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Dossieraggio, anche Toti veniva spiato: “Non si sa bene a che fine ma certamente non benevolo”

Tra i tanti nomi di politici e personaggi famosi italiani (in tutto oltre 800) finiti, secondo la Procura di Perugia, sotto la ‘lente’ di Pasquale Striano, finanziere in servizio alla Procura nazionale antimafia, figurerebbe anche quello di Giovanni Toti.

“Apprendo dalla stampa di essere tra coloro su cui qualcuno, addirittura funzionari dello Stato con compiti delicatissimi, avrebbe costruito dossier, non si sa bene a che fine ma certamente non benevolo”. Così scrive sui social il presidente della Liguria Giovanni Toti.

“L’attività di dossieraggio, lo spiare dal buco della serratura cariche istituzionali, politici, o comunque personalità in vista credo sia il frutto malato di una mentalità che si è ormai diffusa in questo Paese, cioè che ci sia sempre qualcosa di marcio, qualcosa di nascosto, qualcosa di torbido - aggiunge il governatore ligure -. È la conseguenza malata di un odio sociale diffuso, che ha trasformato il merito e il consenso in qualcosa da punire, legato a imbrogli e non a capacità. È la voglia di abbattere per sentirsi uguali invece di impegnarsi per sentirsi migliori”.

“Quando poi il dossieraggio avviene, come pare, a senso unico, solo verso una parte politica, porta con sé una ulteriore pericolosissima conseguenza: non basta il consenso popolare per essere legittimati a governare un Comune, una Regione, lo Stato o semplicemente per avere successo – prosegue il presidente della Liguria -. Se la gente sbaglia a votare o scegliere, qualcuno deve intervenire per ricordargli qual è la parte giusta della politica. Immaginatevi le prese di posizione se simili dossier avessero investito personalità della sinistra. Invece il silenzio questa domenica mattina rimbomba più della pioggia che cade”.

“Non è certo piacevole sapere che qualcuno sbircia nella tua vita, anche se non hai nulla da nascondere. Ancor peggio è sapere che qualcuno, tra familiari, amici e collaboratori, è oggetto di dossier solo perché la vita lo ha messo accanto a una persona in vista. Spero che le autorità preposte facciano presto chiarezza, ma soprattutto che finisca una atmosfera nel Paese che è il brodo di cultura di chi lavora nell’ombra per scoprire, o inventare, peccati altrui. Che spesso sono invece i peccati di chi scheda e giudica”, conclude Toti.

 

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