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I genovesi di Medjugorie

Claudia Koll e Paolo Brosio

Nella mia ormai lunga vita mi è capitato di visitare tanti santuari, in varie parti del mondo: da Fatima a Santiago

de Compostela, da Loreto a San Giovanni Rotondo-Padre Pio, e poi Israele, Polonia, Brasile, Argentina, Germania, Spagna, Francia, Perù, eccetera eccetera. E naturalmente da ragazzo avevo cominciato con il Santuario della Madonna della Guardia, dove allora si saliva a piedi. Mi manca Lourdes per una mia scelta. Non sopporto la vista dei malati, mi sento male anch'io.

La visita che più mi ha deluso è stata quella a San Giovanni Rotondo. E' tutto un commercio, c'è ben poco di mistico. Rose e santini dappertutto. Gli alberghi sembrano altrettante chiese. Ed è stato un fiorire di alberghi sino a Manfredonia. Perché poi da quando Padre Pio - a lungo chiacchierato - è stato proclamato prima Beato e poi Santo il turismo si è sviluppato ancora di più. C'è anche il richiamo del nuovo Auditorium, firmato da Renzo Piano.

Ora la Chiesa sta per pronunciarsi sull'autenticità o meno delle apparizioni mariane che in quel luogo si verificano da ben 33 anni. E i risultati dei lavori della Congregazione della Fede, iniziati nel 2004, sono particolarmente a Genova, perché da Genova ogni anno partono tanti pullman verso la Bosnia Erzegovina. E fu proprio un frate genovese, Mario Galli degli Agostiniani della Chiesa della Consolazione, a portare i pellegrini a Medjugorie. Sì, il famoso padre spirituale della Sampdoria che sposò anche Roberto Mancini e non a caso l'ex "Bimbo d'oro", dopo aver vinto lo scudetto d'Inghilterra con il Manchester City, approdò a Medjugorie con un volo privato. Probabilmente voleva ringraziare la Madonna per grazia ricevuta.

Al mio ritorno da Medjugorie mi capitò di incontrare padre Mario in uno dei bar attorno a Via XX Settembre. Gli chiesi le sue prime impressioni anche su quel padre Janko che affascinava le folle con la sua arte oratoria. E il frate, con la sua solita sincerità: "Guarda ho vissuto per ben sei mesi al suo fianco ma non sono riuscito a capire se è un santo".

Io ci sono andato perché a Boccadasse c'è uno degli organizzatori di questi viaggi a Mostar, Sandro Bellini. Avevo voglia di visitare quel santuario che è poi divenuto famoso anche per le testimonianze del giornalista Paolo Brosio, che ha scritto vari libri sull'argomento e dell'attrice Claudia Koll, che è passata dai film di Tinto Brass al misticismo di Medjugorie. Posso dire che ne sono stato colpito anch'io. Ho avuto le stesse sensazioni di Alfonso Signorini e Matteo Marzotto. Il direttore di "Chi" ha intitolato il suo editoriale: "Il vero miracolo di Medjugorie è la serenità che là si respira". E nel testo: "Al di là della "sentenza", mi piacerebbe che ci fermassimo alla fede che in questi luoghi si respira. Medjugorie è un luogo dove si respira un'atmosfera di pace, dove si vive la preghiera in silenzio, dove la gente affronta le fatiche di una natura aspra, spigolosa con il sorriso negli occhi ancor prima che sulle labbra. E questo basta".

E Matteo Marzotto: "Non sono una persona suggestionabile e da Medjugorie sono stato toccato nel profondo. Ho visitato tanti altri santuari mariani, ma nessuno mi ha colpito come Medjugorie. Lì mi sono sentito a casa, nel posto giusto, una sensazione che mi ha dato serenità".

Ecco: anch'io ho avuto quelle sensazioni. Quelle emozioni.

 

Elio Domeniconi

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