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Cultura

Al via la rete museale MIPAM, Castello D’Albertis e Chiossone tra i fondatori

Super User 14 Luglio 2025 96 Visite

 

Il Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo e il Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone sono tra i musei fondatori del MIPAM – Musei Italiani con Patrimonio dal Mondo, la rete nazionale nata per favorire il dialogo tra i musei che conservano e valorizzano collezioni relative al patrimonio di America, Asia, Africa e Pacifico, con l’obiettivo di promuovere la condivisione di buone pratiche e la trasparenza nella gestione e la cura di questo patrimonio.

L’Italia custodisce infatti un’ingente quantità di opere e manufatti non europei, sin dal XV secolo. Molte di queste collezioni si trovano in istituti poco noti o con scarse risorse dedicate, che oggi, grazie a MIPAM, possono contare su una rete di specialisti e collaborazioni intermuseali. 

«La nascita del MIPAM rappresenta un importante passo avanti per rafforzare il nostro impegno nella tutela, valorizzazione e promozione delle collezioni di patrimonio culturale non europeo conservate a Castello D’Albertis e al Chiossone, anche attraverso uno scambio di best practices e di collaborazione tra le diverse istituzioni - commenta l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari –. Attraverso la rete MIPAM verrà implementata la promozione e la valorizzazione del patrimonio museale, che potrà essere fruito dal pubblico in modo più consapevole e accessibile».

La rete comprende realtà molto diverse fra loro a livello istituzionale, storico e collezionistico – e che, in alcuni casi, operano anche al di fuori dei circuiti museali tradizionali – ma che nel loro insieme condividono la missione di favorire la ricerca, aumentare l’accessibilità e supportare la valorizzazione di patrimoni di opere non europee e dei loro articolati contesti culturali di riferimento e di provenienza.

Ora queste diverse istituzioni dispongono di un riferimento stabile per sviluppare progetti in collaborazione, rafforzare il dialogo fra l’ambito nazionale e quello internazionale, condividere problemi comuni e mettere a confronto le rispettive buone pratiche.

MIPAM organizzerà riunioni periodiche, proporrà lo sviluppo di progetti congiunti quali mostre, pubblicazioni, attività formative e programmi pubblici che valorizzino un patrimonio materiale e immateriale comune.

Con MIPAM nasce una nuova consapevolezza: quella di un’Italia museale più connessa, informata e pronta ad affrontare le sfide contemporanee legate alla storia, all’etica e alla cura del patrimonio culturale globale.

La rete, la cui fondazione è stata promossa dal MUDEC, è sempre aperta a nuove adesioni.

 

Musei Fondatori 

CAM Cultures and Mission, Polo culturale dei Missionari della Consolata – Torino

Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo – Genova

Centro di Ateneo per i Musei Università degli Studi di Padova

Fondazione MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza – Onlus

Gallerie degli Uffizi, Firenze

MUCIV – Museo delle Civiltà, Roma

MUDEC – Museo delle Culture, Milano

Musei Civici di Reggio Emilia

Museo Civico di Modena

Museo Civico di Scienze Naturali "Enrico Caffi" – Bergamo

Museo Civico – Tortona (Alessandria)

Museo Civico Etnografico "Giovanni Podenzana" – La Spezia

Museo d'Arte Cinese ed Etnografico dei Missionari Saveriani – Parma

MAO Museo d’Arte Orientale (Fondazione Torino Musei) – Torino

Museo d’Arte Orientale, Venezia

Museo d’Arte Orientale – Collezione Mazzocchi – Coccaglio (Brescia)

Museo d'Arte Orientale “Edoardo Chiossone” – Genova

Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università degli Studi di Torino

Museo Egizio – Torino

Museo Etno-Archeologico Castiglioni – Varese

Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco – Castelnuovo Don Bosco (Asti)

Museo Popoli e Culture PIME – Milano

Museo Stibbert – Firenze

Palazzo dei Musei – Varallo (Vercelli)

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica (Fondazione Torino Musei) – Torino

Sistema Museale di Ateneo, Università degli Studi di Parma

 

Il board direttivo è composto da: Marina Pugliese (direttrice del MUDEC – Museo delle Culture, Milano), Davide Quadrio (direttore del MAO Museo d’Arte Orientale, Torino), Andrea Viliani (direttore del MUCIV – Museo delle Civiltà, Roma), Enrico Colle (direttore del Museo Stibbert, Firenze), p. Enzo Oliviero Verzeletti (direttore del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico dei Missionari Saveriani, Parma).

Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone

‘Fari delle meraviglie’, al Galata Museo del Mare la mostra di Walter Pescara

Super User 12 Luglio 2025 155 Visite

 

Si inaugura giovedì 17 luglio, alle ore 18.00, presso la Galleria delle Esposizioni del Galata Museo del Mare, la mostra “Fari delle Meraviglie” di Walter Pescara, un progetto fotografico che restituisce al pubblico l’immagine dei fari italiani attraverso una selezione accurata di fotografie stampate su autentiche vele nautiche degli anni Ottanta. L’inaugurazione si svolgerà alla presenza dell’autore e sarà aperta al pubblico fino a esaurimento posti. La mostra sarà poi visitabile fino al 24 luglio, inclusa nel biglietto di ingresso al museo.

“Fari delle Meraviglie” è il risultato di una ricerca avviata negli anni Settanta. Nell’estate del 1978, a Salina, una mareggiata danneggiò il faro di Punta Lingua. Pescara, allora giovane fotografo, lo immortalò come una figura ferita ma luminosa, torre poetica al di sopra delle onde. Da quell’immagine nacque un lungo viaggio per mare, terra e cielo, in collaborazione con la Marina Militare Italiana, che lo portò a percorrere oltre 8.000 chilometri di coste per documentare, con migliaia di rullini fotografici, i principali fari italiani. I materiali raccolti confluirono nel volume “Il libro dei fari italiani”, pubblicato da Ugo Mursia Editore nel 1985.

A distanza di quarant’anni, riordinando i Kodachrome originali, l’autore ha scelto di dare nuova vita a quel lavoro, immaginando di stampare le immagini su tele nautiche d’epoca, recuperate e salvate dal macero. Il risultato è un’opera che unisce fotografia, narrazione e memoria materiale. Le vele, forse un tempo passate sotto quelle stesse luci, diventano oggi supporto fisico ed evocativo di una nuova narrazione. L’allestimento comprende una selezione di circa trenta opere di grande formato, ciascuna con un’identità visiva e materica unica.

Dopo l’esordio nel faro di Punta Lingua nel 2018, la mostra è stata ospitata in sedi di prestigio come la Galleria Cannoniera del Forte Mediceo di Livorno, il Castello Aragonese di Taranto e la residenza dell’architetto Daniel Libeskind a Milano. L’approdo al Galata Museo del Mare, il più grande museo marittimo del Mediterraneo, rappresenta una nuova tappa significativa nel percorso di questa esposizione, che si inserisce nel programma estivo del museo con una proposta di alto valore artistico e culturale.

Walter Pescara è nato a Milano nel 1952. Dopo gli studi in Lettere e Filosofia al DAMS di Bologna, ha iniziato la sua attività come fotoreporter per testate italiane e internazionali. Dal 2000 affianca alla produzione artistica un’intensa attività didattica. Ha insegnato presso la NABA di Milano e, dal 2005, è docente di Fotografia di Reportage e Fotografia delle Arti Performative all’Accademia LABA di Brescia. Autore di numerose pubblicazioni, nel 2019 è stato incaricato dall’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco di realizzare la mostra “Lawrence d’Italia”, dedicata a Lawrence Ferlinghetti. Nel 2017 ha ricevuto la menzione internazionale d’onore del World Water Contest per il suo impegno nella salvaguardia del mare.

‘Liguria terra di emozioni’, torna il premio letterario del Rotary Club Genova San Giorgio

Super User 10 Luglio 2025 275 Visite

 

Dopo il successo dello scorso anno, prende il via la seconda edizione del Premio Letterario “Liguria terra di emozioni”, promosso dal Rotary Club Genova San Giorgio con il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Genova. L’iniziativa valorizza i racconti di chi ha vissuto, o immaginato, la Liguria come terra di emozioni autentiche.

Il tema scelto per il 2025 è “Liguria, terra di emozioni - tra ironia, meraviglia e natura”, per stimolare storie che sappiano commuovere, divertire e sorprendere, raccontando la vitalità e la bellezza del territorio. Il concorso è aperto a scrittrici e scrittori maggiorenni italiani e UE; i racconti, inediti e ambientati in Liguria, devono avere una lunghezza tra 10.000 e 20.000 battute (spazi inclusi) ed essere inviati entro il 30 settembre 2025 all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. in formato doc, insieme ai dati anagrafici e a una breve sinossi.

