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Cultura

Il rilancio del Premio Paganini, Bucci: “Un vero asset delle politiche culturali della città”

Super User 06 Ottobre 2022 1386 Visite

Prosegue l’operazione di rilancio del Premio Paganini, un percorso ispirato al principio “rinnovare conservando”, ovvero mantenere il primato dell’eccellenza artistica della manifestazione rinnovando modalità e strumenti per ampliare sempre più il pubblico, principalmente quello giovane, e promuovere Genova nel panorama internazionale in sinergia con le eccellenze del territorio, i Paganini ambassadors. 

“Di tutto ciò non possiamo che essere fieri - dichiara il sindaco di Genova Marco Bucci -. Siamo convinti di quanto sia importante Paganini per Genova e per il mondo, di quanto sia importante diffondere tra i giovani il messaggio e la bellezza della musica classica, di quanto sia importante rendere il Premio Paganini un vero asset delle politiche culturali della città, anche a fini di marketing territoriale e turistico. Andiamo avanti così. Orgogliosi del successo di ieri sera al Carlo Felice, con Gibboni che per la prima volta ha suonato il celebre Cannone, orgogliosi dell’apertura, sempre ieri, della grande mostra di Rubens a Palazzo Ducale. È questa la Genova che vogliamo. Con la cultura, vince Genova”.

Il Premio, ora a cadenza biennale, si prepara alla sua 57^ edizione (prevista dal 16 al 23 ottobre 2023), con una serie di eventi speciali di avvicinamento e con un logo tutto nuovo, bianco e rosso come la bandiera di Genova.

“Oggi è una giornata davvero speciale. I risultati raggiunti in poco tempo sono di oggettiva evidenza e denotano qualità assoluta e visione di sistema, assicurando a Genova la giusta centralità attraverso una serie di strumenti e iniziative coordinate e organiche a livello nazionale e internazionale. Siamo passati dal concetto di “Genova e Paganini” a quello di “Genova è Paganini”. Ringrazio il sindaco Bucci, Barbara Grosso, l’intero Comitato e in particolare il sovrintendente Claudio Orazi, nonché lo straordinario staff del Premio – afferma il presidente del Comitato Giovanni Panebianco -. Un particolare ringraziamento al maestro Carusi, direttore artistico, e al maestro Accardo che presiederà la giuria internazionale composta da grandissimi nomi della scena mondiale. Ormai siamo nel vivo delle attività, con due eventi speciali per il lancio della 57^ edizione: uno a Genova il 27 ottobre, nel 240° anniversario della nascita del Maestro, e l’altro a Parigi, il 3 novembre, presso l’Ambasciata d’Italia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica”. 

“Grazie a un bel lavoro di squadra e alla guida del presidente Panebianco - aggiunge il direttore artistico Nazzareno Carusi - credo di poter dire che stiamo tenendo alta l’asticella. Ci siamo impegnati a far sì che il vincitore della 57^ edizione del concorso possa esibirsi in molti dei templi della musica. Penso alla Scala, o alla Fenice di Venezia, al San Carlo di Napoli, al Regio di Torino, al Petruzzelli di Bari, naturalmente al Carlo Felice e alle importantissime realtà genovesi della GOG e del Paganini Genova Festival, al Ravenna Festival e a tutti gli altri in calendario, che non cito qui per economia di tempo ma che ringrazio egualmente uno per uno, di cuore. È la prova che il sistema musicale italiano crede nel Premio Paganini. Infatti, ad oggi, a un anno di distanza dallo svolgimento della prossima edizione, il numero delle istituzioni nazionali ospiti dei concerti-premio attribuiti al vincitore ha ampiamente superato le 30 unità. Ed è forse la prima volta che accade. Il Premio Paganini, con questa eccezionale adesione, credo che possa rappresentare una sorta di “premio musicale d’Italia” e la città di Genova, il Comitato e tutti noi ritengo che possiamo dircene orgogliosi, con l’impegno di onorare al meglio questa grande fiducia nazionale”.

“Nel congratularmi con l'amministrazione comunale per il rilancio internazionale del Premio Paganini, esprimo la gratitudine del Teatro per l'affidamento conferitoci a realizzare il Concorso, unitamente alle iniziative e agli eventi collaterali. Si tratta di un importante riconoscimento per il Carlo Felice e tutti i suoi lavoratori, in linea con gli obiettivi di cooperazione integrata tra istituzioni pubbliche e culturali, prevista dal legislatore nazionale e dagli scopi statutari della Fondazione Teatro Carlo Felice - conclude il sovrintendente del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi - L'incarico tanto più ci onora perché ci consente di collaborare con un magnifico Comitato del Premio e figure di assoluta autorevolezza, quali il presidente del Comitato Giovanni Panebianco, il direttore artistico maestro Carusi, il presidente della giuria maestro Accardo”.

Il primo appuntamento paganiniano è previsto il 27 ottobre: nel giorno del 240° anniversario della nascita di Niccolò Paganini, a Palazzo Tursi verrà presentata ufficialmente la 57^ edizione del Concorso, con bando e giuria internazionale. Per l’occasione, le Sale Paganiniane saranno visitabili gratuitamente. Nel corso della cerimonia si procederà alla nomina dei Paganini ambassadors e verrà anche presentato il francobollo celebrativo a cura del ministero Sviluppo economico, con Poste Italiane e IPZS.

Il 3 novembre, sotto l’Alto Patronato del Capo dello Stato, la 57^ edizione del Concorso sbarcherà a Parigi. Durante la presentazione internazionale presso l’Ambasciata d’Italia, verrà proiettato Dell’Anima dell’Arco, una performance teatrale dedicata a Paganini con la partecipazione di Michele Sambin, Pierangela Allegro e Laurent Dupont (1985).

Dopo l’intervento del maestro Salvatore Accardo, presidente della giuria internazionale, il vincitore della scorsa edizione del Premio, maestro Giuseppe Gibboni, eseguirà una selezione dei Capricci e la Sonata in re minore op. 108 di Johannes Brahms, con Gile Bae al pianoforte.

Il nuovo logo del Premio Paganini

Il nome di Niccolò Paganini è riconosciuto in tutto il mondo quale emblema stesso dell’arte del violino, mentre il volto del celebre violinista genovese non è entrato nell’immaginario collettivo con la stessa forza. Da qui, la decisione di realizzare un nuovo logo con il profilo di Paganini ripreso dal cammeo in cera bianca conservato nelle Sale Paganiniane di Palazzo Tursi.

Lo spunto è stato offerto dallo studio del materiale d’archivio del Premio: il libretto di sala della prima edizione del Concorso (1954) riporta infatti l’immagine del profilo del violinista.

Nel segno del “rinnovare, conservando” si è scelto di recuperare proprio questo profilo, in modo da rendere l’immagine di Paganini immediatamente riconoscibile al più ampio pubblico. Il nuovo logo è di colore bianco e rosso come la bandiera genovese, per sottolineare il forte legame tra Paganini e la sua città natale. 

Il cammeo raffigurante il profilo di Niccolò Paganini, in cera bianca, conservato nelle Sale Paganiniane del Museo di Strada Nuova del Comune di Genova, è attribuito all’incisore, medaglista e scultore Benedetto Pistrucci (Roma 1784- Windsor 1855) che operò a Londra dopo la caduta di Napoleone. Nella capitale inglese fu anche a capo della Zecca di Stato.

Fra il 1831 e 1834 Paganini si era recato più volte a Londra dove aveva conosciuto Benedetto Pistrucci, il probabile autore di questo cammeo. Il musicista genovese si trattenne in Inghilterra anche per lunghi periodi, esibendosi in numerosi concerti e probabilmente il ritratto che vediamo nel cammeo risale a quegli anni.

Palazzo Ducale, al via la grande mostra Rubens a Genova

Super User 05 Ottobre 2022 1368 Visite

Da domani, 6 ottobre, al prossimo 22 gennaio, Palazzo Ducale presenta la grande mostra ‘Rubens a Genova’, dedicata a Pietro Paolo Rubens (1577–1640) e al suo rapporto con la città.

La mostra è prodotta dal Comune di Genova con Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura e la casa editrice Electa, e grazie al supporto e alla partecipazione dello Sponsor Unico Rimorchiatori Riuniti S.p.A.

La curatela è di Nils Büttner, docente della Staatliche Akademie der Bildenden Künste Stuttgart nonché Chairman del Centrum Rubenianum di Anversa, e di Anna Orlando, independent scholar genovese, co-curatrice della mostra L’Età di Rubens tenutasi a Palazzo Ducale nel 2004.

Sedici le sezioni della mostra allestita nelle sale dell’appartamento ducale al piano nobile del palazzo. Sono esposti insieme a dipinti anche disegni, arazzi, arredi, accessori preziosi e volumi antichi. Oltre cento opere a dimostrare la grandezza di una capitale artistica visitata da uno dei maggiori artisti di tutti i tempi. Una selezione che conferma quell’appellativo di Superba dato a Genova, dove Rubens ha soggiornato più volte tra il 1600 e il 1607. Una scelta che consente, inoltre, di ripercorrere e in molti casi di ricomporre i rapporti con il patriziato genovese, che si sono protratti anche dopo il ritorno ad Anversa del maestro.

Trenta le opere ascrivibili all’universo artistico rubensiano: ben diciotto gli autografi, insieme a dipinti certamente usciti dalla bottega del pittore sotto la sua supervisione e con interventi diretti, oltre a due preziose testimonianze di opere perdute e note attraverso esecuzioni successive. Un insieme mai così consistente a Genova dal Settecento, città che ancora oggi custodisce opere di Rubens tra chiese, musei e collezioni private.

A corollario, una straordinaria selezione di 80 opere completa il racconto del contesto culturale e artistico della città ligure nell’epoca del suo maggiore splendore. Rubens durante il suo viaggio in Italia (1600–1608) ha certamente visto e studiato Tintoretto e Luca Cambiaso; ha incontrato, e in particolare a Genova durante il suo soggiorno, Sofonisba Anguissola, Giovanni Battista Paggi e Bernardo Castello; ha collaborato con Jan Wildens e Frans Snyders. Tutti questi artisti sono presenti in mostra.

Quindici le opere rubensiane mai esposte a Genova e dieci per la prima volta in Italia. Due esempi tra queste ultime. Il primo, un Autoritratto del 1604–1605, da collezione privata. Riscoperto solo di recente, è uno studio a olio in preparazione di un autoritratto che Rubens ha incluso in una pala d’altare mantovana oggi dispersa. Il secondo, San Sebastiano medicato dagli angeli, 1615 circa, da collezione privata, è adesso riferito alla committenza del celebre condottiero Ambrogio Spinola, grazie ad un recente e importante ritrovamento documentario.

