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Genoa, con la Salernitana non si sono visti né grifoni, né leoni e né lupi

Di Vittorio Sirianni

Si sperava che i rossoblù, come ha continuato a sperare il germanico Blessin, affrontassero gli avversari come “uno stormo di grifoni arrabbiati tutti all’attacco” o come “leoni che vanno a caccia” o come lupi affamati.

Invece nulla di questo. In campo non si sono visti né grifoni arrabbiati, né leoni e né lupi. Solo un gruppo che cercava di giocare con grinta sì, ma senza concreti risultati.

Una partita decisiva, come sono ormai tutte le partite del Genoa, che ancora una volta si è risolta in un pareggio. Anche Blessin, non sa vincere. L’aria antica del Grifo ancora aleggia sulla testa del tedesco che, con infinita bravura e pazienza, sperava davvero che il suo slogan “impeto e coraggio” arrivasse a buon fine.

E’ chiaro che, guardando le cifre, la speranza di una salvezza sembra attenuarsi man mano che passano le giornate.

La vittoria in casa manca dal 24 aprile 2021. E ancora, 22 partite senza vittoria, ben 46 gol subiti. L’unica vittoria esterna a Cagliari nel settembre scorso. Mentre le dirette avversarie almeno una partita la vincono in trasferta.

Insomma, il cammino è difficilissimo. Se poi a questa situazione si aggiungono anche arbitri scarsi e impreparati, allora il disastro è completo. Una squadra come il Genoa riesce, in novanta minuti, ad avere poche situazioni favorevoli, che tuttavia si merita: ebbene, se anche queste vengono “tranciate” da arbitrelli di poco conto, addio. Ma, chiediamo, come si può mandare un arbitrino simile a guidare una partita decisiva per il destino di due società? Ma chi è il capo di questi “uomini in giallo”? E chi è l’inventore del VAR, strumento mortale che sta rovinando il mondo del calcio?

Scusate la sfuriatina. Ma il Genoa vorrebbe solo avere quel poco che si guadagna (diciamo onestamente) sul campo. Tutto qui.

In questa fase Blessin e amici hanno una fortuna: i tifosi che sono con loro perché hanno capito il loro memento e soprattutto quello della società.

In altri tempi questo “momento” avrebbe portato a ben altra reazione. E’ vero che qualche tentativo di disturbo esiste anche oggi e non manca chi dice: “Se ci fosse ancora Ballardini…”, non pensando a cosa sia successo con questa nuova “svolta” e che cosa abbiano offerto i “777” a una società che stava praticamente fallendo, con un avvio di campionato colpito dal Covid, con 34 giocatori buttati da Preziosi senza un’idea tecnica completa.

I “777” hanno comprato, hanno pagato tutti i debiti, hanno già messo una certa quantità di quattrini e, con estrema correttezza, stanno cercando di dare fiducia a Spors, a Blessin, a tutti i giocatori e a tutti i tifosi.

Ecco, perché, anche se in una situazione, secondo le cifre, disastrosa, non sembra ci sia attorno al Grifo quella rassegnazione assoluta, quella speranza annullata, ma invece ancora qualcosa che fa pensare che una uscita dal tunnel sia possibile.

E questa sensazione sembra la stiano dando, da una parte proprio i proprietari che stanno assumendo una posizione di adattabilità, al momento, davvero positiva. E dall’altro la rabbia sì, ma anche la consapevolezza che tutto lo staff tecnico (allenatore, direttore generale, giocatori) cerca di gettare nella testa e anche nel cuore di tutti le componenti del popolo rossoblù.

Stanno arrivando adesso tre partite pericolose: in trasferta a venezia, poi in casa con Inter e Empoli.

Che abbia davvero ragione “mister impeto e coraggio”? E che succeda qualcosa di “paranormale”?

 

Vittorio Sirianni

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