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Il carcere come recupero, corsi per educare chi “educa” i carcerati

Carcere di Marassi

Educare chi educa in carcere perché la pena sia, in effetti, possibilità di recupero. E' questo lo scopo di un percorso online in 10 incontri aperto a tutta Italia, che costituisce un evento decisamente innovativo e un esempio che parte da Genova, dedicato alla formazione dei volontari attivi o aspiranti e alla cittadinanza.

Dieci, informa una nota del Celivo, i temi affrontati attraverso l’esperienza diretta delle Associazioni di Volontariato e degli enti del terzo settore attivi sul territorio ligure.

L'inizio è affidato a Ornella Favero, presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, relatrice nel primo modulo: “un giovane detenuto, dopo anni di carcere vissuti in istituti diversi con continui trasferimenti dovuti al fatto che non accettava la carcerazione passata ad “ammazzare il tempo”, arrivato a Padova, in un carcere dove per lo meno c’erano alcune attività “sensate”, aveva suddiviso la sua vita detentiva in due parti: la pena rabbiosa e la pena riflessiva. Io credo che sia una definizione perfetta: c’è un modo di scontare la pena che rovescia la situazione e fa sentire chi ha commesso un reato vittima di un sistema che, tra l’altro, non rispetta la Costituzione, e poi c’è un modo che ti fa riflettere, ti fa incontrare con chi ha subito un reato, ti fa confrontare con la società, ti fa rispondere alle domande severe di giovani studenti, coinvolti in importanti progetti di educazione alla legalità proprio con le carceri. È così che si comincia a cambiare, e che la pena comincia ad avere un po’ di senso”.

Il programma tocca una grande quantità di argomenti e di “categorie” di persone: uomini e donne, giovani, stranieri, affetti da malattie e/o da dipendenze, senza dimenticare la famiglia, i sentimenti e le affezioni. I dieci incontri sono previsti on line ogni martedì dalle 17:30 alle 19:00. Inizio il 26 gennaio. Esecuzione pena in carcere o fuori, giustizia riparativa, comunità e pena, progetti in carcere, gli stranieri, le detenute, i giovani ma anche affetti, famiglie di chi è in carcere, sono i molti, variegati argomenti dell'iniziativa per la quale gli appuntamenti avverranno su piattaforma Zoom Pro, saranno registrati e resi disponibili.

«Il volontariato in carcere svolge un'importante funzione di sostegno ai detenuti, affiancandoli sia nelle attività inframurarie, sia nei processi di collegamento col mondo esterno – afferma Diego Longinotti, coordinatore della Rete Tematica Carcere - Un ruolo complesso e delicato che necessita di adeguata preparazione e consapevolezza da parte delle persone che mettono a disposizione il proprio tempo. In questa fase di ulteriore complessità dettata dall'emergenza sanitaria, con gli ingressi in carcere ridotti al minimo dalle restrizioni anti-contagio, le associazioni hanno deciso di unire le forze e di investire in una formazione trasversale, con l'obiettivo di offrire un adeguato bagaglio di competenze a tutti i volontari attivi e agli aspiranti tali, a prescindere dal servizio che eserciteranno fra le mura”.

Dino Frambati

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