?
Il sindaco, come me, come tutti, a volte sbaglia e sbaglia chi non glielo fa notare. La giunta, come è giusto e naturale che sia, non è perfetta.
E anche ieri vedere il fastidio per i cori e il contorno è forse normale per chi non ha mai fatto politica, ma anche Bucci dovrà abituarcisi, fa parte del gioco.
Vedere il sindaco che, a tratti, sembrava il bimbo pronto ad andarsene col pallone, testimoniava della sua assoluta buona fede e impoliticità, ma faceva sorridere.
Insomma, critiche se ne possono fare tante.
Ma tirar fuori il fascismo è pretestuoso e a tratti ridicolo.
E fa impressione vedere il Pd ridotto così, alla caricatura di una grande storia.
Soprattutto, basta girare per strada per capire che i problemi di Genova siano altri e che le priorità dei cittadini siano altre.
Di questo sarebbe stato meglio che si occupasse ieri il Consiglio comunale.
Quindi, io la mozione del Pd l'avrei pure votata.
Ma cantando "Bello ciao".
Sì, a questo Pd.

Pin It

Genova3000 TV

Genova3000 TV

Notizie

Levante

Cultura

Spettacoli

Sport

Gossip

Genova Sport 2024