Skin ADV

Ai genovesi non piace Sorrentino

Toni Servillo

Mi sono divertito a leggere i giudizi dei genovesi sul film "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino.

Innanzi tutto mi ha sorpreso la quantità di commenti che hanno invaso il web. Sapevo che gli italiani sono un popolo di commissari tecnici di calcio. Non pensavo che fossero anche un esercito di critici cinematografici.

Forse sarà dipeso dal fatto che da quindici anni, da Roberto Benigni, non vincevamo un Oscar. Non è che Oscar sia sinonimo di bellezza. Gli americani hanno Hollywood, ma producono più che altro quelle che noi chiamiamo americanate. Vi dico la verità: sono stato a Hollywood ma non mi è piaciuta nemmeno la collina.

La miriade di giudizi sul web dimostra che i genovesi amano ancora il cinema, anche se le sale cinematografiche continuano a sparire, in genere vengono trasformate in supermercati. Ormai i film si vedono a casa (un po' come succede per le partite di calcio): si affittano le cassette, ci si abbona a Sky, ci si sintonizza sulle varie televisioni che trasmettono film a volontà.

Non è facile vedere un film in salotto, viene la voglia di fare zapping. E' difficile trovare un film che faccia rimanere incollati sulla poltrona sino alla fine. Vi confesso che anche con "La grande bellezza" sono stato tentato di cambiare canale. E le continue, eccessive, interruzioni pubblicitarie (Mediaset vuole guadagnare) hanno veramente infastidito.

Non mi considero un grande esperto di cinema. Però per decenni sono andato al cinema almeno tre volte la settimana. Mi sono iscritto a vari Cineforum, a cominciare da quello dei Gesuiti di padre Angelo Arpa, ho visto tante volte "La Corazzata Potemkin" ("una cagata pazzesca", giudizio critico di  Paolo Villaggio, in arte Fantozzi). Cesare Lanza mi aveva persino inviato al Festival del cinema di Venezia). Insomma, credo di avere qualche titolo per intervenire nel dibattito seguito alla visione de "La grande bellezza" su Canale 5.

Un film si può giudicare sotto l'aspetto tecnico, sezionandolo: soggetto, sceneggiatura, interpretazione, scenografia, eccetera. Ma un film è un'opera d'arte solo se trasmette emozioni, come avviene per tutte le opere d'arti, dalla pittura alla lirica.

Ebbene a me il film di Paolo Sorrentino non ha trasmesso alcuna emozione. Anzi, non vedevo l'ora che finisse. E mi sembra che questo sia stato il giudizio generale che ho letto sul web. Certo, qualcuno l'ha incensato, visto che era stato elogiato anche dal presidente della Repubblica. Ma si tratta dei soliti intellettuali da strapazzo. Quelli che al Cineforum impazzivano anche per "La Corazzata Potemkin" (sono stato ad Odessa, non mi ha fatto impazzire nemmeno la famosa scalinata).

Ne "La grande bellezza" si vede chiaramente che Sorrentino ha cercato di scimmiottare il grande Federico Fellini. Nel film ho visto un cocktail di imitazione. E mi stupisce che nessuno abbia tirato in ballo Michelangelo Antonioni. Io ci ho visto anche l'incomunicabilità.

Se gli americani, quindici anni dopo, ci hanno ridato l'Oscar, significa che l'Oscar non è una cosa seria.

 

Elio Domeniconi

Pin It

Genova3000 TV

Genova3000 TV

Notizie

Levante

Cultura

Spettacoli

Sport

Gossip

Genova Sport 2024