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Spettacoli

Turandot per tutti in via Cecchi con l’Accademia del Chiostro

Super User 16 Novembre 2021 997 Visite

La Turandot è per tutti grazie all’Accademia del Chiostro di Genova. Appuntamento domenica 21 novembre al Teatro Instabile di via Cecchi.

“Cosa succede - afferma Donatella Ferraris, presidentessa dell’ensemble - se mettiamo insieme una fiaba teatrale del ‘700, cinque attori in erba guidati da due ragazze giovanissime ma già super esperte di teatro, due cantanti d’opera, tredici archi e la musica di Puccini? Succede la Turandot… liofilizzata! E’ questo il risultato della collaborazione fra le associazioni L’Accademia del Chiostro, Cineguida, Abilità e Dignità nell’ambito del progetto regionale Restart Giovani. Il progetto è nato per restituire a giovani e giovanissimi l’opportunità di tornare a stare insieme, giocare, lavorare dopo il lungo periodo di isolamento forzato a causa della fase più critica della pandemia”.

Lo spettacolo andrà in scena - finalmente con la partecipazione del pubblico - domenica 21 novembre alle 17,30 al Teatro Instabile, che è la sede della scuola di teatro La Quinta Praticabile. Lo spettacolo è una riduzione del capolavoro pucciniano pensata per i più giovani, che potranno fruire di una narrazione frizzante e piena di sketch intervallata dai brani musicali più celebri, con tanto di finale a sorpresa.

“Le associazioni coinvolte nel progetto “Restiamo Insieme” - afferma il maestro Massimo Vivaldi, direttore dell’orchestra - con questo spettacolo conclusivo  intendono raggiungere un duplice scopo: da una parte rimettere in campo la forza creativa di bambini e ragazzi per troppo tempo imbrigliata dalle restrizioni sanitarie, dall’altra avvicinare proprio i giovanissimi, fruitori privilegiati dell’evento, al mondo fatato e variegato del melodramma attraverso un approccio soft che vuole suscitare curiosità e interesse per questo prodotto che non a torto è annoverato fra le eccellenze della cultura italiana”.

Lo spettacolo, oltre al divertimento assicurato, offrirà anche un’opportunità per riflettere sulla violazione dei diritti delle donne grazie a un intervento dell’associazione Fidapa a fine spettacolo: Turandot diventa una spietata assassina seriale per vendicare la violenza subita da una sua ava anni e anni prima, ma non è certo questo il modo per risolvere il problema.

“Lo spettacolo è stato reso possibile dall’interessamento di enti ed istituzioni – prosegue Donatella Ferraris – Dobbiamo ringraziare Ilaria Cavo, assessore regionale che tra le altre deleghe ha anche quella a cultura e spettacolo; e Simona Firpo, presidente della sezione di Genova di Fidapa. Il progetto è stato finanziato a valere sul Fondo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”.

L’evento è gratuito, previa prenotazione  sulla piattaforma Eventbrite    (https://www.eventbrite.it/e/biglietti-turandot-per-tutti-209275377287?ref=estw).

Obbligo di Green Pass e di mascherina.

A cura di Associazione Cineguida – Abilità e Dignità -  Accademia del Chiostro

Con il Patrocinio di Fidapa Sezione Genova

In collaborazione con Temps Clar

“TURANDOT PER TUTTI”
Domenica 21 novembre, ore 17:30
Teatro Instabile – Via Cecchi, 19r. Genova

Paolo Fizzarotti

Tosse in famiglia

Super User 13 Novembre 2021 751 Visite

Dopo il debutto nel giugno scorso all’Andersen Festival di Sestri Levante, arriva ai Teatri di S. Agostino e al Teatro del Ponente “Vita da burattini”, la nuova produzione di teatro ragazzi della Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse.

Nato durante il lockdown da un’idea di Pietro Fabbri, è uno spettacolo per due attori e una compagnia di burattini; un gioco e un omaggio al teatro e alla tradizione delle tante storie raccontate negli anni dai burattini di Bruno Cereseto ed Emanuele Luzzati, nel centenario della sua nascita.

Ecco la storia. Una Compagnia di Burattini, che insieme ai burattinai, da generazioni gestisce il teatro, dopo tanti anni di lavoro e tanti spettacoli di successo, d'un tratto si ritrova senza pubblico. Passano giorni, settimane e mesi ma non si vede mai nessuno. La compagnia, non riesce a capire che cosa sia accaduto, non si dà pace, ma continua a provare e riprovare l'ultima produzione che, pur essendo pronta e finita non ha mai potuto debuttare: "La gazza ladra" di Emanuele Luzzati. Nel frattempo, misteriosamente, cominciano a scomparire dei burattini. Saranno stati rapiti da un qualche malvivente? Se ne saranno andati a cercare fortuna? Chi lo sa? I burattini e i burattinai corrono ai ripari facendo la guardia anche di notte, ma i burattini continuano a sparire ineluttabilmente, finché, grazie all'ingegno e al coraggio di due di loro, si svelerà il mistero.

Uno spettacolo che ha significato molto, dopo i mesi di silenzio del teatro per ragazzi, a testimoniare concretamente l’importanza della produzione di spettacoli destinati ai più giovani, che rappresenta da anni uno dei punti di forza e di orgoglio del nostro teatro, da sempre attivo per una stagione di spettacoli per famiglie e scuole tra le più ricche e longeve che nel corso degli anni è diventata punto di riferimento nazionale per le compagnie attive nel campo del teatro per ragazzi. Un trend positivo costante che negli ultimi 12 anni ha visto più di 186.000 biglietti venduti.

“L’idea nasce durante il primo lockdown di marzo 2020 – dice Andrea Collavino - Quando improvvisamente i teatri sono stati chiusi, noi lavoratori dello spettacolo ci siamo sentiti smarriti e isolati, proprio come i burattini che dentro le loro ceste stavano in attesa nei magazzini del Teatro della Tosse. Abbiamo pensato che fosse necessario dar voce a loro e anche a noi, per raccontare cosa succede dentro un teatro e dentro le nostre anime quando questo spazio rimane chiuso. “Vita da burattini” ci dà la possibilità di parlare, attraverso un linguaggio semplice, dell’importanza del teatro nella vita di tutti noi: artisti, burattini, pubblico di bambini e di adulti”.

 

TEATRO S.AGOSTINO

Domenica 14 novembre ore 15.00 e ore 17.00 Sala Dino Campana

Martedì 16 e mercoledì 17 novembre ore 10.00

TEATRO DEL PONENTE

Venerdì 26 novembre ore 10.00

Sabato 27 novembre ore 16.00

VITA DA BURATTINI

da un’idea di Pietro Fabbri di e con Irene Lamponi e Pietro Fabbri 

Burattini di Bruno Cereseto

scene disegni e costumi di Anusc Castiglioni

Regia e drammaturgia di Andrea Collavino

Luci Davide Bellavia

Produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse

Con la filastrocca  La gazza ladra di Emanuele Luzzati

dai 5 anni, primaria

tecnica: 2 attori e burattini

 

INFO E BIGLIETTI

BIGLIETTI ADULTI: euro 8

BAMBINI FINO A 12 ANNI: euro 6

CARNET “LA TOSSE IN FAMIGLIA”: euro 30

Paolo Fizzarotti

I Miracoli Metropolitani sono al Modena

Super User 13 Novembre 2021 1142 Visite

Lo hanno scritto prima del Covid, ma racconta una storia che sembra presa pari-pari da quello che è successo in tutto il mondo quando la gente ha dovuto chiudersi in casa per colpa della pandemia. Lo spettacolo Miracoli Metropolitani è portato in scena al teatro Gustavo Modena di Sampierdarena dal collettivo Carrozzeria Orfeo: un ensemble irriverente, sfrontato, politicamente scorretto, spietato e, forse anche per questo, sempre più amato dal pubblico.

La Carrozzeria Orfeo, pluripremiata dopo i grandi successi di spettacoli come Cous Cous Klan e Thanks for Vaselina (divenuto anche un film interpretato da Luca Zingaretti) torna in scena al Teatro Gustavo Modena con una nuova esilarante commedia-ritratto della contemporaneità.

Al centro di Miracoli Metropolitani c’è molto del nostro vissuto degli ultimi mesi: l’umanità segregata in casa per l’esplosione della rete fognaria, che ha reso le strade una fetida distesa di immondizia, ha come unico luogo d’incontro il web e come unica consolazione il cibo.

In una vecchia autorimessa riadattata a cucina da asporto, si trova a convivere un manipolo di personaggi perduti nelle loro nevrosi fra cui una donna manager ossessionata dai like su Facebook, un carcerato aspirante attore costretto ai lavori socialmente utili, uno chef alla livorosa ricerca della stella perduta e sua madre, una ex brigatista, a cui è rimasta la passione per gli attentati dinamitardi.

I protagonisti devono vedersela con ricette assurde per comporre alla meglio il menù europeo, quello asiatico o africano, spesso usando prodotti precotti dalla dubbia provenienza per soddisfare le frenetiche richieste di un mercato globale che vuole nutrirsi sempre di più e pagare sempre di meno.

Il drammaturgo e regista Gabriele Di Luca scrive: «Miracoli metropolitani è stato scritto prima dell’emergenza sanitaria del Covid-19 ed è nato da tre suggestioni: indagare il tema del cibo come problema reale per gran parte del mondo e bene di lusso per l’Occidente; dalla lettura de La sincronicità di Jung, e da un fatto di cronaca inquietante: nel 2017 nelle fogne di Londra è stato trovato un enorme montagna di grasso di 130 tonnellate. L’esplosione delle fogne, allora, è il simbolo di un pianeta che si rivolta all’uomo per riaffermare se stesso e ribellarsi a decenni di incurie e abusi ambientali».

Da molti definito pop, il teatro di Carrozzeria Orfeo porta in scena l’instabilità e le nevrosi del presente fotografato in ogni spettacolo con uno sguardo impietoso, un ritmo degno delle migliori serie Tv e un linguaggio senza filtri in cui si mescolano senza sosta ironia e tragicità, sarcasmo e dramma, humor nero e sensibilità.

Miracoli Metropolitani va in scena al Teatro Gustavo Modena da martedì 16 a domenica 28 novembre.

Martedì, mercoledì e venerdì lo spettacolo inizia alle 20.30, giovedì e sabato alle 19.30, domenica alle 16.

Teatro Gustavo Modena 16 - 28 novembre 2021

Miracoli Metropolitani di Gabriele De Luca

regia Gabriele De Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

con Elsa Bossi, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Federico Vanni, Aleph Viola

musiche originali Massimiliano Setti

scenografia e luci Lucio Diana

costumi Stefano Cempini 

produzione Teatro Nazionale di Genova, Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, in collaborazione con La Corte Ospitale-residenze artistiche.


Paolo Fizzarotti

 

Paravidino e Rocco Papaleo fanno Brecht alla Corte

Super User 13 Novembre 2021 1157 Visite

Dopo avere partecipato con un suo spettacolo alla maratona teatrale del “G8 Project – Il mondo che abbiamo”, il drammaturgo e attore genovese Fausto Paravidino torna sul palcoscenico di casa con un nuovo spettacolo: “Peachum”, una rilettura della celeberrima “L’opera da tre soldi” di Bertold Brecht. Per confezionare la sua visione di Brecht, Paravidino si fa aiutare sul palco da un attore del calibro di Rocco Papaleo: ed è la prima volta che i due lavorano insieme.

E’ infatti un incontro scenico inedito e intrigante quello fra Paravidino, qui impegnato anche come regista e attore nei panni di Mickie Messer, e Papaleo chiamato a impersonare Peachum, il re dei mendicanti, l’antieroe protagonista dello spettacolo.

La routine criminale di Peachum viene stravolta quando qualcuno rapisce sua figlia. Figlia che non ama ma che rivuole perché - come scriveva lo stesso Brecht - gli è stata sottratta una proprietà.

Il mercante di poveri parte così alla sua ricerca, iniziando un viaggio popolato da delinquenti e derelitti che conduce il pubblico dentro le più bieche miserie morali e materiali dell’essere umano.

Proprio come il capolavoro nato dal sodalizio fra Bertolt Brecht e Kurt Weill, lo spettacolo tocca anche altri temi universali: le complicate dinamiche del rapporto padre figlia, il valore dell’amicizia, la decadenza di una società abitata da esseri umani sempre più individualisti, meschini e corruttibili. Una società non così dissimile da quella attuale secondo Fausto Paravidino che motiva così la sua scelta: «Nell’Opera da tre soldi c’è qualcosa che è invecchiato bene e qualcosa che non è invecchiato per niente e Peachum è una figura del nostro tempo più ancora che del tempo di Brecht. Dipende dal denaro senza neanche esserne appassionato. Non è avido. Non ambisce a governare il denaro, è governato dal denaro».

Peachum va in scena al Teatro Ivo Chiesa da mercoledì 17 a domenica 21 novembre. Mercoledì e venerdì inizia alle 20.30, giovedì e sabato alle 19.30, domenica alle 16. Per assistere allo spettacolo è necessario essere muniti di Green Pass.

