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“Volevo fare la stilista”, il libro social di Cristina Carbotti

Cristina Carbotti e le prime copie del suo libro

“Ci siamo quasi -3”. “Ormai manca poco -2”. Un enigmatico countdown nei giorni scorsi aveva incuriosito i visitatori della pagina Facebook della giornalista Rai Cristina Carbotti. Il mistero viene svelato alla vigilia di Pasqua dalla stessa giornalista con un post: “Oggi sono arrivate le prime trenta copie del mio libro autobiografico: ‘Volevo fare la stilista’, scritto per mia figlia Aurora e per i miei amici. Non sarà in vendita ma a partire da domani lo pubblicherò qui, pagina dopo pagina. È il racconto di quarant'anni di esperienza radiofonica e televisiva attraverso episodi e personaggi incontrati lungo il percorso. Da una piccola emittente radiofonica di provincia alla diretta televisiva con il Papa. Se vi piacerà, allora valuterò se stamparne altre copie e dare tutto il ricavato in beneficienza”.

Tutto chiaro, adesso. Si tratta di un libro-reality pubblicato giornalmente su Facebook (leggi).

Ieri appare la prefazione, nella quale l’autrice racconta le prime esperienze da giornalista: “Il primo lavoro in una emittente televisiva. Mi sembrava uno scherzo, qualcosa che sarebbe durato solo il tempo di una stagione. Da quel giorno sono passati trentasei anni. Da passatempo si è trasformato in un vero lavoro”.

Oggi è la volta del capitolo Uno - I sogni, dedicato alle parole, critiche ma utili, della madre: “Figlia mia, sei brava a scuola, ma non sai fare nient’altro! Chissà se riuscirai a combinare qualcosa da grande!”.

“Avevo solo sedici anni - racconta la giornalista - e mi trovavo in piena classica crisi adolescenziale. Parole che ho impresse nella mente ancora ora, come se le avesse pronunciate solo un minuto fa. Credo che lei a quel tempo non avesse idea di quanto mi avrebbero spronato a dimostrarle il contrario. Probabilmente non lo sapevo neanche io. Oggi, a distanza di quaranta anni da quel giorno rivedo, in quella frase, la svolta che ha dato un indirizzo alla mia intera vita. Volevo dimostrare di valere qualcosa, almeno ai suoi occhi. Un desiderio lecito e anche abbastanza comune per quell’età. E così iniziai a sognare”.

Domani il proseguo del libro, che tutti già attendono.

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