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La Telenovela-Scajola

Povero Claudio Scajola. Questi maramaldi vogliono uccidere un uomo morto (politicamente). Dal Pdl praticamente

è fuori da tempo. Vorrebbe riacquistare un po' di potere a casa sua. Ma la Procura di Imperia sembra implacabile.

I giornali avevano dato notizia della perquisizione della villa e degli uffici. Secondo gli inquirenti il restyling di Villa Ninina è stato pagato molto meno del dovuto di qui l'ipotesi di un finanziamento illecito. Scajola ha spiegato che i lavori in via Diano Calderina sono stati fatti dalla Ar.Co. srl, di cui è titolare l'ex vicesindaco del Comune di Imperia Gianfranco Gaggero che essendo suo amico gli ha fatto uno sconticino, ma ha pagato eccome.

L'ex ministro ha avuto parole dure: "Se vogliono la mia vita...si attua una persecuzione...un altro duro colpo al cuore lo ho accusato..."

Poi lo scoop del "Secolo XIX" - firmato da Matteo Indice e Marco Menduni - :tra il materiale sequestrato c'è anche un dossier. Sull'importanza di questo dossier le intercettazioni sono le più disparate. La difesa più appassionata è quella di Andrea Morigi su "Libero": "Quattro fogli a casa di Scajola diventano subito "dossier illegali", questo il titolo. E l'articolo comincia così: "Quattro fogli sparsi si trasformano subito in dossier, se sono conservati nell'ufficio di Claudio Scajola, l'ex ministro dell'Interno e poi presidente del Copasir. Tanto quanto basta a seminare il sospetto che l'esponente del Pdl si apprestasse a utilizzare la documentazione in suo possesso contro gli avversari politici o addirittura li avesse già ricattati".

Una sola obbiezione da parte nostra: se erano "quattro fogli sparsi"  perché Scajola li teneva gelosamente in cassaforte?

Titolo de "La Stampa": "Dossier segreti a casa - Scajola indagato anche per ricettazione". E Giulio Geluardi ha iniziato la sua inchiesta con questo ricordo: "Lo aveva gridato, minaccioso, nel novembre scorso, durante un'importante riunione del Popolo della Libertà a Genova: "Come ex ministro dell'interno e responsabile del Copaco io conosco tutto di voi, so ogni cosa. Ma non ne ho mai approfittato per colpire gli avversari". Chi aveva sentito queste parole, sbigottito aveva gridato allo scandalo e persino all'"intimidazione mafiosa" come il suo collega di partito, l'onorevole Eugenio Minasso, avversario nell'egemonia del Pdl ligure. Ma in fondo in fondo, che forse un po' di verità ci fosse. Poi è spuntato il dossier...

Il "Secolo XIX" dopo lo scoop ha sentito l'interessato. Matteo Indice: L'ex ministro: lecito che io abbia quei documenti - Dossier sequestrati a casa Scajola: "Non so nemmeno cosa ci sia dentro.

Come a dire che ancora una volta tutto è avvenuto a sua insaputa...

Su "Il Giornale" l'instancabile Diego Pistacchi ha dovuto scrivere due articoli.

-Edizione genovese: "L'archivio - Sequestrati documenti anche su un processo a Berlusconi - Le carte riservate di Scajola scatenano la Guerra nel Pdl - Minasso querela l'ex ministro e chiede al partito di intervenire contro il tesserato illustre. Morgillo: "Tutte cose già risapute".

-Edizione nazionale: A Imperia - La scoperta dopo una perquisizione - In casa di Scajola carte "riservate" dei servizi - Appunti su Cav e rivali. L'ex ministro: "Mai fatto dossieraggio illecito"

Il giornale di Berlusconi ha evitato di rivelare che gli appunti su Berlusconi riguardavano la genovese Virginia Sanjust di Teulada.

"La "Repubblica" invece ha fatto il titolo proprio su questo e ha pubblicato anche la foto. E Marco Preve ha avanzato un'ipotesi: "Il caso - Indagato per ricettazione. I pm di Imperia: forse è lui il "corvo" che ha mandato ai giornali l'informativa sull'uso di cocaina da parte di un politico del Pdl - Carte segrete del Viminale a casa di Scajola - C'è anche il dossier sull'amante di Berlusconi".

Difesa di Scajola: basta fango, se avessi avuto documenti riservati sarei stato ricandidato.

Sul "Corriere della sera" il delicato argomento è stato trattato con la solita imparzialità da Erika Dellacasa. La figlia del mitico Gino (Psi) ha dato la parola all'ex ministro: "Scajola si dichiara "avvilito" dalla svolta delle indagini: "Non so cos'altro devo aspettarmi. Non so neppure cosa sono quei documenti. Quando un ministro lascia il Dicastero gli scatoloni non li riempie certo da solo, lo fanno gli addetti della segreteria e gli uscieri. E poi, cosa crede, quando personalità come Andreotti e Taviani scrivono le loro memorie ben si riferiscono a documenti che si sono tenuti in copia per scopi storici".

Quindi Scajola ha agito da storico. Come Andreotti e Taviani...

Elio Domeniconi

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