Teatro Ivo Chiesa 17 - 21 novembre 2021

Peachum - Un’opera da tre soldi di Fausto Paravidino

regia Fausto Paravidino

con Rocco Papaleo, Fausto Paravidino e con Romina Colbasso, Marianna Folli, Iris Fusetti, Davide Lorino, Daniele Natali 

scene Laura Benzi

costumi Sandra Cardini

maschere Stefano Ciammitti

musiche Enrico Melozzi

luci Gerardo Buzzanca

video Opificio Ciclope 

produzione Teatro Stabile Di Bolzano, Teatro Stabile Di Torino – Teatro Nazionale 

Paolo Fizzarotti

Teatro Ivo Chiesa, Solenghi racconta gli anni 70

Super User 13 Novembre 2021 848 Visite

Appuntamento con l’attore genovese Tullio Solenghi e con il giornalista Paolo Giordano lunedì 15 novembre alle ore 18, nel Foyer del Teatro Ivo Chiesa.
Solenghi e Giordano racconteranno il teatro, la cronaca e la musica leggera degli anni 70. Si tratta del terzo appuntamento di “Testimoni del tempo – Settant’anni a Genova, teatro e cronaca”, che è dedicato proprio al decennio tra il 1970 e il 1979.  La rassegna è stata ideata dal presidente del Teatro Nazionale di Genova, Alessandro Giglio, che conduce anche gli appuntamenti.

La carriera di Tullio Solenghi è iniziata proprio al Teatro di Genova; Paolo Giordano è un giornalista e critico musicale del quotidiano Il Giornale. L’attrice Lisa Galantini con il suo intervento introdurrà il contesto teatrale di quegli anni, che portarono Genova ad essere la piazza teatrale ambita da tutti e segnarono l’ingresso di Marco Sciaccaluga e Carlo Repetti nell’ensemble diretto da Ivo Chiesa.

Genovese di nascita, entrato alla Scuola dello Stabile a soli 17 anni, Tullio Solenghi dal 1970 al 1977 lavora ininterrottamente con il Teatro di Genova, prendendo parte a produzioni storiche, a iniziare da Madre Courage con la regia di Luigi Squarzina. Il giovanissimo Solenghi si ritrova a partecipare a tournée all’estero che celebrano il trionfo del “made in Genova”. Dai suoi ricordi emergono straordinari spettacoli, come Il fu Mattia Pascal e I rusteghi, e i grandi protagonisti teatrali che si ritrova ad affiancare, da Lina Volonghi, una sorta di madre putativa, a Giorgio Albertazzi e Alberto Lionello, mattatore ne I due gemelli veneziani, rappresentato anche a Londra all’Old Vic davanti a Laurence Olivier.

Esperto di pop e rock ma anche autore di un libro sul sequestro Moro, noto al pubblico televisivo per la partecipazione ad Amici e a vari talk show, Paolo Giordano toccherà temi come i movimenti studenteschi, gli anni di piombo, il compromesso storico, il divorzio, partendo dagli spunti offerti dalla musica leggera e dai cantautori, da De André a Guccini.

Brani e sonorità anni ’70 saranno ripresi dal vivo nel dj-set di Stellare Sartoria Sonora, mixando l’elettronica di Filo Q e Ale Bavo alla viola di Raffaele Rebaudengo.

L’ingresso è gratuito su prenotazione tramite il sito www.biglietti.teatronazionalegenova.it  

È necessario essere muniti di green pass.

Paolo Fizzarotti

Bianca e Fernando, l’opera di Bellini come nel giorno (7/4/1828) dell’inaugurazione del Carlo Felice

Super User 09 Novembre 2021 1227 Visite

Debutta al Teatro Carlo Felice, venerdì 19 novembre alle ore 20.00, con repliche sabato 20, domenica 21 e domenica 28 novembre alle ore 15.00 e martedì 30 novembre alle ore 20.00, Bianca e Fernando, melodramma serio in due atti di Vincenzo Bellini, in prima esecuzione moderna nella versione realizzata per la storica inaugurazione del teatro, il 7 aprile 1828. Il titolo, che manca a Genova dal 1978, viene presentato in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, con gli ampi passaggi musicali composti da Bellini per l’occasione e il libretto di Domenico Gilardoni revisionato da Felice Romani finalmente riportati alla luce.

Donato Renzetti dirige l’orchestra e il coro del Carlo Felice, preparato da Francesco Aliberti, per la regia, con le scene e i costumi di Hugo de Ana, le luci di Valerio Alfieri. Il cast vocale è composto da Salome Jicia/Francesca Tiburzi (Bianca), Giorgio Misseri/David Ferri Durà (Fernando), Nicola Uliveri/Simon Lim (Filippo), Alessio Cacciamani/Francesco Leone (Carlo), Elena Belfiore (Viscardo), Giovanni Battista Parodi (Clemente), Carlotta Vichi (Eloisa), Antonio Mannarino/Renato Parachinetto (Uggero).

L’opera, trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3 in occasione della prima di venerdì 19 novembre, sarà oggetto di una ripresa video in HD che confluirà in un DVD edito da Dynamic. È inoltre allo studio una collaborazione con Rai Cultura.

«L’allestimento di Bianca e Fernando tocca le corde più profonde della storia musicale genovese, gettando nuova luce sulla sua fiorente civiltà musicale, spiega il Sovrintendente Claudio Orazi. Anzitutto è l’opera che il 7 aprile 1828 inaugurò il teatro stesso, come ricorda una cronaca del tempo «alla presenza de’ Reali Sabaudi, tra il giubilo e l’ammirazione de’ cittadini e de’ molti forestieri tratti a Genova da così splendida festa». La ricostruzione storica dell’avvenimento permette quindi dare il giusto risalto a uno dei protagonisti della scena culturale dell’epoca, fautore della scelta dell’opera belliniana in questa circostanza: il poeta genovese Felice Romani, massimo librettista italiano della prima metà del secolo, che in qualità di referente artistico dell’organizzazione aveva concepito per questa singolare occasione un cartellone denso di primizie, coinvolgendo – quasi in concorrenza tra loro – alcuni tra i maggiori operisti del tempo e provvedendoli appositamente di soggetti e di rime. Il primo a rispondere all’appello fu appunto Bellini, che per l’occasione – potendosi giovare anche dei sapienti interventi drammaturgici del prediletto Romani – decise di riprendere un lavoro già presentato due anni prima a Napoli su libretto di Domenico Gilardoni: Bianca e Gernando. Ma il “triduo” inaugurale comprese anche  Alina, regina di Golconda di Gaetano Donizetti, che debuttò il successivo 12 maggio Colombo, titolo fortemente identitario, di Francesco Morlacchi, che debuttò a sua volta il 21 giugno.

La prima esecuzione moderna dell’opera è l’occasione per ascoltare finalmente preziose pagine belliniane andate perdute, tra cui quelle dell’Allegro in re maggiore che integrava la breve sinfonia d’apertura originaria ed alcune arie dell’opera tra quelle citate da Bellini nelle sue lettere, oggi tornate alla luce. Tale risultato è frutto del capillare lavoro di ricerca promosso dalla Fondazione Teatro Carlo Felice nell’ambito del progetto Civiltà musicale genovese, realizzato in collaborazione con il Centro Studi belliniani e la Fondazione Bellini di Catania sotto il coordinamento della musicologa Graziella Seminara, specialista del compositore e prossima curatrice della partitura per l’edizione critica nazionale delle Opere di Vincenzo Bellini. La città di Genova a sua volta ha favorito il ritrovamento di alcuni importanti materiali, rinvenuti nel Museo del Risorgimento e nella biblioteca del Conservatorio Niccolò Paganini. Tali cimeli saranno posti al centro di una mostra dedicata a Genova, 7 aprile 1828, a cura di Francesco Zimei, completata da un incontro di studio aperto al pubblico, con la partecipazione in veste di relatori dei massimi studiosi della materia: Fabrizio della Seta, Graziella Seminara, Alessandro Roccatagliati, Raffaele Mellace, Stefano Verdino e Francesco Zimei.»

La trama di Bianca e Fernando ricalca in tutto e per tutto quella di Bianca e Gernando, l’opera andata in scena al San Carlo il 30 maggio 1826 (con il nome del protagonista a suo tempo opportunamente modificato per non mancare di rispetto all’erede al trono Ferdinando di Borbone): si narra di Carlo, Duca d’Agrigento spodestato dall’usurpatore Filippo, e di suo figlio Fernando, che dall’esilio riesce a sventare gli intrighi del tiranno e il progettato matrimonio di questi con sua sorella Bianca sino a riguadagnare alla propria famiglia la dignità del trono.

La ripresa genovese offriva a Bellini stimoli per riproporre sotto una nuova luce tale vicenda appassionante, che già a Napoli aveva riscosso ampi consensi, attraverso un cospicuo miglioramento del testo e della musica. Giunto a Genova fin dall’inizio di marzo per rimettere mano alla partitura, Bellini ebbe a disposizione un cast d’eccezione, con il soprano Adelaide Tosi, il tenore Giovanni David e il basso Antonio Tamburini nei ruoli primari, un’orchestra di sessantacinque elementi e un coro di trentasei. Due giorni prima del debutto il compositore scriveva al riguardo all’amico Florimo: «Iersera fu l’ultima prova piena e questa sera sarà la generale. I pezzi, su cui spero, sono le tre cavatine e il finale del primo atto e il duetto e le due scene del secondo; e specialmente la scena della Tosi è d’un effetto indicibile; il primo tempo formato da un largo, il secondo dall’agitato che sai e il terzo da una cabaletta che è d’un brillante declamato che trasporta: in una parola non faremo fiasco certo. [...] Iersera il duetto ha fatto piangere quante persone v’erano». E in effetti il successo fu ampio, poiché gli annali registrano ben ventuno recite dell’opera, «con favore crescente». Malgrado ciò, per i casi imperscrutabili del fato la tradizione di Bianca e Fernando ha trattenuto fino ad oggi ben poco delle novità che avevano reso così speciale quell’esperienza genovese. Per oltre un secolo si è cercato di recuperarne i contenuti partendo dal confronto tra la stesura primigenia napoletana e alcune varianti del tardo Ottocento, ma mancavano all’appello vari brani, a partire dallo smagliante Allegro in re maggiore che integrava la sinfonia d’apertura originaria. 

Grazie alla collaborazione con il Centro Studi belliniani e la Fondazione Bellini di Catania, l’Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento di Genova, la Biblioteca del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, la Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, l’Archivio storico Ricordi, la Biblioteca della Società economica di Chiavari preziosi cimeli originali, ed altri importanti documenti riprodotti per l’occasione saranno esposti dal 12 fino al 30 novembre 2021 nella mostra Genova, 7 aprile 1828, a cura di Francesco Zimei, allestita nel primo Foyer del Teatro Carlo Felice e dedicata, oltre che all’opera, al Teatro che con essa aprì i battenti. La mostra, a ingresso libero e gratuito, sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 15.00 alle ore 19.00. La sua inaugurazione è prevista venerdì 12 novembre alle ore 18.00.

Sempre nel primo Foyer del Teatro, giovedì 18 novembre 2021 alle ore 18.00, vigilia della prima, alcuni tra i maggiori studiosi di Bellini e Romani si ritroveranno a parlare dell’opera, delle scoperte e del contesto storico in un incontro culturale aperto alla cittadinanza: Fabrizio della Seta (Università degli Studi di Pavia), Graziella Seminara (Università degli Studi di Ferrara), Alessandro Roccatagliati (Università degli Studi di Ferrara), Raffaele Mellace e  Stefano Verdino (Università degli Studi di Genova), Francesco Zimei in veste di moderatore e il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi. I materiali esposti, assieme a un compendio sulle scoperte effettuate a cura degli studiosi e delle istituzioni coinvolte dall’intero progetto di ricostruzione storica dell’opera sono riprodotti, raccolti e pubblicati nel volume Genova, 7 aprile 1828, il primo numero della collana dedicata alla Civiltà musicale genovese curata da Francesco Zimei e Claudio Orazi per l’editore Lim (Libreria Musicale Italiana).

"Nella stagione che celebra i 30 anni dalla riapertura del Teatro Carlo Felice quest'opera ha un valore storico rilevante perché fu realizzata da Vincenzo Bellini per l’inaugurazione del Teatro nel lontano 1828 - dichiara l'assessore alla Cultura e allo Spettacolo di Regione Liguria Ilaria Cavo - La musica si intreccia con la storia e la cultura ed è significativo che accanto al melodramma in scena fino al 30 novembre si tenga una mostra unica nel suo genere con cimeli e documenti legati all'opera e all'inaugurazione del Teatro Carlo Felice".

«Un debutto importante al Teatro Carlo Felice. Dopo anni di assenza da Genova (l’ultima volta è stata nel 1978) torna il melodramma di Bellini “Bianca e Fernando”, nel suo nuovo allestimento curato dalla Fondazione Teatro Carlo Felice: un’esecuzione attuale dell’opera nella versione che, nel lontano 1828, inaugurò il teatro – commenta l’assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – Un evento di grande pregio e importanza, per la musica, per la cultura e per la città, e che sicuramente riscuoterà un grande successo».

