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La farsa del Quirinale

Napolitano - Grillo - Berlusconi - Renzi

Per la prima volta condivido una decisione di Beppe Grillo. Ha fatto bene a non andare al Quirinale

a spiegare il pensiero del MoVimento 5 stelle. Pare che voglia andare a spiegarlo al Festival di Sanremo, se glielo permetteranno.

Queste consultazioni, infatti, sono state una farsa. Matteo Renzi, pur deluso per la sconfitta della Fiorentina contro l'Inter, sta compilando la lista dei ministri, prima ancora di aver ricevuto l'incarico. Ha già annunciato in quale appartamento andrà ad abitare a Palazzo Chigi.

Dopo le crisi di Governo una volta, quando la politica era ancora una cosa seria, si andava al voto. Questo sarà il terzo premier designato direttamente dal Capo dello Stato. E' indubbio che Giorgio Napolitano si sta comportando da monarca. Ma allora se è già tutto stabilito, se il parere dei cittadini non conta, perché fare le consultazioni? Allora ha ragione Grillo che vuole spiegare il pensiero dei 5 stelle al Festival di Sanremo, preferisce l'Ariston al Quirinale.

Ma non finisce qui. Come definire la scelta di Silvio Berlusconi di guidare la delegazione di Forza Italia alle consultazioni? "Il Giornale" (di Berlusconi) ha scritto che il Presidente della Repubblica ha voluto prendere le distanze presentandolo (così c'era scritto nel comunicato stampa preparato dal cerimoniale) come il "dottor Berlusconi". Niente senatore e tanto meno cavaliere. Da senatore è decaduto dopo la condanna della Cassazione, ha dovuto lasciare Palazzo Madama. Si dice che sia stato cancellato anche dai Cavalieri del Lavoro. Hanno evitato di chiamarlo "signor Berlusconi" perché hanno accertato che la sua laurea non è taroccata, quindi il titolo di dottore non può toglierglielo nessuno.

All'università insegnano che l'Italia è da sempre la patria del diritto. Ma Alfredo Biondi, quando era Ministro di Grazia e Giustizia, a un convegno tradusse il "tot capita, tot sententiae" non con "tante teste, tante sentenze" come recita il diritto romano ma con un più aggiornato "nelle sentenze può succedere di tutto". Nella patria di Cesare Beccaria gli assassini vengono rimessi presto in libertà, e in tanti casi non vengono nemmeno arrestati. Mentre il povero Fabrizio Corona  resterà in galera per chissà  quanti anni ancora e chissà che pena esemplare si beccherà ancora Berlusconi perché non sapeva che una santerellina come Ruby Rubacuori era ancora minorenne. E per Emilio Fede sono stati chiesti 7 anni di galera perché aveva accompagnato qualche verginella ai Bunga Bunga di Arcore.

Gli italiani non sanno più cosa pensare. Silvio Berlusconi viene espulso dal Senato per indegnità. Non l'hanno ancora costretto a scegliere tra gli arresti domiciliari e l'affidamento ai servizi sociali. Non può andare a Palazzo Madama ma può salire al Quirinale.

Altro che culla del diritto, questa è la Repubblica delle banane.

 

di Elio Domeniconi

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