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Coronavirus, Toti: “Possibili nuove misure restrittive su Genova”

Giovanni Toti

“Covid sta crescendo in tutta Italia e la Liguria non fa eccezione. L’unico focolaio vero di nostra attenzione è oggi sulla città di Genova dove la diffusione del virus è importante. Per questo con il sindaco Bucci aspetteremo la bozza del prossimo Dpcm per evitare duplicazioni di misure ma, per i quartieri di Genova su cui c’è la maggiore attenzione, è possibile che decideremo anche ulteriori misure restrittive, ovviamente sempre con buon senso, sapendo che stiamo parlando di quartieri e persone già allo stremo e non vorremmo, per proteggerle dal covid, farle uccidere da una congiuntura economica sempre più difficile”. Lo ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti nella diretta facebook di aggiornamento sulla pandemia da Covid-19 in Liguria.

“I nuovi positivi di oggi – aggiunge Toti - risultano dal bollettino 386 in Liguria, ma i casi reali sono circa 286 a livello regionale, con una crescita in linea con gli altri giorni ma sempre elevata. Sono 3334 i tamponi effettuati, a cui vanno aggiunti anche i tamponi antigenici che non vengono tracciati nel bollettino ministeriale. La pressione sugli ospedali resta gestibile, rimaniamo in fase 2 del piano incrementale dei posti letto, senza chiudere o ridurre l’attività in elezione e, anzi, cerchiamo di recuperare quella che stata sospesa durante il lockdown”.

In particolare, dall’analisi dei dati emerge che “dei 320 nuovi casi registrati nell’area metropolitana, 102 non sono ascrivibili ad accertamenti effettuati ieri: 57 arrivano infatti da conferme dei tamponi rapidi effettuati venerdì e sabato scorsi dall’ambulatorio della Commenda di Prè e altri 45 – spiega il governatore - derivano da un ritardo nella trasmissione dei dati relativi a tamponi eseguiti nei giorni scorsi e registrati oggi. Nell’area metropolitana i nuovi casi legati al monitoraggio delle ultime 24 ore sono in realtà 220 circa – precisa Toti - e arrivano per lo più dal centro storico e dai quartieri Sampierdarena, Cornigliano e Rivarolo, maggiormente attenzionati negli ultimi giorni. Inoltre, 9 positivi derivano dal sistema scolastico che continua essere monitorato e 10 dalle Rsa”.

Circa la diffusione del virus nel centro storico Toti spiega che “la circolazione del Covid varia tra i 5 e i 10 nuovi positivi ogni 10mila abitanti, a fronte di una media cittadina inferiore ai 2 nuovi positivi ogni 10mila abitanti. C’è quindi una grande differenza ed è la ragione per cui nei giorni scorsi con il sindaco Bucci abbiamo introdotto misure di ulteriore contenimento come le mascherine obbligatorie”. Per quanto riguarda le altre province, “in Asl1 i nuovi positivi sono 22: nell’imperiese c’è un cluster determinato da un matrimonio avvenuto a fine settembre che poi ha prodotto un moltiplicarsi di casi e tracciamenti. Nello spezzino, invece, dove fino a qualche settimana fa c’era il principale focolaio della Liguria e il principale punto di attenzione, oggi ci sono solo 28 nuovi positivi dunque la situazione è stata risolta anche grazie alle misure prese”.

In lieve crescita le persone ospedalizzate: “oggi registriamo 16 pazienti in più negli ospedali ma sono stabili quelli in terapia intensiva. Cresce soprattutto il numero di ricoveri al San Martino, che si è fatto carico dell’aumentata pressione del virus sulla Città metropolitana”. Il presidente ha quindi rivolto le condoglianze ai familiari delle due persone decedute all’ospedale Policlinico San Martino.

In vista del nuovo Dpcm del governo, Toti spiega che “oggi ho sentito telefonicamente il ministro Boccia e domani verrà sottoposta alle Regioni la prima bozza del Dpcm, che dovrà entrare in vigore entro giovedì e prevedrà alcune ulteriori restrizioni per cercare tenere sotto controllo i contagi e non fare la fine altri stati europei che hanno visto crescere molto la pandemia. Il Dpcm potrebbe quindi contenere finalmente, grazie anche all’insistenza delle Regioni, la possibilità di utilizzare i tamponi rapidi come elemento di screening ovvero di diagnostica. Oggi infatti – prosegue Toti - quando un tampone rapido risulta ‘non negativo’ il risultato dev’essere confermato da un tampone tradizionale, molecolare. Se il governo ci autorizzerà come le Regioni hanno chiesto, basterà il test rapido e questo consentirà di isolare e tracciare molte più persone in un tempo assai più ragionevole. Così come potrebbe essere ridotto a 10 giorni il periodo di quarantena, tenuto medio che il tempo medio di incubazione non supera i 7 giorni. Questi sono elementi positivi. Ci saranno anche l’obbligo di mascherina per tutti, eccetto per chi fa sport, e altre limitazioni che sono frutto del lavoro del Cts e del confronto con le Regioni. Quello che stiamo dicendo al Governo e ho detto al ministro Boccia, è cercare di danneggiare il meno possibile un’economia che fa molta fatica, con il 10% di Pil che manca al Paese. Per quanto riguarda bar, ristoranti, somministrazione di alimenti e bevande bisogna cercare prendere le misure minime per contenere i contagi ma senza determinare chiusure particolarmente penalizzati per attività che hanno già sofferto moltissimo”, conclude Toti.

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