Teatro Carlo Felice di Genova

Venerdì 19, martedì 30 novembre 2021 ore 20.00

Sabato 20*, domenica 21, domenica 28 novembre 2021 ore 15.00

Bianca e Fernando

Melodramma serio in due atti di Vincenzo Bellini

su libretto rielaborato da Felice Romani

Versione “GENOVA1828” per l’inaugurazione del Teatro Carlo Felice

PRIMA ESECUZIONE IN TEMPI MODERNI

Nuova produzione

  

Personaggi e interpreti: 

Bianca Salome Jicia/Francesca Tiburzi*

Fernando Giorgio Misseri/ David Ferri Durà*

Filippo Nicola Ulivieri/Simon Lim*

Carlo Alessio Cacciamani/Francesco Leone*

Clemente Giovanni Battista Parodi

Viscardo Elena Belfiore

Eloisa Carlotta Vichi

Uggero Antonio Mannarino/Renato Parachinetto*

*Secondo cast

 

Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti

Regia, scene e costumi Hugo de Ana

Luci Valerio Alfieri

 

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice

BIGLIETTERIA

I biglietti possono essere acquistati alla biglietteria del Teatro Carlo Felice e nel circuito on e offline di Vivaticket.

La biglietteria del Teatro Carlo Felice è aperta nei seguenti orari:

da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00, il sabato dalle 10.00 alle 16.00

Indirizzo: Galleria Cardinal Siri 6. a Genova.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Tel. + 39 010 5381 433 – 334

Elio: dalle Storie Tese al Grigio di Giorgio Gaber

Super User 07 Novembre 2021 1020 Visite

Dicono che solo Elio (quello di Elio e le Storie Tese) poteva portare efficacemente a teatro il Grigio, uno dei capolavori firmati da Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Sarà possibile scoprire se è vero da martedì 9 novembre al Teatro Eleonora Duse, quando  Elio è il protagonista diretto da Giorgio Gallione.
Reduce dal successo di Ci vuole orecchio, in cui Elio ha reso omaggio allo stile originalissimo di Enzo Jannacci, Elio torna ora a confrontarsi con il teatro profetico di Giorgio Gaber in un adattamento che Gallione ha modellato su di lui, inserendo una decina di canzoni del repertorio gaberiano che Elio interpreta dal vivo.
Il grigio è la storia di un uomo che si ritira in campagna per stare tranquillo, afflitto più da problemi personali che sociali. La sua ambita solitudine è però disturbata da un fantomatico topo: è “il grigio”, elemento scatenante dei suoi incubi e di un inesorabile quanto ironico flusso di coscienza. L’estenuante caccia al topo lo porterà a compiere un percorso verso l’accettazione di quella parte nera che ciascuno di noi ha dentro.
Presentato per la prima volta nel 1988, Il Grigio è il più importante lavoro in prosa di Gaber e Luporini. Il regista Giorgio Gallione, che si è confrontato più volte con la loro opera ha intrecciato il testo originale con una decina di canzoni gaberiane, come I mostri che abbiamo dentro, L’uomo che perde i pezzi o Il sosia, che ne amplificano le tematiche presenti. I brani sono stati riarrangiati per l’occasione da Paolo Silvestri, utilizzando quattro parti pianistiche: un’ambientazione musicale estremamente contemporanea, ideale per il talento eccentrico ed irriverente di Elio.
«Sono convinto che i temi, i sentimenti, le situazioni presenti ne Il Grigio del 1988 siano stati rielaborati, e perché no, anche attualizzati da molte canzoni nate dopo quella esperienza – dice Gallione - Ecco il senso di questo adattamento. In più c’è Elio, cantante personalissimo, che abita con libertà e rispetto questo copione, modellato su una nuova sensibilità, alla luce dell’intero universo creativo e stilistico di una maschera, il Signor G, che sa ancora parlare potentemente al nostro oggi». 

Teatro Eleonora Duse 9 - 14 novembre 2021
Il grigio - di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
con ELIO
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro Nazionale di Genova
in collaborazione con Fondazione Gaber

Paolo Fizzarotti

L’astronave di Solaris sbarca al Modena

Super User 07 Novembre 2021 875 Visite

Molti hanno visto questa storia al cinema. La propaganda descriveva Solaris come “La risposta sovietica a 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrik. Ora Solaris è anche a teatro. Solaris è un viaggio interstellare nella nostra coscienza. Solaris, con la regia di Andrea De Rosa, è coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova e dal Teatro di Napoli. Il direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore aveva espresso da subito il desiderio di portare la fantascienza in teatro.
Solaris è un adattamento teatrale del celebre romanzo di Stanislaw Lem da cui sono tratti i film omonimi di Andrej Tarkovskij e Steven Soderbergh. Si tratta di una novità assoluta per l’Italia: viene presentata nella traduzione di Monica Capuani, che ha scoperto il testo grazie a un primo allestimento andato in scena a Melbourne ed Edimburgo con la regia di Matthew Lutton. Interpretato da Federica Rosellini, Giulia Mazzarino, Sandra Toffolatti, Werner Waas e Umberto Orsini, che fa un importante cameo in video, Solaris viene presentato a Genova al Teatro Gustavo Modena da martedì 9 a domenica 14 novembre e a Napoli al Teatro Mercadante dal 17 al 28 novembre 2021. Gli spettatori avranno la sensazione di trovarsi su una vera astronave grazie alle scenografie di Simone Mannino (autore anche dei costumi), alle luci di Pasquale Mari e ai video di D-Wok, che hanno rielaborato immagini fornite dall’Agenzia Spaziale Europea, mentre le musiche sono di G.U.P. Alcaro.
Chi sono io? Chi siamo noi veramente? Sono questi gli interrogativi da cui è partito Andrea De Rosa per affrontare una storia complessa che svela inusitate possibilità di comprensione del nostro tempo. Inviata su una stazione spaziale che ruota attorno al lontano pianeta Solaris, un’astronauta scopre che a fianco all’equipaggio vivono delle misteriose presenze, generate dallo strano oceano che riveste tutta la superficie del pianeta stesso, come in reazione all’invasione di un virus.
Questa metafora potente e inquietante ha trovato una forte eco in Andrea De Rosa, che racconta: “Ho letto Solaris durante la quarantena e mi aveva molto colpito questa idea che gli esseri umani potessero essere il virus, un agente inquinante che costringe il pianeta a reagire e a difendersi. Solaris è una vera e propria creatura, un pianeta vivente che attraverso il suo immenso oceano cerca di comunicare con gli uomini attraverso i loro desideri, che riesce a materializzare sotto forma di fantasmi”. Così lo spettacolo diventa un viaggio nell’inconscio individuale e collettivo, un confronto con le paure e i sogni, sospeso tra follia e assoluta libertà.
Inizio spettacoli martedì, mercoledì e venerdì ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16.

 

9-14 novembre 2021 Teatro Gustavo Modena
Solaris di David Greig
traduzione Monica Capuani
tratto dall’omonimo romanzo di Stanislaw Lem
regia Andrea De Rosa
interpreti Federica Rosellini, Giulia Mazzarino, Sandra Toffolatti, Werner Waas
Umberto Orsini in video
progetto sonoro G.U.P. Alcaro | scena e costumi Simone Mannino
disegno luci Pasquale Mari | video D-Wok
produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Di Napoli -Teatro Nazionale 

Paolo Fizzarotti

Il caso Braibanti arriva a Genova

Super User 07 Novembre 2021 768 Visite

La regista genovese Carmen Giardina porta a Genova il suo docufilm “Il caso Braibanti” dedicato allo scandaloso processo dell'artista e filosofo omosessuale Aldo Braibanti condannato nel 1969 con l'accusa pretestuosa di plagio. A guidare la protesta furono personaggi del calibro di Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, Marco Pannella, Alberto Moravia e molti altri.
Il film di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese rievoca un clamoroso scandalo giudiziario dell’Italia del ‘900. Nel 1968 Aldo Braibanti, ex partigiano, poeta e artista sperimentale, venne accusato dalla famiglia del suo giovane compagno di averlo “plagiato” per costringerlo ad avere rapporti omosessuali. Intervennero in sua difesa Pasolini, Morante, Maraini, Pannella, Eco e molti altri. Braibanti venne incredibilmente condannato a nove anni di reclusione, mentre il suo compagno fu ricoverato in manicomio, dove subì ben 40 elettrochoc.
Il film - che ha ricevuto molti riconoscimenti nel corso dell'ultima stagione - è inserito nella programmazione di Sky, ma sta continuando a raccogliere consensi in sala, coinvolgendo una platea sempre più vasta.
Il film ha riscosso un grande successo in Italia e all'estero (Los Angeles Italia, Haifa e Tel Aviv) e vinto numerosi premi:  Nastri d’Argento 2021 Miglior Docufiction; Bari, Big Film Festival Menzione Speciale; Torino, Premio Gobetti Filmare La Storia –Videomaker; Est Film Festival, Arco D’argento Miglior Documentario; 38° Spoleto Film Festival Primo Piano “Pianeta Donna” Miglior montaggio - 74° Festival Internazionale del Cinema di Salerno Targa Documentari di formazione varia - Premio Labor V-Art Festival Internazionale Immagine d’Autore - Florence Queer Festival 2020 Premio Speciale; SalinaDocFest XIV Premio Signum - 56a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Pesaro Film Festival Premio Cinema in Piazza.
Il caso Braibanti è prodotto da Creuza Srl e la colonna sonora è firmata da Pivio & Aldo De Scalzi.Carmen Giardina - regista e attrice - ha già al suo attivo tre cortometraggi pluripremiati: “Turno di notte” con Leo Gullotta (Cinecittà Holding), “La grande menzogna” con Gea Martire e Lucianna De Falco, e “Fratelli Minori” con Paolo Sassanelli e Alessio Vassallo.

Mercoledì 10 novembre ore 18
RainbowLab (Vico Gibello, 17 rosso) sede del Coordinamento Ligure Rainbow
Incontro di presentazione con la regista Carmen Giardina e l'avvocata Ilaria Gibelli

Da venerdì 12 a lunedì 15 novembre IL CASO BRAIBANTI proiezione
Club Amici del Cinema / Missing Film Festival (via Carlo Rolando, 15)

Paolo Fizzarotti

Glauco Mauri e Ornella Vanoni “Testimoni del tempo” con il Teatro Nazionale Genova

Super User 07 Novembre 2021 919 Visite

Nuovo appuntamento con “Testimoni del tempo - Settant’anni a Genova, teatro e cronaca”, la rassegna ideata e condotta da Alessandro Giglio, nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni del Teatro Nazionale di Genova.

Lunedì 8 novembre alle 18 nel foyer del Teatro Ivo Chiesa intervengono all’incontro dedicato agli anni ’60 il giornalista di Repubblica Marco Ansaldo, l’ex direttore del Teatro Nazionale di Genova Angelo Pastore e due figure d’eccezione dello spettacolo italiano come Glauco Mauri e Ornella Vanoni (entrambi in collegamento).

Glauco Mauri, fondatore della mitica “Compagnia dei quattro”, patriarca del teatro italiano racconta gli inizi della sua carriera costellata di successi, lunga oltre mezzo secolo e che lo vede tutt’ora in scena: nel marzo 2022 verrà al teatro Gustavo Modena con “Variazioni enigmatiche”, insieme a Roberto Sturno.

Ornella Vanoni, signora della canzone italiana, interprete raffinata ed eclettica, ricorda il suo rapporto con il Teatro di Genova quando nel 1961 fu protagonista con grande successo del “Il terzo amante”, una commedia diretta da Luigi Squarzina. La collaborazione s’interruppe bruscamente quando la giovane artista preferì rescindere il contratto stipulato con Ivo Chiesa per accettare una proposta della Rai, segno evidente del crescente appeal della televisione in quegli anni.

Marco Ansaldo, firma di Repubblica, vaticanista e storico e Angelo Pastore, ex direttore del Teatro Nazionale di Genova, insieme ad Alessandro Giglio ricordano e analizzano i momenti salienti del decennio, intrecciando i grandi cambiamenti sociali, le pagine di cronaca e il percorso artistico del Teatro di Genova. Passati alla storia con l’epiteto di “favolosi”, gli anni ’60 sono un decennio glorioso per l’Italia che beneficia del boom economico, iniziato sul finire dei ’50. Anni in cui si afferma la cultura pop e nascono nuove tendenze nel campo della comunicazione, della moda, della musica, della scienza: la televisione si diffonde sempre più, la minigonna è nel guardaroba di ogni giovane donna, i Beatles con le loro canzoni e i loro look cambiano per sempre la storia della musica e del costume, senza dimenticare le contestazioni del ’68 e la missione spaziale dell’Apollo 11 che porta i primi uomini sulla Luna.

In quel decennio il Teatro di Genova rafforza la propria leadership fra le istituzioni culturali italiane e internazionali potendo contare su artisti del calibro di Alberto Lionello, Monica Vitti, Gastone Moschin, Ugo Pagliai, Eros Pagni, Valeria Valeri e grazie a grandi produzioni che girano il mondo come I due gemelli veneziani di Goldoni diretto da Luigi Squarzina. 