La giuria selezionerà entro il 31 dicembre 2025 i racconti finalisti che, anche quest’anno, saranno raccolti in un audiolibro: le voci dei Rotariani daranno vita alle storie, che verranno poi donate all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, entrando a far parte del Centro Nazionale del Libro Parlato. L’esperienza del 2024 ha regalato emozioni indimenticabili: grazie a questo progetto, le persone non vedenti hanno potuto “leggere” con l’ascolto, e vivere pienamente storie scritte con il cuore. Il presidente della giuria è Carlo A. Martigli, scrittore e socio Rotary Club Genova San Giorgio.

La premiazione si terrà il 18 febbraio 2026, ore 18:00, presso la sede di Banca Patrimoni Sella & C. in via Garibaldi 3 a Genova, main sponsor dell’iniziativa, da sempre vicino al territorio, attenta alle tematiche sociali e impegnata nella promozione di iniziative culturali che valorizzano il capitale umano e l’inclusione.

Alla presentazione sono intervenuti: Simona Ferro, assessore alla Cultura Regione Liguria; Francesca Coppola, assessore delegato del Comune di Genova; Benedetto Gritta Tassorello, presidente Rotary Club Genova San Giorgio; Lucia Aliverti, curatrice del premio letterario, past president RC Genova San Giorgio; Stefano Termanini, editore e assistente distrettuale Rotary distretto 2032; Piero Chiabra, scrittore, responsabile audiolibro e socio RC Genova San Giorgio; Cristina Minerva, in rappresentanza dell’UICI – CNPL Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Centro Nazionale Libro Parlato. 

Durante la presentazione l’assessore alla Cultura e Spettacolo della Regione Liguria, Simona Ferro, ha dichiarato: “Il premio letterario “Liguria Terra di Emozioni” indetto dal Rotary Club Genova San Giorgio tocca la sua seconda edizione: questo è un sintomo dell’attrattività e dell’accoglienza positiva ricevuta dall’iniziativa che, dopo la folta partecipazione riscontrata un anno fa, si propone ora di bissare il proprio successo. L’obiettivo è quello di continuare a descrivere il nostro territorio attraverso i pensieri, i racconti e le emozioni che suscita. La passione per la letteratura e la qualità degli elaborati presentati sono gli elementi fondativi del progetto, che ha anche risvolti dall’alto valore sociale, come il coinvolgimento dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Centro Nazionale del Libro Parlato. Rassegne di questo livello vanno valorizzate e tutelate, perché consentono di promuovere l’identità ligure attraverso la cultura”. 

L’assessora all’Urbanistica delegata in rappresentanza del Comune di Genova, Francesca Coppola, ha sottolineato: “Stimolare il racconto delle bellezze e delle peculiarità della nostra città, dei nostri paesaggi e della nostra comunità è un’iniziativa che la nostra amministrazione sostiene con entusiasmo, non solo per gli aspetti culturali del Premio, ma anche per il prezioso risvolto solidale e di inclusione”. 

Benedetto Gritta Tassorello, presidente Rotary Club Genova San Giorgio, ha dichiarato: "Questo premio rappresenta per il nostro Club un’iniziativa che unisce cultura e inclusione, valori rotariani che ci stanno particolarmente a cuore. La risposta calorosa della città e degli scrittori ci conferma l’importanza di proseguire su questa strada." 

Lucia Aliverti, curatrice del Premio e past president del Rotary Club Genova San Giorgio, ha dichiarato: “Siamo felici di inaugurare la seconda edizione dopo il successo dello scorso anno. Questo progetto è nato dalla passione per la cultura e dall’amore per la nostra terra e oggi coinvolge sempre più persone, scrittori, lettori, istituzioni e cittadini. La dimensione sociale del premio è un valore aggiunto di cui andiamo particolarmente fieri: raccontare la Liguria, ma farlo in modo che queste storie diventino patrimonio accessibile anche a chi non può leggere, è un atto di civiltà e attenzione verso tutta la comunità. Con questa seconda edizione, vogliamo fare ancora meglio: coinvolgere, emozionare e includere. Perché le emozioni, proprio come le parole, appartengono a tutti”.

Andersen Festival, Mediaterraneo precisa in merito al mancato contributo ministeriale

Super User 29 Giugno 2025 259 Visite

Mediaterraneo Servizi, società controllata dal Comune di Sestri Levante, interviene in merito al mancato contributo ministeriale al Premio Andersen 2025.

“La mancata assegnazione all’Andersen Festival del contributo da parte del Ministero della Cultura - si legge in una nota della società pubblica - si inserisce in un panorama di grande malcontento generale nel mondo delle arti, dove i risultati delle assegnazioni, che stanno uscendo in questi giorni, con parametri fortemente rivisti, stanno generando tagli significativi anche per realtà storiche e di rilevanza nazionale. A questo proposito i termini di valutazione sono totalmente modificati rispetto a quelli degli anni precedenti per cui non è possibile un confronto”.

“Il successo del Festival, in un momento così delicato per i finanziamenti culturali, rende ancora più evidente lo sforzo organizzativo e programmatico sostenuto da Mediaterraneo”, conclude la nota.

Palazzo Ducale, Pierfranco Pellizzetti presenta il suo nuovo libro ‘Autobiografie della Nazione’

Super User 25 Giugno 2025 392 Visite

Domani, giovedì 26 giugno, alle ore 17:30, nella sede della Società ligure di storia patria a Palazzo Ducale, il sociologo e saggista Pierfranco Pellizzetti presenterà il suo nuovo libro: "Autobiografie della nazione. Sopravvalutati e furbetti nel Paese in declino", edito da Meltemi.

L’incontro, che promette di essere un vivace momento di riflessione pubblica, vedrà l’autore dialogare con Stefano Fera, architetto e presidente di Italia Nostra Genova, e Paolo Crecchi, giornalista.

Il volume compone una vera e propria galleria di ritratti della Seconda Repubblica, dove ciascun profilo viene analizzato con attenzione ai tratti stilistici e caratteriali, rivelando una classe dirigente spesso inadeguata, incapace di incarnare una guida autentica per il Paese. Figure come Agnelli, Berlinguer, Berlusconi, Grillo, Meloni, Draghi, solo per citarne alcuni, vengono inseriti in una narrazione che smaschera la "italica spregiudicatezza", un termine emblematico che – sottolinea Pellizzetti – non trova equivalenti nelle altre lingue europee, ma che in Italia è sinonimo di mancanza di scrupoli, sfrontatezza, assenza di rigore.

Tra le righe del saggio emerge anche un amarissimo disincanto, figlio di decenni di osservazione e analisi, già maturati in numerosi articoli pubblicati su testate come MicroMega e Il Fatto Quotidiano. La pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina diventano le lenti attraverso cui osservare l’incapacità del Paese di riappropriarsi del proprio destino.

Con ‘Autobiografie della Nazione’, Pellizzetti firma un’opera polemica e provocatoria, capace di suscitare dibattito e riflessione sulla vera identità del potere in Italia.

 

L’autore

Pierfranco Pellizzetti (1947). Genovese, ha insegnato nell’Ateneo genovese Politiche di Territorio ad Architettura, Politiche Globali e Sociologia dei fenomeni politici presso la Facoltà genovese di Scienza della Formazione, Comunicazione istituzionale e d’impresa nella Scuola Politecnica ex-Ingegneria di Genova.

Ha scritto per il Secolo XIX, il Fatto Quotidiano, il Manifesto, La Vanguardia di Barcellona e, sino al dicembre 2017, per la pagina locale de la Repubblica. Continua a farlo per MicroMega (dal 1996, su cui è anche responsabile della rubrica on line di segnalazioni librarie “Rileggiamoli insieme”) e Critica Liberale (dal 1976); da un decennio blogger nel sito de Il Fatto online.

Ha prodotto una consistente bibliografia, i cui ultimi titoli sono “Conflitto” (Codice 2013), “Storia della paura” (Mimesis 2014), “Società o barbarie” (il Saggiatore 2015), “Fenomenologia di Matteo Renzi” (Manifestolibri 2016), “Italia invertebrata” (Mimesis 2017). Nel corso del 2019 tre uscite: a marzo “Il conflitto populista – potere e contropotere alla fine del secolo americano” (Ombre corte), ad aprile “El fracaso de la indignation – del malestar al conflicto” (Alianza Editorial Madrid), edizione spagnola riveduta di “Conflitto”, e - infine - a ottobre un romanzo: “La fine delle buone maniere” per Aragno. Sempre per l’editore Aragno ha pubblicato la ricerca “Dalle Maone all’impresa a rete” (2021) e il “Dialogo sopra i massimi sistemi d’impresa” (2022).

