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Carige, se arriva Montani...

I genovesi guardano con curiosità, ma anche con preoccupazione, alle vicende della Banca Carige e

della Fondazione. Si pensava che con l'uscita di scena dei due presidenti-silurati, Giovanni Berneschi e Flavio Repetto, le acque si sarebbero calmate. Invece il caos continua a regnare sovrano.

Berneschi se n'è andato sparando a zero sul suo accusatore: "Ho goduto quando la Fondazione ha sfiduciato Repetto". E poi: "Di Repetto non mi frega niente, si è visto com'è finita e si sapeva. Maleducazione e arroganza alla fine escono, non è il padrone di Genova. Nessuno è il padrone, tutti devono rispettare tutti, sono le  regole del vivere civile. Possiamo avere idee diverse, ma serve rispetto".

E Repetto, il "cavaliere del cioccolato" (svizzero? No, Novi!) è sicuramente un personaggio originale. Si pensava che dopo la sconfitta se ne sarebbe tornare a Novi Ligure. Invece vuole restare nella Fondazione come semplice consigliere sino alla scadenza del mandato (2016, quando avrà 85 anni!).

Si presume che non lo faccia per continuare a prendersi lo stipendio, non ha certo bisogno di quei soldi per tirare avanti. Allora si deve pensare che lo fa per poter essere informato di quello che avviene all'interno della Fondazione per cercare di intervenire. Sicuramente non vorrebbe che a sostituire il suo segretario Rodolfo Bosio fosse Pierluigi Vinai, che gli ha voltato le spalle (ma per Vinai sarebbe l'unica soluzione per rimanere in sella, essendo al secondo mandato).

I presidente della Banca Cesare Castelbarco Albani e il vicepresidente Alessandro Repetto, in caso di uscita di Repetto per coerenza si sarebbero dimessi anche loro, visto che erano stati scelti da Repetto. Ma è probabile che ci ripensino.

Non ci ripenserà certo Piero Montani, indicato all'unanimità come amministratore delegato. Ha già dato le dimissioni dalla Popolare di Milano. Ma sostiene che essendo venuto a mancare il rapporto di fiducia con i sindacati, le sue dimissioni devono essere motivate da "giusta causa". Così, come da contratto, gli spettano 2 milioni di liquidazione.

Questo Montani, genovese che lavorava a Milano, deve essere veramente un tipo in gamba. L'uomo giusto al posto giusto...

Elio Domeniconi

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