L’ingresso è gratuito su prenotazione tramite il sito biglietti.teatronazionalegenova.it. È necessario essere muniti di green pass.

Paolo Fizzarotti

Teatro Sociale di Camogli, Andrea Bacchetti suona Mozart con l’orchestra del Carlo Felice

Super User 02 Novembre 2021 893 Visite

Riprende in grande stile subito dopo il ponte di Ognissanti l’intensa ed emozionante stagione ottobre-dicembre 2021 del Teatro Sociale di Camogli, iniziata con un successo – per qualità, apprezzamento e partecipazione – andato persino oltre le ambiziose aspettative. Il primo appuntamento di novembre è con la grande musica, mercoledì 3 alle 21:00 con un concerto dal respiro quanto mai locale e sovranazionale assieme.

Protagonista della serata sarà anzitutto il celebre pianista camogliese Andrea Bacchetti, ormai di conclamata fama internazionale e sempre più riconosciuto in Italia e all’estero, come dimostrano i prestigiosi premi, le collaborazioni e le incisioni per note case discografiche. Bacchetti incontrerà e dirigerà l'Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova in un programma interamente dedicato a Mozart.

Proprio il genio di Salisburgo, infatti, è uno dei cardini intorno ai quali si sviluppa il repertorio di Bacchetti. La serata “Bacchetti suona Mozart” proporrà una restituzione quasi ‘grafica’ delle opere del pianista e compositore austriaco, con l’intento di illuminarne le proporzioni e le misure, ma anche i singoli particolari. Una lettura che si preannuncia capace di coniugare il rigore con la passione, la vitalità con la naturalezza, facendo rivivere al pubblico i concerti mozartiani con eleganza e capacità di emozionare.

Ancora giovanissimo, Andrea Bacchetti ha debuttato a soli 11 anni con i Solisti Veneti in Sala Verdi a Milano, raccogliendo consigli da Karajan, Magaloff e Berio. Da allora suona nei più prestigiosi festival internazionali, ed è ospite in Italia delle maggiori orchestre e delle più importanti associazioni concertistiche. Fra la sua discografia da ricordare il Super Audio CD con le sonate di Cherubini, “The Scarlatti Restored Manuscript” (vincitore dell’ICMA nella categoria Baroque Instrumental) “Invenzioni e Sinfonie” di Johann Sebastian Bach (CD del mese BBC Music Magazine), “The Italian Bach” (Cd del mese Record Geijutsu), i concerti per tastiera di Bach alla guida dell’Orchestra Nazionale della RAI, premiato con 5 stelle dalla rivista MUSICA, “Goldberg Variations” (CD del mese delle riviste Pizzicato e Fonoforum). Nella musica da camera proficue sono state le collaborazioni con R. Filippini, il Prazak Quartet, il Quatur Ysaye, il Quartetto di Cremona, U. Ughi, M. Larrieu e A. Ruggero. Nelle ultime stagioni ha tenuto concerti in Giappone, Spagna, Messico, Cuba, Corea, Svizzera, Polonia, Lussemburgo, Belgio e Russia, oltre a tournée in Sud America, Egitto e Cina.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.teatrosocialecamogli.it  e sui canali social del Teatro.

L’Accademia del Chiostro cura con la musica

Super User 25 Ottobre 2021 1058 Visite

L’Accademia del Chiostro torna a suonare. L’Ensemble di archi genovese è giunto alla 22ma edizione della sua manifestazione “Musica nei musei, e non solo”. Il concerto di quest’anno si intitola “Le note, la cura, la speranza”. Appuntamento venerdì 29 ottobre, alle ore 21, al Palazzo della Meridiana, in salita San Francesco. Il concerto sarà eseguito nella Sala del Colonnato.

L’Accademia del Chiostro, diretta dal maestro Massimo Vivaldi, sarà accompagnata dal soprano Stefania Pietropaolo. “La musica può curare? – si domanda Donatella Ferraris, direttrice dell’Accademia e violoncellista dell’Ensemble - Sappiamo che il susseguirsi delle note può lenire dolori dell’animo umano ed è innegabile che gli stimoli sonori influiscono sulla vita degli individui già nel grembo materno. La musica, linguaggio sonoro strutturato più immediato della verbalità, è in grado di bypassare la sfera verbale conscia, andando a stimolare direttamente il preconscio e l’inconscio.

Ci può capitare di ricordare eventi della nostra infanzia e riscontrare che essi siano legati ad una particolare melodia, che emerge da chissà quale anfratto della nostra memoria. La musica è capace di curare semplicemente perché veicola bellezza, e la bellezza è di per sé curativa. E’ evidente che la musica non può rimuovere da sola le patologie che affliggono le persone: ma può essere fortemente di supporto nel processo di cura e guarigione. È scientificamente provato che l’ascolto musicale aumenta la produzione di endorfine, contribuendo ad un maggiore benessere delle condizioni generali. E’ con questo spirito che ci accingiamo ad offrire una serata di musica con particolare riguardo alle donne che hanno sperimentato l’esperienza dolorosa della malattia e si preparano ad affrontare un percorso pieno di difficoltà pratiche ed emotive. Saranno eseguiti brani tratti dalla tradizione classica, operistica e popolare, nella maggior parte dei casi caratterizzati dall’importanza della donna come figura centrale e fonte d’ispirazione".

“Sarà una bella occasione - conclude Donatella Ferraris - per condividere il potere curativo della musica, soprattutto attraverso lo scambio di energie positive che viene a crearsi fra pubblico ed esecutori, interrotto per un lungo periodo a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ringraziamo per l’aiuto l’architetto Caterina Viziano (Associazione Amici di Palazzo della Meridiana); la professoressa Lucia Del Mastro (Università di Genova; Direttore Breast Unit – Ospedale San Martino di Genova); il professor Paolo Pronzato (Direttore Oncologia Medica 2 Ospedale San Martino); la professoressa Paola Volpi (Associazione PerLaDonna)".

Programma

1) G. BIZET (1838 – 1875) Trilogia da “Carmen”:

- Preludio

- Habanera

- Entr’acte

 

2) G.B. PERGOLESI (1710 – 1736) Stizzoso mio stizzoso

 

3) G.F. HÄNDEL (1685-1759) The Arrival of Queen of Sheba”

 

4) E. ELGAR (1857 – 1934) Nimrod/Sanctus

 

5) C. GARDEL (1890 – 1935) Por una cabeza

 

6) F. P. TOSTI (1846 – 1916) A’ vucchella

 

Paolo Fizzarotti

 

Diciotto studenti genovesi salgono sul palcoscenico della Sala Mercato

Super User 23 Ottobre 2021 2069 Visite

Gli studenti di sette scuole superiori hanno partecipato a un laboratorio condotto dal TN Genova sull’eredità del G8. Diciotto studenti delle scuole superiori genovesi hanno partecipato a un laboratorio teatrale, condotto da professionisti, per imparare a conoscere le proprie capacità espressive e portarle poi sul palco.

Dopo diversi mesi di lavoro gli studenti hanno dato vita all’atto conclusivo del G8 Project: una serie di attività volute dal direttore Davide Livermore e organizzate dal Teatro Nazionale di Genova per ricordare e riflettere nel ventesimo anniversario del G8 di Genova.

Giovedì 28 ottobre ore 19,30 alla Sala Mercato di Sampierdarena debutta in prima nazionale “Quel che resta del fuoco” scritto da Carlo Orlando e diretto da Elena Dragonetti (repliche venerdì 29 ore 20.30 e sabato 30 ottobre ore 19.30). Lo spettacolo, che chiude le iniziative promosse dal Teatro Nazionale di Genova sotto la guida di Davide Livermore nell’ambito del G8 Project, nasce da un percorso laboratoriale sull’eredità storica dei fatti del G8 genovese. Al workshop hanno partecipato le scuole Iss Einaudi Casaregis Galilei, Liceo Statale Piero Gobetti, Liceo Statale Sandro Pertini, Ipsis Gaslini Meucci, Iiss Duchessa di Galliera, Liceo Classico Statale Andrea D’Oria, Iscs Eugenio Montale Nuovo IPC.

Cosa sognano i ragazzi di oggi? Quale impatto hanno avuto su di loro la pandemia, il lockdown, la didattica a distanza? In quali valori si riconoscono e quali convinzioni li spingono a lottare per un mondo migliore? In scena, gli attori Alice Giroldini, Barbara Moselli, Marco Taddei, Alessio Zirulia e un folto gruppo di studenti: Francesca Battifora, Cecilia Bettuzzi, Giulia Boiardo, Marianna Botticelli, Margherita Buda, Agata Canziani, Carlo Jairo Froi, Zeno De Marco, Christian Dos Reis, Camilla Icardi, Elia Marchetti, Lukas Mone, Beatrice Papei, Sara Pensiero, Chiara Schiaffino, Alessia Cataldi, Marzia Criniti e Gabriele Vitulli. Insieme hanno danno vita ad un vibrante confronto generazionale fra i sogni, le ansie, i progetti degli adolescenti odierni con quelli di chi lo fu ai tempi del G8 genovese.

La recitazione si intreccia con momenti coreografici in uno spettacolo che tocca temi senza tempo come società, diritto, libertà, lotta, nel tentativo di rielaborare con un linguaggio poetico, non tanto la cronaca di quei giorni ma quel che ne è rimasto o ne è stato trasmesso alla generazione successiva. Sebbene sia scritta con un’impronta favolistica, la pièce al posto della morale vuole trasmettere, attraverso la giocosità dell’arte teatrale, la possibilità di conoscere e riflettere su quelle vicende per chi non era ancora nato quando avvennero. Sono previste anche due recite riservate alle scuole, martedì 26 ottobre (pomeridiana) e mercoledì 27 ottobre (mattino). Info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sala Mercato 28 - 30 ottobre 2021

G8 PROJECT 2021

Quel che resta del fuoco di Carlo Orlando

regia Elena Dragonetti

con Alice Giroldini, Barbara Moselli, Marco Taddei, Alessio Zirulia e 18 studenti delle Scuole Superiori di Genova

scene e costumi Anna Varaldo

coreografie Serena Loprevite

video e luci Davide Riccardi

produzione Teatro Nazionale di Genova

 

Paolo Fizzarotti

Il Teatro Nazionale di Genova porta in sala bambini e famiglie

Super User 20 Ottobre 2021 947 Visite

E dopo gli adulti, tornano a teatro anche i bambini. Il Teatro Nazionale di Genova quest’anno lancia la sua Rassegna teatrale per famiglie. Lo scopo è quello di avvicinare i più piccoli a questa forma di spettacolo, in modo che possano costituire il pubblico adulto del futuro.

Il Teatro Nazionale dedica ai bambini e alle famiglie dieci appuntamenti (fra ottobre e aprile, il sabato alle 16 o alle 19.30) fra narrazione, teatro disegnato, danza, musica, teatro delle ombre, per vivere insieme tante storie fantastiche e istruttive. Tutto questo e molto altro nella nuova edizione di “Sabato a teatro”, la rassegna curata da Elena Dragonetti, costruita mixando spettacoli di produzione con le migliori proposte delle compagnie di teatro ragazzi più rinomate.

Si comincia sabato 23 ottobre al Teatro Eleonora Duse con “Io e niente” uno spettacolo che la pluripremiata Compagnia Giocovita ha tratto dal libro di Kitty Crowther “Moi et rien”, vincitore nel 2010 del prestigioso premio Astrid Lingren. In scena Valeria Barreca / Letizia Bravi e Tiziano Ferrari. Adattamento, regia e scene di Fabrizio Montecchi mentre le sagome sono create da Nicoletta Garioni.

Protagonista è Lilà, una bimba coraggiosa che affronta e supera la perdita della mamma grazie al suo amico immaginario che lei chiama Niente. Sarà proprio questo suo stravagante compagno di giochi a mostrarle che le fragilità possono diventare punti di forza e che persino dalla mancanza, può nascere qualcosa di prezioso. Una storia ricca di tenerezza e immaginazione che rivive in scena in un affascinante gioco di teatro d’ombre e attori, grazie alla maestria della Compagnia Giocovita che vanta riconoscimenti e prestigiose collaborazioni in ogni parte del mondo.Sabato 20 novembre nel foyer del Teatro Gustavo Modena ci sarà invece “Tutti giù per Terra!” con l’omonimo ensemble musicale e prodotto da 7Note Associazione.

Più che di uno spettacolo si tratta di un’insolita esperienza musicale pensata per i piccolissimi: un invito indirizzato a bimbi fino ai 3 anni (e naturalmente ai loro accompagnatori) per scoprire la propria attitudine musicale tramite la pratica sul campo e i test attitudinali elaborati dal musicista, ricercatore ed educatore Edwin Gordon.Per il 2021 la Rassegna si chiude Sabato 4 dicembre al Teatro Gustavo Modena con “Ganda, un rinoceronte molto particolare”, spettacolo prodotto dal Teatro Nazionale di Genova che segna il ritorno della collaborazione fra l’affabulazione di Giorgio Scaramuzzino e il Teatro disegnato di Gek Tessaro (già coprotagonisti del successo di “Pinocchio” della scorsa edizione).

