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Il grande dittatore

Debutta martedì 14 aprile, ore 20,30, al Teatro della Corte Il grande dittatore, dal film di Charlie Chaplin.

Sono passati più di settant’anni da quando Charlie Chaplin scrisse, interpretò e diresse il suo primo film parlato, Il grande dittatore dedicato al tema della minaccia nazista. Da allora, il mondo è cambiato, noi siamo profondamente diversi e così anche l’assetto politico del mondo, eppure la nostra realtà presenta strane e inquietanti analogie con quel tempo. Una crisi economica che ricorda quella del 1929, il crollo delle banche, l’inflazione, la disoccupazione e la depressione. L’attualità de Il grande dittatore è quella di tutte le grandi opere d’arte in cui si mette a nudo l’essenza umana.

Ne Il grande dittatore, il protagonista si fa letteralmente in due. Da una parte c’è il piccolo ebreo che fa il barbiere nel ghetto in cui il nazismo lo ha richiuso e dall’altra c’è il feroce dittatore al quale egli assomiglia tanto da finire con l’assumerne il ruolo, rovesciandone nel messaggio radiofonico finale la violenza in pacifismo. Con quel film, Chaplin ridiede coraggio al mondo avvolto dalla follia e dal crimine. E lo fece grazie alla risata, che ora viene riproposta sul palcoscenici da Massimo Venturiello, il quale sottolinea: «Non è un’idea dettata dalla presunzione decidere di confrontarsi con un progetto di siffatta portata. Ciò che mi tranquillizza è proprio il Teatro, quello vero, che non insegue paragoni, ma solo la sua peculiare comunicazione che lo distingue da qualsiasi altra forma artistica. C’è quindi da tremare di fronte al genio di Chaplin allo stesso modo con cui c’è da tremare di fronte al genio di Shakespeare; l’approccio creativo di uno spettacolo teatrale, a mio avviso, deve essere lo stesso».

Aggiunge Venturiello: «Forse la domanda più spinosa è il modo in cui interpretare un ruolo, anzi due, che sono diventati un’icona del talento e della mimica chapliniana. Ma anche in questo il Teatro mi viene in aiuto. Ho sempre creduto che il compito di un attore sia quello di ascoltare ciò che accade intorno a sé sulla scena; sono le parole dei tuoi interlocutori a dare vita alle tue, sono le azioni altrui che determinano le tue, soprattutto ciò che accade in scena è il risultato di chi è in scena e ciò che inventeremo e abiteremo sarà un’altra cosa dal film. Ciò che invece preme di non perdere è l’ironia, il sarcasmo e l’irresistibile comicità» di un testo nella cui messa in scena la musica sarà l’altro grande protagonista: sia quella composta da Germano Mazzocchetti ispirandosi ora al suono degli ebrei e ora a quello dei tedeschi; sia quella garantita dalla presenza in locandina di un’attrice-cantante quale Tosca.

Prodotto da Società per Attori, Il grande dittatore è interpretato da Massimo Venturiello, Tosca, Lalo Cibelli, Camillo Grassi, Franco Silvestri, Gigi Palla, Gennaro Cuomo, Pamela Scarponi, Nico Di Crescenzo, e Alessandro Aiello.
Le musiche originali sono di Germano Mazzocchetti, le scene di Alessandro Chiti, i costumi di Sabrina Chiocchio, le coreografie di Daniela Schiavone.
L’adattamento è di Massimo Venturiello, che è anche regista dello spettacolo assieme a Giuseppe Marini.

Corrado Fizzarotti

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