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E se anche Musso...

Enrico Musso

I politici (quasi tutti) sono ancora in vacanza. Quindi dobbiamo accontentarci delle chiacchiere. Tra le tante voci

che circolano sulla nuova Forza Italia ce n'è una che merita di essere presa in considerazione. Si dice che il nuovo coordinatore regionale Sandro Biasotti, che si è impegnato ad allargar il fronte del centro-destra, potrebbe tentare di recuperare Enrico Musso che dopo un mandato da senatore è tornato a fare il docente universitario. Il professore è sempre appassionato di politica e lo dimostra il suo impegno in consiglio comunale. Non ha sciolto il suo movimento Oltremare, anche se ha dovuto ridimensionarlo per la defezione di molti soci.

Musso, ex ragazzo prodigio sia all'Università che in politica, dove aveva iniziato come consigliere comunale del vecchio Partito Liberale, si è bruciato per una serie di errori. Intendiamoci: dall'interno aveva capito che il Pdl, da lui definito "il partito delle zoccole" si sarebbe avviato allo sfascio. E comunque non si trovava a suo agio tra le "olgettine", non si identificava in Ruby Rubacuori, per lui la politica è una cosa seria.

La stessa posizione di Biasotti, per intenderci. Anche Biasotti ha sempre mostrato una sua indipendenza, sino ad arrivare a formare un proprio gruppo: gli Arancioni, la Lista Biasotti, che è ancora rappresentata nelle istituzioni. Ma Biasotti, al contrario di Musso, ha accettato, sia pure "obtorto collo", le regole della politica: e cioè che quando, a maggioranza, viene presa una decisione, tutti devono obbedire, anche quelli che non sono d'accordo. Musso si è rifiutato di portare il cervello all'ammasso, ha preteso di continuare a ragionare con la sua testa. Ma così si è autoemarginato. Dopo aver girovagato tra partiti e movimenti, era arrivato a identificato nelle idee di Oscar Giannino, quell'estroso personaggio che si faceva notare soprattutto per i vestiti. E che pretendeva di affermarsi come esperto di economia dopo essersi inventato laurea e master.

Penso che Musso abbia fatto tesoro di questi suoi errori. E quindi il nuovo Musso potrebbe benissimo far parte del team di Biasotti. Le idee politiche coincidono. La voglia di indipendenza è identica. Il ritorno del professore esperto di trasporti (e non solo) in un centrodestra guidato da Sandro Biasotti, è tutt'altro che da escludere.

Un centrodestra frantumato in tanti schieramenti e in tanti personaggi, non serve a nulla. La forza deriva dall'unione. Lo insegnavano già gli antichi. Purtroppo Genova è una città che divide. Ma chissà che il carisma di Biasotti non porti a un'inversione di tendenza. Sarebbe l'ora.

Elio Domeniconi

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