Mai esposto in assoluto Cristo risorto appare alla Madre (con una figura da una composizione sottostante), 1612–1616 circa. Questo dipinto, proveniente da una collezione privata, raffigura il Cristo risorto in piedi davanti a due donne inginocchiate. Entrambe le figure femminili rappresentano la Madre di Gesù. Una recente radiografia ha rilevato sotto la superficie pittorica la presenza di una seconda immagine femminile, simile dal punto di vista compositivo, ma iconograficamente diversa. Attualmente sono visibili entrambe le figure. In questa occasione vengono presentati gli studi e i confronti con l’iconografia rubensiana nota.

Tra le novità anche due splendidi ritratti: Violante Maria Spinola Serra, 1607 circa, da Buscot Park (Oxfordshire - The Faringdon Trust) e Geronima Spinola Spinola con la nipote Maria Giovanna Serra, 1605–1606 circa, da Stoccarda, Staatsgalerie. Capolavori assoluti della ritrattistica del barocco europeo, sono entrambi esposti per la prima volta con la ritrovata identità.

Musei stranieri e italiani, così come collezionisti privati, hanno concesso prestiti eccezionali riconoscendo un progetto basato sul lungo percorso di studi e approfondimenti scientifici dei curatori, e motivato dal supporto di un prestigioso comitato scientifico onorario internazionale, composto dai massimi conoscitori della materia.

Grazie alle ricerche legate alla preparazione della mostra, si deve anche la riscoperta di un dipinto di Rubens di cui si erano perse le tracce da due secoli, e certamente presente a Genova nel Seicento. In questa occasione viene sottoposto al vaglio degli studiosi internazionali che non lo hanno mai visto prima d’ora per dimostrarne l’attribuzione. Si tratta di uno studio per la pala d’altare I miracoli del Beato Ignazio di Loyola, ancora nella Chiesa del Gesù a Genova.

Queste e molte altre le novità presentate al pubblico in una mostra che nasce in occasione del quarto centenario dalla pubblicazione del libro Palazzi di Genova di Pietro Paolo Rubens, stampato ad Anversa nel 1622. Anniversario celebrato nella prima sala, dove sono esposte due copie originali, tra le quali un raro esemplare della prima edizione, senza aggiunte posteriori.

Tre i volumi pubblicati da Electa in occasione della mostra, con la curatela di Anna Orlando: il catalogo, anche a cura di Nils Büttner, presenta tutte le novità dovute alle nuove ricerche e gli importanti aggiornamenti frutto della preparazione dell’esposizione; la guida alla mostra, un agile strumento per seguire il percorso di visita; la guida A Genova con Rubens che accompagna nell’itinerario rubensiano alla scoperta dei capolavori nei palazzi genovesi e nelle chiese che certamente Rubens visitò.

In questa circostanza Abscondita pubblica Palazzi di Genova, a cura di Anna Orlando. Nel volume riproposti prospetti, planimetrie e sezioni degli edifici selezionati da Rubens: un materiale copioso per dare conto della complessità, ma anche della funzionalità e comodità delle abitazioni genovesi.

L’appuntamento espositivo di Palazzo Ducale ha consentito di attivare un progetto di grande rilievo: Genova per Rubens. A Network ideato e curato da Anna Orlando; di fatto la più importante rete culturale mai attivata a Genova intorno a un singolo artista. All’insegna di Rubens e del suo speciale rapporto con la città, sono coinvolte oltre sessanta realtà pubbliche e private: una fitta rete di collaborazioni che ha consentito di comporre focus conoscitivi, appuntamenti culturali, aperture straordinarie, eventi collaterali e ulteriori progetti espositivi.

Rubens, Giovanna Spinola Pavese

Rubens, San Sebastiano

Giovanni Toti visita la mostra

Palazzo Ducale, presentati i lavori di restauro delle facciate e dello stemma di Genova

Super User 29 Settembre 2022 1748 Visite

La messa in sicurezza delle facciate che danno su piazza De Ferrari e su piazza Matteotti, il restauro dello stemma di Genova di Domenico Fiasella e l’apertura di un nuovo spazio per il pubblico – il Piccolo Teatro – che entra nel percorso del Palazzo, patrimonio condiviso della città. 

Fondazione Palazzo Ducale ha presentato questa mattina gli interventi di restauro compiuti nell’ultimo anno con campagne di grande valore conservativo, che concorrono a valorizzare la memoria di uno dei luoghi simbolo di Genova.

Impresa affidataria per i lavori alle facciate è stata la società Iren Smart Solutions, mentre l’allestimento dello spazio del Piccolo Teatro è stato realizzato grazie a un contributo sui Fondi Strategici 2018 della Regione Liguria.

I lavori sono stati condotti in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona.

«Questi restauri sono per noi un atto importante – dichiarano Luca Bizzarri e Serena Bertolucci, rispettivamente Presidente e Direttore di Fondazione Palazzo Ducale – non solo necessario e dovuto per conservare il palazzo simbolo della città, ma fondamentale per far comprendere l’importanza di questa straordinaria architettura, non tanto come spazio da far vivere con mostre, manifestazioni ed eventi, ma come luogo che ha già insiti in sé valori e patrimoni straordinari. L’attenzione alla conservazione si declina così con la grande cura all’accessibilità e alla valorizzazione e insieme definiscono il profilo di Palazzo Ducale come una istituzione dinamica, moderna e attenta. Ringraziamo di cuore la Soprintendenza che ci ha seguito e tutti i professionisti che hanno contribuito alla riuscita di questa prima campagna di restauri». 

«I lavori effettuati a Palazzo Ducale contribuiscono ad accrescere ulteriormente il valore di quello che è il centro culturale più importante di Genova e dell’intera Liguria, e lo è non solo per la ricchezza e l’attrattività delle mostre e degli eventi in programma, capaci di attirare oltre mezzo milione di visitatori all’anno e di garantire un successo crescente, ma anche per la bellezza e la maestosità del palazzo stesso, oggi ancora più evidente dopo gli accurati restauri portati a termine – spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – Oltre a questo, il palazzo si arricchisce di un nuovo spazio, quello del Piccolo Teatro, grazie a un delicato intervento di restauro conservativo, preceduto da uno studio approfondito e da un complesso lavoro con la Soprintendenza, che ha consentito di preservarne e valorizzarne l’architettura: un intervento in cui Regione Liguria ha creduto con forza e per cui ha stanziato oltre 250mila euro. Si va così a potenziare ancora di più l’offerta di questa straordinaria istituzione». 

«L'intervento di realizzazione del Piccolo Teatro è un tassello importante, significativo perché dà il senso del grande impegno di una scelta condivisa per dare un ulteriore valore a questo Palazzo - dichiara Ilaria Cavo assessore Cultura di Regione Liguria - Questo Piccolo Teatro sarà un luogo a disposizione di tutti per incontri e, grazie all'acustica perfetta, anche per eventi musicali. Come Regione abbiamo deciso di finanziare questo intervento culturale con il Fondo Strategico Regionale perché riteniamo strategica la Cultura. L'obiettivo resta quello di rendere Palazzo Ducale, visitato per mostre ed eventi, anche palazzo da visitare in quanto tale nell'ottica di renderlo sempre di più un hub culturale».

«Come assessore alle manutenzioni del Comune di Genova – sottolinea Mauro Avvenente – non posso che congratularmi con Palazzo Ducale, i partner e i tecnici che hanno effettuato questi importanti lavori. La cura del patrimonio pubblico è cruciale non soltanto dal punto di vista del decoro urbano, ma – in questo caso – per confermarne la rilevanza in chiave di promozione turistica e culturale della città. Le operazioni di restauro sono state condotte nel rispetto della storia e del pregio architettonico del palazzo, coinvolgendo come è naturale la Soprintendenza. È stato insomma un grande lavoro di squadra che ci consegna un “rinnovato” Palazzo Ducale, uno dei “contenitori” culturali più importanti non soltanto della città».

«La nostra società ha una grande esperienza nella riqualificazione di edifici di valore storico. – afferma Stefano Zuelli, AD di Iren Smart Solutions – A Genova abbiamo già operato in contesti diversi, ma certamente quella di Palazzo Ducale è stata una sfida importante, che ha richiesto di trovare soluzioni tecniche su misura, come l’utilizzo di ponteggi mobili, anche in considerazione del particolare valore dell’edificio e del contesto circostante».

 

Un po’ di storia 

Palazzo Ducale è un luogo fortemente simbolico per la città. Sede del Doge dal 1339, ha da sempre rappresentato la potenza economica e politica di Genova. Con il consolidamento della Repubblica si decise di dare al Palazzo una veste sontuosa e imponente: nel 1591 fu incaricato a questo scopo l’architetto Andrea Ceresola detto il Vannone. Il Ducale divenne così una vera e propria sede di Stato, con ambienti di rappresentanza e piazza d’armi. Nel 1777 un incendio devastò in particolare i saloni del Maggiore e Minor Consiglio e la facciata principale del Palazzo. La ricostruzione fu affidata all’architetto Simone Cantoni che reinterpretò gli spazi in chiave neoclassica. Nei primi decenni del Novecento un importante restauro riportò alla luce le tracce medievali cancellando alcuni interventi seicenteschi e ripristinò la facciata dipinta su piazza De Ferrari. Il Ducale di oggi è frutto di un recupero, condotto da Giovanni Spalla a partire dal 1980.

 

Il Piccolo Teatro 

Questo luogo straordinario, unico nella sua conformazione architettonica prende il nome dalla destinazione d’uso che gli venne assegnata durante i due ultimi grandi interventi sul palazzo. Si tratta in realtà di una porzione della struttura voltata, espressamente voluta in materiale incombustibile, e quindi in mattoni, ideata dall’architetto Simone Cantoni a seguito dell’incendio che nel 1777 distrusse gran parte del palazzo.

Autentica meraviglia architettonica dell’epoca, costituita da un sistema di impressionanti archi parabolici che sostengono una copertura alla genovese a lastre di ardesia, questa porzione del palazzo era stata interessata da lavori durante l’intervento di Giovanni Spalla nel 1980 poi rimasti incompiuti.

Oggi questo luogo viene restituito alla città come sala per concerti e piccoli convegni davvero unica, con una struttura a gradoni, suggestiva illuminazione e acustica particolare.

Al paziente lavoro di restauro si è affiancato l’inserimento di nuovi elementi architettonici, in grado di dialogare con lo splendido contesto. Lo spirito del teatro storico è riproposto dall’impiego del legno, che rievoca gli spazi di rappresentazione dal Rinascimento all’Ottocento; l’utilizzo di schermi in grigliato metallico si richiama alle grandi carpenterie metalliche presenti, ma anche alle macchine teatrali del passato. Il tutto è supportato da un sistema tecnologico integrato di climatizzazione. A rendere ancora più emozionante questo particolare spazio contribuisce un sistema di illuminazione studiato nei dettagli che esalta le grandi murature arcate, sottolinea percorsi e sedute, definisce gli scenari per tipo di eventi. 

