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Quarantatré anni or sono: Luca Buccilli racconta il pensiero di Aldo Moro

Aldo Moro - Luca Buccilli

Da Gian Luca Buccilli, capogruppo di Civica in Consiglio comunale a Recco, riceviamo e pubblichiamo. 

Quarantatré anni or sono, con il rapimento di Aldo Moro e l'uccisione della sua scorta, iniziò il martirio dello statista democristiano.

Il 16 marzo e il 9 maggio (giorno del ritrovamento del suo corpo privo di vita) sono date che appartengono alla memoria condivisa di un Paese: il sacrificio di Aldo Moro resta una ferita che non potrà mai rimarginarsi.

A rendere intatto il ricordo di Aldo Moro è l'attualità del suo magistero.

Lui ha fatto della Democrazia Cristiana un pensiero che resiste alla scomparsa del soggetto politico scudocrociato.

Il moroteismo è la disapplicazione dell'ideologia, l'esperienza dell'equilibrio ma ancora prima la predisposizione a farsi carico della realtà.

Per Aldo Moro ogni programma, se ambisce a diventare fatto politico, "deve mirare alla ricerca del fecondo motivo di conciliazione tra principi, opportunità e consenso".

Da ciò "l'impegno a tenere insieme identità e mediazione, autonomia e confronto, l'essere in sé e l'essere per il mondo": orizzonte, questo, di una politica pervasa da una solida cultura delle alleanze.

C'è un messaggio di Aldo Moro che, riletto oggi, rivela per intero l'attualità del suo realismo: "Si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con le sue difficoltà".

Da queste parole emerge la vocazione a rispettare la realtà, senza vietarsi il diritto di cambiarla.

Gian Luca Buccilli
Capogruppo di Civica

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