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Tari, vicesindaco Piciocchi: “Dalla giunta Doria abbiamo ereditato una situazione disastrosa”

Pietro Piciocchi

Il vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Genova, Pietro Piciocchi, fa il punto sulla questione Tari.

"Ho letto con vivo stupore le dichiarazioni e gli attacchi scomposti del Partito Democratico: confesso che, davanti alla certificazione del disastro della Giunta Doria sul tema della gestione dei rifiuti e dei costi monster generati dalla chiusura della discarica di Scarpino, in un contesto dove su tutto si può fantasticare fuorché sull’individuazione netta delle responsabilità, mi sarei aspettato un atteggiamento di silenzio o quantomeno di rispetto nei confronti di chi quel disastro ha ereditato, cercando di limitarne le conseguenze sui cittadini genovesi in questi anni.

Chi mi conosce sa bene che non sono solito cercare colpevoli e che preferisco impegnarmi per risolvere i problemi dei cittadini: ma questa volta, davanti a certe fandonie e ad una ricostruzione dei fatti così unilaterale e tendenziosa, non posso proprio tacere.

Il Partito Democratico sostiene che la Giunta Bucci avrebbe tenuto la polvere sotto il tappeto e che questo tappeto oggi è stato finalmente alzato dalla Corte dei Conti.

Peccato che la polvere – che significa un debito di 185 milioni di euro del Comune verso AMIU maturato negli anni 2014 – 2017 – è stata tutta prodotta dalla precedente Amministrazione e per convincersi di questo basta leggere la puntuale ricostruzione dei fatti contenuta nella pronuncia della Corte dei Conti (e non nel comunicato del Gruppo consiliare del PD).

Ricordo che la nostra Amministrazione, allorché si è insediata nel 2017, si è trovata con un’azienda sull’orlo del collasso per la crisi finanziaria che la stava attanagliando proprio perché la Giunta Doria non aveva pagato i suoi debiti. Il bilancio del Comune di Genova per l’anno 2017, a causa della mancanza di copertura finanziaria del costo di gestione dei rifiuti e dei debiti pregressi maturati, fu votato da quel Consiglio comunale con il parere contrario del responsabile finanziario e dell’organo di revisione.

Fa specie quindi che oggi si ergano a giudici, nonché ad esperti contabili, esponenti politici che sono le stesse persone che quattro anni fa si sono assunte una responsabilità così grave – il bilancio della sesta Città Italiana votato in difformità ai pareri contabili sulle coperture - e che, al contrario, dovrebbero ringraziare l’Amministrazione Bucci per avere evitato la catastrofe, aggiustando subito il tiro e riportando il bilancio al rigore delle norme contabili.

La nuova Giunta, più specificamente, dapprima mise in sicurezza la cassa di AMIU, fornendo immediato supporto finanziario per pagare stipendi e fornitori, quindi stabilizzò i conti, facendo in modo che il Comune di Genova iscrivesse il rilevante debito che aveva accumulato nei confronti dell’Azienda nel proprio bilancio: cosa che la precedente Amministrazione non aveva fatto nella prospettiva, vana, di poterlo scaricare su IREN che, per effetto della fallita operazione di aggregazione industriale, l’avrebbe poi fatto pagare – e molto caro - ai cittadini genovesi a partire dall’anno 2018, guarda caso subito dopo le elezioni amministrative.

Ed infatti l’Amministrazione precedente, nel bilancio pluriennale del Comune di Genova per gli anni 2018, 2019 e 2020, aveva fatto lievitare le previsioni della TARI per coprire il disavanzo enorme generato tra gli anni 2014 e 2017, mettendosi così nelle condizioni per pagare IREN che, forte di quella garanzia, quel debito avrebbe assunto.

Il tutto – è giusto ricordarlo molto bene – in una situazione di completa sudditanza del Comune nei confronti di IREN.

Verità che non sono mai state raccontate dagli esponenti del Partito Democratico che continuano a rivendicare la bontà di un’operazione di aggregazione industriale, le responsabilità del cui fallimento, peraltro, sono da ricercarsi esclusivamente nella passata Amministrazione che non è stata capace di portarla a compimento.

Grazie alla stabilizzazione dei conti di AMIU realizzata dall’attuale Amministrazione, è un fatto che la società abbia recuperato una credibilità bancaria, si accinga a varare un ambizioso piano industriale e soprattutto abbia ottenuto da Città metropolitana il rinnovo dell’affidamento in house per altri 15 anni

Davvero è auspicabile per il futuro che chi oggi deve solo tacere abbia la decenza di farlo”.

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