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Regazzoni cambia argomento

Dopo essersi ufficialmente ritirato dalla corsa a sindaco di Genova, il filosofo ribelle dell’Università

di Pavia, Simone Regazzoni, da alcuni giorni a questa parte sul proprio profilo Facebook tratta di temi culturali, vedi il suo libro, e legati alla famiglia. Eccone l’ultimo: “Il marcio anche nella nostra città, al cuore della Genova bene. Rivoltante. Tutte giuste le cose che vengono dette. Ma ce n'è una che, per politicamente corretto, non diciamo. Il punto non può essere solo lavorare sui bulli e difendere le vittime. Il problema è proprio l'idea di "vittima". La vittima finisce sempre per avere la peggio per un fatto: non amiamo le vittime, l'essere vittima resta uno stigma sociale, una causa di sofferenza.

E allora dobbiamo educare i soggetti a farsi rispettare, a rispondere in modo adeguato, a reagire quando serve. L'opzione non può e non deve essere tra il silenzio e il chiedere aiuto: altrimenti creiamo eserciti di vittime, che non otterranno comunque mai rispetto e riconoscimento sociale.

Rendere più forti ragazzi e ragazze, renderli capaci di rispondere è una questione chiave. L'autodifesa dovrebbe essere insegnata nelle scuole: perché educa non solo fisicamente, ma anche e soprattutto mentalmente a rispondere e a evitare di trovarsi nella posizione della vittima. Insegnare il rispetto degli altri, ma anche il rispetto che gli altri devono avere per me. Questo non rende invulnerabili, ma pone il soggetto in una posizione che non è passiva. È su questa passività che il bullo agisce.

Fin da piccola ho insegnato a mia figlia, giocando, autodifesa. Da usare solo se necessario. Ma da saper usare se necessario. Ha cinque anni ora. Vi sconsiglio di non provare a farvi dare un calcio da lei.

”.

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