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Porto, Genova tifa Biasotti

Sandro Biasotti

Genova ha tanti problemi. La scelta del candidato sindaco. La vendita dell'aeroporto. La presidenza dell'Autorità Portuale.

Tutte scelte importante. Ma la più urgente, a nostro avviso, riguarda la presidenza dell'Autorità Portuale.
Il porto è troppo importante per Genova. Un tempo dava lavoro a mezza città. Era il volano di Genova.
I progressi ci sono stati. Ma uno degli uomini più importanti dello shipping (e non solo) ha spiegato che si potrebbe tranquillamente quasi raddoppiare il volume degli affari (passando da 3 a 5 milioni di teu) se si costruisse finalmente la nuova diga. Se si assegnassero le banchine ai terminalisti.
Marco Doria, il sindaco che vive in un mondo tutto suo e parla solo a Primocanale, ha detto che per le concessioni non c'è fretta, perché la scadenza dei contratti non è imminente. Se il nobile docente ragiona negli altri campi come ragiona sul porto, siamo fritti. Non si rende conto che un terminalista non può investire (e quindi creare nuovi posti di lavoro) se non sa se potrà contare su nuovi spazi oppure no.

Per nostra fortuna è impossibile che il signore di Montaldeo faccia il secondo mandato. SEL  ormai non esiste più. E i primi a criticarlo sono proprio i democratici della maggioranza, che gli avevano lasciato via libera facendo scannare tra di loro Marta Vincenzi e Roberta Pinotti. Il Partito Democratico sta meditando e il centrodestra pure.

Nel frattempo c'è da nominare il successore di Luigi Merlo, che finalmente sta facendo le valigie (gli scatoloni sono già pronti). Si dice che il ministro Graziano Delrio gli troverà una sistemazione nella sua struttura. Ma intanto a Genova bisogna trovare il suo successore. Lo deciderà lo stesso Delrio, magari sentendo il governatore Giovanni Toti, che però non avrà poteri decisionali. La scelta spetterà al ministro, con il benestare del  premier Matteo Renzi.

In questi giorni sui quotidiani appaiono i nomi più disparati. Si tenta di indovinare. O magari si vuole bruciare qualcuno. Mi sembra di vedere un particolare accanimento nei confronti di Sandro Biasotti che, essendo deputato, porterebbe anche un certo prestigio nazionale. Si tirano in ballo possibili conflitti di interesse. Ma nessuno può vantare l'esperienza del deputato di Forza Italia che conosce il porto da quando è nato. Certo ci sono stati grandi presidenti che non avevano la minima esperienza: penso al mio amico Roby D'Alessandro, imposto da Bettino Craxi, a un altro mio grande amico,l'ing. Fabio Capocaccia, che proveniva dall'Olivetti, per non parlare di Giuseppe Dagnino, che aveva come capo di Gabinetto Grazia Garaventa, che sarebbe diventata la moglie di Mimmo Angeli. Prima di parlare del porto pretendeva che parlassimo  almeno per mezz'ora di filosofia.

Sandro Biasotti è uomo di porto. Per questo non verrà scelto, anche se i genovesi tifano per lui. Genova non cambierà mai. Anche se a parole tutti dicono che vogliono cambiarla.

Elio Domeniconi

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