L’ingresso al Piccolo Teatro avviene attraverso un’altra importante opera di Simone Cantoni, ad oggi poco conosciuta, la scala ellittica terminante in alto con una lanterna ottagonale.

Progetto e Direzione Lavori: Studio Michelini – Ing. Maurizio Michelini e Studio Archcam – Arch. Andrea Martinuzzi

Imprese esecutrici: Se.co srl – Poseico Impianti srl e ArtLegno srl.

Supervisione Soprintendenza Beni Culturali: Arch. Carla Arcolao

 

Il restauro dell’affresco dello Stemma di Genova

Intorno al 1637 il celebre pittore Domenico Fiasella, in quegli anni quasi un iconografo ufficiale della Superba viene incaricato, come riportano i documenti, di eseguire “li disegni del arma e cartone grande di essa per far sopra le scale” di Palazzo Ducale, trasposti poi ad affresco dallo stesso Fiasella con una forte collaborazione della sua bottega, sulla parete dello scalone monumentale. L’opera, anche se parzialmente ridipinta è una delle poche sopravvissute all’incendio del 1777. Riporta lo scudo crociato affiancato da due grifoni e sormontato dalla corona sullo sfondo del gran manto rosso d’ermellino; più in alto il gonfalone di san Giorgio, cioè il gonfalone ufficiale della città, forse simile a quello che Fiasella aveva realizzato sempre negli stessi anni affinché sventolasse sulla cima della Torre Grimaldina. Un’opera d’arte dentro una opera d’arte.

Il dipinto era stato già oggetto di interventi di restauro, l’ultimo dei quali documentato negli anni 9; fu realizzata una pellicola che nel corso degli anni, assorbendo lo sporco della superficie, aveva provocato un generale inscurimento dei colori. In generale la parete presentava consistenti fenomeni di umidità.

Inizialmente sono stati eseguiti anche test stratigrafici a lati del dipinto, nelle pareti intonacate attigue, per indagare una possibile continuazione del dipinto o la presenza di altre decorazioni: sono emerse soltanto alcune sovrapposizioni di stesure di intonaco monocromo.

Scopo primario dell’intervento è stato quello di omogeneizzare il più possibile la superficie, caratterizzata da una pellicola pittorica originale ormai compromessa dagli interventi precedenti subiti, che hanno conferito un aspetto compatto, lucido/opaco al dipinto e occultato la trasparenza del colore propria della tecnica ad affresco visibile ormai in piccole porzioni. Tuttavia è stato deciso – dove possibile – di conservare le integrazioni pittoriche. Ciò per non rischiare di rendere ancora più lacunosa e complessa la lettura del dipinto, non avendo certezza di quanta pellicola pittorica originale fosse ancora presente, e anche quale testimonianza storica.

Intervento eseguito dalla restauratrice Livia Pecchioli

Supervisione Soprintendenza Beni Culturali: Arch. Carla Arcolao – Arch. Massimo Bartoletti

 

Interventi sulle facciate

Durante l’inverno 2021-2022 è stato avviato e concluso il restauro del fronte centrale su piazza Matteotti e quello delle superfici decorate verso piazza De Ferrari. Tutti gli interventi, come si conviene per un bene monumentale di grande importanza qual è Palazzo Ducale, sono stati preceduti da attente indagini conoscitive con campionamenti di laboratorio, per accertare in maniera scientifica le lavorazioni da attuare.

L’intervento di restauro si è svolto in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Architettonici, che ha controllato le varie fasi e fornito indicazioni e consulenza qualificata.

Il cantiere è stato attentamente organizzato in modo da poter convivere con le manifestazioni e gli affollamenti che caratterizzano la vita di Palazzo Ducale: non sono stati utilizzati ponteggi fissi ma cestelli su bracci telescopici e carri ponte mobili, di basso impatto di installazione e rapidità di rimozione in caso di necessità.

Al termine degli interventi di restauro i due prospetti rinnovati sono tornati a conferire la giusta importanza e prestigio agli spazi pubblici sui quali si affacciano. 

Progetto e Direzione Lavori: Studio Archam – Arch. Andrea Martinuzzi

Imprese esecutrici: Emilio Gambino Costruzioni srl e Cesag srl

Supervisione Soprintendenza Beni Culturali. Arch. Carla Arcolao

 

La Facciata di piazza Matteotti

Fino alla metà del XVIII secolo piazza Matteotti era chiusa da una “cortina”: il Palazzo era una vera e propria sede di Stato, con ambienti di rappresentanza e piazza d’armi. Alla metà del Settecento però, venute meno le esigenze difensive, si decise di abbattere la “cortina”: l’effetto a sorpresa della visione della piazza e, soprattutto, della facciata fu straordinario, reso ancora più solenne dalla pendenza del percorso culminante nella scalinata centrale con le due rampe laterali per la salita dei cavalli e delle portantine.

L’attuale facciata è stata realizzata dall’architetto Simone Cantoni fra il 1778 e il 1783 dopo che, il 3 novembre 1777, un incendio distrusse il corpo centrale del Palazzo. A Cantoni, considerato uno dei migliori esponenti del primo neoclassicismo nell’Italia Settentrionale, si deve, oltre all’elegante facciata risolta con marmi veri e marmi finti in stucco lucido dalla delicata cromia chiara, anche la ricostruzione delle sale del Maggiore e del Minor Consiglio al piano nobile. Alle decorazioni plastiche della facciata lavorarono Nicolò Traverso e Francesco Ravaschio, due scultori genovesi formatisi nell’ambiente artistico di Roma da cui furono chiamati appositamente nel 1780, autori dei gruppi di trofei con figure di schiavi barbareschi e prigioni.

 

La Facciata di piazza De Ferrari 

Il prospetto che si affaccia su piazza De Ferrari subì importanti modifiche durante i lavori di restauro eseguiti da Orlando Grosso nei primi decenni del XX secolo. Prima dei lavori di Grosso essa doveva presentarsi come una facciata liscia intonacata, sulla quale erano visibili tracce di affreschi seicenteschi. Grosso la rielaborò in stile classicista, regolarizzando le aperture e inserendole all’interno di uno schema di colonne e altri elementi architettonici dipinti. Furono inoltre aperte tre porte per collegare la piazza con il porticato interno del palazzo. La facciata, dipinta nel 1938, risultava in gran parte dilavata al momento del restauro del 1992. Durante questo restauro è stata ripristinata la decorazione di Grosso, spostando però verso l’alto le tre porte in modo da renderle alla stessa quota del cortile interno sul quale si affacciano. La facciata è organizzata su due livelli, scanditi da una decorazione pittorica. Al piano terra si trovano, oltre alle tre aperture una serie di finestroni, sormontati ognuno da una finestrella. Il livello superiore riprende lo schema del piano terra, con una nuova serie di finestroni e di finestrelle.

La presentazione dei lavori di restauro

Lo scrittore Marco Bonetti premiato a Marengo come divulgatore di pace

Super User 21 Settembre 2022 1820 Visite

Nella giornata dedicata alla pace (21 settembre), mai invocata e necessaria come ora, il giornalismo locale e l'accoglienza sociale per una cultura di pace, sono in scena a Marengo, nell'alessandrino, località famosa per la battaglia che vi svolse nel giugno 1800 e venne vinta dal giovane Napoleone. Motivo: la quarta edizione di “Steli di pace”, iniziativa dell’Ujce (Unione Giornalisti e Comunicatori Europei), dove superstar è il genovese Marco Bonetti, avvocato, dipendente dell'ospedale di Villa Scassi, ma soprattutto fine scrittore, saggista e studioso di usi e costumi soprattutto tra Francia e Italia. Divulgatore di articoli culturali, storici e linguistici sul genovesato, tramite la testata ultra cinquantenne del Gazzettino Sampierdarenese, cui collabora da decenni. Molti dei suoi scritti hanno girato per il mondo, raggiungendo persino il Sud America. Per questo motivo l'Ujce ha deciso di premiarlo.

Analogo premio riguarda Walter Scarfia e Aldino Leoni. Presidente regionale Unione Italiana Ciechi e Ipovendenti, il primo, è anche consulente informatico della Conferenza Episcopale Italiana. Mentre Aldino Leoni è coordinatore scientifico di Marengo Poetree, iniziativa per promuovere la sensibilità green e la Giornata internazionale degli alberi, che cade il 21 novembre.

A premiare questi intellettuali e scrittori il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino e lo storico vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Ezio Ercole.

“La coesione sociale parte dalle comunità piccole come la nostra – ha detto - Efrem Bovo manager di Marengo - ma di area vasta come Marengo e quindi il dialogo e l’accettazione dell’altro sono un lavoro da artigiani. La qualità della vita ci sta a cuore quanto la qualità dell’aria o dell’acqua. Dobbiamo iniziare a parlare di una ecologia umana, pienamente umana che dell’uomo salvi il clima e lo spirito. Riscopriamo il bello del dialogo locale e troveremo la forza di farci rispettare in campo internazionale”.

Dino Frambati

Cultura, al Museo d’Arte di Villa Croce inaugurata la mostra sul Fluxus

Super User 15 Settembre 2022 1418 Visite

Inaugurata al Museo d’Arte contemporanea di Villa Croce a Genova la mostra Fluxus 1962-2022 - 60 years in Flux. 

La mostra, che sarà allestita fino al prossimo 20 novembre, celebra i 60 anni della nascita del movimento e del primo Festival Fluxus, tenutosi in Germania a Wiesbaden nel 1962, ricollegandosi con la prestigiosa rassegna The Fluxus Constellation che il museo di Villa Croce dedicò, nel febbraio 2002, a questo movimento artistico, ricevendo in donazione per la propria collezione tre opere di altrettanti artisti, Ben Vautier, Ben Patterson e Philip Corner.

Fluxus è stato uno dei movimenti d’avanguardia più rivoluzionari dell’inizio degli anni ‘60, nato dalla associazione di molti artisti guidati da George Maciunas (Kaunas 1931 – 1978). La grande galassia Fluxus fu contraddistinta da un atteggiamento artistico fluido che attrasse personalità internazionali molte differenti, da Joseph Beuys a Daniel Spoerri, da Nam June Paik a Yoko Ono. La scelta di presentarsi attraverso Festival, con azioni performative collettive e la partecipazione attiva del pubblico, testimoniava la tendenza ad esprimere la propria visione artistica al di fuori degli schemi più codificati, con l’intento di fondere totalmente la vita nell’arte, intesa come parte attiva dell’esistenza di ogni individuo.

La mostra di Villa Croce non intende esporre solo opere ma anche poster, manifesti, film, video, registrazioni musicali, riproponendo una serie di performance della “Fluxus Golden Age” a cura del giovane artista Mauro Panichella ed invitando gli artisti Fluxus ancora presenti sulla scena. Inoltre verrà invitato il regista Jeffrey Perkins a presentare il suo film “George” che ripercorre la vita di Maciunas già esposto alla Tate Modern di Londra e al MAXXI di Roma.

