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Toti: “la sanità ligure è una delle migliori del Paese”

Giovanni Toti e Sonia Viale

“Alla vigilia di un week end importante per la riapertura progressiva delle attività economiche in tutta Italia, vogliamo fare il punto su quello che è stato, è e sarà lo sforzo straordinario della nostra sanità che, sia per organizzazione sia per qualità delle cure, si è dimostrata una delle migliori del Paese. Lo facciamo con la trasparenza che abbiamo sempre mantenuto nei confronti dei cittadini, del governo e dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui anche in queste ore abbiamo fornito una mole straordinaria di dati, tutti piuttosto confortanti. Ad ogni professionista impegnato nell’emergenza – medici, infermieri, oss, tecnici, esperti della task force di Alisa e tanti altri - va il nostro ringraziamento per il loro lavoro, che ci ha consentito di superare i momenti più difficili e che proseguirà anche nei mesi futuri, nella fase 2 e nella fase 3, in termini di salvaguardia della popolazione: i cittadini devono essere sicuri che continueremo a monitorare i numeri e a tenere questo gigantesco impianto di sicurezza, pronto e attivo per qualsiasi evenienza”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha fatto il punto oggi sull’emergenza coronavirus, che ha colpito la Liguria dal 25 febbraio scorso, con il primo caso positivo di covid in un albergo di Alassio.
“La nostra sanità, con la regia di Alisa, ha dimostrato grande capacità di decisione nel mettere a sistema e organizzare con lucidità una risposta tempestiva ed efficace – aggiunge la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale – in un momento di emergenza senza precedenti, in mancanza di chiare indicazioni da parte delle autorità europee e nazionali. La strada non è finita: la prossima sfida – ha aggiunto – è oggi trovare un equilibrio anche in sanità tra l’indispensabile tutela della salute e la riapertura delle attività in elezione”. “Oggi siamo qui – aggiunge l’assessore Viale - per dare il senso, attraverso i numeri, del grande impegno messo in campo dalla fine di febbraio ma non bisogna dimenticare che, dietro quei numeri, c’è stato l’accompagnamento quotidiano della sofferenza, del dolore legato alla perdita e della fatica dei nostri operatori. Questi numeri rappresentano persone, volti, famiglie: pazienti che hanno avuto l’assistenza adeguata con un posto letto in un reparto a media intensità o in terapia intensiva, infermieri, medici e operatori sanitari che hanno lavorato senza sosta, persone che purtroppo non ce l’hanno fatta con il dolore delle loro famiglie, volontari delle pubbliche assistenze. Non dobbiamo mai dimenticarlo”, conclude l’assessore alla Sanità.

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