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Sport

Tribuna sportiva - Il calcio è imprevedibile: il Genoa non vince, ma si trova da solo al secondo posto

Super User 31 Gennaio 2023 1301 Visite

Il calcio è bello perché imprevedibile: il Genoa non vince, ma si trova da solo al secondo posto. Peccato che il campionato non finisca qui, il Grifo sarebbe in serie massima.

Battute a parte, al tavolo di gioco ci sono anche le avversarie e si sfruttano anche i loro errori. Così, anche se arriva un solo punto (comunque benvenuto) le altre inciampano e quindi è giusto sfruttare i passi falsi altrui. Quante volte gli avversari hanno sfruttato gli errori del Grifone!

Gilardino, anche col Pisa, ha mosso le sue pedine nei due tempi con accortezza, ma questa volta il gol in “ascensore” di Puskas è mancato, nonostante che, specie nella ripresa ci sia stato un assalto a “Fort Apache” ammirevole.

I due bomber, spesso isolati in avanti, hanno potuto far poco con i toscani forti, solidi e ottimi marcatori, quindi ben venga il pareggio.

Gli avversari dei rossoblù della classifica, del resto, perdono passi anche loro: Reggina, Bari e Parma battono la fiacca.

Gilardino aveva detto alla vigilia: “Cavalchiamo l’onda”. In parte è stata cavalcata, ma era un’onda quasi piatta, tale da non arrivare al successo casalingo.

Due dati comunque confermano la buona salute della formazione: la solidità difensiva. Vogliacco controlla bene il reparto, controbatte colpo su colpo difronte al roccioso Moreo.

Bani rientra e gioca una bella partita, un centrale attento e a volte aggressivo quando si porta in avanti e riesce anche a far gol, purtroppo il gol è stato annullato per millimetrico fuorigioco.

Interessante la mossa Gudmundsson che entra a dare vivacità e a scombussolare la struttura pisana. È certamente il migliore in campo, con i suoi scatti improvvisi, palla al piede, pronto a scartare, com’è successo, tre avversari in un solo colpo.

Certo, davanti a questi dati positivi, è mancato il gol, il solito no-gol che purtroppo caratterizza l’attacco rossoblù. Gilardino ha tentato di muovere le sue pedine, cercando di aprire varchi sulle fasce, ma la cosa riesce male. Solo nella ripresa il Genoa si porta in avanti e solo una rocciosa difesa, una specie di fortino alla Rocco di antichi tempi, ha impedito di andare al gol.

Due o tre occasioni sono capitate, ma non v’è stato nulla da fare e questo sarà un problema per il tecnico.

Un po’ di amaro in bocca ci sta tutto, ma va ricordato che il campionato è lungo e un punto va bene così, tenendo conto che la squadra la sua prestazione valida l’ha fatta. Bisogna solo pensare già alla prossima trasferta a Parma che sembra in fase calante, e poi alla gara casalinga con il Palermo.

Insomma, il percorso è ancora lungo, ma vedersi seconda in solitaria alza il morale e soprattutto conferma (la classifica non mente mai) che il secondo posto è ampiamente meritato.

Vittorio Sirianni

Crisi Sampdoria, Garrone: “Noi ci siamo stati e potremmo esserci anche in futuro”

Super User 23 Gennaio 2023 1781 Visite

In un lungo post pubblicato su Facebook, l’ex presidente della Sampdoria Edoardo Garrone chiarisce la sua posizione durante le trattative, poi non andate a buon fine, per la vendita del club blucerchiato. E non esclude un suo diretto coinvolgimento nella società: “Noi ci siamo stati e potremmo esserci anche in futuro”.

IL POST:

La Sampdoria dal 2019 vive uno stato di crisi dovuto alla situazione generale che ha investito il Presidente Massimo Ferrero e le sue società. Un soggetto che oggi riceve giudizi molto duri, ma che fino a pochi anni fa era parte integrante del sistema calcistico nazionale dentro e fuori il campo di gioco.

In un silenzio vigile e operoso ho sempre seguito le vicende societarie della Sampdoria. Non ho dimenticato i sacrifici compiuti dalla mia famiglia durante i 12 anni in cui abbiamo avuto l’onore e l’onere di avere la responsabilità della gestione della società.

Non ho dimenticato le mie parole di quell’11 giugno 2019 e l’atmosfera e le circostanze che hanno portato a quel momento.

È stato quindi normale per me, anche per il rapporto di reciproca stima con Gianluca Vialli rispondere “presente” quando mi chiese di aiutarlo nei suoi tentativi di acquisizione della Sampdoria nel 2019, supportandolo nelle trattative e impegnandomi con lui a sottoscrivere una quota dell’investimento insieme ad altri importanti soggetti internazionali. Tutti vi ricorderete i continui “tira e molla” e rialzi di Massimo Ferrero, che portarono Gianluca Vialli dopo quasi un anno e ben due tentativi a ritirare le importanti offerte.

Già prima del 2020, anno della pandemia, il mondo del calcio aveva dimostrato tutte le sue difficoltà e quanto oggi la gestione di una squadra di calcio necessiti, oltre a una solida capacità finanziaria, un insieme di competenze specifiche: piani industriali seri e sostenibili condotti da professionisti con esperienze, visioni e relazioni internazionali.

Quando Alessandro Barnaba, i primi giorni di ottobre del 2022, mi chiese di incontrarlo perché interessato a valutare l’acquisizione della UC Sampdoria con il suo fondo Merlyn Partner fui ben lieto prima di aiutarlo a comprendere meglio il contesto generale e successivamente di ascoltare e valutare il suo piano. La proposta del Fondo Merlyn era caratterizzata da un piano industriale molto serio per il salvataggio della società e il rilancio della squadra e prevedeva per la sua realizzazione una serie di condizioni e il rispetto di una precisa tempistica, ben spiegate nel comunicato stampa di Merlyn del 5 gennaio scorso. Anche in questo caso, come già avvenuto alcuni anni prima con l’operazione Vialli, considerata la qualità del progetto e le professionalità in campo ci siamo resi disponibili a valutare la sottoscrizione, tramite la nostra holding di partecipazioni San Quirico, di una quota insieme ad altri investitori internazionali, qualora le condizioni ben evidenziate da Alessandro Barnaba per rendere fattibile l’operazione si fossero verificate. Questo scenario, come tutti noi ben sappiamo, non si è avverato.

La proposta di Barnaba e di Merlyn Partner non è stata presa in considerazione né dalla proprietà che ha evidentemente altri obiettivi ma certamente non quelli del salvataggio della società e il rilancio della squadra, né dal CDA che con il suo rifiuto ha condannato al fallimento quella che era l’ultima, l’unica e la migliore soluzione in grado di garantire un futuro positivo per la Sampdoria. Invece sono state diffuse tante ipotesi confuse, non chiarite e mai verificate da parte di vari soggetti (comprese le banche coinvolte) che hanno generato un clima di immotivate false speranze nascondendo pertanto il vero stato di salute della Sampdoria. Più volte negli ultimi giorni, riprese poi da più fonti giornalistiche, sono stato coinvolto, falsamente e strumentalmente, in fantasiosi progetti che non mi vedono in alcun modo presente.