L’era post americana, l’Europa e l’epoca tra il secolo scorso e questo nel libro del senatore Gian Guido Folloni

Super User 10 Giugno 2025 476 Visite

 

E’ stato un indimenticabile direttore di Avvenire (giornale Cei che ora vede alla guida Marco Girardo) ed un senatore illuminato. Eccellente giornalista ma ancor più capace di osservare, analizzare e descrivere le mutazioni della società italiana nel complesso, variegato e persino contraddittorio dopo guerra del secolo scorso e il divenire di questo, ricco di tecnologia e quindi profondi cambiamenti intellettuali, sociali, umani.

Tutto ciò è Gian Guido Folloni, che nel suo libro “L’era post americana”, sottotitolo “Il silenzio dell’Europa”, edito Guerini e Associati, ha messo per scritto questa grande esperienza accumulata nelle varie esperienze di vita.

Mai banale, sempre acuto e persino coraggioso è riuscito a creare un libro che potrebbe diventare un testo di storia contemporanea o comunque molto recente, in parte ancora immersa nella cronaca.

“Non è un libro di geopolitica, anche se di geopolitica ho finito per scrivere - afferma l’autore -. Tre anni fa ne avevo scritti e pubblicati altri due. Uno di racconti brevi, il titolo era “Città”. Il secondo percorre vent’anni di geo politica alla deriva. Tra il 1995 e il 2020 ho visitato molte nazioni. Come parlamentare incontravo autorità e governanti. Ma non esitavo a girare privatamente strade e luoghi incontrando la gente. Mai fidarsi dell’ufficialità. Titolo di quel libro: re in volution. Una rivoluzione volta al passato”.

Ed ora, spiega, ‘L’era post americana’ ne è la logica evoluzione. Noi siamo europei. Volenti o nolenti. Non c’entra l’Unione. Mi riferisco all’Europa. Non a trattati e burocrazie”.

Il libro, dice Folloni, “è una sorta di slalom, tra gli argomenti: democrazia, felicita, dolore, individualismo, guerra, regressi e fallimenti sociali, divisioni, demonizzazioni dei diversi. Franco Cardini (autore della prefazione mentre l’introduzione è di Daniele Lazzeri ndr) l’ha definito l’esame di coscienza di un’epoca. E’ stato il mio e spero serva a chi leggerà”.

“Possiamo dire che è il mio tentativo di dare una ragione – insiste il giornalista, scrittore e senatore - un perché, a ciò che sta accadendo: a noi, a chi sta dall’altra parte del Mediterraneo, dell’Atlantico, all’Asia e all’Africa. Siamo ancora una democrazia, anche se la gente a votare va sempre di meno? E perché non ci va? Perché i telegiornali sono pieni di femminicidi e stupri? Siamo felici o infelici? Perché? Il web, il 5G, i social, i like, le chat e l’intelligenza artificiale che cosa ci regalano in termini di umanità? Le stragi, i genocidi, le guerre. La guerra non volevamo ripudiarla? Perché è tornata signora, più che mai? Se la guerra è orrore, violenza, tragedia senza fine. Perché abbiamo inventato le guerre umanitarie?  Quella democratica. Quella preventiva. Chi da giustificazione e reputazione alla guerra?”.

L’Europa sempre più “sbrindellata”, l’Unione che sta perdendo l’orizzonte dei fondatori, che non ha voce. E l’era americana, del dollaro, della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale, dove sono finiti, costituiscono altri vibranti temi del libro.

Molte le risposte possibili per chi si definisce non senza orgoglio “democristiano, quale sono stato e sono”, mentre cita Ciriaco De Mita e Gianni Agnelli. Del primo dice: “quando non gli davano retta e sosteneva che non si capiva quel che egli volesse, De Mita usava dire: per capire bisogna volerlo.

Così è per le evidenze che, capitolo dopo capitolo, troverà chi lo legge”.

E il libro la lettura la merita, eccome.

Dino Frambati

Dino Frambati

'Palazzi svelati', oltre mille visitatori hanno visitato la sede della Regione Liguria

Super User 03 Giugno 2025 589 Visite

Un migliaio le persone che hanno visitato il Palazzo della Regione in piazza De Ferrari a Genova, in occasione di 'Palazzi Svelati'. L’iniziativa si è svolta ieri, lunedì 2 giugno, per la Festa della Repubblica e ha permesso a cittadini e turisti di accedere alle sedi istituzionali genovesi normalmente chiuse al pubblico. Il Palazzo della Regione è rimasto aperto dalle 10 alle 18 e, vista la grande richiesta che ha portato al sold out delle prenotazioni, le visite sono state estese anche a chi non era riuscito ad aggiudicarsi un posto nei giorni precedenti. 

Ad accogliere alcuni gruppi di visitatori è stato lo stesso presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, che commenta: "Aprire le porte del Palazzo della Regione significa mostrare tesori nascosti che appartengono a tutti. È fondamentale che i cittadini conoscano da vicino le istituzioni: è così che si costruisce uno scambio autentico e si rafforza la relazione con il territorio. ‘Palazzi Svelati’ conferma il suo successo anche nel 2025, rinnovandosi e contribuendo a una maggiore consapevolezza della bellezza di Genova, che si esprime attraverso una rete diffusa di palazzi che parlano alla città e ai suoi cittadini".

Il percorso espositivo 2025 ha accompagnato i visitatori in un viaggio artistico nella Liguria da Ponente a Levante, attraverso le opere di Ferdinando Giuseppe Piana, Alberto Beniscelli e Aldo Raimondi. Si tratta di acquerelli e oli su tela provenienti dalla collezione delle ex Aziende di Promozione Turistica (APT), oggi patrimonio della Regione Liguria: paesaggi, scorci costieri e urbani che raccontano la bellezza e la luce del territorio tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. I visitatori hanno inoltre potuto ammirare alcune statue in bronzo di Francesco Messina e scoprire la storia e le caratteristiche architettoniche della sede della Regione. L’iniziativa si inserisce nel programma 'Genova e l’Ottocento' e nasce da un project work sviluppato per valorizzare il patrimonio artistico pubblico e favorirne la fruizione condivisa.

Molti i luoghi simbolo della città che sono stati svelati per l’occasione, accessibili per la maggior parte sia al mattino che al pomeriggio: Palazzo Doria Tursi, Palazzo Tobia Pallavicino (Camera di Commercio), Palazzo della Borsa, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Palazzo dell’Università, Palazzo Lomellini Patrone (Comando Militare Esercito “Liguria”) e Palazzo San Giorgio (Autorità di Sistema Portuale). Hanno aderito anche il Museo del Risorgimento - Istituto Mazziniano, Villa Sauli Bombrini Doria (Conservatorio Paganini), la caserma “San Giorgio” (Guardia di Finanza), la direzione regionale INAIL, la Sala Operativa della Protezione Civile, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato, Palazzo Ducale, il Palazzo degli Uffici Finanziari (Agenzia delle Entrate), il Comando dei Vigili del Fuoco e il Museo Diocesano – Chiostro dei Canonici di San Lorenzo.

Genova, grandi nomi del giornalismo e della cultura alla rassegna “Incontri a Palazzo Pallavicino”

Super User 02 Giugno 2025 839 Visite

Il 3 giugno prende il via la rassegna estiva “Incontri a Palazzo Pallavicino”, il ciclo di appuntamenti culturali promosso da TN Events&Media in collaborazione con l’Associazione Pallavicino&Friends. Anche quest’anno, lo storico Palazzo Interiano Pallavicino di Piazza Fontane Marose a Genova, con il suo celebre giardino verticale, si trasforma in uno spazio di confronto e riflessione, accogliendo grandi nomi nazionali del panorama giornalistico, politico e culturale italiano tra cui Maurizio Belpietro, Michele Brambilla in dialogo con Matteo Cantile e Maurizio Michieli, Carlo Sama, Alessandro Sallusti, Mario Giordano, Claudio Martelli e Marcello Veneziani.

Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito, su prenotazione su eventbrite e fino ad esaurimento posti. Ogni appuntamento rappresenta l’occasione per accedere a luoghi di straordinario valore storico, solitamente non aperti al pubblico, e si concluderà con un brindisi conviviale che offrirà un ulteriore momento di dialogo tra ospiti e partecipanti. L'organizzazione si riserva la facoltà di apportare delle modifiche alle prenotazioni entro 48 ore prima dall'evento, per permettere una maggiore fruibilità degli incontri. 

La rassegna si aprirà martedì 3 giugno alle ore 18.30 con Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità e del settimanale Panorama, che dialogherà con il giornalista Massimiliano Lussana, ripercorrendo una carriera dedicata all’informazione libera e indipendente.

