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Il Blueprint di Bartolomeo Bianco del 1622

Leggendo quanto si scrive sull’originalità del progetto “Blueprint”, facilmente viene alla memoria

degli addetti ai lavori che già nel 1622 un simile progetto (seppure con finalità diverse) fu ideato in occasione della prevista costruzione del Nuovo Molo del Porto di Genova. In quegli anni, infatti, furono presentate diverse soluzioni per mano dei maggiori architetti dell’epoca, fra questi concorse anche Bartolomeo Bianco. Questo architetto operò a Genova nella prima metà del XVII secolo fu autore, fra gli altri, dei due più importanti palazzi di via Balbi: quello che oggi è sede dell’Università e quello attualmente della famiglia Cattaneo Adorno.
Dal 1620 al 1625 Bartolomeo Bianco ricoprì anche la carica di architetto camerale per conto della Repubblica di Genova e fu proprio in questa veste che nel 1622 presentò il citato progetto per il Nuovo Molo del Porto di Genova. Un’idea sicuramente molto originale, dove s’immaginava un molo dalla forma arcuata che, partendo fra i fossati di S. Ugo e S. Tomaso e formando un corridoio esterno davanti alla chiesa di S. Teodoro, ripiegava poi verso levante giungendo di fronte alla parte terminale del Molo Vecchio.
Se l’idea di un molo a forma di “mezzaluna” poteva essere considerata temeraria, almeno per l’epoca, il proposito, invece, di incanalare le acque di tutti i fossati che sfociavano in porto poteva essere sicuramente funzionale, soprattutto per evitare l’annoso problema dell’interramento del bacino portuale.
In sostanza, con questo progetto, Bartolomeo Bianco immaginò, seppure per altri fini, anche una lunga “via d’acqua” che, attraverso le banchine, avrebbe collegato l’intero arco del porto di Genova, da levante a ponente.
Da quel lontano 1622 passarono molti anni e il progetto del Bianco finì nel dimenticatoio, questo sino al 1638 quando l’incarico di realizzare l’attuale Molo Nuovo fu affidato all’architetto Ansaldo De Mari, questa volta prediligendo un progetto “più convenzionale”.
Tornando ai giorni nostri, anche l’architetto Renzo Piano ha recentemente proposto un progetto che richiama molto l’idea avuta da Bartolomeo Bianco quasi quattro secoli fa. Progetto che Renzo Piano ha chiamato con un evocativo termine inglese “Blueprint” e che dovrebbe trasformare la città portuale del levante in un canale navigabile, fra isole e ponti, lungo circa due chilometri. Una “via d’acqua” che, nelle intenzioni dell’archistar genovese, dovrebbe collegare, senza soluzione di continuità, l’area della Fiera di Genova al Porto Antico, riprendendo così, almeno idealmente, il suo progetto sviluppato per le Colombiadi del 1992.
Si potrebbe dire, con tutto il rispetto per il recente progetto presentato da Renzo Piano, che lo stesso assomiglia molto a quello immaginato da Bartolomeo Bianco. La differenza forse è solo nelle dimensioni: il canale dell’architetto Piano è lungo circa due chilometri, quello di Bartolomeo Bianco era più del doppio.

Armando Di Raimondo
(Ricercatore di storia genovese)

Renzo Piano, progetto Blueprint.

Bartolomeo Bianco, disegno di progetto (non realizzato) datato 1622 per la costruzione del Molo Nuovo. (Immagine tratta da: A. DI RAIMONDO E L. MŰLLER PROFUMO, Bartolomeo Bianco e Genova: la controversa paternità dell’opera architettonica tra ‘500 e ‘600, Genova 1982).

Bartolomeo Bianco, particolare della via d’acqua disegnata nel 1622.

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