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Bernini non e’ profeta in patria

Stefano Bernini

Ci sono dei casi in cui non si è profeti in patria: questo è il caso dell'attuale vicesindaco di Genova Stefano Bernini.

Lui, sampierdarense di nascita, trapiantato a Sestri Ponente, dirigente Arci, non è certamente ben visto da quelle parti.
Sarà che lì sono un po' settari, può darsi, ma di certo lui ci ha messo parecchio di suo. Di sicuro non giocano a favore i pessimi rapporti che intercorrono tra lui e Franco Marenco, attuale presidente della municipalità. Ruggini che prendono corpo all'interno del PD genovese, in particolare dal fatto che il presidente-camallo avesse stretto un ticket molto forte con Raffaella Paita, candidata trombata alle regionali, e fiera avversaria di Bernini. Vuoi che Bernini non avesse gradito avere a Tursi come assessore proprio Marenco, quando questi poi rinunciò dopo essere stato ad un passo dal varcare in altre vesti la soglia del comune.
Bernini non lega neppure con Gianfranco Angusti, vecchio comunista che ha studiato alle Frattocchie e per anni fedelissimo alla linea e sindacalista in ambito portuale. Oggi Angusti, uscito dal PD sbattendo la porta, è il presidente delle “Officine sampierdarenesi”, comitato di opposizione a numerose operazioni che riguardano Sampierdarena e che hanno come propugnatore proprio Bernini in qualità di assessore all'Urbanistica.
Negli ultimi tempi Bernini ha litigato con Sampierdarena quando si è trattato di far passare gli autotreni, che trasportavano i detriti dei lavori ferroviari, all'interno del fragile tessuto urbano della zona del Campasso.
Ha litigato con Sampierdarena, quando si è fatto propugnatore della soluzione di piazzare sotto la Lanterna una parte del polo petrolchimico di Multedo. Tanto che contro l'idea è nato un gruppo Facebook molto agguerrito in cui, ancora una volta, uno degli uomini più attivi è proprio Gianfranco Angusti.
A Sampierdarena, poi, non digeriscono il suo appoggio al progetto, ma che è realtà, di demolizione della rampa di accesso alla sopraelevata di via Cantore. Bernini, citando i progettisti, dice che quella rampa deve essere abbattuta per far posto ad un pilone delle nuove infrastrutture. A Sampierdarena, per bocca ancora una volta di Angusti, gli hanno proposto un piano alternativo. Ipotesi rigettata da Bernini che, in sostanza ha risposto che se resta la rampa si dovranno abbattere i palazzi adiacenti. Risposta che è stata colta come arrogante a Sampierdarena dove, tra le  altre cose, sanno di non poter neppure votare i sampierdarenesi doc come il ministro della difesa Roberta Pinotti o il parlamentare Lorenzo Basso: due PD che, dicono da quelle parti, non hanno mai fatto nulla per il territorio che li ha lanciati. Ma tra Sampierdarena e Bernini i conti sono aperti anche sul fronte della sanità, strenuo oppositore dell'ospedale Villa Scassi che vorrebbe veder chiuso dall'oggi al domani. Non a caso è sempre stato un sostenitore dell'ospedale del Ponente a Villa Bombrini, che conosce molto bene, e adesso agli Erzelli. Sempre dalle sue parti dicono a Sampierdarena che, come concittadino, lo hanno disconosciuto da tempo.

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