Mercoledì 4 giugno, sempre alle 18.30, si terrà un incontro sul futuro dell’informazione nell’era digitale, con la partecipazione dei direttori Michele Brambilla (Il Secolo XIX), Matteo Cantile (Telenord) e Maurizio Michieli (Telenord Sport). Al centro del dibattito, le sfide del giornalismo contemporaneo e l’impatto crescente dell’intelligenza artificiale. 

Giovedì 5 giugno sarà la volta di Carlo Sama, cognato e braccio destro di Raul Gardini, è stato responsabile delle Relazioni esterne del Gruppo Ferruzzi-Montedison, presidente de Il Messaggero e di Telemontecarlo, nonché amministratore delegato della Montedison. Nel libro La caduta di un impero (Rizzoli), racconta dall’interno l’ascesa e il crollo del colosso agroindustriale Ferruzzi, offrendo una testimonianza unica su uno dei capitoli più drammatici dell’economia italiana.

Venerdì 6 giugno interverrà Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano Il Giornale, con una riflessione sul liberalismo contemporaneo a partire dal suo saggio L’eresia liberale (Rizzoli).

Lunedì 9 giugno sarà ospite Mario Giordano, giornalista e conduttore dal 2018 della nota trasmissione "Fuori dal Coro", che presenterà Dynasty (Rizzoli), un’indagine sulle dinastie economiche che hanno segnato la storia recente del nostro Paese, da Agnelli a Del Vecchio, passando per Benetton e De Benedetti.

Martedì 10 giugno Claudio Martelli, già ministro della giustizia, racconterà la sua visione dei momenti più oscuri della nostra storia politica con l’incontro “Da Falcone a Moro, i giorni dell’abbandono”, ispirato ai suoi recenti libri Mi sento abbandonato (Solferino) e Vita e persecuzione di Giovanni Falcone (La nave di Teseo). 

Lunedì 16 giugno sarà dedicata all’informazione medico-scientifica, con un incontro su invito e riservato, promosso insieme all’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Genova. Il focus sarà sulla comunicazione sanitaria nell’era digitale e sull’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nella diffusione delle notizie mediche. 

La rassegna si concluderà mercoledì 18 giugno alle 19.30 con l’intervento di Marcello Veneziani, filosofo e scrittore, che presenterà il suo libro Senza eredi (Marsilio), una riflessione sull’assenza di figure di riferimento nel nostro tempo e sul destino dei maestri nella società contemporanea.

Gli incontri, saranno condotti dai giornalisti Massimiliano Lussana, Matteo Cantile e Gilberto Volpara. Media partner Telenord.

Premio Montale Fuori di Casa-Sezione Ligure-Apuana al poeta Maurizio Gregorini

Super User 27 Maggio 2025 804 Visite

Venerdì 30 maggio, alle ore 18:30, nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale (Piazza Matteotti 9, Genova), si terrà la cerimonia ufficiale di consegna del Premio Montale Fuori di Casa-Sezione Ligure-Apuana al poeta e saggista Maurizio Gregorini. Un appuntamento che si inserisce nel programma nazionale del Premio per l’anno 2025, dedicato a due ricorrenze fondamentali: i cinquant’anni dal conferimento del Premio Nobel a Eugenio Montale e i cento anni dalla pubblicazione della raccolta ‘Ossi di seppia’.

Introdurrà i lavori la presidente del Premio, Adriana Beverini, seguiranno gli interventi di Francesco De Nicola (critico letterario), Marco Nereo Rotelli (artista), Stefano Termanini (editore). Il premiato Maurizio Gregorini darà vita ad un reading poetico con musiche del chitarrista Luca Borriello e voci di Micaela e Matilde. L’incontro si concluderà con un’esibizione in versi genovesi del poeta dialettale Ucarbun.

 

Motivazioni del premio

In occasione del cinquantenario del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura a Eugenio Montale e del centenario della pubblicazione di ‘Ossi di seppia’, il Premio Montale Fuori di Casa – Sezione Ligure-Apuana viene assegnato a Maurizio Gregorini, per la forza e la coerenza di un’opera che intreccia poesia, scrittura, regia e impegno culturale, sempre con al centro Genova, sua città d’origine e d’elezione. Il libro ‘A Genova c’è’ ne è testimonianza diretta: versi intensi che affrontano il rischio di confrontarsi con l’eredità di Montale, Caproni, Sanguineti, senza timore ma con consapevole coraggio. Gregorini attraversa Genova come poeta e come regista, con uno sguardo capace di cogliere contrasti e bellezza, inquietudine e identità. La poesia per lui è movimento interiore, proprio come il porto che descrive: “introspezione, moto perenne, saturnine spoglie”. E ancora torna a Montale nel suo ultimo Erbario Bestiario Lapidario, dove l’omaggio all’“upupa” si fa dialogo poetico ironico e colto, tra echi montaliani e invenzioni personali. Un premio che riconosce non solo l’autore, ma una visione culturale radicata e vibrante.

 

Biografia del premiato

Maurizio Gregorini (Genova, 1959) è poeta, regista, scrittore e organizzatore culturale. Da sempre impegnato nella promozione della cultura sul territorio, ha fondato e diretto per 18 anni la Scuola d’Arte Cinematografica di Genova e per 5 anni il centro culturale Lebowski, oltre al magazine online Il Culturista. Come autore ha pubblicato sei raccolte di poesia, un romanzo, un libro fotografico e un saggio su Martin Scorsese, e ha firmato oltre cento filmati tra videoclip, spot e documentari. È stato sceneggiatore per fiction televisive e progetti di videoarte, e ha curato esterne per programmi TV nazionali (Mediaset). Dal 2018 al 2024 ha ricoperto il ruolo di Cultural Manager del Comune di Genova, ideando e dirigendo mostre d’arte e festival internazionali. Scrive di street art per Exibart e collabora con artisti e poeti in progetti multidisciplinari.

 

Il Premio Montale Fuori di Casa 2025

Il Premio Montale Fuori di Casa celebra nel 2025 due importanti anniversari: i 50 anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura a Eugenio Montale (1975) e i 100 anni dalla pubblicazione del volume "Ossi di seppia" (1925). La premiazione dello scrittore Gregorini che segue quella del professor De Nicola del 19 maggio e del professor Alberto Diaspro, svoltasi a Genova il 6 maggio, fanno parte dell’omaggio del Premio Montale Fuori di Casa alla città di Genova che ha dato i natali al grande poeta.

Il ritratto di Papa Benedetto e la mostra del Giubileo, le opere di Giorgio Oikonomoy per Genova

Super User 23 Maggio 2025 532 Visite

Il servizio di Vittorio Sirianni

Il 15 maggio del 2008, Papa Benedetto XVI era salito alla Guardia. La Curia genovese, in ringraziamento, gli aveva donato il suo ritratto, in ginocchio davanti alla Madonna. Lo aveva dipinto Giorgio Oikonomoy, pittore famoso greco-genovese. Le pieghe della veste simboleggiavano i mali del mondo, la Madonna era quella dell'Oratorio San Filippo, la veste del Papa rialzata sul collo, per il vento che c’è su, al Santuario.

La grande Mostra per il Giubileo, voluta dalla Curia di Genova, adesso è visitabile proprio nell'Oratorio dove c’è quella statua della Madonna. In via Lomellini, Oratorio San Filippo, mostra aperta sino al 15 giugno. Ingresso libero.

Di nuovo insieme la Curia genovese e Oikonomoy. 20 grandi tele "Dalla paura, alla speranza" la lotta del bene, sui mali del mondo, violenza, guerre, povertà. Ne hanno parlato padre Mauro De Gioia, mons. Gianluigi Canabano e la critica d’arte Grazia di Natale. E poi Giorgio, generoso come sempre, fuorché nelle doppie del suo italiano.

C’è una immagine di Cristo, le braccia larghe, abbandonate, e una mano divina che aggiunge una piccola cintura di salvataggio rossa. Il ritorno alla speranza consolatrice. È Giorgio Oikonomoy per Genova, la sua città.

Gli ha reso omaggio, il violino del maestro Eliano Calamaro, pezzi di casa e brani di Paganini, perché proprio qui, e nella Chiesa accanto, Paganini si era offerto alla musica, e ai genovesi. Magnifico connubio.

Paolo Zerbini

Da sinistra: i giornalisti Marco Benvenuto, Vittorio Sirianni e Paolo Zerbini

“Dipinti dalla paura alla speranza”, le opere di Giorgio Oikonomoy esposte nell’Oratorio San Filippo Neri

Super User 19 Maggio 2025 1494 Visite

Da martedì 20 maggio a domenica 15 giugno, nell’Oratorio San Filippo Neri (via Lomellini 12, Genova) è allestita la mostra “Dipinti dalla paura alla speranza”, una raccolta di opere pittoriche del maestro Giorgio Oikonomoy.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Arcidiocesi di Genova nell’Anno del Giubileo “Pellegrini di speranza”, comprende opere che affrontano in gran parte temi critici del mondo contemporaneo.