Philip Corner, Ben Patterson e Ben Vautier, sono i tre protagonisti del movimento Fluxus, che hanno realizzato con tre installazioni realizzate site specific per la mostra The Fluxus Constellation del 2002 poi donate alle collezioni del museo.

Ben Vautier (Napoli 1935), Fluxus cannot save the world, 2002, colori spray su muro

Ben Vautier, più noto con il nome di Ben, attivo dalla fine degli anni ’50 si unisce da subito al movimento invitando Maciunas nel 1963 ad organizzare un Fluxfest a Nizza, città dove vive, lavora e ha il suo atelier contraddistinto dal suo stile accumulatorio e appropriativo. Partendo dai Ready mades di Marcel Duchamp, l’artista si impossessa del mondo che lo circonda, comprese le opere di altri artisti, del suo corpo e di quello degli altri, attraverso la sua firma e la sua distintiva grafia che invade ogni cosa dissolvendo il confine tra arte e vita.

Per la mostra del 2002 Ben aveva deciso di intervenire direttamente su una parete, dove, grazie a bombolette spray di colori fluorescenti, riassume la sua poetica Fluxus con l’ironia e la graffiante creatività suo marchio di fabbrica.

Philip Corner (New York 1933), Piano activity, 2002, interventi su pianoforte
Come molti altri Fluxer, Corner è artista, musicista e compositore, a testimonianza di quanto la componente musicale rimanga fondamentale negli eventi Fluxus, un’influenza mediata da John Cage (Los Angeles 1912 – 1992) per cui tutto, anche il silenzio, poteva diventare musica. Cage viene considerato uno degli ispiratori del gruppo e diversi furono i Fluxer sui allievi alla New School of Social Research di New York.  In Piano activity Philip reinterpreta un classico happening di George Brecht, modificando lo strumento musicale, con l’aiuto di Phoebe Neville e degli altri presenti, durante le 2 serate di inaugurazione che aprirono la mostra a Villa Croce. Il piano, simbolo della musica codificata, si trasforma attraverso le azioni e gli interventi degli artisti fino a risultare uno strumento diverso e completamente rigenerato, fonte di nuova ispirazione, solo all’apparenza uno strumento inutilizzabile. 

Anche Ben Patterson (Pittsburgh 1934 – 2016) era artista visivo, performer e compositore, forte dei suoi studi sia di musica classica che di jazz ed era stato uno dei fondatori del movimento Fluxus aiutando Maciunas a concretizzare il primo Festival nel 1962 a Wiesbaden, dove Patterson viveva. Tra i più rappresentativi artisti della teoria del “gesto come musica”, germinata dalle concezioni dadaiste di inizio ‘900 rielaborate da Cage, aveva sviluppato l’idea di creare suono attraverso oggetti o gesti quotidiani, per “… aprire la mente delle persone, le orecchie e gli occhi,., in modo da farle diventare più consapevoli e sensibili al mondo che li circonda“.

L’ultimo progetto espositivo a cui l’artista era stato invitato è stato Documenta 14, tra le più importanti rassegne di arte contemporanea internazionali ospitata ogni cinque anni a Kassel in Germania, dove si poteva apprezzare When Elephants fight, It is the frogs that suffer la sua poetica installazione sonora composta da una sinfonia di gracidii di rane.

 

PERFORMANCE A PALAZZO DUCALE E UN CONCERTO NELLA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA

A Palazzo Ducale, giovedì 15 settembre nella Sala del Munizioniere andrà in scena The new Golden age of Fluxus, un programma di azioni performative a cura di Mauro Panichella. Le performance sono eseguite da alcuni degli artisti del movimento che nel 1962 ha cambiato il mondo dell’arte: Eric Andersen – Copenaghen; Philip Corner e Phoebe Neville – Reggio Emilia; Charles Dreyfus – Parigi; Bibbe Hansen, Sean Carillo – New York; Sean Miller e Craig Coleman – Gainesville (Florida); Ben Vautier – Nizza

Ad intervallare le esecuzioni un gruppo di studenti e giovani artisti coordinati da Mauro Panichella eseguiranno azioni performative basate sulle partiture (event scores) degli artisti statunitensi Alison Knowles e Ben Patterson.

Alle ore 18 presso la Biblioteca universitaria è in programma – sempre giovedì 15 settembre –  Fluxus Cardboard, un concerto di Agnese Toniutti: piano e toy piano, musiche di Giancarlo Cardini, Philip Corner, Dick Higgins, La Monte Young, Mieko Shiomi.

Una gondola carica di detriti e significati al Porto antico: inaugurata l’opera di Marco Nereo Rotelli

Super User 19 Luglio 2022 1747 Visite

È stata inaugurata ieri Blue Clean Water, l’opera dell’artista Marco Nereo Rotelli che in parte arriva dalla Biennale di Venezia ed è ora installata sul pontile dell’Isola delle chiatte al Porto antico.

L’evento, inserito nell’ambito di Biofilia – Biennale Arte e Ambiente, è stato organizzato con il supporto di Ever in Art Milano e di Giochinfiniti.

A seguire si è svolto il seed organizzato dall’Istituto Italiano di Architettura e Fondazione Giordano: un talk show a tre sul tema Il mare e le energie della natura, con il filosofo Simone Regazzoni, la docente universitaria e manager Paola Girdinio e il cultural manager del Comune di Genova Maurizio Gregorini.

La via al Mare Fabrizio de André si trasforma in un luogo dello stupore, con la presenza di una gondola, carica di detriti raccolti nei fondali della laguna veneziana (grazie all’azione dei Gondolieri Sommozzatori Volontari di Venezia) e dipinti di blu Klein, affiancata da un grande schermo che la proietta nel metaverso.

L’opera è adagiata su un tappeto di gomma riciclata a forma di goccia, sul quale è intarsiato un verso di Eugenio Montale. Vari elementi compongono l’installazione di Rotelli, che investe sulla bellezza estetica della gondola caricandola di significati e incaricandola di un viaggio nel mare aperto della vita per un messaggio poetico ed etico che fluisce anche nel metaverso.

Prodotto da Ever in Art il primo NFT su una gondola rende visibile la navigazione nella e della coscienza civile, la calata in mare della bellezza per la tutela dell’ambiente marino.

L’installazione è illuminata di notte con versi poetici proiettati con la cifra stilistica di Rotelli ed è accompagnata dall’opera musicale “Dopo il Diluvio” composta da Alessio Bertallot.

È una visione su un mare che ha riconquistato la terra. Dalle profondità di un’apparente serenità riaffiorano relitti della scomparsa civiltà: Debussy, Poenitz, Satie, Pachelbel, Hasselman. Citazioni Classiche che Bertallot ha trasformato, rallentato, sovrapposto, rese aritmiche e subacquee. Un processo che genera una serena, inconsapevole, contemplazione di naufragi.

Marco Nereo Rotelli è nato a Venezia nel 1955, dove si è laureato in architettura nel 1982.
Da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica che Harald Szeemann ha definito come “un ampliamento del contesto artistico”.
Rotelli ha creato negli anni una interrelazione tra l’arte e le diverse discipline del sapere. Da qui il coinvolgimento nella sua ricerca di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma principalmente il suo rapporto è con la poesia che, con il tempo, è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro.
Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project, oggi diretto da Elena Lombardi e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana.
Questo suo impegno gli è valso la partecipazione a nove edizioni della Biennale di Venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive.
È stato invitato dalla Northwestern Unversity (Chicago) come artist-in residence (inverno 2013).
Le sue opere sono presenti in musei e importanti collezioni private di tutto il mondo.
Di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti critici d'arte, oltre a poeti, scrittori, filosofi e personalità della cultura internazionale, alimentando un’importante raccolta bibliografica sul suo lavoro.

Carlo Felice, Toti: “Pronti a finanziare l’accademia per i nuovi tecnici con il Fondo sociale europeo”

Super User 11 Luglio 2022 1761 Visite

“Come Regione Liguria siamo pronti a finanziare, attraverso il Fondo Sociale Europeo e la sua programmazione 2021 – 2027, l’Accademia per i nuovi tecnici con sede presso il Teatro Carlo Felice. Si tratta di una bellissima proposta presentata dal sovrintendente Claudio Orazi che abbiamo già iniziato ad approfondire, complice il fatto che siamo all’inizio della programmazione europea del Fondo Sociale, che finanzia la formazione professionale e le politiche attive del lavoro. L’accademia può essere uno dei veri fattori innovativi di questo teatro per i prossimi cinque anni, risponde infatti ad un bisogno, sia artistico, sia occupazionale e possiamo contare anche sulla fortunata coincidenza di aver allineato il fondo sociale europeo”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti nel corso della presentazione della nuova stagione Lirica e Sinfonica 2022-2023 del Teatro dell’Opera di Genova.

“Il Carlo Felice – ha aggiunto Toti - ha fatto un grande sforzo non solo artistico, ma di tenuta, dopo due anni di Covid in cui reggere alle sale vuote non è stato facile. Eppure proprio in quel periodo si è manifestata la maggiore creatività, ricordo alcuni momenti quando abbiamo tenuto accesa la fiammella di questa istituzione e oggi siamo proti a riesplodere. Quando il sovrintendente è arrivato ci siamo detti che volevamo fare di questa fondazione un luogo che riacquistasse la centralità che un’Istituzione come questa merita nel panorama artistico italiano. Siamo sulla strada giusta anche se scontiamo, anche in termini finanziari, i problemi del passato e una sottovalutazione complessiva della qualità. Oggi abbiamo voluto puntare proprio sulla qualità in modo che nessuno possa intendere il teatro come un’Istituzione secondaria del paese. Per questo abbiamo allargato il suo raggio di azione attraverso i concerti in giro per la Liguria, in modo che i cittadini lo sentano come un bene di tutti. E lo stiamo facendo con una programmazione sapiente: mettendo insieme nuove proposte, opere consolidate e sperimentazioni, e coinvolgendo la città a partecipare. Lo faremo ancora di più quest’anno in sala senza mascherina recuperando così una socialità necessaria”.

“E’ stato un gigantesco lavoro – ha concluso il presidente di Regione Liguria – con la necessità di tenere i conti in equilibrio, e oggi siamo arrivati al pit stop, quando si riparte per superare qualcuno dopo il cambio gomme. Ora è il momento di ripartire per una grande stagione, che si rivolge al paese”.

