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Sanità, Ardenti: “al San Paolo il tassello che mancava”

Paolo Ardenti con lo staff dell'ospedale San Paolo

“L’Area cure infermieristiche ospedale territorio, inaugurata venerdì scorso alla presenza del presidente Giovanni Toti e dell’assessore regionale Sonia Viale, che ringrazio per il loro proficuo lavoro, è approdata nell’Asl2 dopo le esperienze maturate negli ultimi due anni al Galliera e all’Istituto Brignole di Genova con risultati molto importanti. A Savona, inoltre, è stata introdotta la partecipazione dei medici di famiglia, che è una componente fondamentale di questo progetto sul nostro territorio”.

Lo ha dichiarato oggi il vice capogruppo regionale Paolo Ardenti (Lega).

“Dopo la sperimentazione - ha aggiunto Ardenti - dell’infermiere di famiglia e comunità (avviata con i progetti delle Aree interne e dell’Asl2 in Valbormida) e l’apertura dei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, questo reparto a conduzione infermieristica rappresenta un ulteriore collegamento ospedale/territorio. Ossia un luogo in cui i pazienti, le loro famiglie e tutti coloro che si prendono cura della nostra salute, si incontrano per trovare e dare le soluzioni più idonee.

Potranno accedere al reparto coloro che appartengono alle fasce più deboli della popolazione e devono essere dimessi dall’ospedale, ma che hanno l’esigenza di rimanere ancora per un periodo in un luogo ‘protetto’. Oppure pazienti che sono assistiti in ambito domiciliare dal proprio medico di famiglia, ma che hanno bisogno di un periodo di osservazione costante perché affetti da patologie croniche non sufficientemente compensate.

I famigliari avranno quindi la possibilità di stare vicino ai propri cari senza limiti di orari, ci sarà un costante rapporto tra i professionisti ospedalieri e il medico di famiglia e, soprattutto, molta attenzione nel dare le giuste indicazioni ai parenti che poi a casa dovranno prendersi cura del paziente.

Purtroppo il dibattito politico sulla sanità continua a concentrarsi solo su esigenze di tipo puramente sanitario e si dimentica di toccare invece quella che è la quotidianità della malattia, lasciando troppo spesso alle persone e alle famiglie l’impressione di essere abbandonate a se stesse.

Pertanto, da un lato va senz’altro riconosciuto all’assessore Viale il merito di avere perseguito un obiettivo fondamentale per il benessere dei cittadini, lavorando su ciò che in Liguria mancava. E cioè l’attenzione su quella parte di popolazione fragile che ha bisogno di risposte semplici e quotidiane, che è poi la stragrande maggioranza dei pazienti liguri.

Dall’altro lato, va dato a tutte le professioni sanitarie il merito di avere mantenuta viva l’attenzione sulla necessità di ‘umanizzazione’ del sistema sanitario, portando nuove energie e vitalità nei progetti di riforma.

Un percorso lungo e faticoso, fatto silenziosamente in 4 anni di proficuo lavoro, che ora ci permette di ricostruire tassello dopo tassello un sistema sanitario intorno ai nostri malati”.

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