“La mostra costituisce un importante contributo alla vita spirituale e culturale della nostra città in occasione dell’Anno Santo - spiega padre Mauro De Gioia, coordinatore dell’Ufficio Cultura della Diocesi -. Le opere scelte per l’esposizione affrontano temi attuali del mondo di oggi, dalla violenza sulle donne alla guerra alla crisi migratoria e permettono ai visitatori di accostarsi all’aspetto forse meno conosciuto dell’opera di Oikonomoy”.

“Osservando la mostra, lo sguardo non deve fermarsi alla prima occhiata, ma deve penetrare nel profondo, nella sostanza di un pensiero, quello di Oikonomoy, che non è mai superficiale e puramente estetico, ma sempre intriso di profondo pathos, di un sentimento che nelle sue ultime opere può apparire doloroso, ma che in realtà è sempre fiducioso e colmo di speranza”, spiega Grazia Di Natale, coordinatore Ufficio Beni Culturali della Diocesi e autrice della lettura critica delle opere esposte.

L’esposizione sarà ospitata nella sala “Barocchetta” di via Lomellini. “L’Oratorio di San Filippo Neri e la comunità che lo anima costituiscono un importante e fondamentale riferimento per le attività culturali e spirituali del nostro centro storico”, dice Fabio Campinoti, presidente di Oratorium AVS, l’associazione che collabora con i Padri Filippini per la gestione del monumentale complesso e che si è fatta co-promotrice della mostra. 

La mostra “Oikonomoy. Dipinti dalla paura alla speranza” sarà inaugurata martedì 20 maggio alle ore 18 all’Oratorio San Filippo Neri (Via Lomellini 12).

Intervengono: Giorgio Oikonomoy, autore delle opere; Mons. Gianluigi Ganabano, delegato arcivescovile per il Giubileo; padre Mauro De Gioia, coordinatore Ufficio Cultura; Grazia Di Natale, coordinatore Ufficio Beni Culturali.

Il violoncellista Eliano Calamaro, già primo violino del teatro Carlo Felice, eseguirà brani musicali.

 

Orari di visita

Tutti i giorni 9.30-12.30 e 16-19. Chiuso lunedì mattina.

Scuole e gruppi organizzati possono concordare specifici appuntamenti:

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; tel. 010.2700251 (da lunedì a venerdì ore 9-13).

 

Giorgio Oikonomoy

Nato ad Atene il 21 Gennaio 1947, l’artista vive e lavora a Genova dove arriva giovanissimo per iscriversi alla locale facoltà di Architettura.

Dell’autore ricordiamo l’esposizione nel Palazzo Reale di Abu Dhabi (1995), a Castel dell’Ovo a Napoli (2006) e nel 2013 la mostra Costantiniana presso la Chiesa deli Santo Sepolcro a Milano nel contesto delle celebrazioni organizzate dalla Biblioteca Ambrosiana per il 17° centenario dell’Editto di Milano.

Il suo rapporto con Genova rimane fondamentale. Qui inizia una feconda e intensa attività di produzione artistica e promozione culturale. Nel 1989 realizza la più grande vetrata che esista in Europa, presso la chiesa di S. Giustino e S. Maria di Montesignano in Genova. Durante le “Colombiadi” del 1992 inaugura la grande mostra “Genova città di Colombo nei dipinti di Oikonomoy” al Palazzo Serra Gerace e la mostra “Genova verso la Cattedrale” all’interno della Chiesa metropolitana di San Lorenzo.

La collaborazione con la Chiesa genovese lo porta ad eseguire i ritratti dei Cardinali Boetto, Canestri e Tettamanzi e il quadro in occasione della visita a Genova di Benedetto XVI (2008): è nell’ambito di questo amichevole e fecondo rapporto che si inserisce la nostra mostra “Dipinti dalla paura alla speranza” che il Maestro ha voluto offrire in occasione del Giubileo di quest’anno.

“Liquid Sky”, al Galata Museo del Mare la terza edizione della rassegna d’arte contemporanea

Super User 13 Maggio 2025 533 Visite

Dal 17 al 23 maggio il Galata Museo del Mare ospita Liquid Sky, rassegna d’arte contemporanea curata da Benedetta Spagnuolo e promossa dall’associazione Artisti Italiani – arti visive e promozione, con il patrocinio della Regione Liguria.

La mostra sarà inaugurata venerdì 16 maggio alle ore 17.00 e sarà visitabile ogni giorno dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.00), all’interno della Galleria delle Esposizioni del secondo piano. L’ingresso è incluso nel biglietto del museo.

Oltre cinquanta opere – tra pittura, fotografia, scultura, installazione, collage e videoarte – raccontano il legame simbolico tra acqua e cielo, elementi che si fondono in un orizzonte carico di significati. Gli artisti provengono da tutta Italia e da diversi Paesi esteri, tra cui Russia, Regno Unito, Cina e Stati Uniti.

Il titolo della rassegna si ispira all’omonimo film cult di Slava Tsukerman (1982), e invita a riflettere su quella linea sottile in cui cielo e mare si incontrano, confondendosi fino a diventare un’unica sostanza, immagine dell’inconscio e del viaggio interiore.

Come suggeriva Carl Gustav Jung, l’acqua è il simbolo dell’inconscio per eccellenza, matrice della coscienza e spazio dove prendono forma archetipi profondi, comuni a ogni essere umano. In questo orizzonte simbolico trovano posto anche la barca – compagna di viaggio –, la vela che si lascia guidare dal vento, il destino che soffia e spinge a cambiare rotta.

Le opere in mostra restituiscono questa complessità attraverso linguaggi visivi diversi, ma uniti da una comune tensione poetica: immagini che possono essere limpide o torbide, luminose o oscure, ma sempre espressive di qualcosa che si muove dentro di noi.

È un invito alla contemplazione e al sentire, un’esperienza in cui cielo e mare diventano specchio dell’animo umano, spazio aperto dove perdersi, ritrovarsi e lasciarsi portare. Perché a volte, per cercare pace, basta guardare l’orizzonte.

Espongono: Tiziana Alocci, Antokso, ArteosMichael, Nina Barnini, Blu Bordeaux, Giulia Boni, Riccardo Brizzi, Cate Nuto, Cristina Cornaglia, Silvia Corti, Mirko Credito, Andrea Crosa, Christina Gednalske, Bruno Gregory, Anna Kapyrina, Luca Rossano Limongi, Mastro, Fabrizio Molducci, Stefano Monaco, Michela Moreschini, Valerio Murri, Polyni, Silvia Prati, Stefano Questorio, Ilaria Sartori, Daniele Scerra, Wanting Wang. Le fotografie e le riprese video sono di Francesco Arena.

Benedetta Spagnuolo, curatrice della rassegna, è critica d’arte e fondatrice dell’associazione Artisti Italiani. Collabora con riviste di settore e da anni si dedica alla valorizzazione delle arti visive contemporanee, con particolare attenzione alla componente simbolica ed espressiva del linguaggio artistico.

Il Galata Museo del Mare è il più grande museo marittimo del Mediterraneo. Situato nel cuore del porto antico di Genova, all’interno di un edificio moderno in vetro e acciaio affacciato sull’antico Arsenale della Repubblica di Genova, il museo racconta il profondo legame tra l’uomo e il mare attraverso percorsi espositivi interattivi, installazioni multimediali e una ricchissima collezione permanente. Inaugurato nel il Galata è oggi un punto di riferimento culturale per la città, oltre che una tappa imprescindibile per visitatori, studiosi e appassionati di storia, navigazione ed esplorazioni.

Wanting Wang

 

Teatri, Michele Galli è il nuovo sovrintendente del Carlo Felice

Super User 22 Aprile 2025 824 Visite

Riunito questa mattina a Palazzo Tursi nella sua prima riunione di insediamento, il nuovo consiglio di indirizzo ha recepito l’indicazione del ministero della Cultura come nuovo sovrintendente della Fondazione Teatro Carlo Felice di Michele Galli, attuale direttore generale della Fondazione Teatro di Pisa. Il nuovo consiglio di indirizzo, presieduto dal presidente della Fondazione, il facente funzioni sindaco, insediatosi questa mattina, è ora composto: per il Comune di Genova dal riconfermato Enrico Musso, per Regione Liguria dal riconfermato Mario Menini, da Fabrizio Callai, presidente del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, su indicazione del Ministero della Cultura e da Francesco Bongarrà direttore dell’istituto italiano di Cultura a Londra, indicato da Iren.