Santa Margherita Ligure, al via il 18° Premio Bindi

Super User 07 Luglio 2022 1699 Visite

 

Compie diciott’anni uno dei contest per cantautori emergenti più noto in Italia, con tre giorni di eventi tra musica dal vivo, premiazioni, presentazioni, show case, spettacoli e un omaggio a Umberto Bindi a vent’anni dalla sua scomparsa. Da venerdì 8 a domenica 10 luglio, a Santa Margherita Ligure torna il Premio Bindi, festival dedicato alla canzone d’autore e intitolato all’indimenticato cantautore e compositore ligure che, nella diciottesima edizione, consegna a Nada e a Claudio Cecchetto il Premio Bindi alla Carriera, a Emma Nolde il Premio Bindi New Generation e all’etichetta Ala Bianca il Premio Bindi Artigianato della Canzone. A contendersi invece le targhe “Premio Bindi 2022”, “Giorgio Calabrese” e “Quirici” gli otto finalisti Apice, Ashes, Gianluca Bernardo, Helle, Nudda, Sgrò, Soloperisoci e Violabaciatutti. Conducono la finale il giornalista Enrico Deregibus e Massimo Cotto. Diretto artisticamente da Zibba, il Premio Bindi è prodotto da Le Muse Novae ed è sostenuto dal Comune di Santa Margherita Ligure, Regione Liguria e Siae. L'ingresso a tutte le serate è gratuito fino a esaurimento posti. È inoltre possibile seguire la serata di sabato e la "Vetrina del disco" di domenica sui canali social del Premio Bindi. 

IL PROGRAMMA
In programma da venerdì 8 a domenica 10 luglio, il Premio Bindi è uno dei festival più importanti della canzone d’autore italiana: una vetrina musicale per i nuovi talenti, un happening per la promozione di progetti di qualità e un palco che ospita grandi nomi della musica italiana. Giunto alla diciottesima edizione, il festival si presenta con un nuovo format: il venerdì “Musica&Parole”, con la consegna delle targhe e incontri-showcase con ospiti nazionali, il sabato il “Premio Bindi contest”, la finale del concorso sul palco dell’anfiteatro con l’esibizione degli 8 finalisti selezionati e, la domenica, “La vetrina del disco” con presentazioni e showcase al Mare per Tutti, spiaggia libera attrezzata per persone con disabilità. Proprio a questo riguardo, il Comune di Santa Margherita è stato tra i primi in Italia a ottenere la Bandiera Lilla per la qualità dei servizi turistici a favore delle persone con disabilità.

Si comincia venerdì 8 luglio (ore 21) all’anfiteatro Bindi con il dialogo il tra critico musicale Mario Luzzatto Fegiz e Massimo Poggini. La serata, condotta da Massimo Cotto, prosegue con la consegna del Premio Bindi New Generation a Emma Nolde e del Premio Bindi alla Carriera alla cantautrice Nada e al produttore discografico Claudio Cecchetto. Sabato 9 luglio all’ Anfiteatro Bindi va in scena il contest con gli otto finalisti, al via alle 18 con uno showcase in presenza della giuria condotto da Enrico Deregibus. Alle 21.30 si entra nel vivo con Apice, Ashes, Gianluca Bernardo, Helle, Nudda, Sgrò, Soloperisoci e Violabaciatutti a contendersi le targhe “Premio Bindi 2022”, “Giorgio Calabrese” e “Targa Quirici” eseguendo anche una canzone di Umberto Bindi in occasione dei vent’anni dalla sua scomparsa. Ospiti di sabato 9 luglio anche il cantautore e musicista Massimo Donno, che presenta il nuovo album “Lontano” con Luca Barrotta alla fisarmonica, e il cantautore Ernesto Bassignano, che esegue alcuni tra i più famosi brani scritti per Umberto Bindi. Domenica 10 luglio (ore 10.30) alla Spiaggia di Ghiaia Mare per Tutti va in scena “La Vetrina del Disco”, con presentazioni e showcase. Ospiti il cantautore Tiberio Ferracane con il nuovo disco "Magaria", il cantante Francesco Curci con il disco "Più di così" e il vincitore del Premio Bindi 2022. Alle 21.30 l’etichetta musicale Ala Bianca, rappresentata da Toni Verona, riceve il Premio Bindi Artigianato della Canzone 2022. L’incontro con Toni Verona, condotto da Enrico Deregibus, è disponibile anche in diretta streaming sulla pagina Facebook del Premio Bindi. 

PREMI E GIURIA
Apice, Ashes, Gianluca Bernardo, Helle, Nudda, Sgrò, Soloperisoci e Violabaciatutti si sfidano, sabato 9 luglio, in due esibizioni: una pomeridiana e un’altra serale. Il Premio Bindi valuta l’artista nel suo complesso e non in base a una singola canzone: nel pomeriggio ogni finalista propone due brandi propri in versione acustica mentre, in serata, presentano il proprio brano in concorso e una cover di un brano di Umberto Bindi. Il primo classificato vince la targa Premio Bindi 2022, una borsa di studio in denaro e può, di diritto, partecipare al Premio dei Premi nell’ambito del Mei di Faenza. Inoltre, durante la serata di premiazione di sabato 9 luglio, gli otto finalisti si contendono anche la targa Giorgio Calabrese al miglior autore e la targa Quirici al miglior arrangiamento.

Ad assegnare le tre targhe una giuria composta tra gli addetti ai lavori più accreditati del settore, come l’autore e speaker radiofonico Massimo Cotto, la giornalista di Repubblica Lucia Marchiò, il giornalista e direttore di Spettakolo.it Massimo Poggini, il musicista Armando Corsi, l'autore e produttore Marco Rettani, il saggista Andrea Podestà, il direttore dell’Isola che non c’era Francesco Paracchini, del musicista e delegato Audiocoop Marco Mori, del cantautore Ernesto Bassignano, il cantautore Tiberio Ferracane e del critico musicale Mario Luzzatto Fegiz.

Le scorse edizioni del Premio sono state vinte da artisti che si sono spesso poi affermati nel mondo della musica: Lomè (2005), Federico Sirianni (2006), Chiara Morucci (2007), Paola Angeli (2008), Piji (2009), Roberto Amadè (2010), Zibba (2011), Fabrizio Casalino (2012), Equ (2013), Cristina Nico (2014), Gabriella Martinelli (2015), Mirkoeilcane (2016), Roberta Giallo (2017), Lisbona (2018), Micaela Tempesta (2019) e Luca Guidi (2020) e Asteria (2021). Il Premio Bindi è prodotto da Le Muse Novae ed è sostenuto dal Comune di Santa Margherita Ligure, Regione Liguria e Siae. NuovoImaie è partner, mentre Rai Liguria. e Spettakolo.it sono media partner. Il premio Bindi ha inoltre come sponsor Unipol Sai Annicchiarico, Centro Servizi Sef e Storti Strumenti Musicali. 

«È sicuramente un’edizione speciale - dice Ilaria Cavo, assessore alla Cultura di Regione Liguria - perché cade nel ventennale dalla scomparsa del nostro grande cantautore ma è speciale anche per come è stata organizzata: nella prima serata ci sono i premi agli ospiti nazionali, nella seconda giornata c’è il momento dedicato ai giovani talenti mentre il terzo giorno dà un grande segnale di inclusione con l’evento sulla spiaggia libera attrezzata anche per i disabili. È dunque un festival aperto che guarda al passato, al presente e alla cultura inclusiva con un sostegno convinto di Regione Liguria». 

«Santa Margherita Ligure - afferma il sindaco Paolo Donadoni - si conferma sempre di più come città delle opportunità per i giovani talenti - dichiara il sindaco Paolo Donadoni - Sono lieto che il 18esimo compleanno del Premio Bindi coincida con una serie di progetti, pensati per studenti, che proprio quest'anno hanno preso il via, dando la possibilità di approfondire nella nostra cittadina la letteratura, l'arte, la formazione. Il Premio Bindi in questo è stato precursore: coinvolge giovani talenti, dà loro voce e li valorizza».

Nada

‘Vittorio Gassman, il centenario’, presentata la mostra sullo straordinario attore genovese

Super User 06 Luglio 2022 1848 Visite

È stata presentata questa mattina a Palazzo Ducale di Genova la mostra “Vittorio Gassman. Il Centenario” che sarà visitabile nel Sottoporticato dal 7 luglio al 18 settembre. 

Dopo il successo registrato a Roma, dove la mostra è stata ospitata dall’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 9 aprile al 29 giugno, arriva a Genova la grande esposizione, curata da Alessandro Nicosia, Diletta d’Andrea Gassmann e Alessandro Gassmann che rende omaggio, in occasione del centenario della nascita, a un protagonista dello spettacolo e della cultura, profondamente radicato nell’immaginario collettivo, uno dei personaggi italiani più amati dal pubblico.

Campione di talento, versatilità e carisma, Vittorio Gassman è stato attore, regista, scrittore, maestro, innovatore dotato di una cultura smisurata, eccellente tanto sul versante drammatico quanto nella commedia. La sua è stata una carriera eclettica in grado di spaziare tra cinema, teatro, tv, poesia. Rendendo possibile il miracolo di cui sono capaci solo i grandi: coniugare la cultura alta con lo spettacolo popolare.

Attraverso materiali privati inediti e testimonianze professionali, immagini, audio e video di prima mano, curiosità e oggetti personali, la mostra ripercorre l’intera parabola umana e artistica di Gassman che per tutta la vita inseguì l’eccellenza in tutti i campi, compreso lo sport. 

Gassman era nato a Genova, a Struppa. E a Genova è stato protagonista di spettacoli memorabili. Come quello in occasione delle Colombiadi nel 1992, Ulisse e la balena bianca, le cui scene furono curate da un altro illustre genovese, Renzo Piano.

Non poteva quindi mancare una sezione della mostra dedicata allo speciale rapporto con la “Superba”. Oltre alle testimonianze e ai materiali d’archivio di quello straordinario spettacolo, messe a disposizione dal maestro, il Teatro Nazionale di Genova ha fornito preziosi oggetti di scena, fotografie e documenti.

Il racconto non trascura i dettagli di una carriera straordinaria, la famiglia, le donne, i figli, i premi, i trionfi e le criticità, mai nascoste ma vissute dall’attore come tappe, sia pure dolorose, del proprio percorso.

Il pubblico, che ha amato tanto il protagonista de I Soliti ignoti quanto l’impareggiabile interprete di Shakespeare, incontrerà il “Mattatore” negli anni gloriosi dell’Accademia d’Arte Drammatica, ripercorrerà i suoi inizi nei teatri milanesi, il lavoro nella compagnia di Luchino Visconti. E il successo ottenuto nel cinema quando, insieme con Alberto Sordi, Nino Manfredi e Ugo Tognazzi tra gli anni Sessanta e Ottanta sarebbe stato uno degli attori più popolari e più amati, un “colonnello della risata” capace di assicurare i massimi incassi nell’epoca d’oro in cui la commedia teneva in piedi l’industria. 