Tra verità e leggenda viene raccontata (e illustrata dal vivo) la storia di un rinoceronte giunto fin sulle coste liguri e reso celebre dal ritratto che ne fece il pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer, in una xilografia così famosa da restare per ben tre secoli l’unica immagine di questo curioso animale.

Lo spettacolo ottenne la menzione speciale Giocateatro 2011.Da gennaio 2022 la Rassegna proporrà altri sette titoli fra cui “Il Gatto con gli stivali” (12 febbraio) nella versione di Accademia Perduta, “Girotondo” (5 marzo) della Compagnia La Baracca-Testoni Ragazzi, mentre il 26 marzo spazio al movimento e alla danza con l’Associazione Sosta Palmizi e i suoi “Esercizi di Fantastica”. Gli spettacoli in scena nel 2022 verranno messi in vendita il prossimo dicembre insieme al resto della stagione. La Rassegna Sabato a Teatro è sostenuta da Coop Liguria.

I prezzi sono popolari: bambini fino ai 14 anni 6 euro, adulti 8 euro.

Paolo Fizzarotti

Politeama Genovese, una stagione stellare

Super User 17 Ottobre 2021 1361 Visite

“Quella che il Politeama propone è una stagione importante e coraggiosa per il numero di spettacoli e per la capacità di ripartire non appena è stato possibile”. Anche Ilaria Cavo, assessore regionale alla Cultura, ha voluto salutare la riapertura del Politeama Genovese, una delle sale più importanti della città. La nuova stagione inizierà il 29 ottobre con lo spettacolo dei Bruciabaracche, e terminerà l’11 maggio con Jesus Christ Superstar. In mezzo ci saranno altri 43 spettacoli, in un programma curato dal direttore artistico Danilo Staiti.

“Questo è un teatro che, essendo privato, ha avuto non solo la necessità dell'eliminazione del distanziamento quindi di un aumento della capienza delle sale - prosegue Ilaria Cavo - ma che adesso avrà necessità di riempirle. Il cartellone, valido e di qualità, è sicuramente un presupposto, una necessità, che avrà bisogno di una cura dell'intero sistema. Di certo aver dialogato in questi mesi, aver ascoltato questo teatro che ha nel suo direttore uno dei rappresentanti dell’Atip, l'Associazione Teatri Italiani Privati (ascoltata nel seno anche della Commissione Cultura delle Regioni) credo che sia servito perché ha fatto emergere quelle che erano le necessità di una risposta immediata per poter partire con una programmazione definita subito. Tutto questo non solo in termini di percentuale di capienza, ma anche di tempistica certa perché c'era bisogno di prendere impegni per le produzioni e di farlo con una proiezione numerica perché in questo caso si vive di bigliettazione piena. È chiaramente un sistema che ha bisogno di essere seguito: però si parte con una risposta che, credo, sia stata di confronto costruttivo nella consapevolezza che questa programmazione contribuisca in maniera importante all'offerta culturale per Genova e per la nostra regione”.

Molto ricco il programma, come si diceva. Il 29 e 30 ottobre ci sono i Bruciabaracche, il gruppo comico genovese composto da Andrea Carlini, Andrea Di Marco, Antonio Ornano, Enzo Paci, Andrea Possa, Marco Rinaldi, Daniele Raco e Daniele Ronchetti, con il nuovo spettacolo "Ritorno al Futuro". A seguire, il 12 novembre, Enzo Paci con “I soliti mostri”. Il 19 e 20 novembre I Pirati dei Caruggi in “E alloranò”: Alessandro Bianchi, Enrique Balbontin, Andrea Ceccon e Fabrizio Casalino. Il 25 novembre Giacomo Poretti (quello di Aldo, Giovanni e Giacomo) in “Chiedimi se sono di turno”. Il 26 e 27 novembre c’è Antonio Ornano in “Niente da perdere”. Il 30 Novembre arriva il Balletto di Milano nello “Schiaccianoci” di Tchaikovsky. Il 2 dicembre Alessandro Bergonzoni in “Trascendi e Sali”. Il 4 dicembre Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show. Dal 7 al 12 dicembre The Kitchen Company in “Funny Money”, un capolavoro del teatro comico internazionale. Il 14 dicembre RBR Dance Company in “Boomerang gli illusionisti della Danza”.

Il 15 dicembre il mentalista Francesco Tesei in “Human”: comunicazione, illusionismo e psicologia. Il 19 dicembre si esibiscono J. David Bratton & Every Praise Gospel Singers. Il 21 e 22 dicembre Maria Amelia Monti e Marina Massironi ne “Il marito invisibile”. Il 23 dicembre Drusilla Foer in “Eleganzissima”. L’11 e 12 gennaio Arturo Brachetti in “Solo”. Il 14 e 15 gennaio Geppy Gleijeses, Marisa Laurito e Benedetto Casillo in “Così parlò Bellavista - Gold Edition”. Dal 20 al 22 gennaio il ritorno al Politeama di Vincenzo Salemme con il nuovo spettacolo “Napoletano? E famme ‘na pizza!”. Dal 25 al 30 gennaio Virginia Raffaele in “Samusà”. Il 2 febbraio Michele Serra in “L’amaca di domani - Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca”. Dal 3 al 5 febbraio Ale e Franz in “Comincium”. L’8 febbraio Katia Follesa & Angelo Pisani in “Finché social non ci separi”. Dal 10 al 12 febbraio “Ghost Il Musical”. Il 15 e 16 febbraio Isa Danieli e Giuliana De Sio in “Le Signorine”. Il 25 e 26 febbraio Federico Buffa in “Amici fragili - La storia di un incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De Andrè”. Il 27 febbraio tornano al Politeama Francesco Piccolo e Pif in “Momenti di trascurabile (in)felicità”. L’1 marzo “Parsons Dance” coreografie e regia di David Parsons. 

Dal 3 al 6 marzo “Legally Blonde - La Rivincita delle Bionde - Il Musical”. Il 16 marzo Natalino Balasso in “Dizionario Balasso”. Il 22 marzo Rimbamband in “Manicomic: 5 suonatori-sognatori”. Dal 24 al 26 marzo Nancy Brilli e Chiara Noschese in “Manola”. Il 29 e 30 marzo Vittorio Sgarbi in “Dante-Giotto”.Il 31 marzo Lella Costa in “Se non posso ballare… Non è la mia rivoluzione”. L’1 e 2 aprile Ugo Dighero e Gaia De Laurentiis in “Alle 5 da me”. Il 5 aprile Andrea Pennacchi in “Pojana e i suoi fratelli”. L’11 aprile “Open” di Daniel Ezralow. Il 12 e 13 aprile Gianluca Ramazzotti e Antonio Catania insieme a Paola Quattrini in “Se devi dire una bugia dilla grossa”. Il 22 e 23 aprile Geppi Cucciari torna al Politeama con “Perfetta”. Dal 28 al 30 aprile la Compagnia della Rancia in “Grease Il Musical”. Il 3 maggio Stefano Massini in “Alfabeto delle emozioni”. Il 6 e 7 maggio I Legnanesi nel nuovo spettacolo “Non ci resta che ridere”. Dall’11 al 14 maggio la stagione del Politeama chiude la versione evento della più grande opera rock di sempre, tratta dal film cult del 1973: Jesus Christ Superstar Il Musical, con musiche di Andrew Lloyd Webber e liriche di Tim Rice, regia di Massimo Romeo Piparo.

Paolo Fizzarotti

Camogli, “finalmente” riapre il Teatro Sociale

Super User 02 Ottobre 2021 1105 Visite

“Finalmente!”. È stata la parola ricorrente della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione del Teatro Sociale di Camogli, che riapre dopo un anno e mezzo di forzata inattività. Un incontro affollato di pubblico, non soltanto camogliese, a testimoniare l’attesa per una riapertura fortemente voluta da tutto il territorio, desideroso di riappropriarsi del ‘suo’ teatro.

A fare gli onori di casa il sindaco di Camogli, Francesco Olivari, che ha ringraziato la Fondazione “di nuovo salda e solida, e pronta a ripartire”. Dopo i saluti molto apprezzati dell’assessora regionale alla Cultura e Spettacolo Ilaria Cavo e del direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore, il presidente della Fondazione Teatro Sociale Maurizio Castagna ha illustrato le fasi della riapertura: “Si è allargata la platea di coloro che credono in quello che stiamo facendo”, ha spiegato. “Mi riferisco agli sponsor ma anche all’amministrazione comunale, alla proprietà, ai creditori che hanno mostrato pazienza e fiducia, ai volontari e alla stampa, che ha sempre trattato il tema del Teatro con obiettività, raccogliendo il forte desiderio di rilancio dell’attività. Questa schiera di persone è quel patrimonio intangibile che ci permette di avere il pieno sostegno delle istituzioni”.

Al sovrintendente Giuseppe Acquaviva il compito di raccontare la prima parte della nuova stagione, che da metà ottobre a Capodanno vedrà in scena 19 spettacoli molto vari: “Vogliamo portare a teatro diversi tipi di pubblico e fare uscire le persone con il sorriso sulle labbra. Per questo abbiamo pensato a una stagione all’insegna dell’ottimismo e del buonumore, in cui gli spettacoli accontentino gli amanti della prosa, quelli della musica e della danza, del jazz, della lirica e del pop, tenendo come filo conduttore l’allegria e la spensieratezza.

Si parte sabato 16 ottobre con il concerto inaugurale “Revolution” dell’Ensemble Janoska, brillante combinazione di musica tzigana, classica e tango, con un pizzico di pop. Si prosegue venerdì 22 ottobre con “Around Pino”, aperitivo in jazz che vedrà riuniti tre mostri sacri del jazz italiano come Tullio De Piscopo, Dado Moroni e Aldo Zunino. “Vogliamo tornare all’uso ottocentesco dei palchetti, quando si poteva mangiare e bere mentre si assisteva allo spettacolo – ha detto Acquaviva commentando gli Aperitivi in jazz, programmati alle 19:30 per dare modo al pubblico di poter prendere l’aperitivo ascoltando musica. Sabato 23 ottobre il popolarissimo Maurizio Lastrico presenterà il suo spettacolo pensato e creato ad hoc per Camogli – e che sarà una prima nazionale – “Camogli e buoi dei paesi tuoi”, mentre sabato 30 ottobre l’orchestra residente, l’EstrOrchestra diretta da Chiara Morandi, proporrà un omaggio a Ennio Morricone e alle sue indimenticabili colonne sonore.

C’è tanta musica in questa prima parte della nuova stagione, con grandi interpreti come Andrea Bacchetti, che mercoledì 3 novembre suonerà Mozart accompagnato dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice, ma anche musicisti che trasformano i propri concerti in veri e propri show, come il Gomalan Brass Quintet, che sabato 6 novembre dedicherà un tributo a Gershwin molto dinamico e coinvolgente, o il Duo Baldo, che con il suo “recitar suonando” proporrà al pubblico sabato 27 novembre un modo nuovo e molto divertente di accostarsi al mondo della classica. Non mancherà la lirica, ma con un concerto semiserio: in “Crisi di identità”, sabato 4 dicembre, il tenore Angelo Villari e il baritono Devid Cecconi si scambieranno i ruoli in un divertissement di alto livello.

“È una stagione incentrata sulla musica – ha detto Giuseppe Acquaviva – con concerti straordinari nel senso etimologico del termine, extra ordinari, che mostrano e condividono con il pubblico la gioia dei musicisti”. Come nel concerto “Alice canta Battiato”, che vedrà la straordinaria interprete italiana Alice accompagnata dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice venerdì 10 dicembre, o il Progetto Piazzolla del celebre bandoneonista Juanjo Mosalini, che venerdì 17 dicembre farà vivere agli spettatori il tango in tutte le sue espressioni, per finire in bellezza col brindisi di Capodanno all’insegna del musical Singin’ con la Sonic Factory e il quartetto d’archi Le Muse.

Molti spettacoli di prosa saranno riallestiti a Camogli per poi partire per le loro tournée nazionali, un modo per avere contenuti e anteprime di qualità che poi si vedranno nei grandi teatri nazionali. Come “Alla stessa ora il prossimo anno”, commedia brillante di Bernard Slade, portato in scena dal Teatro Stabile di Verona sabato 13 novembre con Alberto Giusta e Alessia Giuliani.

Il connubio tra gli artisti del territorio e i grandi artisti internazionali, che è il segno distintivo del nuovo programma, permetterà al Teatro di fare un salto di qualità e di dare luogo a produzioni pensate ad hoc, che potranno permettere anche di accedere a finanziamenti come l’art bonus.

“Parlando del Teatro Sociale Camogli che visitò nel 1990, Giorgio Strehler diceva che si sarebbe dovuto restaurare e destinare a qualcosa, metterlo a disposizione”, ha ricordato Maurizio Castagna. “Coniugava cioè con grande lungimiranza il tema della ristrutturazione con quello della destinazione d’uso. Ora che è restaurato, il nostro Teatro non deve essere sentito come antico e vecchio: dobbiamo sperimentare, rivolgerci ai giovani e utilizzare al massimo i nuovi mezzi di comunicazione”.

