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Il futuro si chiama Grillo

Beppe Grillo - Claudio Scajola - Sergio Cattozzo - Luigi Grillo

Concordo con le analisi dei politogici di professione: questi arresti fanno il gioco di Beppe Grillo.

Ci aspetta un'Italia da cabaret. Meritiamo un leader comico. E già con Matteo Renzi siamo sulla buona strada. L'hanno paragonato a Wanna Marchi. E sicuramente il nostro premier ricorda più Leonardo Pieraccioni (e Giorgio Panariello) che Enrico Berlinguer, tanto per fare un paragone. Del resto si è formato con i boy scout e non alle Botteghe Oscure. La sua frenetica partecipazione ai talk-show, in un clima da "Amici miei" lascia perplessi anche coloro che chiedevano una nuova svolta della politica.

Se non avessero messo in galera anche Primo Greganti, il compagno G, ex funzionario del glorioso Partito Comunista Italiano, si poteva anche accettare la tesi del "Giornale " di Berlusconi che parla di "retate elettorali" e di "solita inchiesta sotto elezioni". Ma se sono coinvolti i rappresentanti di tutti i partiti, significa che Tangentopoli continua: dove c'è il business, ci sono le mazzette. Si fa politica per arricchirsi.

A Scajola hanno arrestato anche la segretaria Roberta Sacco, detta Robertina. E Berlusconi, pur dispiaciuto per l'arresto dell'amico, è contento di non averlo messo in lista. Ci auguriamo che l'ex ministro non rimanga molto a Regina Coeli, lui abituato agli alberghi di Via Veneto (aveva giurato che non avrebbe più messo piede nella casa con vista Colosseo ed è stato di parola). Meriterebbe di andare anche lui ai servizi sociali, potrebbe aiutare gli anziani di Arma di Taggia. Anche su di lui, sul web si sprecano le battute: si dice che è stato arrestato a sua insaputa. Ma anche se l'avesse saputo, non sarebbe scappato in Libano anche lui, Scajola non fugge.

Aveva divorziato da Berlusconi il suo grande rivale Gigi Grillo, offeso perché Forza Italia non l'aveva ricandidato. Era finito nel Nuovo Centro Destra e per Angelino Alfano e i suoi seguaci, è sicuramente un brutto colpo. Non hanno avuto nemmeno il tempo di gioire per l'arresto di Scajola che avrebbe giovato al Ncd. Ora sono nei guai anche loro. Ma il produttore del miglior Sciacchetrà di Monterosso, assicura di essere estraneo a tutto. E chissà che anche stavolta non riesca a dimostrarlo. Glielo auguriamo, perché ci è simpatico.

E in manette è finito anche il povero Sergio Cattozzo, che, non potendo più fare il sindacalista, aveva dovuto inventarsi un lavoro e si era trasformato in faccendiere. Dopo varie peregrinazioni era finito nel calderone di Berlusconi. Per le Regionali aveva fatto una campagna elettorale paese per paese, ma non era stato eletto (e aveva accusato il suo amico Vito Bonsignore di non averlo aiutato abbastanza). Aveva detto alla sua giovane compagna Chicca Ciurlo di non preoccuparsi, sarebbe tornato a lavorare. Il suo mandato al Carlo Felice (cadeau di Sandro Biasotti era scaduto), non poteva limitarsi a dare una mano a Mater Matuta.

Cattozzo è stato fotografato mentre prendeva una mazzetta. E ci sono telefonate registrate con il tesoriere PD in Liguria Giovanni Battista Raggi, da sempre esaltato sul "Giornale" dall'ingenuo entusiasta Massimiliano Lussana. Questi politici del sottobosco volevano avvicinare Claudio Burlando, ma il presidente della Regione come sempre è al di sopra di ogni sospetto.

Tutti a casa, è lo slogan di Beppe Grillo. E forse ci riuscirà. Un tempo gli scontenti dell'Italia ladrona si affidavano alla Lega Nord, ma dopo quello che ha combinato il Cerchio magico di Bossi (e questa inchiesta sull'Expo è iniziata seguendo il filone di Francesco Belsito) è impossibile credere ai padani duri e puri. Sono come gli altri.

In Parlamento i grillini non hanno certo offerto uno spettacolo edificante. Ma sono rimasti gli unici a invocare la piazza pulita. I sondaggi dicono che soprattutto i giovani credono nel comico genovese. E allora aspettiamoci un'Italia all'insegna del cabaret. Ce la meritiamo.

 

Elio Domeniconi

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