Le condizioni poste da un professionista come Alessandro Barnaba, con un track record unico in Europa (il caso del Lille è emblematico e rappresenta una delle storie più belle di salvataggio, conseguente rilancio e vittoria di un campionato di calcio in meno di 2 anni), insieme al suo piano industriale, erano la chiave per il successo di questa difficilissima operazione di salvataggio. La mancata accettazione del piano, delle sue tempistiche e condizioni ha condannato la società ai drammatici scenari che erano stati già ben ipotizzati e descritti da Barnaba nelle precedenti settimane.

Come dimostrano le vicende qui brevemente menzionate, in presenza di progetti seri, sostenibili e ideati solo per il bene della Sampdoria, all’interno di un pool di investitori, noi ci siamo stati (prima con Vialli e poi con il Fondo Merlyn) e potremmo esserci anche in futuro. Il contesto generale di oggi è purtroppo molto lontano da questo scenario e le conseguenze delle decisioni che hanno portato al fallimento dell’ultima trattativa per il cambio di proprietà e per dare alla Sampdoria il futuro che merita sono solo da imputare all’attuale proprietà e al suo CDA.

Tribuna sportiva - Lo scontro ideologico tra arbitri e Var penalizza la Samp

Super User 18 Gennaio 2023 1319 Visite

Ormai si può davvero dire che questo è l’anno più nero della storia quasi ottantennale della Samp.

Accanto alla crisi societaria, a quella economica, a quella tecnica (per mancanza di uomini validi), si sta unendo anche una deleteria direzione arbitrale, per via dell’ormai scontro ideologico fra direttori di gara e Var.

Uno scontro che ha già portato ad infinite contestazioni in tutto il campionato ed anche ad Empoli si è visto quanto possa essere deleterio lo ‘scontro’ arbitro-Var.
È mai possibile che nessuno abbia visto il fallo clamoroso su Gabbiadini, che certamente cadendo ha toccato la palla con la mano, ma ciò è accaduto proprio per conseguenza del fallo lampante subito?

Ora, diciamo, è possibile che tutto ciò sia stato visto ad occhio nudo da diecimila persone e mille strumenti tecnologici neppure lo abbiano annotato?

Ecco, quindi che anche la Samp, accanto ai suoi problemi infiniti, si trova a dover stare attenta alle direzioni. Il ‘povero’ Lanna non sa più cosa fare, grida (e giustamente) allo scandalo e, nella delusione, pensa che “si voglia mandare in B la Samp”.

Su questo punto staremmo cauti a non cadere in un, peraltro, giustificato vittimismo.

Si pensi invece ai veri problemi: che i ‘quattro moschettieri’ stanno cercando di affrontare con tutto il coraggio e, soprattutto, l’amore che li ha contraddistinti in tutto questo turbolento periodo.

Lanna ha chiarito in modo preciso qual è la situazione: “Se non ci aiuta qualcuno - ha detto - non ce la facciamo”.

È chiaro che con le sole forze di questi dirigenti non si può cavare un ragno dal buco. Gli aiuti cosiddetti esterni non bastano di certo. Il Presidente ha fatto capire che assolutamente deve arrivare un cambio di proprietà, altrimenti le conseguenze saranno molto gravi.

Ma al di là dei problemi societari, non è da sottovalutare il momento tecnico: Stankovic, sempre pieno di ammirevole ottimismo, ha detto: “Non molliamo, crediamo ancora nelle nostre forze”.

E in effetti sia nella gara con la Fiorentina ed anche con l’Empoli un certo miglioramento si era visto. E un pari avrebbe certo dato un colpo al morale e agli aspetti psicologici.

La situazione quindi è certamente molto complicata. Le varie assemblee vanno deserte, Ferrero non si fa sentire ed è incredibile, dopo tutto l’amore che aveva per anni gridato al mondo per la sua Samp, che la stia abbandonando davvero in modo così deprimente.

Ci sono poi le vertenze per le plusvalenze che riguardano anche la società blucerchiata.

Settimana dunque di fuoco, in attesa dell’Udinese e poi della trasferta con l’Inter.

Lanna guarda lassù… 

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Nel nome di Vialli una nuova Samp

Super User 09 Gennaio 2023 1580 Visite

Domenica, a Marassi, non ha vinto il Napoli. Hanno vinto l’amore, l’orgoglio, il commovente ricordo di un personaggio che rimarrà sempre nel cuore di tutti noi.

Quanti striscioni, quante lacrime, quanti saluti pieni di pioggia per un indimenticabile campione! Ma, come si dice, bisogna andare avanti. Lo ha ricordato anche lui, Luca, che si era dato una missione: dire ai giovani di non fermarsi mai. E, in questi momenti commentati da tutto il mondo, ci piace segnalare un concetto che assomma tutto il bagaglio culturale di Vialli: certe vite sono così belle che vanno calcolate per la loro intensità e non per la loro lunghezza.

Vialli ha vissuto questo tipo di vita, piena, soprattutto di quello che una vita poteva dargli.

La partita, certo, non è finita bene, ma era in parte previsto. L’avversario era di molte spanne superiore, e poi in 10 uomini per 70 minuti, via la situazione era insostenibile.

Alla fine, ha avuto ragione Stankovic, anche lui preso da forti emozioni: “Siamo usciti a testa alta”.

A testa alta, perché la squadra si è vista, pur con certi limiti, ma con un altro spirito, con altra determinazione, con altra consapevolezza, quella di poter giocarsi le gare con nuove e buone carte. La sensazione, specie dopo un primo tempo ben giocato, è stata che con tutte le avversarie della parte destra della classifica la Samp potrà essere competitiva.

Evidentemente il ‘bagno turco’ ha dato qualche buon risultato. Intanto, il senso del collettivo, la voglia che si è vista in tutti di giocare per una maglia, anche se si capiva che domenica non mancava l’orgoglio di dedicare tutto al loro grande indimenticabile amico.

Anche i nuovi innesti sono sembrati niente male. Quel Lammers, ad esempio, è piaciuto, per essersi già inserito e per aver messo in vetrina un bel senso del tiro in porta. Certo la presenza di Audero è sempre fondamentale: grande, grande.

Insomma, la Samp è sembrata finalmente una squadra viva, uscita da una ubriacatura sia fisica sia psicologica.

Certo le capacità offensive della Samp sono poche, e di quel poco tanto viene sprecato, mentre gli avversari colpiscono senza scampo. E poi esiste (purtroppo) anche un arbitro che si inchina al ‘Dio-var’, accettando di dare un rigore che non esiste. Ma guai a non assecondare il diktat del ‘capo-var’, Valeri. Il 3 dato ai due protagonisti dai commentatori nazionali è significativo.

Ora però si deve guardare avanti, il calendario non è facile. Empoli, Atalanta e Monza in trasferta, Udinese e Inter in casa.

L’essere uscita a “testa alta”, servirà però a far dire: oggi tutto è cambiato. Si può fare di più, molto di più.

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Samp, si spera dopo il ‘bagno turco’

Super User 03 Gennaio 2023 1285 Visite

I blucerchiati sono tornati dal ‘bagno turco’. Si spera che abbiano fatto qualche buon miglioramento. A sentire il sempre ottimista Stankovic, le cose dovrebbero andare meglio, almeno dal punto di vista tecnico. L’allenatore ha detto che ha visto buone cose, senso di responsabilità nei giocatori, possibilità quindi di riprendere il campionato con spinte anche psicologiche interessanti.