Tra i tanti materiali di scena, primo fra tutti il grande cavallo di legno di Mario Ceroli realizzato per il memorabile Riccardo III di Luca Ronconi. Ci si potrà immergere nelle immagini de Il Sorpasso, per rivivere i momenti più significativi del film di Dino Risi che quest’anno compie 60 anni, ci saranno tanti oggetti - per ripercorrere le tappe più significative di una carriera lunga 130 film che lo vedono protagonista.

E ancora: la Tv, con gli spettacoli televisivi che sono rimasti nella storia, e la sezione dedicata alla sua passione per la poesia - che non smette mai di celebrare in teatro e in tv - e la letteratura, culminata nell’autobiografia Un grande avvenire dietro le spalle.

 

LA MOSTRA

Il racconto di Gassman attraverso la mostra si sviluppa in quattro sezioni espositive: IL TEATRO, IL CINEMA, LA TELEVISIONE, LA POESIA E LA SCRITTURA.

Si parte dalle tappe più significative della sua vita privata. Tante le foto intime fornite dai familiari, o le lettere d’amore scritte a mano a Diletta d’Andrea, come la richiesta di matrimonio. Si racconta anche la passione per lo sport: Gassman arrivò a giocare nella Nazionale di basket, ma poi lasciò tutto per studiare all'Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Un quaderno con foto e articoli raccolti dalla madre racconta tutta la sua carriera sportiva. 

Ad aprire il percorso del teatro c’è il suo baule di scena da cui escono metaforicamente una quantità di materiali ricchissimi e vari, parrucche, cappelli, costumi, tra cui quello di Otello e di Macbeth.

Si rivivono momenti di grande recitazione grazie a preziosi filmati: vediamo Gassman recitare Amleto e Otello, ma accanto a questo la sua testimonianza di cosa vuol dire interpretare i personaggi di Shakespeare. 

E poi documenti, foto, registrazioni di ogni tipo, e oggetti di culto. Preziose sono le foto di scena realizzate da Diletta d’Andrea che per essere vicino a Vittorio nelle lunghe tournée, ricoprì diversi ruoli, tra cui quello di fotografa di scena: tra questo straordinario repertorio, in parte inedito, spicca il materiale di uno degli ultimi spettacoli degli anni ’90, l’Ulisse e la balena bianca di cui si possono vedere i disegni dell’impianto scenico di Renzo Piano.

Un infinito e sterminato repertorio teatrale e cinematografico quello di Gassman e per raccontarlo la mostra si focalizza su una quindicina di spettacoli teatrali e film, scelti tra i tanti per restituire l’ecclettismo del grande artista. 

Il racconto della sua prolifica carriera cinematografica passa attraverso i tre grandi registi con cui ha lavorato maggiormente – Scola, Monicelli e Risi – ma è documentata anche la parentesi di Hollywood dove in un filmato vediamo Vittorio definire i film americani come 'vaccate'.

Si va poi dagli oggetti più pop e divertenti come i costumi di L'armata Brancaleone, o quelli di Il deserto dei tartari e Guerra e pace, alle foto e i fotogrammi numerosissimi e alle interviste particolari come quella di Carlo Mazzarella a Gassman e Sordi sul set in trincea de La grande guerra.

Segue la sezione dedicata alla televisione con una proiezione in cui vengono mostrate le sue “ospitate”, da Studio Uno con Mina nel '65, dove cantano insieme L'uomo per me, o la Canzonissima, dove è ospite con la madre per recitare insieme i passi della Divina Commedia (fu proprio lei a portarlo alla decisione di fare l'attore perché da piccolo era chiuso e introverso). 

Imperdibile Vittorio che prende in giro sé stesso nel programma Tunnel leggendo l'elenco del telefono e un menu come se stesse leggendo la Divina Commedia. 

Infine, la parte dedicata alla poesia dove si potrà ascoltare Gassman mentre recita alcuni tra i suoi componimenti preferiti e una sezione speciale a parte che mostra una serie di disegni su Vittorio fatti dal pubblico e postati su Instagram. 

La mostra si chiude narrativamente con un documentario di Fabrizio Corallo che racchiude l’universo Gassman.

 

La mostra “VITTORIO GASSMAN. IL CENTENARIO” è ricca di foto, oggetti, costumi, copioni, video, filmati, bozzetti, documenti e tanti materiali provenienti dall’Archivio Luce Cinecittà e dal Centro Sperimentale di Cinematografia che sostengono il progetto, con la collaborazione di Rai, Terna e la partecipazione di tutti i familiari di Gassman.

L’esposizione è arricchita da numerosi prestiti istituzionali e privati che provengono, tra gli altri, dall’Archivio Storico Luce, dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, dal Museo Biblioteca Teatrale Siae e dall’Archivio Centrale dello Stato.

Dopo Genova, si sta lavorando con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione per la promozione della cultura e della lingua italiana per portare la mostra, grazie ad Ambasciate e Istituti di Cultura nelle città dove Vittorio Gassman aveva trionfato nella sua straordinaria carriera (Buenos Aires, New York, Parigi tra le tante). 

La mostra è supportata da un importante catalogo per i tipi di Skira con scritti di Alessandro Gassmann, Diletta d’Andrea Gassmann, Sandro Veronesi, Maurizio de Giovanni, Erri De Luca, Renzo Piano, Rodolfo Di Giammarco, Pino Strabioli, Renato Minore, etc.

L’esposizione è curata da Alessandro Nicosia, Diletta d’Andrea Gassmann e Alessandro Gassmann e organizzata e prodotta da C. O. R. Creare Organizzare Realizzare.

Cultura, Rimorchiatori Riuniti sponsor unico della mostra ‘Rubens a Genova’

Super User 30 Giugno 2022 1479 Visite

La grande mostra “Rubens a Genova”, curata da Nils Büttner e Anna Orlando, che sarà ospitata dal 6 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023 nell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale di Genova ha un partner d’eccezione, profondamente radicato nel territorio e da sempre attento alla promozione della città.

Si tratta di Rimorchiatori Riuniti S.p.A. che, in occasione dei cento anni dalla sua fondazione, ha deciso di fare un regalo alla città contribuendo come sponsor unico alla realizzazione di questa importante iniziativa culturale.

La mostra è prodotta dal Comune di Genova con Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura e con la casa editrice Electa ed è un progetto scientifico di assoluto valore, che nasce in occasione del quarto centenario della pubblicazione ad Anversa del celebre volume di Pietro Paolo Rubens, Palazzi di Genova.

Il prestigio internazionale dell’esposizione e lo speciale legame con Anversa, importante centro portuale al pari di Genova dove Rimorchiatori Riuniti ha la sede centrale, ha fatto sposare con convinzione l’iniziativa da parte della società fortemente ancorata alla tradizione della città.

Rimorchiatori Riuniti S.p.A., che da 100 anni lavora per la crescita di Genova, ha voluto associare il proprio nome ad un appuntamento culturale che all’indubbia valenza sotto il profilo del marketing territoriale unisce la promozione dello spirito identitario e dell’orgoglio civico.

«Festeggiare i primi 100 anni della propria storia contribuendo in modo sostanziale a un evento culturale è una scelta che fa onore a Rimorchiatori Riuniti Spa – dice il sindaco di Genova, Marco Bucci –. La mostra fa parte di quel cartellone denso di iniziative di altissimo livello legate all'anno che abbiamo dedicato al Barocco. Un vero gesto d'amore nei confronti della propria città, in cui i Rimorchiatori vivono e lavorano da un secolo: la collaborazione tra pubblico e privato, ancora una volta, rende possibile il raggiungimento di grandi obiettivi».

«È con particolare orgoglio e soddisfazione che Rimorchiatori Riuniti ha deciso di partecipare a questo importante evento artistico e culturale di portata internazionale – afferma Gregorio Gavarone, AD di Rimorchiatori Riuniti - Rimorchiatori Riuniti è oggi un grande Gruppo, presente sui mari in tre continenti e in continua espansione, ma Genova è la città da cui siamo partiti e alla quale siamo indissolubilmente legati. Ci sentiamo “ambasciatori di Genova nel mondo” e con entusiasmo e con il massimo impegno ci prodighiamo da sempre a sostegno dell’arte, della cultura e di molte realtà del territorio. Quest’anno festeggiamo i primi 100 anni dalla nostra fondazione – conclude Gavarone – e non potevamo quindi mancare in questa magnifica occasione per dimostrare alla città e al mondo intero il nostro legame con Genova».

«E’ di grande soddisfazione aver ideato una mostra e una rete culturale – dichiara Anna Orlando curatrice della mostra e del progetto “Rubens 22. A Network” – che abbia la potenzialità di attrarre uno sponsor cittadino di questa levatura internazionale, che interviene con un partenariato di questa entità, consapevole che, una volta di più, i contenuti culturali e il fascino dell’arte, quando sono pienamente condivisi, portino a risultati anche inaspettati e così importanti per la comunità».

L’intervista, Marina Di Guardo presenta il suo nuovo libro all’Hotel Bristol Palace di Genova

Super User 29 Maggio 2022 1513 Visite

La scrittrice Marina Di Guardo ha presentato a Genova, presso l’Hotel Bristol Palace, il suo nuovo libro ‘Dress code rosso sangue’, adrenalinico thriller ambientato nel jet set milanese, dentro ai locali più esclusivi e ambigui della città della moda.

Durante l’incontro l’autrice, nota anche per essere la mamma dell’influencer Chiara Ferragni, ha dialogato con la scrittrice e giornalista Patrizia Finucci Gallo e la giornalista Sabrina De Bastiani.

Vittorio Sirianni ha intervistato la scrittrice per Genova3000. 

Cultura, Claudio Muzio: “Il nostro territorio è orgoglioso del legame con lo scrittore Umberto Fracchia”

Super User 20 Maggio 2022 1677 Visite

Il consigliere regionale Claudio Muzio, segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa della Liguria, ha preso parte ieri, in rappresentanza della Regione, al convegno promosso dal Comune di Casarza Ligure in ricordo dello scrittore Umberto Fracchia. Protagonista della scena letteraria del primo ‘900, Fracchia era fortemente legato a Casarza e in particolare al borgo di Bargone, di cui la madre era originaria. La casa di famiglia di Bargone lo ospitò durante l’infanzia per lunghi soggiorni con la nonna materna, mentre negli ultimi anni di vita diventò luogo assiduo di studio e lavoro.

L’evento ha fatto da apripista alla seconda edizione della “Umbertiade Casarzese”, che si svolgerà il 4 e 5 giugno prossimi con tre appuntamenti: la premiazione del Premio Letterario “Umberto Fracchia” il 4 giugno alle ore 18.00 presso il “Giardino Fracchia” di Bargone e due spettacoli di teatro e musica sotto la direzione artistica dell’attore Davide Paganini: il reading di testi fracchiani con l’attore Giorgio Pasotti il 4 giugno alle ore 21.00 in piazza Unicef a Casarza L. e il concerto del cantautore Francesco Baccini il 5 giugno alle ore 21.00 sempre in piazza Unicef.