Il presidente della Fondazione, il facente funzioni sindaco di Genova Pietro Piciocchi, ha ringraziato il sovrintendente uscente Claudio Orazi, sentitamente, per il lavoro svolto in questi anni e per i risultati ottenuti anche nell’internazionalizzazione del Teatro. La formalizzazione della nomina del nuovo sovrintendente Galli avverrà nelle prossime ore con decreto del ministro alla Cultura Alessandro Giuli.

Nato a Cremona nel 1963, Galli è laureato in Giurisprudenza. Dal 2022 è Direttore Generale della Fondazione Teatro di Pisa (Teatro di Tradizione), con compiti di direzione e organizzazione delle attività della Fondazione, gestione del personale, direzione e coordinamento in autonomia delle attività artistiche, tecniche, amministrative ed economico-finanziarie della Fondazione. Galli ha maturato una ultraventennale attività come dirigente di Fondazioni Lirico-Sinfoniche, Teatri di Tradizione e Festival musicali italiani, tra cui: la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro Comunale di Bologna, la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro dell’Opera di Roma, la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Fondazione Lirico Sinfonica Teatro Regio di Torino, la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi – Teatro di Tradizione, la Fondazione Teatro di Pisa – Teatro di Tradizione - e il Palau de Les Arts di Valencia.

Nasce Palazzo Foundation: nuova luce al più importante patrimonio rinascimentale di Genova

Super User 08 Aprile 2025 787 Visite

Una nuova pagina si apre per Villa Pallavicino delle Peschiere, una delle dimore rinascimentali più prestigiose d’Italia, grazie alla nascita di Palazzo Foundation. Il nuovo Ente del Terzo Settore, promosso dal broker assicurativo Lockton P. L. Ferrari, si pone l’obiettivo ambizioso e visionario di restituire alla collettività un gioiello storico genovese, trasformandolo in un polo culturale dinamico, inclusivo e aperto al mondo.

“La creazione di Palazzo Foundation rappresenta un atto concreto di restituzione alla comunità di un frammento vitale della sua identità storica e sociale - afferma il presidente Filippo Fabbri -. Per troppi anni Villa Pallavicino delle Peschiere, pur essendo un simbolo di Genova e una delle più belle ville rinascimentali d’Italia, è rimasta inaccessibile al grande pubblico. Oggi apriamo i cancelli con la volontà di creare un luogo vivo, dove dialogo, cultura, formazione e bellezza possano essere condivisi e generare valore per tutti”. 

Un progetto tra storia e futuro

Villa Pallavicino delle Peschiere, immortalata nel XVII secolo da Rubens e scelta da Charles Dickens come dimora temporanea, è molto più di un capolavoro architettonico: è un patrimonio di memoria e identità. Palazzo Foundation nasce per custodirlo, valorizzarlo e farlo risplendere nuovamente nella vita cittadina e nazionale.

Tra gli obiettivi principali della Fondazione, il restauro integrale della Grotta Pallavicino, straordinario esempio di architettura da giardino del Cinquecento, noto per le sue rare decorazioni polimateriche. Il recupero della Grotta è simbolo della più ampia missione della Fondazione: unire conservazione e innovazione, creando un punto di incontro tra passato e presente.

Un nuovo polo per cultura, turismo e formazione

Palazzo Foundation intende sviluppare attività che spaziano dallo studio del patrimonio alla promozione di eventi, mostre, concerti, seminari e iniziative educative, anche in sinergia con le università. In particolare, il progetto si intreccia con il percorso di formazione d:cult dell’Università di Genova, offrendo concrete opportunità di placement per giovani professionisti nel campo delle humanities.

In questa direzione, Villa delle Peschiere diventa anche catalizzatore di nuove energie creative. L'apertura alla contemporaneità è centrale nel progetto, con un dialogo aperto con artisti e gallerie internazionali. A inaugurare questo nuovo corso è la collaborazione con Pinksummer Contemporary Art, che porta nel parco della Villa tre installazioni dell’artista Tomás Saraceno, tra cui una mai esposta prima in Italia. Le opere, provenienti dalla mostra Web(s) of Life della Serpentine Gallery di Londra, riflettono sul rapporto tra uomo e natura e sono pensate come rifugi per animali, in linea con i valori di sostenibilità della Fondazione.

Arte, inclusione e partecipazione: la villa si apre alla città

Nel corso del 2025 Villa Pallavicino delle Peschiere ospiterà una serie di iniziative di grande rilievo, tra cui: la prima mostra personale in Italia di James Hawke, pittore britannico celebre per le sue opere ispirate alle villeggiature mediterranee; il ciclo “Opera Lirica in Villa”, che si aprirà l’11 aprile con Madama Butterfly, sotto il patrocinio di RAI Liguria. L’evento inaugurale sarà gratuito fino a esaurimento posti.

Palazzo Foundation punta a diventare un motore dell’economia culturale cittadina, attirando turisti, studiosi, artisti e appassionati da ogni parte del mondo. Ma soprattutto intende restituire a Genova – e ai genovesi – un luogo dove la bellezza non sia solo contemplata, ma vissuta e condivisa.

Per partecipare a eventi, visite guidate e per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.palazzo-foundation.org

Tigullio, 25 super lettori sceglieranno i vincitori del concorso letterario “Santa in Giallo”

Super User 05 Aprile 2025 853 Visite

 

E’ pronta la giuria popolare di “Santa in Giallo”, il concorso letterario nazionale dedicato alla letteratura di genere giallo, noir, thriller e affini. Il concorso è organizzato da Stella Nosella, Marco Delpino, Carlo A. Martigli e Paolo Fizzarotti, in collaborazione con il Comune di Santa Margherita Ligure. Il 30 aprile si chiude il termine per l’invio degli editi e degli inediti partecipanti: subito dopo la giuria inizierà il suo lavoro di selezione. All’inizio di ottobre, a Santa, ci sarà un festival di tre giorni dedicato alla letteratura di genere giallo, che si concluderà con la cerimonia di premiazione.

La giuria è composta da 25 lettori esperti, abitanti a Santa Margherita e Rapallo. In pratica la giuria è composta da due gruppi: uno che fa capo alla biblioteca di Santa Margherita Ligure e uno composto dai membri del circolo “Amici del libro” di Rapallo.

A coordinare i lavori della giuria sarà Marina Marchetti, responsabile dei Servizi Bibliotecari del Comune di Santa Margherita Ligure.

“Sapevo che qualcosa stava bollendo in pentola – afferma Marina Marchetti - perché l'amico Paolo Fizzarotti, giornalista e scrittore sammargheritese con il quale abbiamo già collaborato per altri eventi culturali, mi aveva confidato che stava lavorando con altri operatori culturali della città per dar vita ad un premio letterario di livello nazionale. La cosa poi si è concretizzata ed è nato il concorso con festival annesso chiamato "Santa in Giallo". Mi fa piacere di essere stata coinvolta in questa avventura, anche se il mio compito non sarà facile perché dovrò coordinare il lavoro della giuria popolare. Con Paolo abbiamo già coinvolto un bel gruppo di lettori. La giuria sarà composta da 25 ottimi elementi con i quali sarà un piacere condividere questa esperienza”.

Il sindaco Guglielmo Caversazio, in accordo con il vice sindaco Fabiola Brunetti, ha affidato al consigliere comunale Andrea Turrin (che si occupa delle attività culturali in città) il delicato compito di fare da raccordo tra gli organizzatori e l’amministrazione comunale.

“Credo nella potenzialità del festival Santa in Giallo, con il relativo concorso letterario – afferma Turrin - Insieme agli organizzatori puntiamo a diventare uno dei più importanti appuntamenti del settore, a livello nazionale”.

“Questo nostro festival – spiega Paolo Fizzarotti, direttore artistico – vuole coinvolgere tutta la città, dagli operatori economici alle associazioni di vario genere. Proprio per questo voglio ringraziare i consiglieri di opposizione Emanuele Cozzio e Giuseppe Pastine, che ci stanno aiutando fattivamente nell’organizzazione di un evento che mira a dare lustro a tutta la città, a prescindere dagli schieramenti. Ma abbiamo riscontri positivi e interesse anche dagli altri operatori cittadini”.

Portofino Days, il Premio Cinema e Patrimonio va alla serie televisiva su Mameli

Super User 25 Marzo 2025 708 Visite

 

Nell’ambito dei Portofino Days, il prossimo 28 marzo sarà consegnato alla società di produzione Pepito di Roma il Premio Cinema e Patrimonio, il prestigioso riconoscimento assegnato dall’ente Stati Generali del Patrimonio Italiano alle produzioni cinematografiche e televisive che promuovono il patrimonio architettonico, artistico, culturale e storico italiano.