Certo rimane la situazione generale complicatissima. Mercato, debiti, cessioni. Temi di grande attualità e legati a rapide e necessarie soluzioni. Circa i cosiddetti acquirenti, sembra si continui a recitare una specie di ‘telenovela’ con puntate ogni volta diverse e piene, ognuna, di imprevisti.

Esiste una girandola di nomi, i cosiddetti mediatori, che si alternano con le loro proposte che non approdano a nulla, e che sembrano quasi trucchetti per prendere in giro coloro che al contrario stanno cercando, con infinito amore e competenza, di salvare questa società caduta improvvisamente così in basso.

Ormai scomparso da tempo lo sceicco Al Thani, ma chi sono i vari Vidal, i vari Barnaba, chi è la Merlyn Advisor, chi è il Metin Sporting? Chi sono questi figuri? E cosa sta facendo Ferrero?

Il 5 gennaio dovrebbe pronunciarsi l’assemblea straordinaria degli azionisti. Il Cda (cioè i quattro, possiamo ben definirli ‘magnifici’, per quanto stanno facendo) attende di sapere come muoversi e vivendo un momento indescrivibile di ansia, per il destino della loro società.

E poi v’è il mercato che, per l’esistenza di queste situazioni, dovrà essere particolarmente contenuto.

I soldi mancano: “sul ponte sventola bandiera bianca”, si direbbe come i vecchi sconfitti. Si dovrà cedere e, ovviamente, anche migliori, da Colley a Berenziski, forse Caputo e Ferrari. Per acquistare, naturalmente in prestito, alcuni si spera bravi ragazzi. Ma è certo che potranno dare quella scorsa tecnica che finora era mancata? I vari Meitè, Zanoli e Lammers saranno in grado di soddisfare Stankovic? E lo stesso Dragovic, che il tecnico vuole ad ogni costo, potrà da solo costituire l’elemento chiave di una possibile risposta?

Insomma, sono tutti interrogativi che fanno passare le pene dell’inferno ai ‘magnifici quattro’.

E creano amarezza ed anche rassegnazione in quel meraviglioso patrimonio umano che sono i tifosi. Anche loro, vera espressione di appartenenza alla Samp, meriterebbero ben altra presa di coscienza da parte di tutti i responsabili di questa incredibile storia genovese.

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Gilardino, altro che interim!

Super User 21 Dicembre 2022 1012 Visite

Altro che interim! Ci si tenga stretto Gilardino, che finalmente ha capito qualcosa di questo ormai ex malandato Genoa. Sette punti in tre partite, nessun gol subito, e finalmente una rete su palla inattiva.

Gila, personaggio scorbutico, ma simpatico nella sua foga, cioè nel suo aver capito quanto giochi per lui questa nomina a tecnico precario, alla vigilia lancia proclami suggestivi. Prima: “I miei dovranno essere brutti e sporchi”, e così battono il Sudtirol. Poi: “I miei dovranno giocare come animali”, e così battono la prima della classe, il Frosinone.

Insomma, pare proprio che Gila riesca a capire e a studiare bene la situazione che si è trovato a gestire. E si è capito che un allenatore italiano, anche se alle prime armi nella serie cadetta, conosce meglio i temi delicati del calcio italiano e della Serie B. Con tutto il rispetto dei tedeschi arrivati a dettar legge (buona certo) dalle nostre parti.

In tribuna c’era John Wander, che certo ama Miami, ma anche Genova gli sta nel cuore e avrà capito che questa scelta del tecnico è stata provvidenziale.

Gilardino va, via via, cercando di trovare soluzioni tattiche adeguate e per ora è riuscito almeno a creare un minimo di amalgama nella squadra, sta cercando di capire i veri ruoli che caratterizzano i vari giocatori. Prova tattiche diverse, convinto però che soprattutto alcuni dati sono fondamentali: il recupero di una consapevolezza da parte dei giocatori di avere ancora ottime potenzialità, la determinazione, il coraggio, la voglia di battere l’avversario e un certo ordine tattico che finora (epoca Blessin) era mancato.

Si sa, il calcio è un fenomeno para-normale: infatti non ci si rende conto a volte di certi cambiamenti che avvengono nel cuore e nelle gambe di un atleta.

Nessuno avrebbe pensato di vedere contro il Frosinone un Frendrup “mastino” che distrugge il centrocampo avversario, un Gudmundsson che diventa rifinitore alle spalle di Coda, uno Strootman che non ha mai recuperato tanti palloni come domenica e, addirittura, Jagiello che, giocando largo a sinistra, è riuscito a trattare tanti palloni ingannando puntualmente l’avversario.

Insomma, qualche passo si è fatto, e bene. Naturalmente non bisogna trionfalizzare troppo questi sette punti, ma proseguire senza illusioni particolari.

Il clima nell’ambiente è ottimo, i tifosi ci sono e sempre più innamorati di Gilardino, lo spogliatoio sembra unito e molto legato al tecnico, la società convinta che la strada giusta sia questa e che finalmente certi screzi di vertice siano finiti.

Spoors sta lavorando a livello europeo ed è bene continui così, lasciando a Ottolini il vero compito di direttore sportivo che era sempre mancato.

Ora si va a Bari. Con calma, con la consapevolezza che il Natale potrebbe già far respirare aria da prime posizioni.

Vittorio Sirianni

Pallanuoto, il Netafim Bogliasco battuto dalla Pro Recco 9 a 18 ma esce dalla vasca a testa alta

Super User 17 Dicembre 2022 987 Visite

Come chiesto alla vigilia dal tecnico Daniele Magalotti i biancazzurri si sono presentati a Punta Sant’Anna consci di non aver nulla da perdere ma determinati a cogliere l’occasione di sfidare i campioni di tutto per proseguire nel proprio percorso di crescita. N’è uscita una gara ricca di coraggio e abnegazione per Guidaldi e compagni, abili a restare in scia agli avversari per oltre metà partita, dopo essere stati anche in vantaggio nel corso della frazione iniziale. Con il trascorrere dei minuti il maggior tasso tecnico dei rivali è inevitabilmente venuto fuori, indirizzando la gara verso i padroni di casa.

“Oggi abbiamo giocato con coraggio e in vasca lo si è visto – commenta con soddisfazione Magalotti a fine incontro –. Dopo la brutta prestazione con Salerno questa era la risposta che mi aspettavo dai ragazzi. Chiaramente non portiamo a casa nessun punto ma sapevamo che anche solo immaginare di poterci riuscire era impossibile. Malgrado questo abbiamo tenuto testa ad una corazzata, restando vicino a loro per i primi due tempi. Poi nel terzo, complici anche i tanti falli di cui eravamo caricati, loro hanno preso il largo, come era del resto logico che fosse. Rimangono ad ogni modo buone sensazioni che speriamo di poter replicare soprattutto nell’atteggiamento anche nelle gare che conteranno veramente”. 

Di Guidaldi, Radojevic (ambedue autori di un tris personale), Mudrazjia, con una doppietta, e Boero le reti bogliaschine. La copertina se la conquistano però i giovani portiere biancazzurri. Alberto Di Donna, sostituto di giornata dell’acciaccato Edo Prian, e l’ancor più giovane Francesco Poggi, subentratogli nel quarto e ultimo tempo. Entrambi si sono distinti per una serie di interventi pregevoli che hanno nobilitato il loro pomeriggio da protagonisti nella storica vasca recchelina.

