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Cristina Enrico: “Un nuovo modello di farmacia più vicino al cittadino”

Cristina Enrico

Credo che sia indispensabile per ogni candidato avere un programma elettorale chiaro e soprattutto dichiarato. Questo è utile all’elettore per decidere a chi accordare la sua preferenza in base agli argomenti affrontati e alle soluzioni proposte.

Il mio programma elettorale non poteva non partire dal mio settore, la sanità e in particolare dalla mia professione, la farmacista.

Nell’emergenza Covid-19 la mia categoria è stata in prima linea e ha fatto il massimo di quello che poteva fare a supporto della popolazione.

Il mio primo impegno se sarò eletta sarà battermi per un modello di farmacia che sia ancor di più presidio sanitario territoriale e primo punto di contatto tra cittadini e sistema sanitario.

Per prima cosa la farmacia deve essere davvero il punto di elezione per la distribuzione del farmaco. Ancora troppo spesso accade che l’anziano debba recarsi in ospedale a ritirare i medicinali. Questo è un costo non solo pecuniario ma anche in termini di risorse fisiche per l’anziano che si può eliminare per la distribuzione di tutti quei farmaci che non prevedono monitoraggio ospedaliero.

Seconda cosa si deve investire sulla figura del farmacista che deve diventare la figura sanitaria di riferimento per il paziente cronico.

Affidare il farmaco totalmente alle farmacie significa poter controllare il corretto utilizzo dei farmaci e monitorare l’aderenza terapeutica. Troppo spesso le terapie farmacologiche non portano ai risultati attesi proprio perché non c’è una assunzione corretta e puntuale delle medicine prescritte. L’assistenza del farmacista può decisamente fare la differenza.

Terza cosa la farmacia deve diventare il luogo della prevenzione e della promozione della salute. Durante il lockdown nelle farmacie della Lombardia si sono eseguiti 2419 elettrocardiogrammi che sono stati refertati a distanza da un cardiologo. È stato così possibile indirizzare in ospedale solo i pazienti che davvero necessitavano di trattamenti urgenti e identificare i casi in cui un ritardo diagnostico avrebbe potuto peggiorare la prognosi del paziente. Si tratta di un progetto chiamato la farmacia dei servizi ancora in fase di sperimentazione solo in alcune regioni e che sarebbe auspicabile che in Liguria potesse partire già in autunno. Questo potrebbe prevedere inoltre anche la presenza nelle farmacie di un infermiere per effettuare iniezioni o inoculare il vaccino antinfluenzale. Si sfrutterebbe finalmente così la capillarità e l’accessibilità intrinseche delle farmacie

Per attuare queste migliorie c’è bisogno di un impegno forte da parte della Regione che preveda di utilizzare risorse importanti per finanziare queste infrastrutture tecnologiche magari anche attraverso fondi europei o comunque che attivi un sistema di convenzionamento di tali servizi con il SSN per far sì che diventino capillari.

Credo che questo nuovo coraggioso modello di farmacia possa dare UNA NUOVA FORZA al sistema sanitario Ligure e al contempo permettere agli ospedali di concentrare maggiormente i loro sforzi nella gestione del paziente acuto.

Cristina Enrico
(Farmacista e candidata alle regionali liguri con Fratelli d’Italia)

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