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Per Scajola paghera’ Zazzaro

Pasquale Zazzaro

E' facile prevedere come andrà a finire l'inchiesta ordinata dal capo della polizia Alessandro Pansa sulla questura di Imperia.

Il questore Pasquale Zazzaro sarà inevitabilmente trasferito, anche se giura che tutto è avvenuto a sua insaputa. Perché la scorta dipende dal Capo di Gabinetto Alessandro Asturaro, che è anche il dirigente Digos a Imperia.

E' certo che a pagare sarà anche lui, pur se Marco Preve ha raccontato su "Repubblica" che "è noto in città, oltre che per aver scritto testi legali, anche per la sua rigidità, specie nei confronti dei giovani del centro sociale La talpa e l'orologio". Ma una cosa è essere inflessibili nei confronti dei giovinastri di un centro sociale e un altro è mettere in riga "u ministru" come lo chiamano a Imperia. Un personaggio che per anni ha utilizzato un telefonino del Viminale anche se da tempo non era più ministro dell'Interno (l'ha restituito solo dopo le rivelazioni di "Repubblica" e ha giurato che anche tutto questo era avvenuto a sua insaputa).

A Imperia Scajola era ancora considerato un intoccabile. Al capo della scorta aveva dato ordini di rivolgersi a lui chiamandolo "signor ministro" anche quando ormai era un semplice cittadino. Poteva chiedere anche a Montecarlo su una macchina che lo seguiva, doveva sapere chi era il proprietario.

Continuava ad avere informazioni riservate sui personaggi che gli interessavano e se ne vantava al telefono con gli interlocutori. Parlava del suo "servizio segreto" privato.

E' appurato che la sua scorta accompagnava la moglie di Matacena a Montecarlo, e risulta che nessuno ha mai chiesto al Viminale per le autorizzazioni necessarie quando si va all'estero. Nessuno osava ribellarsi. Un segretario del sindacato di polizia Vittorio Costantini ha spiegato: "Tante volte, i poliziotti assegnati ai politici si rifiutano di fare qualcosa. E il giorno dopo vengono trasferiti. Basta una telefonata, niente altro".

Ma adesso sono nei guai anche i poliziotti della scorta. E Marco Preve ha raccontato: "Fare la scorta a "u ministru", a Imperia, poteva essere un lavoro impegnativo - anche se Scajola non risulta mai essere stato minacciato da terroristi o malavitosi - che garantivano però qualche piacevole contropartita. I soggiorni nel lussuoso Hotel Rossini, oppure qualche aiutino una volta andati in pensione per i poliziotti del posto. Ad esempio un incarico ben retribuito al casinò di Sanremo, un altro dei feudi del potere scajoliano fino a poche settimane fa".

Ma ora Claudio Scajola è in carcere a Regina Coeli e sono sotto inchiesta i poliziotti che gli hanno sempre obbedito. Forse sta finendo un'era.

 

Elio Domeniconi

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