 

TABELLINO:

PRO RECCO-NETAFIM BOGLIASCO 1951 18-9

PRO RECCO: M. Del Lungo, E. Marini 1, G. Zalanki 2, P. Figlioli 1, A. Younger 4, G. Cannella 2, G. Rossi 3, G. Echenique 2, M. Iocchi Gratta 1, A. Velotto, M. Aicardi, L. Loncar 2, T. Negri. All. Sukno 

NETAFIM BOGLIASCO 1951: A. Di Donna, A. Bottaro, D. Broggi Mazzetti, F. Gavazzi, J. Blanchard, G. Guidaldi 3, N. Mudrazija 2, F. Brambilla Di Civesio, G. Boero 1, F. Radojevic 3, D. Puccio, A. Canepa, Poggi . All. Magalotti 

Arbitri: D. Bianco e Ferrari

 

Note 

Parziali: 4-3 6-4 5-0 3-2 Usciti per limite di falli Gavazzi (B) e Mudrazija (B) nel quarto tempo. Superiorità numeriche: Recco 7/11 + 3 rigori e Bogliasco 1/8 + 3 rigori. Negri (R) subentra a Del Lungo nel terzo tempo. Poggi (B) subentra a Di Donna nel quarto tempo.

Il ‘violino’ di Gilardino ha suonato la riscossa del Grifo

Super User 09 Dicembre 2022 1109 Visite

Con tutto il rispetto per i tedeschi-americani che certamente amano questa società, è stata una bella cosa tornare un po’ a quella ‘italianità’ e a quella ‘genovesità’ che, onestamente, ci mancava da tempo.

Si è chiusa dunque l’epoca Blessin. “Chi non ha dato, non ha dato e chi non ha avuto, non ha avuto”, lo slogan dedicato a Blessin fino a due giorni fa.

E’ iniziata l’era Gilardino che potrà concludersi anche molto presto, ma per ora è tornato con il suo ‘violino’ a suonare la riscossa del Grifo.

Contro il Südtirol il Genoa ha conquistato tre punti meritati, nonostante che il Gila abbia conosciuto tatticamente i suoi appena tre giorni fa. Non si poteva fare di più, per cui basta oggi apprezzare il risultato. Il bel gioco verrà, ci auguriamo. Finalmente si è vista una manovra non eccezionale, ma comunque realizzata con un certo buon senso, con una certa logica. Gli stessi giocatori sono apparsi meno confusionari, meno tesi. Certe manovre, specie nel primo tempo, sono sembrate ben realizzate, anche se in attacco i gol non arrivavano. Nella ripresa il Grifo ha tirato fuori gli artigli, nel senso che è apparso meno lineare, ma con quella certa voglia di abbattere gli avversari che ci ricordava la squadra di inizio campionato. E infatti, ecco che sono arrivati ben due gol, quasi un miracolo!

Semper si è visto sempre più sicuro, finalmente Puscas è apparso un buon ‘puntatore’ a rete (il suo primo gol è stato voluto), Aramu finalmente ha mostrato quella lucidità che gli è sempre mancata, pronto e rapido il suo raddoppio. Infine, si è visto una difesa che, di fronte alle ripartenze avversarie, ha sempre risposto con fermezza.

Ovviamente, al momento, contano i tre punti, dopo tante sofferenze non si può esagerare e pretendere di vincere giocando bene. E’ essenziale vincere, il resto verrà, gli aggiustamenti saranno valutati, i rilievi tecnico-tattici saranno considerati e speriamo risolti.

Gilardino (sempre molto cupo con la barba da barbone) crediamo abbia vissuto uno dei pomeriggi più straordinari della sua carriera, fra tensione, emozione, speranza e infine liberazione. I tifosi lo hanno capito e, qualunque sarà il suo destino, (noi pensiamo a lungo in rossoblù) gli saranno infinitamente grati. 

Ora il Grifone è a soli tre punti dal secondo posto. Niente male: Ascoli attende domenica i rossoblù. E il violino di Gila, si deve preparare a suonare ancora. 

Infine un’annotazione a parte: tutti abbiamo saputo della condanna a Portanova, sei anni per violenza sessuale di gruppo con rito abbreviato, un reato fra i più odiosi. Ci dispiace che la società non abbia proferito una sola parola, un accenno, un’annotazione di ordine morale, almeno per rispetto alla vittima. 

E’ vero che Portanova si presume non colpevole finché la sentenza di condanna non sarà definitiva, ma, presidente Zangrillo, lei che ha fatto in passato tanti discorsi, giustamente moralistici, poteva dire una parola. O no?

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Blessin ha vinto: rimarrà a guidare il Genoa

Super User 01 Dicembre 2022 1116 Visite

Blessin ha vinto. Rimarrà a guidare il Genoa fino al 26 dicembre, forse. Avrà certamente un compito arduo: insegnare alla sua squadra di ‘dilettanti’ a diventare una formazione di professionisti, perché il traguardo deve essere la promozione.

Ce la farà? Non v’è dubbio che la società ha rischiato molto a confermare il tecnico, ma ha anche dimostrato una sua dignitosa coerenza. E ciò dovrebbe insegnare molto anche al nostro calcio, soprattutto genovese. Ricordate i dieci allenatori cambiati da Preziosi in due anni?

La fiducia è una gran cosa, se la si valuta in tutta la sua grandezza. La fiducia non la si dà a tempo: o la si dà, o non la si dà.

I ‘777’ hanno portato da noi un modo nuovo di concepire il calcio, non solo un business, una realtà certo anche economica ma caratterizzata da un senso di famiglia, nella quale ognuno ha i suoi ruoli e questi ruoli vengono osservati e mai contestati. Spors, che è il direttore generale di tutto il gruppo, ha deciso così e così la società ha accettato. Naturalmente discutendo, approfondendo il discorso, non sottovalutando la drammaticità della situazione. Ma poi, via, si ricomincia tutti uniti.

Certo i tifosi (soprattutto i nostri) sono rimasti storditi, sono giustamente arrabbiati ma dovranno convenire che coerenza e fiducia sono sentimenti buoni, che si sono riversati, da parte della società, anche verso di loro.

Vedremo adesso se Blessin e i giocatori hanno capito cosa sia la fiducia e la coerenza ed avranno la forza di uscire da quella brutta situazione (virtuale, per fortuna) di ‘dilettanti’ e considerarsi finalmente professionisti veri, come per altro avevano fatto capire di esserlo all’inizio del campionato.

Ancora un’osservazione: è vero che il Genoa ha fatto due punti nelle ultime quattro giornate, ma è anche vero che è ancora al terzo posto e se domenica battesse il Cittadella (ovviamente i tre punti dovranno essere certi) e Brescia e Ternana, impegnate seriamente, dovessero perdere punti, i rossoblù si troverebbero al secondo posto.

Dunque, via, un pizzico di ottimismo. Lo vuole il presidente, lo vogliono i dirigenti a Miami, lo vogliono i tifosi che non mancheranno certo allo stadio, perché, nella loro fede, il Genoa è soprattutto un loro patrimonio.

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - La bella e la brutta stagione della Samp

Super User 29 Novembre 2022 1215 Visite

Ma allora, verrà lo sceicco? Verrà l’americano? Verrà Ferrero? Verrà Pallotta? Verrà Garrone? O non verrà nessuno?
Il momento blucerchiata è davvero ‘paranormale’. Non si capisce più esattamente quale sarà la rotta di questa società. Ed è un peccato, come andiamo dicendo da tempo, in quanto Lanna e i suoi collaboratori stanno dando l’anima per cercare di mantenere sulla retta via, tecnica e amministrativa, la società.

