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Aeroclub di Genova: piloti, storia e sangue blu

L'intervento della consigliera regionale Lilli Lauro accanto a Giuseppe Catrambone e Giannotto Cattaneo della Volta. Nel riquadro, Dino Frambati

Tra le molte iniziative del funambolico ed appassionato presidente dell’Aeroclub Giuseppe “Pino” Catrambone, appare quanto mai originale e forse unica nel suo genere quella dedicata a “Nobiltà e aviazione - Aristocrazia e Pionieri del volo”. Incontro con i soci nel quale gli esponenti di illustri e nobili casati (Corpo della Nobiltà Italiana) hanno illustrato quanto l’aristocrazia, forte di risorse avite, abbia avuto merito nell’aviazione e nella storia del volo in Italia.

Mattinata di spiegazioni e narrazioni verbali con diapositive storiche introdotta dal presidente dell’associazione nobiliare Giannotto Cattaneo della Volta ma con il tutto magistralmente spiegato dal segretario, Alessandro Gigli Cervi, discente tra l’altro di grande pilota.

Un lungo e coinvolgente excursus dal 1800 quasi ai giorni nostri di aviatori esponenti di casati nobiliari, tra i quali il conte Giovanni “Mino” Balbi Robecco, che si fece costruire un aereo datato 1910 per 15mila lire e che, oltre al cielo blu amava anche il rettangolo verde o all’epoca color sabbia, del campo di pallone, essendo stato giocatore del Genoa.

Con a seguire, vissuto ancora a cavallo di 1800 e 1900, Giulio Gavotti, arrestato per aver volato su Roma e il Vaticano e con il primato di avere effettuato, primo al mondo, un bombardamento aereo nel 1911 contro un accampamento turco.

Impossibile poi dimenticare Francesco Baracca, medaglia d’oro al valor militare, pilota entrato nel mito e che volò con quel cavallino rampante diventato simbolo iconico aviatorio; o Guido Keller von Keller, italiano a dispetto del cognome, che volò con D’Annunzio e fu in pattuglia con lui, mentre ebbe tanta ammirazione per Baracca da essere uno di quelli che ne portò la bara in spalla.

Ma mito dei miti, antesignana della forza femminile, dell’emancipazione della donna che supera l’uomo, fu la marchesa Carina Massone Negrone, asso dei cieli, collezionista di record incredibili come quello dell’altitudine. Donna di tempra eccezionale che mai tuttavia ne sminuì la femminilità, dell’Aero Club genovese è stata presidente mentre quello attuale, appunto Catrambone, ha ricordato come fu proprio lei a portarlo in volo per la prima volta facendogli decidere di brevettarsi. E che durante l’evento al Club era degnamente rappresentata dalle due deliziose nipoti, la sua omonima Carina e Madalena.

Storie che si sono incrociate, rievocate, illustrate in quell’incontro nobiliare al sodalizio del volo, al quale Lilli Lauro, esponente di Regione Liguria, (accompagnata da Nicholas Gandolfi, Francesca Cavalleri e Alfonso Gioia) ha portato i saluti del presidente Toti ed ha esaltato, con il suo solito entusiasmo, i valori della storia del volo e della nobiltà. Ha concluso Catrambone, dipingendo realisticamente la passione del volo come valore umano, miglioramento di sé stessi, sensazione totalizzante, fatta di cultura, emozione particolare ed intelletto.

Presente anche Tiziana Alliani, responsabile della sicurezza al Cristoforo Colombo, oltre ad un ricco ed illustre parterre di piloti, dal mitico istruttore dell’Aeroclub Claudio Sincich, ad ex allievi Aec ed ora eccellenti comandanti di linea come Ubaldo Borreani, già istruttore in Alitalia e Ita, Lino Recchia e Massimo De Camilli. Grandi cavalieri dei cieli e alfieri dell’Aeroclub di Genova.

Dino Frambati

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