Abbonamenti e biglietti saranno in vendita a partire dalla fine della settimana prossima. Informazioni sul sito www.teatrosocialecamogli.it e sui social del Teatro.

SCARICA IL PROGRAMMA

Il saluto del sindaco Francesco Olivari

Musica Insieme, l’Accademia del Chiostro suona per gli anziani

Super User 24 Settembre 2021 1515 Visite

Continua l’attività “sociale” dell’ensemble musicale genovese “L’Accademia del Chiostro”. Appuntamento domenica 26 settembre alle ore 18,30 presso Villa Rebuffo Gattorno – Residenza delle Peschiere – in via Parini 5 a Genova. Ingresso gratuito ma su prenotazione a causa delle normative anti-covid.Con le musiche eseguite dal soprano Stefania Pietropaolo e dall'Ensemble di archi dell'Accademia del Chiostro diretta dal maestro Massimo Vivaldi, la serata sarà un momento dedicato alla prosecuzione di un progetto più ampio che ha già visto i musicisti impegnati in una serie di registrazioni di spettacoli musicali dedicati agli ospiti di alcune RSA presenti sul territorio genovese. Le registrazioni sono state consegnate in occasione della Festa Europea della Musica lo scorso 21 giugno.

“L’arrivo della pandemia – spiega Donatella Ferraris, anima e motore dell’Accademia del Chiostro - con l’arresto improvviso delle abitudini quotidiane, sociali, famigliari e professionali, ha trovato chiunque emotivamente ed organizzativamente impreparato. Anche le persone che vivono in RSA hanno dovuto fronteggiare le conseguenze delle misure di sicurezza, che hanno costretto gli enti gestori a rimodulare le attività che danno significato e ritmo agli ospiti.Il lockdown ha sollecitato a confrontarsi con la mancanza di occupazioni e routine consuete che scandiscono la giornata. L’ambiente umano e sociale ha subito un enorme cambiamento, influenzando la persona e il suo benessere. L’interruzione improvvisa delle visite da parte dei famigliari è stata forse il primo grande cambiamento percepito; l’assenza dei punti di riferimento e del legame con il mondo esterno ha fatto comprendere agli ospiti che qualcosa stava succedendo. Anche la difficoltà di poter stare con residenti di altri reparti e di condividere con loro parte della propria giornata e routine ha segnato notevolmente l’anziano.Le limitazioni hanno anche costretto la riduzione dei contatti fisici fra residenti e operatori.Abbracci, strette di mani, contatti di vicinanza, da sempre svolti con naturalezza, in questo periodo sono passati dall’esser immediati e spontanei a controllati e consapevoli. La mancanza o il controllo di questi gesti e le difficoltà conseguenti ai DPI ha portato ad un impoverimento delle relazioni".

"Nell’ottica di ricollegarsi con un mondo che è rimasto veramente chiuso - prosegue Ferraris - Accademia del Chiostro propone l’orchestra d’archi dell’Associazione, che presenteranno alla Residenza delle Peschiere un programma dal titolo “Viaggio nella musica al ritmo dei ricordi”. La caratteristica dell’orchestra è l’unione di giovani talenti emergenti e artisti che vantano nel loro curriculum esperienze di altissimo livello in contesti nazionali e internazionali. L’affiatamento è straordinario e deriva da una collaborazione pluridecennale.Lo spettacolo verrà registrato per una successiva fruizione da parte delle persone residenti nelle RSA. Ringraziamo Ilaria Cavo, assessore alla cultura della Regione Liguria; il direttore della RSA Fabio Doppierio; Francesco Vesco, presidente Municipio Medio Levante; Nicoletta Viziano, del Comitato di Gestione Compagnia di San Paolo; Tiziana Lazzari, Simona Firpo, Luisa Famiglietti"

 

“Musica Insieme - Viaggio nella musica al ritmo dei ricordi”

Stefania Pietropaolo, soprano

ensemble di archi de "L'Accademia del Chiostro"

direttore Massimo Vivaldi

Domenica 26 settembre alle ore 18,30 presso Villa Rebuffo Gattorno – Residenza Universitaria delle Peschiere – Via Parini, 5 Genova

 

Programma:

1) J. S. BACH (1685 – 1750) Aria

2) G.B. PERGOLESI (1710 – 1736) Stizzoso mio stizzoso

3) J. PACHELBEL (1653 – 1706) Canone in RE magg.

4) A. VIVALDI (1678 – 1741) Domine Deus

5) C. GARDEL (1890 – 1935) Por una cabeza

6) G. GERSHWIN (1898 – 1937) Summertime 

7) D. SHOSTAKOVIC (1906 – 1975) Valzer n. 2

8) G. PUCCINI (1858 – 1924) Salve Regina

  

Paolo Fizzarotti

Teatro Carlo Felice, c’è “Pagliacci” in realtà aumentata

Super User 24 Settembre 2021 934 Visite

Al teatro Carlo Felice debutta la realtà aumentata, in un’opera lirica: e sarà un’anteprima tecnologica mondiale. Venerdì 8 ottobre la stagione inizia con un dittico, e cioè due spettacoli insieme: prima “Sull’essere angeli”, un balletto con musica contemporanea e allestimento inedito; poi l’opera lirica “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo in una veste completamente nuova. Il tutto finirà su Rai 5, che ha partecipato attivamente alla realizzazione del progetto.

Il balletto “Sull’essere angeli” (ispirato alla vicenda della fotografa statunitense Francesca Woodman) ha la regia, la coreografia, le scene, i costumi e le luci firmate da Virgilio Sieni; la musica è di Francesco Filidei: si tratta di una nuova versione della composizione per flauto e orchestra sinfonica con lo stesso titolo pubblicata nel 2017. Il flauto solista è Mario Caroli (per cui la composizione è stata originariamente scritta) la ballerina è Claudia Catarzi.

“Pagliacci” ha invece la regia, le scene e le luci di Cristian Taraborrelli; i video (che sono fondamentali per questo allestimento) sono di Luca Attilii, i costumi di Angela Buscemi; la realizzazione in realtà aumentata 3D è stata curata dal Teatro Carlo Felice in collaborazione con Rai Cultura. Andriy Yurkevych dirige l’Orchestra e Coro e Coro di voci bianche del Teatro Carlo Felice, preparati rispettivamente da Francesco Aliberti e da Gino Tanasini. Il cast vocale di Pagliacci è composto da Fabio Sartori/Sergio Escobar (Canio) e Serena Gamberoni/Angela Nisi (Nedda), Sebastian Catana/Federico Longhi (Tonio), Michele Patti/Marcello Rosiello (Silvio), Matteo Falcier/Nico Franchini (Peppe), quest’ultimo selezionato dal Teatro in occasione della sua partecipazione all’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale del Teatro Carlo Felice 2021.

La prima del dittico, venerdì 8 ottobre sarà preceduta da una parata-spettacolo con i costumi di Emanuele Luzzati che partirà alle ore 18:45 da via S. Lorenzo e arriverà in Largo Sandro Pertini alle ore 19:15, transitando da Piazza De Ferrari. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Emanuele Luzzati.

«Esplorando poetiche lontane – afferma il sovrintendente Claudio Orazi - le due parti del dittico accostano e intrecciano generi (musica assoluta, balletto, teatro, cinema) e linguaggi condividendo alcuni temi importanti, a partire dall’interrogativo di fondo sul senso della morte: da una parte scelta, autodeterminazione, “compimento” come nel caso della fotografa statunitense Francesca Woodman morta suicida a soli 23 anni nel 1981, la cui raccolta di immagini On being an Angel dà il titolo alla composizione musicale. E, dall’altra, violenza subita, come nel caso di Nedda e Silvio, vittime della furia di Canio, in una narrazione personale “giustificata” da una concezione di passione storicamente insidiosa. Due punti di vista apparentemente opposti, che aprono alla narrazione di condizioni esistenziali lontane, legate assieme dalla riflessione sull’evoluzione della figura, della consapevolezza e della condizione femminile e l’osservazione metateatrale sul rapporto tra vita, “verità”, arte e teatro. Siamo orgogliosi di poter collaborare con Rai Cultura alla realizzazione di un allestimento di produzione della Fondazione Teatro Carlo Felice in realtà aumentata come quello di Pagliacci che, nella sua versione ulteriormente “aumentata” e arricchita dall’equipe RAI andrà in onda assieme al balletto di cui si compone il dittico su Rai 5 in prime time giovedì 16 dicembre 2021».

Nell’allestimento di Pagliacci per la regia di Cristian Taraborrelli, la realtà irrompe sul palcoscenico e la finzione teatrale a sua volta corre incontro al vero, in una messa in scena senza quintature classiche, d’ispirazione cinematografica. Grazie alla realtà aumentata si delinea un terzo piano di narrazione, in cui confluiscono le visioni, i sentimenti e le esperienze soggettive di ciascun personaggio, i loro non detti, i loro agiti repressi, i loro segreti: su di uno schermo posto nella parte superiore del palco, l’azione scenica sarà restituita in una versione virtualmente accresciuta e sviluppata, grazie all’innovativa realizzazione del Teatro Carlo Felice in realtà aumentata a sviluppo bi e tridimensionale.

“La sfida in questo caso - racconta Cristian Taraborrelli - è narrare l’opera attraverso un nuovo linguaggio, che a partire dall’azione in teatro e dalla realizzazione in video live sfoci in una forma di sperimentazione cinematografica in grado, a sua volta, di aggiungere verità, con la narrazione in soggettiva dei personaggi esplosa in video, grazie alla realtà aumentata in due e in tre-D, ricomposta e fatte confluire in tempo reale sulla scena. L’opera Pagliacci è come una tempesta nera che si abbatte sulle fragilità umane. Un groviglio contorto di passioni che ferisce in pancia: amore, gelosia, odio, la ferocia del finale. Questo continuo movimento dell’anima esige un universo visivo senza confini, mutevole, plasmabile nel tempo e nello spazio, una “realtà aumentata”: frammenti sconfinati di natura, tremori che attraversano le forme, riflessi che interrogano, architetture che si espandono, un nuovo spazio tridimensionale emozionale in cui i cantanti vivranno le loro molteplici vite osservate da telecamere “live”, sguardi digitali che racconteranno l’opera». L’opera inoltre vivrà di una seconda vita sullo schermo televisivo di RAI 5 in prime time giovedì 16 dicembre 2021, che svelerà un punto di vista sul racconto ancora diverso, grazie ad un ulteriore innesto in realtà aumentata realizzato da Davide Meda assieme all’equipe di Rai Cultura per la regia televisiva di Claudia De Toma, su progetto editoriale e artistico di Francesca Nesler curato da Nicola Pardini.

 

Venerdì 8, venerdì 15 ottobre 2021 ore 20.00

Domenica 10, sabato 16*, domenica 17 ottobre 2021 ore 15.00 

 

Sull’essere angeli | Pagliacci 

Sull’essere angeli di Francesco Filidei

Prima assoluta della nuova versione

Regia, coreografia, scene, costumi e luci Virgilio Sieni

Flauto Mario Caroli

Ballerina Claudia Catarzi

Nuovo allestimento

 

Pagliacci di Ruggero Leoncavallo

Opera in due atti su libretto di Ruggero Leoncavallo

Nuovo allestimento in collaborazione con Rai Cultura

Maestro concertatore e Direttore Andriy Yurkevych

Regia, scene e luci Cristian Taraborrelli

Costumi Angela Buscemi

Video Luca Attilii

Canio Fabio Sartori/Sergio Escobar* 

Nedda Serena Gamberoni/Angela Nisi* 

Tonio   Sebastian Catana/Federico Longhi* 

Silvio   Michele Patti/Marcello Rosiello* 

Peppe Matteo Falcier/Nico Franchini*

Un contadino Luca Romano 

Un altro contadino Giampiero De Paoli/ Antonio Mannarino      

*Secondo cast

  

Paolo Fizzarotti

Nuove affinità elettive tra Mozart e Vivaldi risuonano nel concerto dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice

Super User 22 Settembre 2021 937 Visite

Dopo Mozart l’italiano, in cartellone lo scorso giovedì 16 settembre, un secondo appuntamento musicale del Teatro Carlo Felice porta alla scoperta di nuove e diverse prospettive sull’incontro tra la musica di Mozart e quella di Vivaldi, domenica 26 settembre 2021 alle ore 11.00 nel primo Foyer del Teatro. Assieme agli archi dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice, Giovanni Battista Fabris, primo violino di spalla, in veste di violino solista e concertatore esegue il giovanile Divertimento in re maggiore K. 136 di Wolfgang Amadeus Mozart seguito da Le quattro stagioni op. 8 di Antonio Vivaldi, tra i massimi capolavori del Prete Rosso, il cui successo ha eclissato per lungo tempo tutta la restante opera del prolifico compositore veneziano.

Il concerto sarà seguito da un informale aperitivo, incluso nel prezzo del biglietto.