Sembra ci sia un silenzio totale sui molti nomi saltati fuori in questi giorni. Ogni tanto appare un Vidal che dice di attendere i 40 milioni e che sono proprio lì, sulla porta. Poi si scopre che non sarebbero 40, ma al momento solo 20. E non manca, ogni tanto, l’apparizione di Di Silvio, anche lui in attesa di telegrammi vari.

Per fortuna arrivano anche momenti positivi: da una parte i tifosi che, pur essendo incavolati, dimostrano almeno che la dignità e la presenza di una società seria esistono, sono loro e le loro bandiere a dare una spinta psicologica, ancorché ammantata da tanta rabbia e tanta delusione.

E poi v’è il documentario sulla ‘stagione bella’ che ricorda quel 91, l’anno dello scudetto.

Ma anche durante la commovente festa, si è cercato di scoprire dai vari Vialli, Mancini, Bonetti se potevano dare un po’ di rassicurazioni sulla cessione. Ma anche loro, e soprattutto Vialli e Bonetti, hanno deluso, molto. “Non sappiamo niente. Se sapessimo, lo diremmo”. E ancora: “Potremmo entrare in gioco, se ci dovessero chiamare”. Ma chi li dovrebbe chiamare? Lo sceicco, l’americano, Ferrero o Pallotta?

Sembra davvero una presa in giro, verso dirigenti che stanno lavorando seriamente e che attendono con ansia il 14 dicembre, giorno fatidico per sanare tutte le vertenze finanziarie e i debiti (una trentina di milioni).
Il destino è terribile e ama giocare scherzi notevoli: da una parte la ‘bella stagione’, dall’altra la ‘brutta stagione’ di questa Samp frastornata.

Vittorio Sirianni

Benemerenze sportive del Coni: al Tennis Park festeggiati atleti, dirigenti e tecnici

Super User 25 Novembre 2022 1089 Visite

Ieri, giovedì 24 novembre, si è tenuta presso il Tennis Park Genova, in Via Zara 18, la premiazione del Coni con le benemerenze a dirigenti, atleti e tecnici liguri.

Il Coni Liguria, presieduto da Antonio Micillo, ha voluto celebrare le donne e gli uomini, in tutto quasi 100 (elenco), che hanno ottenuto le prestigiose benemerenze assegnate dal Coni, ovvero le Stelle al Merito Sportivo per l'anno 2020 e le medaglie al Valore Atletico e Palme al Merito Tecnico per gli anni 2019 - 2020.
La manifestazione era stata interrotta durante gli anni della pandemia.

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Samp, Ferrero show: “Prometto sei giocatori!”

Super User 17 Novembre 2022 1215 Visite

“Salvate il soldato Massimo”, così urla Massimo Ferrero, in una piagnucolosa intervista dicendo: “Sono pronto a riscattarmi, aiutatemi ad aiutare la società”.
Un urlo improvviso, gettato nel momento più tragico della vita calcistica e societaria blucerchiata.

E subito lo scontro è scattato. Prima con il presidente Lanna che non gliene ha mandate a dire: “Non è vero che l’ho incontrato e ci siamo sentiti. L’ho visto solo prima della gara con la Roma”. E ancora: “Io non sono il presidente di Ferrero, non è stato lui a nominarmi”.

Dall’altra parte Ferrero: “Ma Lanna cos’è, un presidente o un attore?”.

E Lanna risponde: “Io sono sereno e non un attore. Ma non dormo da tante notti”. Sembra la sceneggiatura di una commedia all’italiana.

In verità il gruppo del Cda sta lavorando con grande spirito di sacrificio, tiene a galla una barca difficile in una navigazione contorta. Ha pagato tutti gli stipendi, ha cercato di stare vicino ai giocatori.

In realtà, tante volte (e a ragione) il Cda era sull’orlo delle dimissioni, poi la fedeltà ai colori blucerchiati lo ha sempre fermato.

L’uscita, inaspettata, di questo Ferrero ha certamente destabilizzato l’ambiente, già scosso per conto suo. Perché ora l’interrogativo è questo: Ferrero uscirà presto dalle sue vicende giudiziarie e, a nome della sorella, tornerà ad essere il presidente della Samp.

Ma in quale ambiente? Già i tifosi si sono scatenati: “Non lo vogliamo vedere”. E inizieranno a scendere in piazza.

La vicenda cessione sembra ancora in alto mare: i 40 milioni rimangono un sogno, lo sceicco continua a mandare telegrammi, con o senza firma. Una situazione davvero fantascientifica, con il povero (si fa per dire) Lanna che ha avuto anche la cistifellea scoppiata dalla tanta bile che si sta facendo. E che con i suoi compagni di ventura sta cercando in ogni modo di tappare i tanti buchi di questa tela blucerchiata.

L’incertezza, intanto, è sempre più fitta. E in questo incubo ecco una trovata, almeno, divertente di quel personaggio tanto simpatico, quanto enigmatico, che si chiama Stankovic: dopo aver subito un ‘bagno’ calcistico strepitoso, ha pensato al bagno turco sperando che ripulisca davvero l’ambiente dalle molte scorie attuali. Tutti in Turchia a darsi una rinfrescata, è stato il grido di dolore.

Lanna è dalla sua, lo conferma fino alla fine. V’è poi il mercato: il ‘soldato’ Ferrero dice che, se verrà, comprerà sei giocatori. Lanna commenta: “Possiamo comprare oggi sei giocatori? Nemmeno uno!”.

Detto tutto questo rimane la domanda: che accadrà domani?

Sarebbe davvero uno scempio se un patrimonio calcistico così significativo per la città come la Samp finisse in un burrone.

Ci pensino i dirigenti, i tifosi e soprattutto lo stesso Ferrero. E magari anche Garrone.

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Si spera di gridare (L)’ecce Samp!

Super User 11 Novembre 2022 939 Visite

La soluzione per risolvere il problema Samp l’ha data Mourinho: avete letto cosa ha dichiarato? Ecco qua: “Gli sforzi della mia squadra sono stati traditi da un giocatore, con atteggiamento non professionale. L’ho invitato ad andare via a gennaio”.

Ecco, questo dovrebbero fare tutti quelli della Samp che si sentono ‘traditori’ per questa incredibile situazione. Senza bisogno che qualcuno lo dica loro.

E’ un discorso, ovviamente, improponibile, ma questa situazione blucerchiata avrebbe davvero bisogno di una decisione ‘forte’, diciamo pure violenta. Il problema è che tutti sono, sportivamente parlando, ‘traditori’ per cui, come si dice, tutti traditori, nessun traditore.

“Salvate il soldato Stankovic”, è l’altro grido di dolore. Il tecnico sembra viva nel suo mondo di frutta candita, stordito, quasi inconsapevole di quello che gli sta succedendo attorno.

E’ una povera anima caduta in un trappolone involontario teso da chi in verità non pensava che accadesse tutto questo disastro.

Perché, in questa Samp (e la cosa fa davvero stupore) non va bene nulla, tanto da far pensare che è un periodo così, specie nel calcio, dovrebbe prima o poi finire. Non è pensabile vada tutto storto, alcuni amici che sanno di calcio (come il mio amico Nicolini, ad esempio) sostengono che questa vicenda dovrà per forza volgersi al bello.