La casa di produzione romana ha realizzato la miniserie “Mameli, il ragazzo che sognò l’Italia” messa in onda da Rai 1 che racconta la storia del patriota genovese Goffredo Mameli morto poco più che ventenne, autore del Canto degli Italiani l’inno nazionale.

A ritirare il premio sarà Agostino Saccà, presidente di Pepito Produzioni e già direttore generale Rai, che lo riceverà da Ivan Drogo Inglese presidente dell’ente.

Il premio, una ceramica firmata Tullio Mazzotti di Albissola, in precedenza è stato assegnato alla regista Cinzia Torrini per la serie Elisa di Rivombrosa trasmessa da Canale 5 e girata nel Castello di Agliè vicino Torino.

Moto Guzzi: 104 anni di storia raccontata in un libro di Elena Bagnasco

Super User 15 Marzo 2025 1630 Visite

Correva l’anno 1921 quando proprio a Genova venne firmato l’atto costitutivo della Moto Guzzi, fondata all’ombra della Lanterna il 15 marzo 1921.

La “culla” della neonata società dal simbolo dell’aquila fu lo studio del notaio Cassanello, nel quartiere residenziale di Carignano, dove erano radunati l’imprenditore genovese Emanuele Vittorio Parodi con il nipote Angelo e il figlio Giorgio, anche in rappresentanza di Carlo Guzzi e Gaetano Belviglieri, uomo di fiducia della famiglia Parodi.

Nasceva una storia epica, iconica nel mondo delle due ruote Guzzi, ancora oggi brand di eccellenza e diffuso nel pianeta, sogno di tanti.

Ed aiuterà a ricordare la storia una nuova pubblicazione, ricca di documenti inediti e testimonianze, che uscirà in occasione dell’ottantesimo anno della scomparsa di Emanuele Vittorio Parodi e settantesimo di Giorgio Parodi.

“Avevo 9 anni quando il papà mi lasciò 70 anni fa – ricorda Marina Cais di Pierlas Parodi - negli ultimi mesi era triste pensando alla mamma che era mancata l’anno precedente. Il suo sorriso tuttavia tornava ad accendersi quando mi raccontava del suo papà Manuelin e della GP, della Guzzi, delle vittorie, dei nuovi progetti. Uno tra i ricordi più belli è quando per mano mi portò a visitare la galleria del vento, era orgoglioso di questa galleria che lui chiamava tunnel, felice tra i suoi impiegati e i suoi operai. Lasciò la presidenza per stare vicino a mamma nella sua malattia, ma non lasciò mai la sua Guzzi e rimase sempre vicino al fratello Enrico sedendo in Consiglio fino alla sua morte”.

Narrazione che integra Elena Bagnasco, autrice del libro, nipote del fondatore: “dopo quasi tre anni di ricerca in archivi - fa sapere - era giusto fermare tutto in uno scritto. C’è sempre stata molta nebbia sulla nascita del primo prototipo di motocicletta, la GP 500 del 1919, la mia ricerca vuole essere un contributo per far chiarezza in questa bellissima storia. Questo è un anno particolare, ci sono due ricorrenze importanti, come genovese e discendente della famiglia, ho voluto celebrare il loro ricordo con questo lavoro, che andrà ad integrare il volume sulla famiglia uscito nel 2021. Un grande passato industriale, non solo dei Parodi, ma di una terra che ha dato un impulso fondamentale allo sviluppo tecnologico della prima metà del Novecento”.

L’editore dell’opera, giornalista e scrittore Stefano Termanini, fa sapere come per realizzare il libro Elena Bagnasco abbia “visitato archivi, compulsato e studiato documenti. Per ricostruire la storia della fabbricazione del primo prototipo della Guzzi, narrando quali furono gli antefatti e le premesse che ad essa condussero, il libro di Elena Bagnasco non esce dal saldo perimetro delle fonti primarie. Il libro cui stiamo lavorando è dunque rigoroso, ma è, al tempo stesso, narrativo. Riesce, in ogni caso, a far rivivere le emozioni, l’energia e la vita di coloro che 104 anni fa, dopo averlo a lungo inseguito, riuscirono a realizzare un sogno. E, pur sempre con genovese concretezza, a fondare un mito”.

Dino Frambati

Al Carlo Felice il concerto inaugurale di ‘Genova e l’800’, Orazi: “Percorso che racconta la storia dell’opera italiana”

Super User 12 Marzo 2025 713 Visite

Il Teatro Carlo Felice alza il sipario sul Concerto di Gala Inaugurale 'Genova e l'800, che segna l'apertura del grande tema Genova e l'800, cuore dell'offerta culturale della città nel 2025. L'appuntamento è per venerdì 14 marzo alle 20:00.

L'evento rappresenta un’occasione per immergersi nella musica del XIX secolo e nella figura di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi compositori della storia della musica.

La serata si arricchisce con una conferenza di apertura tenuta da Raffaele Mellace, docente dell'Università di Genova, che approfondisce il legame tra Verdi e la città di Genova, così come il contesto musicale del secolo XIX, un periodo di straordinarie trasformazioni artistiche e culturali.

La conferenza offre al pubblico uno spunto per comprendere meglio il panorama musicale dell'epoca e il contributo fondamentale di Verdi alla storia della musica operistica. La discussione è seguita da un concerto che vede protagonisti alcuni dei migliori interpreti della scena lirica.

Il programma musicale include arie e brani del repertorio verdiano e di altri compositori dell’800, eseguiti dai talentuosi artisti che prendono parte all'evento. Sul palco si esibiscono Maria Agresta, soprano di fama mondiale, il tenore Francesco Demuro, il baritono Gabriele Viviani, e il pianista Michele D'Elia, che accompagna i cantanti in un'esecuzione raffinata e coinvolgente. 

«Con questo concerto inaugurale al Teatro Carlo Felice di Genova intendiamo celebrare il secolo d’oro della stagione operistica italiana così come viene percepita dal grande pubblico ancor oggi - dice il facente funzioni sindaco Pietro Piciocchi - Un omaggio doveroso se pensiamo ai diversi palcoscenici dedicati alla lirica nella Genova ottocentesca e alla scelta di Verdi di legarsi saldamente proprio alla nostra città, in cui trovò collaborazioni, stimoli e ispirazione.  In questo periodo storico non solo la musica, ma tutta l’arte genovese si colloca a pieno titolo nel panorama nazionale e internazionale: fu un secolo fecondo e proattivo che desideriamo raccontare nelle varie sfaccettature con l’anno di eventi dedicati a ‘Genova e l’800’. Un programma ricchissimo con cui ci poniamo l'obiettivo di valorizzare sempre di più il nostro patrimonio artistico e la nostra storia, coinvolgere i giovani e il rafforzare il turismo culturale. Le collaborazioni con gli altri enti, associazioni, fondazioni saprà fare la differenza e coinvolgere pubblici diversi». 

«Un grande concerto per aprire l’anno di eventi dedicati a Genova e l’800 – dichiara l’assessore alla Cultura Lorenza Rosso - un secolo che ha rappresentato tantissimi cambiamenti per la nostra città. Dal punto di vista musicale ascolteremo una serie di composizioni passate alla storia, con il contributo di artisti di livello mondiale. Nulla come la musica rappresenta meglio quel concetto di unione tra culture che vogliamo valorizzare in ogni sua forma. Una location d’eccellenza come quella del Carlo Felice richiama poi quel senso di storia e arte che vogliamo trasmettere con il tema ottocentesco, dando uno sguardo alle grandi fonti artistiche che hanno influenzato l’evoluzione di Genova».

«Il concerto Genova nell’800 - commenta Claudio Orazi, sovrintendente del Teatro Carlo Felice - propone una selezione di brani in un percorso ideale che racconta la storia dell’opera italiana ottocentesca attraverso i lavori di tre dei suoi maggiori esponenti: Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini. In apertura, «Ardir!... Voglio dire... lo stupendo Elisir», dall’Elisir d’amore di Donizetti, rappresentato per la prima volta nel 1832 e grande esempio di melodramma giocoso. Seguono alcuni brani dai più celebri titoli verdiani, da Otello, La traviata, Simon Boccanegra e Luisa Miller, a tracciare le significative evoluzioni del melodramma ottocentesco italiano. In chiusura, due brani dal repertorio pucciniano che, sul finire del secolo, raccolgono il grande patrimonio ottocentesco delineando al contempo un nuovo modo di intendere il teatro musicale».

