‘Il flauto magico’, al Carlo Felice si prova l'opera di Mozart con le scene di Luzzati

Al Carlo Felice ritorna in scena Die Zauberflöte (Il flauto magico), il capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart che fonde fiaba, spiritualità e filosofia in un Singspiel in due atti dal fascino intramontabile. Protagonisti di questo nuovo allestimento sono i solisti dell’Accademia di alto perfezionamento del teatro, diretti dal maestro Giancarlo Andretta, con la regia di Daniele Abbado, in una produzione che valorizza giovani talenti e si confronta con un'opera tra le più dense e simboliche del repertorio lirico.
Composto nel 1790 su libretto di Emanuel Schikaneder, Die Zauberflöte nacque dall’unione artistica tra il compositore e il librettista viennese, entrambi legati alla Massoneria. Questo legame permea l’intera opera, strutturata come un percorso iniziatico che conduce il principe Tamino - simbolo dell’uomo alla ricerca della verità - a superare prove e inganni per accedere al Regno della Saggezza, incarnato dal saggio Sarastro. A ostacolarlo è Astrifiammante, la Regina della Notte, figura enigmatica e potente, simbolo dell'oscurità e dell'inganno.
Il cast alterna interpreti nei diversi ruoli principali, offrendo un doppio sguardo interpretativo sull’opera. Tra i protagonisti troviamo Samuele Di Leo e Yiyan Gong (14, 20, 22 maggio) nel ruolo di Tamino, Gabriella Ingenito e Ilaria Monteverdi (14, 20, 22) in quello di Pamina, e una Regina della Notte affidata alle voci di Martina Saviano e Sona Gogyan (14, 20, 22). Il ruolo di Sarastro è interpretato da Antonino Arcilesi e Giovanni Augelli, mentre Papageno, il simpatico uccellatore, prende vita con Ernesto de Nittis e Willingerd Giménez.
Completano il cast artisti come Davide Zaccherini e Timóteo Bene Júnior (14, 20, 22) nei panni di Monostatos, Giada Venturini ed Eleonora Marras (14, 20, 22) come Papagena, e i numerosi giovani coristi del Coro di voci bianche del Teatro Carlo Felice, diretti da Gino Tanasini. Il Coro e l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice sono affidati al Maestro Claudio Marino Moretti e alla bacchetta esperta di Giancarlo Andretta, mentre la regia collaborativa è curata da Boris Stetka.
Le scene firmate da Lele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì, le luci di Luciano Novelli e le coreografie di DEOS contribuiscono a costruire un allestimento visivamente ricco, sospeso tra simbolismo e magia, in linea con lo spirito dell’opera.
Questo Zauberflöte genovese è dunque non solo un’occasione di scoperta per il pubblico, ma anche un fondamentale banco di prova per i giovani artisti dell’Accademia diretta da Francesco Meli, chiamati a confrontarsi con una delle opere più complesse e affascinanti del repertorio lirico. Un’opera che continua a parlare all’oggi, grazie alla sua potenza musicale, alla profondità allegorica e alla sua inesauribile carica poetica.