E’ vero tutto quello che accade e che viene contestato, a volte anche ingiustamente. E sono vere, sulla carta, tutte le colpe, volontarie e involontarie, accadute: la società, sicuramente in crisi, presa in giro da strani sceicchi (che pare pensino di più al loro harem che ai vari Di Silvio e Vidal), i giocatori che sembrano scesi da una nuvola, incapaci di dare quello che in passato avevano dato e anche con successo, lo stesso tecnico che ha capito di trovarsi in presenza di una ‘forza lavoro’ modesta e incapace di creare un collettivo. Tanto da pensare che, in questa drammatica situazione tecnica, un giovane possa diventare il salvatore.

E ancora, le sue strane dichiarazioni. Prima: “Attendiamo Lecce e poi decidiamo”. Cosa decidiamo? La sua fuga? La richiesta di aiuti? Ancora: “Però io non mollo”. E allora? Che significano queste acrobatiche dichiarazioni?

È un momento davvero curioso questo di tinta brucerchiata: nessuno sa cosa fare. Sembra di vivere in un ‘limbo sportivo’ nel quale tutti si guardano, strabuzzato gli occhi e chiudono così: “Vediamo come finirà”.

Non c’è che aspettare il Lecce. Speriamo di poter dire: “Ecce Samp!”.

Vittorio Sirianni

Bene la Canottieri Argus alla Silver Skiff, gara internazionale di Canottaggio a Torino sul Po

Super User 09 Novembre 2022 1013 Visite

Buoni risultati per i giovani atleti della Canottieri Argus di Santa Margherita Ligure a Torino sul Po, nelle gare internazionali di Canottaggio Silver Skiff e Kinder Skiff, che si sono disputate il 5 e 6 novembre. La gara prevede diversi percorsi per le varie fasce di età. La gara maggiore, nata nel 1992, si svolge sul percorso Cerea-Isolotto di Moncalieri-Cerea, per un totale di 11 km.

Partecipano alla Silver Skiff riservata agli adulti i canottieri delle più importanti società italiane e straniere: campioni del mondo e olimpici e atleti amatori su un percorso atipico di 11 km a cronometro. Quest'anno gli atleti in gara erano 623.

Come cornice a questa importante regata in un periodo dell'anno nel quale, di solito, non ci sono in programma regate internazionali, si svolge il giorno precedente la Kinder Skiff, regata riservata agli under 13.

“I più giovani – afferma Filippo Dato, allenatore della Canotteri Argus - gareggiano su un percorso diverso: i nati nel 2010 e 2011 sulla lunghezza di 1000 metri e i ragazzi nati del 2009 e 2008 su un percorso di 4000 metri. In entrambi i casi a metà percorso si gira intorno a una boa e si torna dove si è partiti. Anche questo caratteristico giro di boa è una peculiarità del percorso torinese in quanto è l'unica occasione di una regata non completamente in linea retta”.

E' questa la regata del sabato alla quale hanno preso parte i canottieri dell'Argus.

“Venendo ai risultati - prosegue l'allenatore Argus - nella categoria allievi B2 abbiamo raccolto i migliori risultati con Bianca Bernardi al terzo posto, Michelle Castania al quinto posto e Carlotta Castagnola al 20esimo posto. Tra i maschi Aldin Apuzzo si è classificato 5°, Manuel Tosi 11°, Lorenzo Caperoni 24° e Oscar Canale 36° su un totale di 59 iscritti in questa categoria.

Ester Canale, anno 2008, è arrivata 26a nella categoria cadette su 42 iscritti.

La giornata era splendida con un fiume perfetto, un leggera brezza contraria nella prima parte di gara, quindi girata la boa il vento era favorevole ai canottieri”.

Tribuna sportiva - Samp: si deve ‘suonare’ la Viola!

Super User 04 Novembre 2022 1171 Visite

Stankovic è davvero un simpatico personaggio. Le pensa tutte per mantenere alto lo spirito dei suoi e soprattutto dei meravigliosi tifosi.

E’ tornato nella sua Belgrado dove ha incontrato niente meno che il presidente della Serbia Aleksandar Vučić a cui ha donato la maglia numero uno della Samp.

E poi subito al campo di allenamento per continuare a inculcare ai suoi tre parole: “coraggio, concentrazione, furbizia”.

Sono tre elementi su cui poggia l’attuale filosofia formativa del mister, avendo capito che puntare tutto sugli aspetti e i valori del suo gruppo non è molto rassicurante.

Le cerca tutte, le soluzioni, il tenace Stankovic. Ad esempio, ora pensa ai giovani come Amione e Yepes. Spera che questi giovani ragazzi diano quella vivacità necessaria al rilancio della squadra.

Ci sono poi strane situazioni, che nel calcio purtroppo accadono: la ‘scomparsa’ di elementi che all’inizio sembravano fondamentali. E’ il caso di Sabiri, elemento di ottima tecnica, che si era presentato con ottime referenze, goal, assist e tiri da lontano niente male.

Da qualche tempo è scomparso, tanto che nell’ultima gara non si è proprio visto nemmeno in panchina. Come mai? Che è successo? La promessa del tecnico è stata che, a fine di questo primo ciclo (22 novembre), la Samp sarebbe stata fuori dalla zona retrocessione. 

Lo sarà? Entro questo mese, ci saranno tre partite: Fiorentina in casa, Torino in trasferta e Lecce al Ferraris. E’ chiaro che una manciata di punti bisognerà farla. Ma è anche vero che da gennaio in poi mancano ancora 23 gare, dunque lo spazio per riprendersi esiste.

Si dovrà verificare a questo punto come sarà la nuova struttura societaria (se ci sarà). Perché, come si vede, al momento il ‘can can’ fatto sulla cessione gode di uno strano silenzio. Tutti tacciono, mentre gli attuali magnifici quattro, con Lanna in testa, cercano disperatamente di rasserenare l’ambiente e stare vicini alla squadra.

Anche, bisogna riconoscerlo, con l’indispensabile e generoso apporto dei tifosi, che oggi rappresentano l’unica vera realtà colorata di blucerchiato. E’ commovente il richiamo di tutti e del ‘vecchio’ Tirotta: “Portiamo al campo tutti, amici e parenti (e, aggiungiamo noi, magari qualche amante, perché no?) per stare vicini ai nostri colori”.

E’ proprio nella ‘crisi’ della società che oggi sta il punto dolente della Samp: perché, lo sa chi si occupa di calcio, solo con un vertice solido, competente ed economicamente forte, anche gli aspetti tecnici si risolvono.

Questo è quello che attendono gli oltre 20.000 tifosi. Sperando intanto che, domenica, si possa ‘suonare’ alla grande la Viola.

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Il Genoa e il malocchio del Ferraris

Super User 31 Ottobre 2022 1050 Visite

Uscendo dallo stadio, alcuni simpatici tifosi sostenevano che il Genoa dovrebbe farsi squalificare il campo e andare a giocare sempre in trasferta. E agli stessi ‘777’ raccomandavano: “Attenzione a voler comprare e rifare lo stadio”.

Scherzi a parte, questo ennesimo pareggio casalingo fa pensare a qualche malocchio (ricordate la villa a fianco dello stadio dove sembrava vivesse un fantasma rompiscatole?).