Scritto sul finire del 1771 al rientro dei primi due viaggi italiani, che condussero il giovane Mozart a visitare estensivamente il Bel Paese, da Rovereto a Verona, a Milano, a Bologna, fino a Roma e a Napoli, il Divertimento in re maggiore K. 136 testimonia della consapevolezza formale già raggiunta dal compositore all’alba del suo sedicesimo compleanno. All’interno della forma galante del divertimento, di cui mantiene ed esalta il garbo con brillante disinvoltura, Mozart tratteggia un componimento dal respiro sinfonico – forse, pragmaticamente pensato per essere sviluppato in tale direzione, in futuro - e caratterizzato da temi di grande efficacia lirica, che anticipano i tratti melodici ed espressivi delle arie che da lì a poco avrebbe concepito e destinato al teatro d’opera. Si delinea così, già in queste note, quella vis teatrale tipicamente mozartiana che, di sicuro, risentì dell’influenza italiana esercitata sul compositore da Paisiello, Piccini, Corelli, Tartini e, per il loro tramite, da Vivaldi, che Mozart con ogni probabilità non ebbe la possibilità di ascoltare.

Collocati a introduzione della raccolta di concerti intitolata Il cimento dell’armonia e dell’inventione, data alle stampa nel 1725, i quattro concerti che compongono le Quattro stagioni vivaldiane sono di composizione anteriore, come sotteso da Vivaldi nella sua dedica al Conte Wenzel von Morzin, dove specifica inoltre che ciascuno dei quattro concerti sarà accompagnato da un sonetto (si ritiene di composizione dello stesso Vivaldi), cui le lettere maiuscole annotate sulla partitura rimandano, oltre che da alcuni commenti espliciti su ciò che la musica cerca di illustrare.

Quella delle Quattro stagioni è una musica dai forti contrasti drammaturgici, sia nelle dinamiche, nell’alternanza tra “forti” e “piani”, sia nell’alternanza tra “ripieno“ e “concertino” come prescritto dalla forma del concerto grosso barocco, che in Vivaldi anticipa i tratti del concerto solistico classico: già a partire dalla Stravaganza il concertino è rappresentato da un violino solista e la forma del concerto, a partire dalle Quattro stagioni, si cristallizza nella sua struttura in tre movimenti, con l’alternanza di movimenti lenti e vivi, questi ultimi in particolare nella forma con ritornello. L’abbondanza di contrasti caratterizza sia i movimenti lenti sia i movimenti rapidi di ciascun concerto in cui, nel bel mezzo di una cascata di sedicesimi, irrompono momenti di sospensione di forte impatto teatrale.  A stregare il pubblico, da sempre, è il ricorso frequentissimo alla mimesi, che permette di “riconoscere” lungo l’intera composizione il suono degli uccelli, la pioggia, il vento o la pesantezza di una calda estate.

 

PROGRAMMA 

Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)

Divertimento in re maggiore K. 136

Allegro

Andante

Presto

 

Antonio Vivaldi (1678 -1741)

Le quattro stagioni op. 8

Concerto n. 1 in mi maggiore, op. 8, RV 269 (La primavera)

1. Allegro - Largo e pianissimo sempre - Allegro pastorale

 

Concerto n. 2 in sol minore, op. 8, RV 315 (L'estate)

1. Allegro non molto - II. Adagio e piano – Presto e forte - III. Presto

 

Concerto n. 3 in fa maggiore, op. 8, RV 293 (L'autunno)

1. Allegro - II. Adagio molto - III. Allegro

 

Concerto n.  4 in fa minore, op. 8, RV 297 (L'inverno)

1. Allegro non molto - II. Largo - III. Allegro

 

ANTONIO VIVALDI - LE QUATTRO STAGIONI 

Quattro concerti per violino e orchestra

Opera VIII  Nr. 1 – 4

 

 

CONCERTO I

Sonetto dimostrativo

Sopra il Concerto intitolato LA PRIMAVERA


I

Allegro:

(“Giunt’è la Primavera”)

Canto dè gl’Uccelli

(“e festosetti la Salutan gli Augei con lieto canto”)

Scorrono i fonti

(“E i fonti allo spirar de Zeffiretti - Con dolce mormorio scorrono intanto”)         

Tuoni

(“Vengon coprendo l’aer di nero amanto. E lampi, e tuoni ad annuntiarla”)

Canto d’Uccelli

(“Indi, tacendo questi, gli Augelletti  Tornan di nuovo al lor canoro incanto”)

           

II

Largo:

Il Capraro che dorme, Mormorio di fronde e piante, Il cane che grida.

(“E quindi sul fiorito ameno prato Al caro mormorio di fronde e piante Dorme ’l Caprar col fido can a lato.”)

 

 

III

Allegro:

Danza pastorale

(“Di pastoral zampogna al suon festante Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato  Di primavera all’apparir brillante”)

 

CONCERTO II

Sonetto dimostrativo

Sopra il Concerto intitolato “L’ESTATE”

 

I

Allegro non molto:

Languideza per il caldo

(“Sotto dura Staggion dal Sole accesa langue l’uom, langue’l gregge ed arde il pino”)

 

Allegro: 

Il Cucco

(“Scioglie il Cucco la voce”)

La Tortorella

(“e tosto intesa canta la tortorella e’l gardelino)

Il gardellino

Zeffiretti dolci

(“Zefiro dolce spira”)

Venti diversi

Vento borea

(“mà contesa muove Borea improviso al Suo vicino”)

Venti impetuosi

 

Il Pianto del Villanello

(“E piange il pastorel perchè sospesa teme fiera borasca, e’l suo destino”)

 

II

Adagio-presto-adagio-presto-adagio-presto-adagio-presto-adagio:

(“toglie alle membra lasse il Suo riposo”)

(“Il timore de’lampi, e tuoni fieri”)

(“e de mosche, e mosconi il Stuol furioso!”)

  

III

Presto:

Tempo impetuoso d’estate

(“Ah che pur troppo i suoi timor son veri, tuona e fulmina, il ciel e grandinoso, tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri”)

 

CONCERTO III

Sonetto dimostrativo

Sopra il Concerto intitolato

 “L’AUTUNNO” 

I

Allegro-larghetto-allegro assai

Ballo e Canto di Villanelli

(“Celebra il vilanel con balli e canti del felice raccolto il bel piacere”)

L’Ubriaco

(“E del liquor di Bacco accesi tanti”)

Ubriaco

L’Ubriaco che dorme

(“Finiscono col sonno il lor godere”)

 

II

Adagio molto

Ubriachi dormienti

(“Fa ch’ognuno tralasci e balli e canti; l’aria che temperate dà piacere. E’ la Staggion ch’invita tanti e tanti d’un dolcissimo sonno al bel godere”)

 

III

Allegro

La caccia

(“I cacciatore alla nov’alba à caccia con corni, Schioppi, e cani escono fuori”)

 

La Fiera che Fugge

(“Fugge la belva, e Seguono la traccia”)

Schioppi e cani

(“Già Sbigottita, e lassa al gran rumore de’ Schioppi e cani, ferita minaccia”)

 

La Fiera fuggendo Muore

(“Languida di fuggir, mà oppressa muore”)

  

CONCERTO IV

Sonetto dimostrativo

Sopra il Concerto intitolato

“L’INVERNO”

 

I

Allegro non molto:

(“Aggiacciato tremar trà nevi algenti”)

Orrido Vento

(“Al Severo Spirar d’orrido Vento”)

Correre

Correre e battere li Piedi per il freddo

 (“Correr battendo i piedi ogni momento”)

Venti

(“E pel soverchio gel batter i denti”)

Battere I denti

 

II

Largo:

(“Passar al fuoco i di quieti e contenti mentre la pioggia fuor bagna ben cento”)

La Pioggia

III

Allegro-lento-allegro:

(“Caminar sopra il ghiaccio”)

Caminar piano e con timore

(“e a passo lento per timore di cader girsene intenti”)

(“Gir forte, sdruzziolar, cader à terra”)

Correr forte

(“Di nuovo ir Sopra ‘l giaccio e corer forte”)

(“Sin ch’il giaccio si rompe, e si disserra”)

Vento Siroco

(“Sentir uscir dalle ferrate porte”)

IL vento borea e tutti li venti

(“Siroco, Borea, e tutti i Venti in guerra”)

(“Quest’è ‘l verno, ma tal, che gioia apporte”)

  

BIOGRAFIA

Diplomatosi nel 1988 presso il Conservatorio di Vicenza, Giovanni Battista Fabris vince il Premio Terme di Fontecchio del Festival delle Nazioni di Città di Castello nel 1992.

Ottiene il diploma di “Virtuositè” con Premier Prix presso il Conservatorio Superiore di Ginevra sotto la guida del M° Corrado Romano e successivamente è vincitore a La Chaux de Fonds del premio “Rotary Club Suisse” attribuitogli dal M° Franco Gulli col quale ha successivamente studiato.

Ha partecipato ai corsi di perfezionamento con Viktor Liberman ad Utrecht e successivamente con Philippe Hirshhorn che ha seguito in Olanda, Belgio e Francia.

Già violino “di spalla” e solista dell’Orchestra N. Esterhazy di Vicenza ha collaborato in veste di solista con l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestre de la Suisse Romande, I Cameristi Lombardi e i Solisti della Haydn Philarmonia.

E’ primo violino del Quatuor Ravel di Lione tra il ’95 e il ’98 col quale si è prodotto in tournée in prestigiose sale da concerto in Francia, Olanda, Germania, Svizzera, Ungheria, Turchia, Grecia, Giappone, Portogallo e Spagna.

Collabora col pianista Igor Roma ed è fondatore del Trio Quiroga e del Trio Roma oltre ad essersi esibito congiuntamente ad apprezzati musicisti quali Serge Collot, Bruno Canino, Giovanni Bellucci, Bruno Robillard, Gerard Caussé, Claire Desert, Anne Gastinel, Louis Sclavis, Rian de Waal, Jean-Claude Vanden Eynden, Franco Petracchi, Rocco Filippini, Gordan Nikoliç e Quirine Viersen.

E’ stato docente di violino al Conservatorio Superiore di Lione e tuttora ai corsi estivi di perfezionamento di Pontedeume in Spagna.

E’ attualmente violino di spalla del Teatro Carlo Felice di Genova e dell’Orchestra Symphonica d’Italia diretta da Lorin Maazel.

In tale ruolo è invitato da numerose orchestre : Orchestra Sinfonica de Tenerife , Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Comunale di Bologna, Sinfonia de Lyon, Filarmonica di Gran Canaria , Orchestra Nazionale da camera di Toulouse, Orchestra Città di Granada, Ensemble Respighi di Bolonga, Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra delle Settimene Musicali di Stresa,  Accademia di Santa Cecilia di Roma,Orchestra da camera di Padova, Orquesta Simfonica de Barcelona i Nacional de Catalunya Orchestra Nacional de Espana e Teatro alla Scala , Filarmonica della scala, Orchestra Nacional de Espana.

Ha registrato per Andromeda Records, Edipan, Radio della Suisse Romande, Nuova Era, Laser Production, France 3, Radio Classic France, Muzzik TV, Arte, Musique Classic TV, Radio RAI 3.

Suona un violino David Tecchler Roma 1741.

“Human Pride”, la nuova stagione del Teatro Nazionale di Genova

Super User 22 Settembre 2021 1540 Visite

C’erano proprio tutti alla presentazione di “Human Pride”, la stagione 2021/2022 del Teatro Nazionale di Genova: il ministro per la Cultura Dario Franceschini, collegato in videoconferenza; il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti; il sindaco di Genova Marco Bucci; gli assessori regionale comunale alla cultura Ilaria Cavo e Barbara Grosso. A fare gli onori di casa Davide Livermore e Alessandro Giglio, rispettivamente direttore e presidente del Teatro Nazionale.

E’ stato subito chiaro che sarà una stagione da record. L’anno prossimo il Teatro Nazionale (già Stabile di Genova) compie 70 anni. Da qui la decisione di mettere in scena 70 spettacoli, con 21 produzioni autonome. Poi una serie di iniziative a tutti i livelli, con un grande progetto internazionale legato al ventennale del G8. La stagione sarà dedicata alla figura di Adelaide Ristori, una straordinaria attrice di cui ricorre il bicentenario della nascita. Il TN inoltre ha aderito a una campagna dell’ONU sullo sviluppo sostenibile.

“Il Teatro Nazionale si presenta con un cartellone ricco di eventi e articolato in quella che, ci auguriamo tutti, sia la stagione della ripartenza e dell’accelerazione - ha detto Marco Bucci. -  Sarebbe importante che, nei prossimi mesi, il teatro non solo ritrovasse il suo pubblico più fedele ma riuscisse a catalizzare l’attenzione di tanti genovesi, giovani e meno giovani. A tutti coloro che lavorano dietro le quinte, agli artisti che andranno in scena e alla direzione del Teatro Nazionale vanno, da parte mia e della città, i migliori auguri di buon lavoro e il ringraziamento per l’importante attività di alto livello culturale che viene svolto”.