Al convegno di ieri, moderato dalla giornalista Elisa Folli, dopo i saluti del sindaco Giovanni Stagnaro, dell’assessore Maurizio Miglietta e del consigliere Claudio Muzio, sono intervenuti il prof. Stefano Verdino, docente di letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Genova, lo scrittore e giornalista Mario Dentone, il direttore editoriale della casa editrice “Divergenze”, Fabio Pigola, la segretaria del Comune di Casarza Ligure, Sabina Desiderato.

Al termine dell’evento il vicesindaco e assessore alla Cultura di Casarza L., Mirella Biasotti, ha consegnato una targa a Chiara Obertello in memoria del padre, prof. Luca Obertello, nativo di Bargone e da poco scomparso, figlio del prof. Alfredo Obertello, anch’egli nativo di Bargone e amico di Umberto Fracchia.

“Regione Liguria – ha dichiarato Muzio nel suo intervento - è vicina e sostiene il Premio Fracchia, un evento che inorgoglisce il nostro territorio. Il legame dell’illustre scrittore con Casarza Ligure, e in particolare con Bargone, fa parte della nostra storia. Durante i miei mandati come sindaco di Casarza, il compianto amico Piergiorgio Melantone, mio assessore, ricordava spesso che Fracchia diceva che se fosse diventato cieco avrebbe riconosciuto Bargone dal rumore dei sassi su cui camminava. E’ uno dei tanti segni d’amore per la nostra terra che Fracchia ci ha lasciato”.

“Un altro segno di questo amore – ha aggiunto Muzio – è stata la scelta di essere sepolto proprio a Bargone. Quando le sue spoglie, nel 1959, vennero tumulate nel ‘Mausoleo’, edificato dall’allora famoso architetto Enrico Del Debbio nel verde della piana di Bargone, per accoglierle si costituì un comitato di cui fecero parte, tra gli altri, il sindaco di Genova Pertusio, il presidente della Provincia Maggi e il premio Nobel Eugenio Montale. Fu un momento di grande commozione, che ancora oggi ci aiuta a capire l’importanza di Umberto Fracchia nel panorama culturale italiano. La valorizzazione della sua figura va ben oltre il colore delle amministrazioni che si sono succedute a Casarza Ligure, che tutte indistintamente si sono adoperate in questa direzione”.

“Ringrazio pubblicamente la segretaria comunale, dott.ssa Sabina Desiderato, fortemente impegnata nella valorizzazione della figura di Umberto Fracchia, e gli uffici comunali per il lavoro svolto. Un grazie anche all’amico Mario Dentone, che ha sempre la capacità di emozionarmi con i suoi scritti, e a tutti gli amministratori locali presenti al convegno: il sindaco di Moneglia Claudio Magro, il sindaco di Favale di Malvaro Ubaldo Crino, il vicesindaco e l’assessore del Comune di Ne, Fabrizio Podestà e Maria Stella Mignone, la consigliera delegata del Comune di Moconesi Carla Podestà, la consigliera comunale di Cogorno Cristina Daneri”, ha concluso Muzio.

A Genova apre il Museo nazionale dell’emigrazione italiana

Super User 20 Maggio 2022 1583 Visite

Dopo sette anni di lavori è stato inaugurato il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana alla Commenda di Prè, a Genova. È stato trasformato in un luogo non solo di cultura, ma anche di svago, di memoria e di racconto.

La nostra regione, ricorda, attraverso il museo, l'anima di Genova, fatta dalle tante persone che dalle banchine del porto sono partite per andare dall’altra parte del mondo, in terre lontane, a commerciare, a portare la Repubblica Marinara prima, il Regno d’Italia e la Repubblica poi, a costruirsi una vita altrove, tenendo però nel cuore il ricordo di questa città.

Se il Museo Nazionale dell’Emigrazione doveva avere una sede non poteva che essere Genova: la compagnia Rubattino, i grandi transatlantici, il palazzo della Regione che è stato sede di una delle più grandi compagnie di navigazione.

Il museo rappresenta, non solo un luogo di cultura ma di memoria su cui tracciare il futuro, raccoglie la storia, il recupero di un pezzo del centro storico di Genova, un palazzo di straordinaria bellezza e un’area della città, tra il porto e l’abitato, che merita di essere valorizzata.

Il museo dovrà essere costantemente aggiornato nei contenuti, ma si parla di una realtà che vive, che vive di flussi che arriveranno qui riportando questa parte di Genova al centro; tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro di Regione Liguria e di tutti coloro che si sono impegnati affinché il museo prendesse forma il più rapidamente possibile.

La cultura, dunque, ha un immenso valore, è una vera e propria ricchezza; il museo, oltre ad essere una grande attrazione turistica, potrà essere un luogo di riscoperta di realtà poco conosciute e di arricchimento individuale.

Palazzo Rosso, a breve riaprirà una delle collezioni museali più importanti della città

Super User 18 Maggio 2022 1559 Visite

Saranno presto di nuovo aperte alla fruizione del pubblico le collezioni conservate a Palazzo Rosso, inserite all’interno del percorso museale dei Musei di Strada Nuova, insieme con Palazzo Bianco e Palazzo Tursi.

Per la residenza dei Brignole-Sale erano necessari importanti interventi di adeguamento impiantistico e strutturale, ora quasi terminati. Alla imminente riapertura, le sale di uno tra i più importanti e visitati musei della città saranno dotate, dunque, di impianti all’altezza delle nuove necessità tecnologiche delle esposizioni.

I lavori, che hanno adeguato la struttura ai vigenti standard di qualità e sicurezza, sono iniziati alla fine del 2019 e sono stati finanziati grazie al “Patto per Genova” e al sostegno della Compagnia di San Paolo, da sempre vicina al mondo culturale genovese. Di 2,8 milioni l’importo complessivo degli interventi cui ha partecipato anche l’amministrazione comunale per il rifacimento di parte dei serramenti, il restauro di arredi monumentali e la realizzazione di alcuni tendaggi.

I lavori hanno riguardato l’ammodernamento tecnologico e la messa a norma degli impianti (idraulici, meccanici, elettrici e speciali), con adeguamenti necessari per l’utilizzo delle reti informatiche che nei musei moderni permettono di offrire esperienze di visita del tutto differenti rispetto al passato.

In particolare si è proceduto al restauro della Sala della Grotta del secondo piano ammezzato, con l’apertura al pubblico della relativa “alcova”, uno straordinario ambiente che rappresenta un vero e proprio unicum. Restaurata anche la volta della Sala della Primavera affrescata da Gregorio De Ferrari, vero capolavoro della grande decorazione genovese. Il progetto aveva come finalità il ripristino degli impianti nel rispetto assoluto delle caratteristiche storiche del complesso e degli interventi eseguiti negli anni ‘50 ad opera dell’architetto Franco Albini. Sono stati inoltre filologicamente sostituiti gli allestimenti in tessuto 

Per la nuova progettazione degli impianti è stata dedicata particolare attenzione a trovare – d’intesa con la Soprintendenza – soluzioni che non danneggiassero l’apparato decorativo parietale del secondo piano nobile (l’unico affrescato) e i pavimenti di marmo.

Le delicate operazioni di smontaggio per far posto ai cantieri non sono state comunque “integrali”. Nel periodo di chiusura infatti una parte delle collezioni del “Rosso” sono state in ogni caso visibili a genovesi e turisti.

Il percorso di Palazzo Bianco era stato infatti rinnovato per accogliere una preziosa selezione di capolavori di Palazzo Rosso. Infatti nelle sale affacciate sul giardino sono stati esposti i grandi capolavori della collezione, dalla tavola di Palma il Vecchio con la Sacra Conversazione, all’olio su rame di Ludovico Carracci, dipinto a Bologna nel 1602, alle celebri tele di Giovan Francesco Barbieri detto Guercino – la Cleopatra e il Dio Padre con angioletto – e Guido Reni – il San Sebastiano. E poi un prezioso rame di Orazio Gentileschi, la tela con Clorinda libera Olindo e Sofronia dal rogo di Mattia Preti, il Ritratto di Geronima Brignole-Sale con la figlia Aurelia di Anton Van Dyck, e altri quadri di Grechetto e Bernardo Strozzi, come la celeberrima Cuoca, ora in prestito, insieme ad altre opere del museo, alle Scuderie del Quirinale per la grande mostra Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco.

Rolli Days di primavera, oltre 60mila visitatori in un week end

Super User 16 Maggio 2022 1532 Visite

Dopo il grande successo dei Rolli Days di ottobre, che avevano chiuso con ben 41.636 presenze, l’edizione primaverile di questo importante appuntamento genovese supera le aspettative, registrando un trend in netta crescita.

Sono stati infatti 60.112 i visitatori - tra genovesi e turisti, questi ultimi hanno raggiunto il 37 per cento del totale - che tra venerdì 13 e domenica 15 maggio hanno visitato, su prenotazione, i 40 luoghi monumentali aperti (Palazzi dei Rolli, chiese, sacrestie e altre importanti sedi del patrimonio artistico e culturale della città) e hanno partecipato ai concerti, agli eventi collaterali e alle visite guidate, comprese quelle riservate alle persone con disabilità.

Numeri importanti che confermano la qualità dell’evento di valorizzazione del sito Unesco di Genova, sottolineando il ruolo fondamentale dei divulgatori scientifici (84 i professionisti coinvolti provenienti da tutta Italia) e della sinergia costruita con gli enti sul territorio, come la Diocesi, il ministero della Cultura e l’Università. Davvero significativo il ruolo della Galleria di Palazzo Reale, che ha totalizzato circa 5mila presenze.

I visitatori sono stati coinvolti dalla possibilità di vivere l’esperienza di una città barocca, attraverso l’ingresso nelle dimore aristocratiche solitamente chiuse al pubblico e grazie alle mostre diffuse sul territorio: in particolare l’esposizione “La forma della meraviglia” a Palazzo Ducale, con capolavori da tutto il mondo. Un’opportunità che fino al 10 luglio coinvolgerà la città e che è stata il filo conduttore di queste giornate dei Rolli, richiamando visitatori da tutta Europa e assicurandosi un grande consenso anche tra il pubblico dei giovani (il 35 per cento ha meno di 36 anni). Il fascino di questo approfondimento sul barocco genovese ha mostrato la raffinatezza e le enormi ricchezze di questa straordinaria stagione della cultura artistica della nostra città.

Numeri significativi anche sul web: sui canali social del Comune i Rolli Days hanno raggiunto 311.129 utenti, mentre l’evento Facebook è stato visualizzato da 706.401 persone. I clic alle pagine di evento sul sito Visitgenoa.it sono stati oltre 60mila, mentre le impression erogate sono state oltre 6 milioni. Il pubblico femminile ha raggiunto il 60 per cento, quello maschile si è attestato sul 40 per cento.