Sei partite casalinghe, sei pareggi. In verità lo stesso Blessin, a fine scorso campionato, si era abbonato a ben sei pareggi consecutivi. Che sia lui l’uomo del malocchio? Non scherziamo. Ma certo questo Genoa, contro un modesto Brescia, proprio non doveva fare questo scherzetto ai 23.000 tifosi sugli spalti.

Sia chiaro: il calcio è imprevedibile, ogni partita è un fenomeno quasi paranormale, può accadere qualsiasi tipo di imprevisto. Non si può, insomma, sempre vincere.

Il punto, vista anche la classifica (due soli punti dalla capolista), ci sta, eccome. Il problema però è abbastanza serio per alcune situazioni tecniche che sono emerse dalla gara.

Ancora una volta il reparto offensivo ha stentato e molto: nella ripresa per ben 35 minuti non si è visto un tiro in porta. Cosa manca per permettere alle cosiddette punte di far gol? Nel primo tempo almeno 4 o 5 occasionissime sono capitate, tutte purtroppo andate in fumo.

E poi è mai possibile che non si riesca a fare un tiro da fuori area? Perché Blessin insiste sulla “densità centrale” dell’azione, tattica che porta solo alla confusione, dovuta all’insistenze su strettissime triangolazioni che basta una sola gamba dell’avversario per interrompere l’azione offensiva?

Guarda caso l’unico tiro dalla distanza lo ha fatto Jagiello ed è arrivato il gol. E ancora: come è possibile che non si riesca a giocare sulle fasce, con traversoni a favore delle punte? È mai possibile che su palle inattive la difesa rossoblù soffra enormemente, mentre dai corner genoani non si innalzi mai uno a colpire di testa?

Insomma, la partita col Brescia ha messo in luce una serie di problemi che ora Blessin dovrà rivedere. Sia chiaro: dalla gara sono emersi il solito coraggio, la voglia di fare (purtroppo senza risultati), la fortuna di avere un portiere di nome Semper che ha letteralmente tirato fuori dalla sua porta un pallone di Bianchi (strano caso, un giocatore del Genoa) da grandissimo campione.

Ora si andrà a Reggio Calabria e poi in casa col Como, nulla è ovviamente perduto, anzi, da questi ancora esistenti errori si possono e si devono trovare i rimedi e sfatare i fantasmi del Ferraris.

Lo ha capito anche il politico Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione.

Speriamo possa dare un input anche all’amministrazione tecnica di Blessin.

Vittorio Sirianni

Al via la stagione del Tennis Club Genova 1893, Lercari: “Un orgoglio avere due squadre in A1”

Super User 30 Ottobre 2022 1161 Visite

Continuare a portare in alto il nome di Genova in tutta Italia, sia nel campionato maschile sia in quello femminile. È l’obiettivo del Tennis Club Genova 1893, che ieri pomeriggio ha presentato le squadre che partecipano al campionato di serie A1 alle istituzioni, ai soci e alla stampa all’interno della ‘club house’ del circolo, nel pieno centro città. 

“Ci presentiamo ai nastri di partenza di questa stagione con rinnovate ambizioni – ha detto il Presidente della società, Rodolfo Lercari – e con l’orgoglio di rappresentare il club più antico d’Italia e fra i più antichi d’Europa, fra i primi a puntare sull’agonismo dai giovani sino alla serie A1, dove dal 2012 milita la squadra femminile e dal 2013 quella maschile. E anche questo è motivo di grande soddisfazione per me e per tutto il consiglio direttivo: così tanti anni di militanza nel massimo campionato nazionale non sono un frutto del caso, ma di una programmazione portata avanti nel corso del tempo anche grazie al decisivo contributo dei nostri sponsor, che siamo chiamati a ringraziare ancora una volta. Sarà difficile replicare la stagione 2014, quando vincemmo lo scudetto con la squadra femminile e arrivammo secondi con quella maschile, perdendo solo al doppio di spareggio contro l’Aniene. Tuttavia siamo fiduciosi di poter dire la nostra ad alto livello e in tal senso rivolgo un in bocca al lupo e un grazie per il loro impegno a tutti i nostri atleti”.

“Inoltre – ha proseguito Lercari – un pensiero va anche a tutta l’attività collaterale a quella delle prime squadre. Penso al settore giovanile, per il quale riserviamo la massima attenzione, all’impegno dei maestri e delle maestre, ma anche delle famiglie dei nostri ragazzi, e a quello dei soci che ogni giorno animano il nostro circolo. Tanti tasselli che, messi insieme, ci consentono di comporre il mosaico del Tennis Club Genova 1893: abbiamo una storia di cui andare orgogliosi e un futuro da costruire insieme”.

Alla cerimonia hanno presenziato il Presidente del Coni Liguria Antonio Micillo, il Presidente della FIT Liguria Andrea Fossati e l’Assessore comunale al Marketing e alle Politiche Giovanili Francesca Corso, che ha portato i saluti e gli auguri per la stagione appena iniziata del Sindaco di Genova Marco Bucci.

SQUADRA MASCHILE:

1 GOMBOS NORBERT ATP 99 – 1.10

2 ARNALDI MATTEO ATP 161 – 2.1

3 ESCOFFIER ANTOINE JULIEN ATP 195 – 2.1

4 CATARINA LUCAS PHILIPPE FRANCOIS ATP 499 – 2.1

5 CADENASSO GIANLUCA – 2.2

6 LAGASIO MIRKO – 2.4

7 GARBERO FEDERICO – 2.4

8 PICCO FRANCESCO – 2.5

9 MANUCCI CURZIO – 2.5

10 GAI GIORGIO WOLTER – 2.6

11 SPINETTA DAVIDE – 2.7

12 MOTTI ALESSANDRO – 3.1

13 BARILARI WALTER – 3.3

 

SQUADRA FEMMINILE:

1 SAMSONOVA LIUDMILA WTA 28 – 1.1

2 BRONZETTI LUCIA WTA 57 – 1.5

3 SEMENISTAJA DARJA WTA 293 – 2.3

4 CAREGARO MARTINA WTA 728 – 2.1

5 VALENTE DENISE – 2.1

6 SARA ANGELICA – 2.2

7 SARA ANNATHEA – 2.3

8 BRIANTI ALBERTA – 2.4

9 TOGNONI LUCIA – 2.4

10 ASSERETO GIULIA 2.8

Tribuna sportiva - La Samp vince alla faccia dello sceicco

Super User 26 Ottobre 2022 919 Visite

Non è la svolta: è la volta buona per cominciare a credere in sé stessi.

Era dal marzo scorso che la Samp non vinceva. La società tutta, come si sa, sta vivendo un momento delicatissimo, per cui questa trasferta di Cremona, poteva essere la fine di un copione drammatico.

Ci sono voluti per questo riscatto alcune cose importanti: la fede di Stankovic che, per tutta la settimana, a cercato di caricare i suoi soprattutto dal punto di vista psicologico (la parola “coraggio” era corsa per tutti gli allenamenti), la bravura di un certo portiere di nome Audero, che ormai, da primattore assoluto in questo campionato, continua a recitare il ruolo dell’ammazza-rigoristi.

Ricordiamo (e son circostanze curiose), il rigore parato un anno fa (30 aprile) a Criscito che portò in pratica il Grifone in serie cadetta.

Poi parò rigore in Coppa Italia portando i suoi agli ottavi a Roma e infine ecco la ‘recita massima’ a Cremona, dalla cui prodezza è partita la rimonta, soprattutto psicologica, della squadra.

