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Chronos, a Palazzo Ducale una mostra sull’uomo preistorico in Liguria

Ha aperto a Palazzo Ducale “Chronos”, una mostra sulla Liguria preistorica e le sue popolazioni che arriva fino ai nostri giorni, illustrando le conseguenze provocate sull’ambiente dalla presenza degli esseri umani nel corso dei secoli.

La mostra, dotata di tecnologie avveniristiche, è ad ingresso libero ed è curata dall’Università di Genova in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria, Palazzo Ducale e Associazione Clarence Bicknell.

“Chronos è curata dal professor Stefano Schiaparelli, delegato del Rettore per la valorizzazione dei musei e degli archivi dell'Ateneo - afferma Lara La Tessa, una delle ricercatrici che hanno collaborato alla realizzazione dell’esposizione -. Questa mostra è un tassello di un puzzle più grande: il progetto, in generale, è la digitalizzazione delle collezioni dell'Università di Genova per creare un Sistema Museale di Ateneo che possa essere fruibile e facilmente accessibile da tutti”.

È possibile visionare non solo i reperti fisici esposti, ma anche accedere alla galleria di modelli 3D dell’istituendo Sistema Museale di Ateneo, SMA-UniGe, attraverso codici QR.

La mostra è completata da vari laboratori gratuiti, dedicati a famiglie e ragazzi, e da un ciclo di incontri aperti al pubblico programmato per il 20 dicembre 2023 presso la sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale.

La Liguria è stata frequentata almeno da due specie di ominidi, Homo neanderthalensis e Homo sapiens, a partire da circa 250.000 anni fa. Reperti rinvenuti in aree limitrofe, poco oltre il confine con la Francia, attestano però una frequentazione dell'arco ligure-provenzale che risale a oltre un milione di anni fa. Situata tra mare e montagna, grazie al clima temperato e alla ricchezza di risorse e materie prime, questa regione ha da sempre rappresentato un luogo privilegiato per l'insediamento umano.

L’impatto sul territorio è stato inizialmente irrilevante, data la bassa densità delle popolazioni ma, a partire da circa 7.800 anni fa, le strategie di sussistenza sono cambiate radicalmente. Le pratiche agricole e pastorali, simbolicamente ritratte nei massi incisi del Monte Bego, hanno modificato progressivamente il paesaggio ligure, innescando un processo irreversibile che continua tutt'oggi.

Lo sfruttamento del territorio è aumentato di intensità di pari passo con l’acquisizione di nuove conoscenze pratiche, tramandate di generazione in generazione o, in tempi più recenti, con il crescente avanzamento delle conoscenze scientifiche che hanno permesso di sfruttare in modo ancora più raffinato le risorse disponibili.

La mostra Chronos intende ripercorrere il susseguirsi delle principali “rivoluzioni” che hanno trasformato la Liguria e il suo mare, da quella neolitica fino al boom economico post-bellico: che ha segnato l’inizio dell’era chiamata “antropocene”.

Personaggi d’eccezione che hanno fatto la storia dell’esplorazione del nostro territorio, quali Arturo Issel e Clarence Bicknell, vengono “riportati in vita” grazie all’intelligenza artificiale e narrano in prima persona ai visitatori le ricerche e le scoperte a cui hanno dedicato la loro attività di studiosi.

Grazie alla collaborazione tra docenti di diversi dipartimenti dell’Università di Genova (Dipartimento di scienze della terra, dell'ambiente e della vita - DISTAV, Dipartimento architettura e design - DAD, Dipartimento di antichità, filosofia e storia - DAFIST, Dipartimento di chimica e chimica industriale - DCCI) che hanno curato testi, contenuti e scelta dei reperti espositivi, la mostra permette di osservare dal vivo i prodotti inquinanti dell’Antropocene: materiali che l’uomo, nelle diverse fasi della sua presenza sul territorio ligure, ha attivamente cercato o introdotto ex-novo, talvolta modificando irreversibilmente il territorio e il mare della Liguria. C’è anche la ricerca delle “terre rare”, elementi la cui disponibilità rappresenta un collo di bottiglia per lo sviluppo delle nuove tecnologie.

Paolo Fizzarotti

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