Le visualizzazioni delle pagine Rolli Days su www.Visitgenoa.it sono state circa 60 mila: da Genova 38 per cento, da Milano 28 per cento, da Torino 4 per cento, da Bologna 3 per cento, da Roma 2 per cento, da Firenze 1,07 per cento.

Premio Paganini, Carusi direttore artistico e Accardo presidente della giuria internazionale

Super User 03 Maggio 2022 1700 Visite

Si è insediato ieri il nuovo comitato del Premio Paganini, presieduto da Giovanni Panebianco. Alla riunione erano presenti Claudio Orazi, sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Elvira Bonfanti per Palazzo Ducale, Roberto Tagliamacco, direttore del Conservatorio Niccolò Paganini, Nicola Costa, presidente dell’associazione Giovine Orchestra Genovese e Michele Trenti, presidente dell’associazione Amici di Paganini, che per la prima volta entra a far parte dell’organismo.

Tra i punti all’ordine del giorno, la presentazione delle linee strategiche e programmatiche per il rilancio del premio, l’esame del nuovo regolamento approvato dal Consiglio comunale il 21 aprile scorso e la nomina del nuovo direttore artistico Nazzareno Carusi, che vanta un eccellente curriculum artistico e musicale e fa parte del CdA della Scala di Milano.

Il presidente della giuria internazionale Salvatore Accardo, nel 1958 all’età di 17 anni è stato il primo vincitore assoluto del Premio Paganini, uno tra i più giovani vincitori. In seguito ha collaborato con le più importanti orchestre del mondo. È cittadino onorario di Genova.

'Eroi Interstellari', nasce a Genova il libro che parla dello spazio

Super User 22 Aprile 2022 2439 Visite

Un libro per bambini che può essere letto anche dagli adulti; un libro pieno di aneddoti, storie e curiosità, che racconta la conquista dello spazio in modo divertente ma esatto.

“Eroi Interstellari” è un libro che uscirà a maggio. Il libro, pubblicato dalla casa editrice “L’Orto della Cultura”, è stato scritto dal giornalista genovese Paolo Fizzarotti, con le illustrazioni di Giovanni Mucci. Il volume è destinato a un pubblico di lettori dai 10 anni in su, ma è scritto in uno stile che risulta gradevole anche per chi ha qualche anno di più. Non ci sono fotografie, ma più di cento illustrazioni realizzate con mano magistrale da Mucci.

“Eroi Interstellari” verrà presentato in anteprima domenica 1° maggio durante la manifestazione “PortoImmaginario”: un festival di letteratura per bambini e ragazzi organizzato dalla scrittrice Stella Nosella a Portogruaro (Venezia).
“Eroi Interstellari” nasce sotto una luce spiccatamente genovese: la prefazione infatti è firmata da Franco Malerba, il primo astronauta italiano, che è di Busalla. Con lui firma la presentazione anche Roberto Marcialis, responsabile dell’Area Territoriale di Genova del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. A presentare Eroi Interstellari a Portogruaro sarà invece la piemontese Linda Raimondo, giovane divulgatrice scientifica di Rai Ragazzi e aspirante astronauta. Linda Raimondo è già nell’immaginario dei bambini e dei ragazzi che sperano un giorno di andare nello Spazio. Avete presente infatti lo spot di Amazon ambientato sulla ISS? Beh, è proprio lei ad accogliere i Vip dello spettacolo sulla stazione spaziale internazionale orbitante.“Eroi Interstellari è un libro di divulgazione scientifica appoggiato dal CNR - spiega Stella Nosella, che è anche responsabile dell’area ragazzi alla casa editrice L’orto della Cultura - Malerba, Marcialis e Linda Raimondo sono un tris d’assi che non ha bisogno di presentazioni. Li ringraziamo per avere deciso di aiutarci in questo ambizioso progetto: vogliamo raccontare con parole semplici ma in modo scientificamente esatto la grande epopea della conquista dello Spazio: dai primi lanci a oggi. Vogliamo comunicare ai più giovani questo grande patrimonio di tecnologia e coraggio, ma anche di emozioni.  Abbiamo pensato “Eroi Interstellari” come il manuale che ogni giovane aspirante astronauta deve avere”.

“Documentandomi per la scrittura del libro – spiega l’autore Paolo Fizzarotti – ho scoperto una marea di aneddoti e curiosità molto interessanti e divertenti. Come siamo arrivati lassù? Come si mangia nello spazio? Come ci si lava i denti? Che aspetto hanno i razzi spaziali? Quanti animali sono stati mandati tra le stelle? Perchè ti viene dato un "mattone di mutande"? Quali sono i portafortuna irrinunciabili per gli astronauti? Di cosa sono fatte le tute spaziali? I nostri giovani lettori troveranno tutte queste cose e anche di più. Poi ci sono le storie dei pionieri dello Spazio, cose incredibili. Come quella di Valentina Tereskova, la prima donna nello spazio, che prima di diventare astronauta faceva la sarta. Quella di Walter Schirra, che ha visto Babbo Natale sul Polo Nord; o gli astronauti che hanno fatto sciopero in orbita perché li facevano dormire troppo poco”.

Paolo Fizzarotti è genovese. Giornalista dal 1984, laureato in Storia all’università di Genova con il professore genovese Ferdinando Fasce, ha iniziato a lavorare come giornalista al quotidiano Il Lavoro e poi anche a Radio Babboleo. Nel 1989 è entrato nel gruppo Finegil-Espresso (oggi Gedi GNN), dove si è sempre occupato di cronaca: nera, bianca, giudiziaria, sport. Insieme al disegnatore chiavarese Ivo Milazzo ha creato un graphic novel sulla vita di Baden Powell, fondatore dello scautismo mondiale, e una guida turistica disegnata di Genova intitolata “Superbi Itinerari”. Ha realizzato anche un graphic novel sulla storia del Grande Torino ed è addetto stampa della società Canottieri Argus 1910 di Santa Margherita Ligure.

Superbarocco alle Scuderie del Quirinale, Toti, Bucci e Cavo visitano la mostra con Mattarella

Super User 25 Marzo 2022 1753 Visite

“Oggi è una giornata felice per noi liguri e per il Paese con una mostra che ha una valenza particolare: dimostra che il modello Liguria e il modello Genova nascono moltissimi anni fa. Quando Genova era una grande Repubblica Marinara una delle città più importanti d’Europa, dove fioriva arte, cultura, scienza e commercio. Un futuro che Genova vuole ricostruire e questa mostra è una grande allegoria di quello che il capoluogo ligure sta facendo, per tornare ad essere una capitale del Mediterraneo”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Superbarocco, arte a Genova da Rubes a Magnasco”, aperta oggi alle Scuderie del Quirinale a cui ha preso parte anche l'assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo, che raddoppierà domani con l’inaugurazione prevista a Genova a Palazzo Ducale.
“Il barocco con la sua ricchezza figurativa ci dà la percezione plastica di un ritorno alla vita – ha aggiunto Toti – quella vita che il Covid ci ha tolto. Un messaggio quello che arriva dalla mostra, anche per quello che il mondo sta vivendo e che da Roma si estende al capoluogo ligure, dove domani verrà inaugurata a Palazzo Ducale la doppia esposizione sul barocco, e a tutto il Paese”.

“Con grande emozione oggi abbiamo visitato con il Presidente Sergio Mattarella la mostra “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco”, ospitata all’interno dei magnifici spazi delle Scuderie del Quirinale, a Roma. E' il primo, grande appuntamento dedicato al Barocco genovese a cui seguirà, domani, l'inaugurazione delle mostre e delle iniziative a Palazzo Ducale. Una splendida occasione di promozione per la nostra città e per le sue ricchezze culturali e artistiche, a livello nazionale e internazionale”. E’ il commendo del sindaco Marco Bucci.

“Una mostra che è un inno a Genova, alla vita, alla libertà. Perché Genova, nel suo secolo d'oro, era una città libera, con più committenti. Libera di esprimersi, di fare nascere più stili (almeno dieci) e così un Barocco Superbo, unico: quello che inizia con il tratto inconfondibile e tondo di Rubens, che passa dai ritratti che fanno scuola di Van Dyck, per arrivare al naturalismo del Grechetto, alla pittura sentimentale di Andrea De Ferrari, a quella più cupa di Orazio De Ferrari e di Luciano Borgone. La luce di Gioacchino Assereto è quasi caravaggesca, Valerio Castello è una scoperta, Domenico Piola e Gregorio De Ferrari sono un vortice di modernità”. Così l’assessore regionale alla Cultura, Ilaria Cavo.
“A osservare tutti questi dipinti anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e non può non venire voglia di scoprire i palazzi che li custodiscono e la città che li ha ispirati. Per questo Genova è protagonista oggi, così come lo sarà domani con la mostra - gemella a quella inaugurata oggi a Roma - che inaugurerà a palazzo Ducale nell'ambito del progetto 'Superbarocco'. Roma e Genova non sono mai state così vicine, unite dall'arte, dalla bellezza, dal senso di modernità”, conclude l’assessore.

L'assessore regionale Ilaria cavo

Cultura, fondi al Teatro Carlo Felice per il sostegno di artisti ucraini in Italia

Super User 22 Marzo 2022 1976 Visite

"Il finanziamento stanziato per le Fondazioni aiuta la cultura ucraina a non fermarsi e consente di portare avanti quei contatti avviati dal nostro Teatro". Così l'assessore alla Cultura e allo Spettacolo Ilaria Cavo commenta il decreto firmato dal ministro Dario Franceschini che destina 2 milioni di euro a 20 fondazioni culturali italiane per la realizzazione di residenze artisti ucraini nei rispettivi settori di attività. Tra questi enti c'è anche il Carlo Felice.

"Spettacoli ucraini nel nostro teatro possono essere un grande segnale di inclusione per i profughi ospitati sul nostro territorio - aggiunge Ilaria Cavo -. È anche con la cultura che si sostiene l'accoglienza e si dà speranza ad una comunità".

"Desidero esprimere il mio plauso per l'iniziativa del ministro Franceschini a sostegno del mondo della cultura ucraino messo in ginocchio dalla guerra - dichiara il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice di Genova Claudio Orazi - e a favore della ricostruzione del Teatro di Mariupol. La Fondazione Teatro Carlo Felice ha già avviato rapporti e stabilito contatti con i rappresentanti delle maggiori istituzioni culturali e di spettacolo ucraine, inserendo loro significativi contributi nelle prossime stagioni del Teatro, a partire dalla prossima stagione 2022-2023. L'intervento del Mic corrobora la volontà del Teatro di rinsaldare i rapporti gli artisti di una nazione così duramente colpita, la cui vocazione artistica è universalmente riconosciuta e apprezzata, cui vuole dare in questo modo un importante testimonianza di solidarietà".

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