Sarebbe interessante, visto che Mancini segue il suo vecchio amore, facesse anche un pensierino per la Nazionale: Audero è pronto.

Che la Samp non giochi bene, è inutile ripeterlo, le ragioni le conoscono anche i sassi. Pochissimi acquisti, abbastanza modesti, cambio allenatore, crisi societaria, tutti questi elementi hanno dato vita ad una formazione, per tanti versi, tecnici e umani, alquanto limitata.

Ora però, come ha detto Deki, importante non è sottilizzare sul modo di gioco, ma vincere e solo vincere. Questo serve. Non è necessario, aggiungiamo noi, cambiare quattro moduli ogni novanta minuti: il risultato non cambia. Valgono in questi frangenti solo e soltanto, appunto, coraggio, determinazione, e, soprattutto, grandi motivazioni dei singoli giocatori.

Sono stati loro, il loro cambiamento emotivo, che ha permesso di raggiungere la vittoria, non è la tattica se Audero ha parato il rigore, non è la tattica che Colley (complimenti per i suoi trent’anni) ha trovato il piedino giusto per gettare la palla in rete.

Ed infine, bello il gesto del presidente Lanna. Lui sì grande ‘bravo ragazzo’ che è corso ad abbracciare uno per uno i suoi amici vincitori: segno ancora una volta del suo amore per la squadra (così come quello degli altri suoi uomini di consiglio) che, anche per questo, meriterebbe una soluzione seria.

I ‘quattro moschettieri’ stanno facendo di tutto per mantenere la dignità del nome che la Samp merita. Per favore, si arrivi a questa benedetta vendita. Sceicchi o meno.

Vittorio Sirianni

Samp, mancavano solo i Caschi Blu

Super User 18 Ottobre 2022 1121 Visite

La partita Samp-Roma è stata una gara da romanzo. Prima il ‘rigore al polpastrello’, poi una specie di saloon da western per i 40 falli fischiati dall’arbitro molto irritante, infine i Caschi Blu da antisommossa alla difesa di un certo ‘piccoletto scapigliato’ di nome Ferrero.

Insomma, è stato un pomeriggio di spettacolo pieno, per tutti i gusti. La partita? Prevedibile. Una Samp molto coraggiosa, spinta anche da un moto d’orgoglio per quell’ultimo posto che davvero riguarda la dignità della persona, ma purtroppo e diciamo noi, improvvisamente senza uomini goal.

Sia Gabbiadini (pensate era andato bene anche in Nazionale), sia Caputo sono caduti in un assoluto silenzio: poche palle giocate, confusione di ruoli, qualche ansia e soprattutto senza quel tocco finalizzato che, in tempi andati, li ponevano come bomber di successo.

Il povero Stankovic era anche un po’ stanco (ironia del nome) nel continuare a gridare ai suoi come e dove mettersi.

E nonostante ciò, a parte il momento ‘paranormale’, per noi, del rigore (dato perché un polpastrello di Ferrari aveva impressionato gli strani signori dei bar, in evidente stato di spavento difronte ad un polpastrello…), il secondo tempo dei bruciacchiati è stato di notevole aggressività, di forza e determinazione verso il pareggio. Purtroppo in 87 minuti non si è fatto un tiro in porta. E qui è cascato l’asino…

Poi sono arrivati i Caschi Blu e allora il vero spettacolo si è spostato in tribuna. Il padrone della Samp (purtroppo si deve dire così) ha avuto la eclatante idea di venire allo stadio. Figurarsi, il buon pranzo fatto nello Sky box presidenziale gli è andato sicuramente di traverso.

Attaccato (e per fortuna non raggiunto fisicamente) se n’è andato su consiglio della Digos.

Ora l’interrogativo è il seguente: perché il ‘Piccolo’ è venuto alla partita? E’ stato un gesto di sfida per dire che lui è ancora il padrone della Samp? O un colpo di coda per dare il messaggio a Garrone (che è sempre dietro le quinte nella eventuale cessione) o addirittura a Al Thani? Chissà! Anche perché l’attuale Cda non ne sapeva nulla. Anzi, nei giorni scorsi gli stessi ‘Quattro’ dirigenti avevano dichiarato che di questi contatti non ne vogliono sapere, si staccano da ogni responsabilità, hanno detto.

Finale: la Samp si trova ultima in classifica, da sola, senza attaccanti che fanno gol e, ahinoi, senza società.

L’unica speranza è stata nelle parole di Mourinho: “Una squadra che lotta così, si salverà”.

Vittorio Sirianni

Tribuna sportiva - Il Genoa ha battuto arbitro e Var

Super User 16 Ottobre 2022 1002 Visite

Non sono servite le incredibili performances dell’arbitro e del var per abbattere il Genoa. Si è davvero sulla buona strada. E quel Blessin, che ancora taluni cercano di contestare, aveva previsto tutto ciò che si è verificato a Cosenza.

Aveva spiegato i suoi che la squadra aveva bisogno di un’altra partenza sprint come contro la Spal e la partenza quasi sprint è puntualmente avvenuta, aveva spiegato che gli avversari sarebbero stati ‘bassi’ e quindi rossoblù avrebbero dovuto giocare anche ‘alti’ e cioè è accaduto.

Tutto, dunque, come il mister voleva. Ed anche i cambi sono stati perfetti, in particolare quello di Yeboah, apparso utilissimo nella parte finale della gara.

Ma aveva anche premesso Blessin alla vigilia: “Non ho mai preclusioni sul modulo”. Meno male: così il Genoa ha tranquillamente giocato non offrendo agli avversari troppa densità, mutando nel corso della gara sia a livello difensivo, che offensivo.

Tantoché, neppure il fatto di essere rimasti in dieci per trequarti di gara ha inciso sul rendimento e sulla tenuta dei grifoni, che hanno continuato a giocare con determinazione e tranquillità fino all’ultimo, dimostrando di aver raggiunto la consapevolezza della propria forza.

Importante è che Blessin abbia capito che se una formazione funziona, bisogna tenerla e migliorarla. Si ha infatti la sensazione che il tecnico abbia visto quella che può considerarsi la formazione-tipo, almeno per 8 o 9 elementi.

Con la possibilità di cambiare, non a vanvera con me nei primi tempi, ma con acume solo nei momenti di emergenza, visto che davvero oggi il livello tecnico di tutta la panchina può considerarsi uguale per tutti.

Ci sono ormai punti di riferimento molto significativi che Blessin ha individuato: da Strootman che, oltre ad essere un martello sugli avversari, è anche un impetuoso suggeritore per i compagni, incitandoli al meglio. E i ‘suoi’ rispondono con forza e coraggio, fino alla fine e questo è un altro merito della squadra, resistere e anzi continuare a giocare e a proporre fino all’ultimo secondo oltre il novantesimo.

E poi Coda, che alcuni ancora insistono a contestare, è apparso un uomo assolutamente indispensabile, là davanti, gioca moltissimi palloni e sempre è pronto al suggerimento per i compagni (vedi la palla a Strootman nel goal furioso dell’olandese).

Ancora una volta i 696 tifosi hanno felicemente inaugurato una bella trasferta al Sud. Ora il Grifo salirà un poco perché si andrà a Terni: conquistando il sSd, se non ci si adagia sugli allori, si potrebbe conquistare anche il Centro, per poi ricevere il Brescia per la supremazia del Nord.

Un sogno? Chissà.

Vittorio Sirianni

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