“Siamo particolarmente orgogliosi di essere qui oggi per la presentazione della nuova stagione del Teatro nazionale di Genova – commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Un orgoglio e un’emozione che sono doppi: da un lato c’è quello che si prova di fronte a un programma di altissimo livello, ambizioso, capace di spaziare tra il classico e la contemporaneità, per nulla timoroso di aprire le porte agli emergenti e alle loro idee. Ma, assieme a questo, c’è l’orgoglio che si prova nel vedere come la ripartenza della nostra regione avvenga davvero su tutti i fronti, e che quello della cultura e del teatro non siano da meno. Anzi, la presentazione della nuova stagione è la conferma di come ripartano con slancio, quello stesso slancio che serve a tutti noi, alla società intera, per cogliere le opportunità che abbiamo di fronte dopo una fase tanto complessa. L’arte e il teatro hanno il compito di farci crescere, riflettere, di indicare la strada. In questo caso, di fronte alla proposta del Teatro nazionale, non posiamo che dire: missione compiuta”. 

Poi ha preso la parola Ilaria Cavo. “Arriviamo da un'estate in cui il Teatro Nazionale di Genova è stato al tempo stesso nel cuore della città (con La Congiura del Fiesco) e alla ribalta nazionale (con Coefore Eumenidi a inaugurare il cartellone di Siracusa) – ha detto l’assessore regionale alla cultura - Ora propone una nuova stagione innovativa e di forte respiro internazionale: una grande boccata di ossigeno che allarga orizzonti, apre nuove prospettive con l'adesione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu (grazie alla condivisione dell'agenda 2030) e con il progetto del G8 della cultura: i nove scrittori degli otto stati del G8 - cui si è aggiunta l'Unione Europea - hanno passato mesi per redigere testi e atti unici destinati a Genova. Dimostrano che la cultura crea arte nuova, che il teatro dopo vent'anni può dare risposte. Complimenti a Davide Livermore che ha avuto un'idea che nasce da un profondo umanesimo, un'idea di vero 'human pride' in atto.  Il coinvolgimento dei giovani è crescente e ci auguriamo cresca ancora anche grazie all'uso innovativo della tecnologia QR-code lanciata oggi dal Teatro per comunicare con il suo pubblico”.

Sulla stessa linea Barbara Grosso. “Sono particolarmente orgogliosa come Assessore comunale alla cultura di accogliere questo cartellone del Teatro Nazionale di Genova – ha detto Grosso – Il programma unisce proposte di alto profilo a una varietà di linguaggi e di registri che arricchisce la città. Sarà una stagione straordinaria, piena di contenuti, di spunti, di suggestioni. Una stagione importante che certifica una ripartenza che ci auguriamo ci porti a superare il triste periodo che abbiamo vissuto. Genova è una grande città dalla cultura profonda e diffusa, una città che ha saputo aprirsi al nuovo pur essendo ancorata alle proprie radici. E nella stagione del Teatro Nazionale trovo tutte le caratteristiche di noi genovesi in un mix di innovazione, tradizione e di attenzione ai temi sociali. Da questo punto di vista considero la scelta di aderire agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 particolarmente stimolante, una scelta che si inscrive nel solco di un impegno che ha sempre saputo coniugare la cultura ai temi dello sviluppo del territorio e della collettività. Perché in questo cartellone non ci sono solo gli spettacoli – tanti e di un livello qualitativo straordinario - ma anche workshop, incontri, residenze per una vocazione di vera e propria istituzione culturale radicata e produttrice di senso civico”.

Da ottobre 2021 a maggio 2022 il cartellone tra produzioni e ospitalità accoglie molti tra i grandi protagonisti della scena teatrale, da Valerio Binasco a Claudio Bisio, da Silvio Orlando ad Ambra Angiolini, da Ascanio Celestini ai Motus, da Marina Massironi ad Alessandro Gassmann, da Stefano Massini ad Agrupación Serrano, da Umberto Orsini a Glauco Mauri, da Angela Finocchiaro ad Elio, da Virgilio Sieni a Milvia Marigliano, da Sonia Bergamasco a Federica Fracassi, solo per citarne una piccola parte, oltre che dare spazio a un gran numero di giovani compagnie e registi e registe, attrici e attori che si stanno affermando nel panorama teatrale italiano. Gli spettacoli saranno messi in vendita in due tranche (si apre a dicembre la vendita per gli eventi da gennaio in poi) ma gli abbonamenti acquistati adesso (proposti per la prima volta anche con vantaggiose formule ricaricabili) potranno essere utilizzati sull’intero cartellone. 

Partner istituzionali della stagione 2021/22 del Teatro Nazionale di Genova sono il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Genova, la Regione Liguria e la Camera di Commercio di Genova, a cui si affiancano la Fondazione Compagnia di San Paolo e Iren con il loro fondamentale contributo e i sostenitori Coop Liguria, Leonardo, ETT, Unipol, Assiteca, Banco BPM, Cambiaso Risso e Rhea Vendors.

La stagione si apre con la rassegna Il mondo che abbiamo, curata da Andrea Porcheddu nell’ambito del G8 Project, l’articolato programma di iniziative fortemente voluto da Davide Livermore per ricordare il ventennale del G8 di Genova. Nove spettacoli di produzione, scritti per l’occasione da autrici e autori di caratura internazionale, ciascuno in rappresentanza di uno dei “Grandi” presenti al G8 di Genova - Roland Schimmelpfennig (Germania), Nathalie Fillion (Francia), Guillermo Verdecchia (Canada), Fausto Paravidino (Italia), Sabrina Mahfouz (Uk), Toshiro Suzue (Giappone), Wendy MacLeod (USA), Ivan Vyrypaev (Russia) e Fabrice Murgia (Belgio, in rappresentanza dell’Unione Europea) - debuttano in prima assoluta in una straordinaria maratona teatrale sabato 9 ottobre e vengono poi proposti al Teatro Ivo Chiesa e al Teatro Gustavo Modena sino al 27 ottobre, abbinati 2 o 3 per sera. Diretti da Giorgina Pi, Mercedes Martini, Serena Sinigaglia, Thea Dellavalle, Teodoro Bonci del Bene, Kiara Pipino e Thaiz Bozano, oltre che da Fausto Paravidino e Nathalie Fillion che mettono in scena i propri testi, gli spettacoli (tradotti in italiano) riflettono con una grande varietà di toni sui primi venti anni del nostro millennio. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo avvio di stagione, che coinvolge oltre 100 persone tra artisti e maestranze e che si ricollega alla tradizione del teatro-documento cara al Teatro di Genova. È lo sguardo del mondo su Genova e lo sguardo della nostra città e del nostro teatro sul mondo”, commenta Davide Livermore.

Rientra nel quadro delle celebrazioni per i 70 anni del Teatro di Genova la rassegna condotta da Alessandro Giglio Settant’anni a Genova, teatro e cronaca (Teatro Ivo Chiesa, 25 ottobre-13 dicembre): sette incontri, ciascuno dedicato all’arco temporale di un decennio, dagli anni ’50 ai giorni nostri, in compagnia di grandi protagonisti del teatro italiano.

Contemporaneamente al Teatro Eleonora Duse il 15 di ottobre si apre Next Generation Women, XVII edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che sino al 27 novembre presenta, prevalentemente alla Sala Mercato, una serie di spettacoli declinati al femminile – tra le artiste coinvolte Laura Curino, Galatea Ranzi, Gaia Aprea, Giuliana Musso.

Ma sono tanti e quanto mai diversificati tra loro gli spettacoli presenti in cartellone grazie al grande impegno produttivo del Teatro Nazionale di Genova. A parte l’allestimento di “Lady Macbeth” diretto da Davide Livermore, le cui date sono in fase di definizione, tra le novità sarà finalmente possibile vedere “La mia vita raccontata male”, in cui Claudio Bisio si confronta con i testi di Francesco Piccolo con la regia di Giorgio Gallione (Teatro Ivo Chiesa 18-23 gennaio), “Miracoli metropolitani” di Carrozzeria Orfeo, coprodotto con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini (Teatro Gustavo Modena 16-28 novembre), “Il mercato della carne” di Bruno Fornasari, diretto da Simone Toni e interpretato dai 12 giovani attori che si sono diplomati lo scorso anno alla Scuola di Recitazione (Sala Mercato 3-12 maggio) e “Autunno in aprile” (Teatro Eleonora Duse, 26 novembre – 5 dicembre), regia di Elena Gigliotti, sequel della saga tutta al femminile di Carolina África Martín Pajares. Chi l’avesse perso, potrà poi recuperare il primo capitolo, “Estate in dicembre”, regia di Andrea Collavino (Sala Mercato 23-25 marzo).

Tra le riprese anche i due spettacoli diretti da Giorgio Gallione – “Il grigio” di Gaber e Luporini (Teatro Eleonora Duse, 9-14 novembre) protagonista Elio e “Alda. Diario di una diversa” (15-20 febbraio) con Milvia Marigliano a dare voce al mondo di Alda Merini – e le due produzioni presentate prima dell’estate alla riapertura dei teatri, “Grounded” di George Brant con Linda Gennari, regia di Davide Livermore (Teatro Ivo Chiesa, 25 febbraio-6 marzo), e “Solaris” dal romanzo fantascientifico di Stanislaw Lem, diretto da Andrea De Rosa, protagonista Federica Rosellini (Teatro Gustavo Modena, 9-14 novembre). 

Tra le ospitalità saranno proposti anche alcuni degli spettacoli precedentemente saltati a causa del lockdown: “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen con la regia di Arturo Cirillo (Teatro Gustavo Modena 15-20 febbraio), “Il nodo di Johnna Adams” con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno per la regia di Serena Sinigaglia (Teatro Gustavo Modena 9-13 febbraio), “Fronte del porto” con la regia di Alessandro Gassmann (Teatro Ivo Chiesa 1-5 dicembre), “Oblivion Rhapsody” con gli Oblivion (Teatro Ivo Chiesa 25-28 novembre), “Creatura di sabbia” da Tahar Ben Jelloun con la regia di Daniela Ardini (Teatro Eleonora Duse, 16-19 dicembre). 

Arrivano a Genova alcuni spettacoli particolarmente lodati dalla critica, da “Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams diretto dal giovane ma già apprezzatissimo Leonardo Lidi a “Sorelle” di Pascal Rambert con Sara Bertelà e Anna Della Rosa; da “Le sedie” di Ionesco con la regia di Valerio Binasco a “Se questo è un uomo”, che Walter Malosti ha tratto dall’opera di Primo Levi, da “Piazza degli eroi” di Bernhard con la regia di Roberto Andò a “Eichmann dove inizia la notte” di Stefano Massini con Ottavia Piccolo e “The Mountain” dei catalani Agrupación Señor Serrano.

Alla drammaturgia contemporanea si affiancano i grandi classici: Andrea Chiodi dirige “Troiane” di Euripide con Elisabetta Pozzi, Laura Sicignano Baccanti, Yannis Kokkos Enrico IV di Pirandello con Sebastiano Lo Monaco, Carlo Cecchi porta in scena Dolore sotto chiave e Sik Sik L’artefice magico di Eduardo De Filippo, Fausto Paravidino si ispira a Bertolt Brecht per il suo Peachum – un’opera da tre soldi, in cui recita a fianco di Rocco Papaleo.

Tra gli spettacoli più recenti o prossimi al debutto molto attesi Tutto brucia dei Motus, Gattoparde di Nina’s Drag Queen (che presentano anche Queen Lear di Claire Dowie da Shakespeare), Museo Pasolini di Ascanio Celestini, La vita davanti a sé con Silvio Orlando, Chi ha paura di Virginia Woolf di Edward Albee con la regia di Antonio Latella, protagonisti Sonia Bergamasco e Vinicio Marchioni, Pour un oui ou pour un non con Umberto Orsini e Franco Branciaroli.

Spazio alla danza con Virgilio Sieni, con il nuovo spettacolo, Paradiso, di chiara ispirazione dantesca, e con Another round for five di Cristiana Morganti, storica performer del Tanztheater di Pina Bausch.

Tra le proposte più giovani troviamo Viola Marietti con ALDST – Al limite dello sputtanamento totale, Invisibile Kollettivo con Open di Andre Agassi, Livore su Mozart e Salieri di VicoQuartoMazzini, Premio Hystrio 2021 come migliore compagnia emergente.

Molte le novità per il settore teatro ragazzi. Nasce una piattaforma virtuale rivolta principalmente alle scuole, con un ciclo intitolato Dalla pagina alla scena, che permetterà agli studenti di scoprire il processo creativo che c’è dietro ogni spettacolo. A marzo dovrebbe partire il progetto Classe a teatro, finalmente con gli studenti in sala per speciali lezioni “spettacolari”. Riprendono invece già nella prima parte di stagione gli appuntamenti per i più piccoli della rassegna Sabato a teatro, mentre a gennaio Domenica si crea! proporrà la colazione in teatro abbinata a laboratori di creazione artistica. 

Gli orari degli spettacoli seguono la modulazione già sperimentata nella passata stagione (martedì, mercoledì e venerdì ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16). Invariati i prezzi dei biglietti, che vanno dagli 11 ai 30 euro.

Paolo Fizzarotti

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