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Paolo Putti il ribelle

Paolo Putti

Paolo Putti

Su di lui Beppe Grillo ci aveva scommesso tanto. Credeva che avrebbe potuto scardinare, primo tra le grandi

città al voto cinque anni fa, il sistema della sinistra baronale. Ma dopo cinque anni o poco meno, Paolo Putti, che da almeno due anni dava chiari segnali di mal di pancia, esce allo scoperto ancora una volta e si allontana per sempre, come tanti suoi ex colleghi di Movimento, dai Cinque Stelle. No Tav, No Gronda della prima ora, movimentista fin da principio, uomo ancorato nel territorio della val Polcevera, Putti stesso era tentato da tempo da diversi partiti di sinistra, alla ricerca di un uomo forte da contrapporre a sinistra del Pd. "Questo non è più il mio Movimento 5 Stelle - tuona Putti - Abbiamo visto tutte le fantamagoriche giravolte in questi ultimi giorni del Movimento 5 Stelle a livello delle alleanza in Europa. Ci sono troppe contraddizioni. Non voglio farmi nemmeno una idea allo stato attuale delle cose".
Il malessere nacque prima della scelta di Grillo e Casaleggio su Alice Salvatore alle ultime regionali. Putti sperava di inserirsi come uomo della società civile, invece, come spiega l'articolo di oggi uscito su "La Repubblica", il Movimento prese un'altra strada e non confermò la fiducia su Putti, uomo della società civile.

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