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Il silenzio dei sindacati

Dario Vassallo

Sono contento di essermi sbagliato. Ero convinto di trovare sui giornali comunicati della nostra categoria

- Ordine dei Giornalisti, Associazione Giornalisti - in difesa del collega Dario Vassallo al quale il presidente della Regione Claudio Burlando ha augurato di fare "una brutta fine" assieme all'emittente per cui lavora, Primocanale. Invece non ho trovati comunicati di sorta, messaggi di solidarietà.

Ne sono felice. Perché ho sempre fatto un giornalismo d'assalto senza guardare in faccia nessuno. Nel 1958, ero inviato della Gazzetta dello sport in Sardegna al seguito della Sampdoria e l'allenatore della Sampdoria Eraldo Monzeglio mi faceva marcare dal suo "secondo" Renato Gei per paura che intervistassi i giocatori. Quando il paron Nereo Rocco mi vedeva arrivare come inviato del Guerin sportivo, smetteva di bere e ordinava: tutti zitti, arriva il genovese.

Ho fatto interviste-bomba su "Oggi" e su "Il Lavoro" e a Telegenova i miei "Faccia a facciano" erano esempi di irriverenza. Feci dire al magistrato Francesco Lalla, poi Procuratore Capo della Repubblica, che avrebbe chiesto l'infermità mentale per l'allenatore che aveva fatto acquistare al Genoa il brasiliano Eloi. E nel 1992, iniziai l'intervista al commissario delle Colombiane dicendo: sono qui con il famigerato Salvadori.

Ma c'è modo e modo di fare le interviste "barbariche". Non si fa come ha fatto Dario Vassallo con Raffaella Paita. Burlando ha sbagliato a intromettersi e a dire quella frase, ma vi confesso che mentre vedevo l'intervista, dicevo: ma cosa aspetta la Paita a dargli un calcio in culo e a mandarlo a quel paese. E ho sentito il bisogno di scrivere a tambur battente un trafiletto dal titolo: il livore di Dario Vassallo. E lo dice uno che non ha mai votato per Burlando.

Quella aggressività potrebbe essere giustificata, almeno in parte, se quello fosse lo stile dell'emittente. Ma Primocanale è nota per essere sin troppo gentile nei confronti dei politici che interessano all'editore. Eppoi Vassallo, è un giornalista tranquillo, che normalmente non si occupa di politica ma di spettacoli. Perché tutta quella aggressività? Cosa c'è dietro? E' legittimo chiederselo.

Elio Domeniconi

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