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Orchestra Carlo Felice, concerto fuori programma al Nervi Music Ballet Festival

L'orchestra del Teatro Carlo Felice

Si conclude con un concerto fuori programma al Nervi Music Ballet Festival 2021, mercoledì 28 luglio alle 21.15, il Luglio del Coro del Teatro Carlo Felice diretto da Francesco Aliberti, che assieme ai solisti Barbara Bargnesi, soprano, Carlotta Vichi, mezzosoprano, Manuel Pierattelli, tenore, Davide Giangregorio, basso eseguirà il Requiem di Mozart trascritto da Carl Czerny per pianoforte a quattro mani, con al pianoforte Patrizia Priarone e Sirio Restani. 

8 gli appuntamenti presentati lungo l’intero mese a Genova al Teatro Carlo Felice e in altre località disseminate sull’intero territorio ligure e piemontese - dalla riviera, con Sarzana, e il Sarzana Opera Festival, a Cogoleto, a Cogorno, con Liguria delle Arti fino ad Alessandria - in collaborazione con manifestazioni e amministrazioni comunali desiderose di iniziare a costruire assieme al Teatro Carlo Felice l'intelaiatura di uno hub di diffusione musicale sul territorio, destinato a diventare nel tempo sempre più esteso e partecipato.

La messa da requiem di Wolfgang Amadeus Mozart è stata lasciata incompiuta alla sua morte il 5 dicembre 1791, e com’è noto è stata completata in prima battuta, su richiesta della moglie Costanza, dall'allievo di Mozart Franz Xaver Süssmayr, che produsse una versione completa, scrivendo lui stesso diversi movimenti, basandosi su schizzi o istruzioni di Mozart. La cupa grandezza dell'opera, con la sua sobria colorazione strumentale e la sua nobile scrittura corale, fa intuire ciò che Mozart avrebbe potuto diventare se fosse vissuto abbastanza da assumere il Kapellmeistership di Santo Stefano.

Il mistero che avvolge le circostanze della sua composizione, accentuato da diverse ricostruzioni fittizie (la più celebre di tutte essendo quella teatrale, del 1980, di Peter Schaffer tradotta nel 1984 nel film di Miloš Forman Amadeus) e dalle implicazioni ancora poco chiare dei personaggi reali che si affacciarono sulla scena, è da sempre uno degli elementi di fascinazione dell’opera: secondo un contratto firmato da Mozart davanti a un avvocato, il Requiem fu commissionato dal conte Franz von Walsegg-Stuppach che millantava una certa capacità compositiva e amava spacciare il lavoro degli altri come proprio. Il nuovo requiem, inteso come omaggio alla moglie del conte, faceva parte di quel gioco. Pertanto, il committente insistette sul fatto che Mozart non dovesse né fare copie della partitura né rivelare il suo coinvolgimento in essa e che la prima esecuzione fosse riservata all'uomo che aveva commissionato il pezzo.

Al tempo della stesura del Requiem, Mozart era profondamente impegnato nella scrittura di due opere: Il flauto magico e La clemenza di Tito. Insieme, i tre incarichi erano troppo per un uomo che soffriva di febbri debilitanti. La maggior parte della sua debole forza è andata nelle opere, che sono state entrambe completate e messe in scena. Per quanto riguarda il requiem, vi lavorò forze permettendo, e diversi amici vennero nel suo appartamento il 4 dicembre 1791 per cantare la partitura in corso di realizzazione. Tuttavia le sue condizioni peggiorarono e, al momento della morte di Mozart la mattina presto, aveva finito solo l’Introito. Il Kyrie, la Sequenza e l’Offertorium erano stati abbozzati. Gli ultimi tre movimenti - Benedictus, Agnus Dei e Communio - rimasero non scritti e quasi tutta l'orchestrazione era incompleta.

Sul piano musicale, in questi autografi, l'orchestra si dispiega più spesso con gli archi,  sui quali i legni presenti conferiscono maggiore intensità, e ottoni e timpani sono in gran parte invocati per aggiungere potenza ai tutti. In particolare, nella scrittura vocale, gli intricati strati contrappuntistici di Mozart qui mostrano l'influenza dei maestri barocchi, come J.S. Bach e George Frideric Händel. Soprattutto, nella Sequenza, Mozart sottolinea la potenza del testo contrapponendo alle voci - il coro nel Dies Irae e solisti soprano, contralto, tenore e basso in Tuba Mirum - degli importanti passaggi di trombone: è il caso di utilizzo del trombone più significativo e importante dell'intero catalogo di Mozart.

 

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA

 

 

  1. A. Mozart

 

Requiem, in re minore K626

 

(Trascrizione per pianoforte a quattro mani di Carl Czerny)

 

 

  1. Introitus

 

  1. Kyrie

III. Sequenz:

  1. Dies irae
  2. Tuba mirum
  3. Rex tremendae
  4. Recordare
  5. Confutatis
  6. Lacrimosa
  7. Offertorium:
  8. Domine Jesu
  9. Hostias
  10. Sanctus
  11. Benedictus

VII. Agnus Dei

 

 

 

Direttore Francesco Aliberti

 

 

 

Soprano Barbara Bargnesi

 

Mezzosoprano Carlotta Vichi

 

Tenore Manuel Pierattelli

 

Basso Davide Giangregorio

 

 

 

Pianoforte Patrizia Priarone/Sirio Restani

 

 

 

Coro del Teatro Carlo Felice

 

 

 

 

 

 

 

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