“La bomba”, ovvero il manuale di sopravvivenza alla guerra nucleare

Super User 09 Marzo 2025 685 Visite

 

Tutto quello che c’è da sapere in caso di guerra nucleare e come sopravvivere restando nei rifugi. Quante e se ci sono speranze di sopravvivenza.
E’ l’argomento di una sorta di corposo manuale da 300 pagine, dettagliato e che non tratta soltanto di un eventuale trauma atomico, ma traccia storia e dati del mondo nell’era moderna, quando è stata partorita dalla mente umana l’arma più distruttiva di sempre, a partire addirittura dal 1743, quando una farmacista tedesca scoprì elementi fino ad allora sconosciuti.

Un volume forse unico nel suo genere, che dal titolo “La bomba” e relativo disegno in copertina, fa capire cosa andrà a leggere il lettore. Il tema, ma non il contenuto che stupisce ad ogni pagina che si volta per le news che offre.
“Tutto quello che dovreste sapere in caso di guerra nucleare”, il sottotitolo scelto dall’autore, Andrea Cattaneo. Genovese, ceo di una società internazionale di energia che opera in tre continenti. Manager di esperienza come pochi, che ha visitato 132 Paesi del mondo, mettendo piede più volte nelle nazioni che hanno l’atomica, incontrando ed intrattenendo rapporti con capi di Stato, due premi Nobel per la pace.
La sua passione è la geopolitica, centro peraltro della sua attività professionale.
“Ho scritto questo libro dopo l’invasione dell’Ucraina - spiega Cattaneo - per diffondere la conoscenza della materia nel pubblico europeo”. E specifica che “vuole essere un manuale utile per spiegare la differenza tra bomba atomica e bomba nucleare, spiegandone le profonde differenze”.
Ma anche, insiste l’autore, “per fare conoscere la storia della teoria scientifica alla base dell’energia nucleare, dando alcuni rudimenti di fisica per capire tale tecnologia e da questo seguire la storia della costruzione di un ordigno bellico”.
Il libro contiene anche una cospicua parte storica, molto documentata e che parte dall’utilizzo della “prima bomba - sottolinea Andrea Cattaneo - e della successiva corsa alla costruzione di centinaia e poi migliaia di bombe da parte di superpotenze rivali. La parte più lunga e più utile del libro spiega le misure più fondamentali ed urgenti grazie alle quali un privato, una famiglia può sopravvivere nei giorni successivi all’esplosione di tale bomba, dando consigli pratici, medici e psicologici”.
Nella forte e probabilmente ben motivata speranza che nessun folle decida di passare alla guerra atomica che distruggerebbe anche chi la scatena, il libro è comunque istruttivo quanto a nozioni della storia moderna ed intriga perché le indicazioni che fornisce, frutto anche di una ampissima bibliografia, sono cognizioni interessanti che ciascuno deve conoscere in questo mondo e nel momento storico complesso e spesso confuso, nel quale viviamo.

 

Dino Frambati

Palazzo Ducale, Raffaella Romagnolo vince il premio ‘Donna scrittrice’ con ‘Aggiustare l’universo’

Super User 09 Marzo 2025 1139 Visite

Cerimonia conclusiva, ieri a Palazzo Ducale, della 39esima edizione del Premio Letterario Nazionale per la Donna Scrittrice, il primo riconoscimento in Italia riservato alle scrittrici.

Ad aggiudicarsi il Premio, che consiste in un assegno del valore di 5.000 euro, è stata Raffaella Romagnolo, autrice di “Aggiustare l’universo”. Seconda posizione per Paola Mastrocola, che con il suo “Il dio del fuoco” si è aggiudicata un assegno di 3.000 euro. Terzo posto per Anita Likmeta autrice di “Le favole del comunismo”, ha vinto un assegno da 2.000 euro. A tutte e tre le scrittrici è stata anche consegnata una targa.

Raffaela Romagnolo, nata a Casale Monferrato, vive sulle colline tra Piemonte e Liguria, insegna in un Istituto Tecnico. Ha pubblicato diversi romanzi che sono stati tradotti in sette lingue, tra cui “La masnà” e “La figlia sbagliata”. È presente al premio con il romanzo” Aggiustare l’Universo”, Milano, Mondadori, 2023.

Paola Mastrocola, torinese, per molti anni insegnante di lettere nei licei, è una scrittrice affermata, con all’attivo numerosi romanzi di successo come “La gallina volante”, premio Donna Scrittrice 2001 e “Una barca nel bosco”, premio Campiello 2004. La sua opera in concorso s’intitola “Il Dio del Fuoco”, Torino, Einaudi, 2024.

Anita Likmeta, nata nel 1985 in Albania, naturalizzata italiana, ha conseguito la maturità classica e si è laureata in Lettere e Filosofia. Di professione è imprenditrice. In letteratura è debuttante con il romanzo “Le favole del comunismo”, Venezia, Marsilio, 2024.

I libri delle tre finaliste, scelti a gennaio, su oltre 80 opere in concorso, dalla giuria tecnica, costituita da Elvio Guagnini (presidente), Francesco De Nicola (vicepresidente), Simona Baldelli, Mario Baudino, Luigi Mascheroni, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri, Camilla Tagliabue e Pier Antonio Zannoni, sono stati votati anche dalla giuria popolare, formata da 30 persone scelte tra i lettori più accaniti delle biblioteche genovesi e da esponenti del mondo culturale genovese.

Consegnato, inoltre, il Premio Opera prima a Marta Aidala con ‘La strangera’ (Milano, Guanda, 2024) e il ‘Premio Speciale della Giuria’ a Sveva Casati Modignani con ‘Lui, lei e il Paradiso’ (Milano, Sperling & Kupfer, 2024). Entrambe le vincitrici hanno ricevuto una targa ciascuna e un assegno da 2.000 euro.

Gli attori Silvia Pelizza e Raffaele Barca, del Teatro Nazionale di Genova, hanno accompagnato le premiazioni con la lettura di alcuni brani.

«Ospitare il Premio Nazionale Donna Scrittrice è un immenso onore per il Comune di Genova – ha commentato l’assessore alla Cultura Lorenza Rosso - In rappresentanza dell'amministrazione esprimo i miei più grandi ringraziamenti per averci permesso, come cittadinanza, di poter vivere una serata come questa, in un giorno tra i più significativi per tutte le donne del mondo. Per Genova, capitale italiana del libro nel 2023, la cultura ricopre un ruolo di primaria importanza e la lettura incarna alla perfezione quel messaggio di conoscenza a 360° che vogliamo diffondere. Abbiamo l’obiettivo di potenziare sempre più iniziative, come questa, che possono essere d’interesse anche per i giovani, con l’intenzione di stimolarli sempre più con l’obiettivo di riportare in loro la voglia di leggere un libro cartaceo. Penso che la stesura di un libro sia per uno scrittore un momento di grazia, fin dalle prime fasi e arrivando ai momenti finali della correzione delle bozze – ha detto ancora Rosso - Troppo spesso diamo per scontata la semplice lettura di un libro, che però abbraccia diverse caratteristiche che aumentano la voglia di scoperta nella persona: la curiosità genera conoscenza, che si tramuta in intelligenza e, a sua volta, genera cultura. Viviamo in una città stupenda che trasuda storia e cultura in ogni suo angolo, il nostro compito è quello di diffondere più possibile le nostre peculiarità, che, per composizione territoriale, sono uniche al mondo. Ho letto con molto trasporto le biografie delle finaliste e ne sono rimasta affascinata: complimenti, in egual misura, a tutte loro per i percorsi di vita e di scrittrici».

Momento musicale della serata, presentata da Roberta Capua, il concerto della pianista Maddalena Giacopuzzi e della violoncellista Ludovica Rana.

Il Premio, nato nel 1985, è stato organizzato dal Comune di Genova - precedentemente dal Comune di Rapallo e lo scorso anno, per un’edizione sperimentale, dal Comune di Savona – ed è arrivato per la prima volta in città, con il suo ricco albo d’oro di circa 200 scrittrici che hanno calcato la scena letteraria nazionale tra l’ultimo scorcio del ‘900 e gli inizi del 2000.

Tra queste troviamo Gina Lagorio, Fernanda Pivano e Dacia Maraini, protagoniste nelle prime edizioni. Anna Maria Ortese, Alda Merini ed Elena Bono, in grado di lasciare un segno marcato nella letteratura. Poi Susanna Tamaro, Margaret Mazzantini e, più recentemente, Rosella Postorino, del tutto sconosciute quando parteciparono per la prima volta. Non mancano opere scritte e pubblicate in lingua italiana da autrici straniere come Helga Schneider, Fleur Jaeggy, Edith Bruck ed Emmanuelle De Villepin.

‘Premio Speciale della Giuria’ a Sveva Casati Modignani con ‘Lui, lei e il Paradiso’

Roberta Capua e Pier Antonio Zannoni, ideatore del premio

Anita Likmeta firma una copia

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