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Carlo Bartelli nuovo capo della Squadra Mobile genovese

Carlo Bartelli

Vertice della Squadra Mobile di Genova rinnovato con l’insediamento di Carlo Bartelli, primo dirigente della Polizia di Stato e ora dirigente della Mobile in via Diaz.

Succede a Gianfranco Minissale, che attraversa quasi tutta l’Italia e va ad assumere la guida sempre di Squadra Mobile ma a Reggio Calabria.

Bartelli ha 56 anni, è laureato in Giurisprudenza ed è romano, ma quello che più conta nel delicato compito che lo attende è che vanta esperienza notevole proprio nelle Squadre Mobili, dove ha operato con successo e competenza e varietà geografica, avendo in queste avuto impegno di coordinamento e gestione di indagini importanti un po’ tutto il Nord Italia.

In particolare ha guidato la Mobile di Sondrio per oltre vent’anni, ma il suo curriculum vitae ci informa che è stato pure dirigente della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, della Digos, e reggente della Divisione Anticrimine e di Dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Sondrio.

Nel 2022 è stato designato a capo della Squadra Mobile di Verona.

Un poliziotto dunque di lungo corso, che pare adeguato al ruolo di dirigente di Polizia in una città come Genova, complessa, dai molti e vari aspetti ma anche dalle varie problematiche spesso complicate.

Una nomina che porta ulteriore novità presso la Questura del capoluogo ligure, dopo che da un mese c’è stato il rinnovo addirittura del numero uno della struttura con l’arrivo di Silvia Burdese quale questore.

Poliziotto che ha dimostrato, fin dai primi giorni, grande esperienza, capacità di dialogo e doti organizzative in un momento storico in cui la gestione dell’ordine pubblico appare assai faticosa e difficile e pare essere soggetta più a critiche per un qualunque minimo evento, piuttosto che al riconoscimento di un lavoro difficile, rischioso e che tutela ogni giorno la comunità civile nel rigoroso rispetto delle regole, che invece sono completamente disattese e ignorate da chi delinque, commette reati e cerca di affermarsi con la violenza.

Meriti ed impegno che si dovrebbero invece quotidianamente riconoscere alle donne ed agli uomini in divisa. 

Dino Frambati

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