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Bilancio, Tosi e Ugolini (M5S): “Dalla sanità ennesima prova fallimentare di regione Liguria”

Fabio Tosi - Paolo Ugolini

“La pronuncia della Corte dei Conti, ente a sé e certamente non politicizzato, continua a mettere in evidenza diverse criticità che anche noi come Gruppo abbiamo più volte affrontato nella passata legislatura. Prendiamo ad esempio la famosa operazione di cartolarizzazione immobiliare che riguarda Arte: secondo la magistratura, con la delibera di giunta regionale 634 del 2020 adottata a seguito del deposito della decisione di parifica relativa all'esercizio del 2019, Regione ha eluso l'obbligo del divieto di indebitamento per finanziare spese correnti e ha reiteratamente violato il principio di trasparenza sui bilanci pubblici. Il bilancio, come ricorda anche la Corte, è un bene pubblico funzionale a sintetizzare e rendere certe le scelte dell'Ente sia in ordine all'acquisizione delle entrate, sia all'individuazione degli interventi attuativi delle politiche pubbliche”.

Lo dichiarano il capogruppo regionale Fabio Tosi e il consigliere del M5S Paolo Ugolini nella relazione di minoranza letta oggi in Consiglio regionale. I pentastellati poi sottolineano: “Nella sua pronuncia, la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha nuovamente bacchettato la Regione Liguria: in estrema sintesi, non è cambiato nulla rispetto al passato”.

“Entrando nel dettaglio, l’esercizio 2020 ancora una volta mette il dito nella piaga della Sanità - continuano -: poco attrattiva, presenta costantemente saldi negativi per quanto concerne la mobilità. Tradotto: i pazienti liguri si fanno curare altrove, con dispendio notevole di denari. E sono oltre 51 milioni di euro! Sono anni che denunciamo la fuga di pazienti verso altre regioni! La Procura ha dunque confermato quanto già espresso nelle precedenti requisitorie: il sistema sanitario ligure presenta costanti risultati economici negativi nonostante la Giunta abbia approvato un piano di efficientamento del servizio sanitario che dovrebbe garantire il pareggio nel 2022”. 

“Di questo piano di efficientamento e dall'esame della documentazione che abbiamo potuto consultare – continuano - non si conoscono né gli obiettivi, né la loro quantificazione, né l’analisi degli scostamenti né l'impatto sulla erogazione del servizio. D'altro canto, sarebbe davvero poco auspicabile che il pareggio venisse raggiunto abbassando ulteriormente la qualità delle prestazioni, già di per sé non ottimali. Dalla lettura complessiva di tutti gli elementi a disposizione non si intravvede un’inversione di tendenza, sia per quanto concerne l'organizzazione del servizio – dove ancora, ad esempio, non si comprendono i reali benefici dell’istituzione di A.Li.Sa – sia per quanto concerne gli investimenti”.

“La magistratura ha poi messo sotto la lente sia il progetto del nuovo ospedale Galliera, sia quello del Felettino, l'eterna incompiuta della Regione Liguria. In particolare, preoccupa in merito a quest'ultimo progetto la mole considerevole di risorse pubbliche che verrebbe destinata alla costruzione del nosocomio spezzino”.

“Altro capitolo: le consulenze esterne. Le spese della società Liguria Ricerche sono state giudicate eccessive. Ombre poi sulle partecipazioni regionali: il procuratore ha evidenziato “il consistente disallineamento tra i debiti del bilancio di Filse per 275 milioni e l'importo degli attivi, che al 31 dicembre 2020 è di circa 4,6 milioni”, e contestualmente sottolineato che dovrebbe essere posta maggior attenzione alla modalità di spesa del denaro affidato a Filse, così come alla verifica delle risorse e del loro utilizzo. Morale: suggerita maggiore trasparenza nella gestione dei fondi”. 

“L’esercizio 2020 è fallimentare, benché oggi in Aula la maggioranza abbia snocciolato cifre e si sia data pacche sulle spalle. La realtà purtroppo è un'altra: senza un bilancio positivo della Sanità, che rappresenta l’80% della spesa ed è il primo e più importante servizio da erogare ai cittadini, l’esercizio non può essere considerato “sostanzialmente” equilibrato, ma solo innegabilmente fallimentare”, concludono Tosi e Ugolini.

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