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Palestre esauste, devastate dal Covid: fatturato giù del 90%

Ginnastica all'aperto (foto Area 51)

E pensare che medici e tecnici della sanità parlano con voce univoca sul fatto che sport e movimento sono autentiche terapie, allungano la vita e spesso sono meglio dei farmaci.

Nonostante questa verità palestre e piscine sono off-limits per tutti, con generale peggioramento di qualità di vita e salute pubblica. La palestra, la piscina, verrebbe da dire, sono quasi dei salvavita.

Il Covid e l'emergenza sanitaria, ma soprattutto le decisioni governative, le hanno chiuse da un anno. Male, come detto, per il benessere comune, ma anche una devastazione economica: meno 90% il fatturato di tali strutture e 120 mila posti di lavoro a rischio. Economia da guerra e socialità da far venire i brividi. Ma c'è anche da chiedersi se è peggio il male o il rimedio.

Da frequentatore di piscina ho visto, e posso personalmente testimoniare, come in tali strutture ci sia massima attenzione, senza sbavature, alla sicurezza delle persone che le frequentano. Misure rigorose per evitare contatti, assembramenti. Tutto pulito, sanificato, seguendo alla lettera le indicazioni che il legislatore ha dato circa ciò che devono fare. Impegno sociale ed anche economico che ha avuto ed ha risposta a senso unico: chiusura.

Poco importa che dopo aver osservato la porta della mia piscina chiusa a tempo indeterminato, salga su un bus e sia spalla a spalla con chissà chi o nei mercati la gente si accavalli al banco oppure giochi agli autoscontri nel movimento interno alla struttura. E poco importa che maree di giovani maleducati, folli ed incoscienti si incontrino in grandi e piccole città facendo gruppi da stadio stracolmo.

L'importante, per i nostri tecnici, burocrati e politici è chiudere gli impianti sportivi, ignari che chi fa sport ha maggiore salute e maggiori difese, quindi, al male.

Non lo dice il giornalista, ma lo dice il medico.

Dal lato economico, consequenziale, è una precisa disamina della situazione da parte dell'Unione europea delle cooperative (Uecoop) a fornirci i dati della catastrofe finanziaria dello sport: in un anno perso il 90% del fatturato e 120 mila posti di lavoro sono a rischio.

Istruttori a casa molto spesso partite Iva o comunque a contratto, non dipendenti; macchinari e spazi inutilizzati. Un deserto sociale, fisico, salutistico da mettersi a piangere e che ha un indotto che sta finendo sul lastrico. Non servirà una eventuale ripresa con lezioni individuali, secondo Uecoop, in quanto ci saranno da smaltire gli abbonamenti sospesi e non usufruiti nel 2020.

I dati Uecoop indicano che ginnastica, fitness, body building, aerobica e sport acquatici coinvolgono quasi 1 italiano su 2, il 46,2% di chi pratica sport, mentre il 23% gioca a calcio e il resto fa altre attività. Chi invece ha approntato mini sale fitness private in cantina o in salotto, spiegano i dirigenti Uecoop, si è imbattuto in prezzi schizzati in alto nelle attrezzature.

Una piccola postazione domestica per il fitness vale 457 euro con più 57,5% per i manubri con i pesi, del 30% per la panca e addirittura del 58,5% per la cyclette.

Italia povera e grassa se si salva dal Covid. E' questo il nostro destino? Ma lo sanno coloro i quali legiferano che lo sport fa bene? Ne hanno mai praticato uno?

Il nostro invito è di iniziare a farlo se finora ne sono stati lontani. Lo sport rilassa, fa bene allo spirito, al fisico e pure alla mente.

Dino Frambati

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